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07/02/25
𝗪𝗘 𝗙𝗨𝗖𝗞𝗜𝗡\' 𝗚𝗥𝗔𝗩𝗘 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗬 (day 1)
SLAUGHTER CLUB, VIA ANGELO TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)
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At The Gates - Terminal Spirit Disease
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( 6041 letture )
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Non c'è due senza tre ed il quarto viene da sé, recita il detto. E’ così che si può riassumere la discografia degli At the Gates, con un album dietro l'altro, racchiusi in quattro anni forieri di idee e stili nuovi nel panorama metal. In molti ricordano il capolavoro Slaughter of the Soul, ma altrettanto validi sono i rimanenti tre dischi degli svedesi. Più asfissianti ed opprimenti i primi due, più melodici e malinconici gli ultimi, ma sempre sorretti da una dose incontenibile di rabbia e sofferenza tanto cara alla band. La sfortuna, se così si può dire, di questo Terminal Spirit Disease è solo quella di ritrovarsi ad un anno di distanza dall'ultima fondamentale opera del combo; ma in esso ci sono già tutti gli elementi che poi gli At the Gates svilupperanno nel disco successivo e che imprimerà il loro nome indelebilmente nella storia del death metal.
Come detto, le atmosfere pesantissime e dense dei primi lavori si diradano in questa nuova fatica, diluendosi in una triste e tangibile angoscia, una malinconia forte e spossante, che rendono i poco più di venti minuti disponibili (escludendo le tre tracce live bonus) un ascolto non semplice ed immediato, nonostante le influenze thrash comincino ad intravedersi sempre più nel sound dei nostri. Tuttavia l'anima di Terminal Spirit Disease è ancorata strenuamente al caro death metal e The Swarm ne è una prova evidente: dopo il lugubre attacco di violino, si parte verso lidi oscuri con le chitarre a formare una valanga di odio, indirizzata dal cantato di Lindberg, vero e proprio alfiere di rabbia e malvagità, stemperata solo qua e là dalla drammaticità delle sei corde. La titletrack parte grintosa, ritmata, avvilente ed il breve assolo non fa altro che aumentare l'aura amara e depressa degli svedesi. Come se non bastasse, irrompe gelidamente con la sua pacatezza la strumentale acustica And the World Returned, con le chitarre in compagnia di violino e violoncello a spezzare il ritmo indiavolato, ma non per questo si interrompe l'angoscia, anzi, la melodia è struggente, gelida, mesta, a suo modo violenta. Questa violenza poi si ripercuote in Forever Blind, mazzata in classico stile At the Gates, precorritrice di ciò che si ascolterà con Slaughter of the Soul, dove a farla da padroni sono ancora il vocione ed il breve, isterico assolo. The Fevered Circle inizia lenta rispetto alle precedenti tracce, sebbene la carica brutale degli svedesi non venga meno, dato che infatti scaturisce ben presto in una rapida accelerazione riconducibile a pieno titolo al celebre stile dei cinque musicisti. È con The Beautiful Wound che già si chiude l'album e contemporaneamente si raggiunge l'apice di infelicità e nostalgia presenti in Terminal Spirit Disease, fondendosi ottimamente alla collera ed al furore partoriti dal gruppo, in quello che forse è l'episodio più emblematico e rappresentativo delle sonorità che reca con sé questo album. Al solito tutto è minuziosamente funzionante alla perfezione, la produzione è sì più pulita rispetto ai lavori precedenti, ma rimane comunque dura ed aspra, in completa sincronia con il sound della band; ogni strumento inoltre è al solito irrinunciabile nell'economia degli At the Gates; nonostante i terminali offensivi vengano ricoperti dal cantato e dalle sei corde, tutti i musicisti infatti sono indispensabili per permettere all'album di sprigionare tutta la sua malefica essenza.
Insomma, nonostante il seguente lavoro consacrerà definitivamente la fama degli At the Gates prima del loro scioglimento, tutta la loro discografia si attesta su livelli altissimi e Terminal Spirit Disease non fa eccezione. Nonostante la breve durata, non è solo il disco "prima di Slaughter of the Soul", ma brilla di luce propria, rigorosamente nera: si tratta dell'ennesimo capolavoro di swedish death del combo svedese.
