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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Brain Dead - Menace from the Sickness
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( 1745 letture )
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Esperienza ormai più che decennale per questo quintetto piemontese proveniente da Ivrea e giunto al secondo tassello della sua discografia con il qui presente Menace from the Sickness. Nati all’inizio del 2000 per volere del vocalist Felix Liuni e l’axe-man Daniele Vitello, i Brain Dead hanno cominciato la loro esistenza come cover band, salvo poi dedicarsi alla scrittura di pezzi propri. Come il monicker suggerisce, la prima band a cui i Brain Dead si ispirano sono gli immortali Exodus della Bay Area; oltre alla band di Gary Holt, tra le ispirazioni del quintetto piemontese rientrano gran parte di quei gruppi che, trent’anni or sono, hanno reso la Bay Area un vero e proprio punto nevralgico per il thrash metal. Forti delle loro prime demo, nel 2008 i Brain Dead hanno vinto il concorso “Demo Italian Gods of Metal” e hanno avuto la possibilità di aprire il concerto a Testament e Slayer. Rafforzato da questa esperienza, il quintetto è entrato in studio di registrazione per il debutto ufficiale ed è qui che è stato notato dall’etichetta discografica Punishment 18. Dopo la pubblicazione dell’esordio In the Deep of Vortex, i nostri hanno condiviso il palco con gli storici thrashers tedeschi Paradox e hanno ulteriormente accresciuto la loro esperienza live con date in tutta Italia. Viste le influenze, il monicker e la condivisione del palco con determinate band, non sembra indispensabile andare a fornire molti dettagli sulla tipologia di sound che troveremo all’interno di questo Menace from the Sickness. Si fa prima a schiacciare play e a lasciarsi travolgere da un’ondata di thrash old school.
L’apertura è affidata alla raggelante sirena d’allarme di The Fallout che ci proietta rapidamente nell’efferatezza di Land of Cunning. Ciò che appare evidente sin dal primo ascolto è la canonicità della proposta: riff, assoli e sezione ritmica sono palesemente ispirati al thrash ottantiano, proponendo un sound che è già stato sentito decine e decine di migliaia di volte negli ultimi decenni. Se da un lato questa caratteristica non è propriamente positiva, dall’altro ci troviamo di fronte a una maturazione strumentale che raggiunge un livello medio-alto. Razor’s Edge e la title-track mettono in mostra un drumming serrato e un duetto chitarristico che fa intendere una valida alchimia tra gli elementi della band. Ovviamente, dieci brani più la conclusiva cover dei Broken Glazz, se non supportati da una freschezza sonora più che evidente risultano irrimediabilmente prolissi e di difficile digestione per i non avvezzi al genere e alle sue sonorità. A controbilanciare questi difetti abbiamo alcuni brani che, malgrado la produzione non proprio eccelsa, riescono a spiccare sul resto del lotto e ad attirare l’attenzione: la tecnica Another Way e la conclusiva, se escludiamo la cover, Final Truth dimostrano come il quintetto eporediese possieda del talento e una buona base tecnica, che rimane solo in attesa di un songwriting meno derivativo dall’old school trito e ritrito e maggiormente coinvolgente nella sua stesura.
Riassumendo, questa seconda fatica dei Brain Dead è un disco di canonico thrash metal. Gli elementi innovativi e le particolarità, rispetto alle direttive già seguite negli anni Ottanta, sono pressoché nulle e questo non può che rendere il lavoro meno interessante rispetto a quanto si meriterebbe la mera prova strumentale del quintetto. D’altro canto, da un gruppo che ha preso il nome direttamente da un brano di una delle band storiche della Bay Area