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21
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Perfettamente d\'accordo col commento numero 19. Disco strepitoso. |
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20
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Con questo album i gates cominciarono ad arrangiare i loro pezzi in stile thrash metal. |
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19
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Album a mio gusto decisamente migliore del tanto acclamato successivo; suono più "arioso", melodico e sinistro e pezzi molto più variegati. E il tutto a pari "incazzatura". |
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Riascoltato stamattina. Credo che sia veramente difficile scegliere le cose preferite tra quanto fatto dagli At The Gates tra il ‘91 e il ‘95, perchè è veramente tutto oro colato. Questo l’ho sempre visto sostanzialmente come un ep allungato con 3 bonus live, ma il livello dei pezzi nuovi è sempre eccelso, The Swarm e title-track in primis. Release che fa anche da ponte: nella parte centrale pure qualche anticipo del successivo capolavoro si comincia a sentire. Voto 87 |
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17
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Io ho solo questo della band in questione. Non è male , ma ci trovo alti e bassi... non so , forse dovrei ascoltarlo di più. Però non mi convince fino in fondo. Sicuramente lavoro interessante. |
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Non penso sia meno immediato, anzi, per Slaughter ci ho messo un po' a farmelo piacere mentre per questo ai primi 2 secondi ho sbarrato gli occhi e successivamente iniziato a lacrimare guardando la durata del lavoro. Penso che diventerà il mio preferito, ha uno stile che copieranno spudoratamente in tanti e questo è il papà di tutti i semi-cloni che usciranno. |
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Descrizione praticamente perfetta di quello che reputo il miglior album di uno dei miei gruppi preferiti, il più melodico e struggente di una serie di capolavori. |
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@punto omega: dalle dichiarazioni del gruppo i pezzi del nuovo album dovrebbero essere molto più vicini a with fear i kiss.. e terminal spirit desease.. e io spero che sia così! |
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13
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Quanto mi manca lo stile di Gothenburg. Lo ritengo l'ultima testimonianza degli At The Gates prima della svolta di Slaughter. Passando a Slaughter, mi pare giusto citare l'influenza fondamentale che ha avuto nello sviluppo di alcuni generi (metalcore su tutti), però il passaggio segna la morte di un genere e la proliferazione di altri che non ho mai apprezzato. Le due volte che li vidi dal vivo (dalla reunion in poi) le canzoni pre-Slaughter ebbero un impatto emozionale notevolmente più forte. Spero che il nuovo tenti di recuperare queste sonorità, ma ne dubito fortemente, anche perché la maggioranza desidera un altro Slaughter of the Soul. |
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12
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a quando with fear i kiss the burning darkness ? |
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Slaughter rimane un gran disco, ma secondo me i primi tre rimangono inarrivabili... ecco vorrei che tornassero con i suoni dei primi tre... |
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10
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Grande disco per una band che ha fatto solo grandi dischi. |
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@trucido ma perchè poi con l earache un solo album? perchè si sciolsero? |
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Bello, riascoltato ieri. Peccato che duri poco, la chiusura con i tre brani live pare fatta in fretta e furia, magari l'hanno fatto apposta per terminare il contratto con la Peaceville e tenersi le cartucce per l'anno dopo con l'esordio sotto Earache, chissà. |
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7
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Grandissimo album che ha il solo difetto di essere estremamente corto, le tre traccie live sono ancora meglio che dei dischi originali e ogni traccia brilla di luce propria, anche se The Swarm ha quel qualcosa in più che....cazzo che band. Voto 94 |
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5
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il mio preferito degli ATG... molto più vario di slaughter in ritmiche e molto più oscuro; the beautiful wound stacca su tutte |
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ottimo disco meno immediato del successivo ma trovo anch io che brilli di luce propria...stupenda la strumentale....i primi due album ho provato ad approfondirli ma mi risultano più ostici ed ermetici qui il sound inizia ad essere più aperto...riproverò cmq dato che questo è senza dubbio l anno degli at the gates... |
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3
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Vado leggermente controcorrente: buon disco senza dubbio ma non sono mai riuscito a farmelo piacere come gli altri, de gustibus. |
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2
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4 album, 4 capolavori...ognuno diverso e ognuno capolavoro a modo suo...inutile dare un voto...la strumentale And the world returned ancora mi da quel brivido dopo tutti questi anni. Per me band unica...una delle piu grandi uscite li su in svezia. |
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1
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Monumentale. Voto 95. Non vedo l'ora di rivederli a Trezzo il 17 maggio... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Swarm 2. Terminal Spirit Disease 3. And the World Returned 4. Forever Blind 5. The Fevered Circle 6. The Beautiful Wound 7. All Life Ends (Live) 8. The Burning Darkness (Live) 9. Kingdom Gone (Live)
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Line Up
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Tomas "Tompa" Lindberg (Voce) Anders Björler (Chitarra) Martin Larsson (Chitarra) Jonas Björler (Basso) Adrian Erlandsson (Batteria)
Musicisti Ospiti: Peter Andersson (Violoncello) Ylva Wahlstedt (Violino)
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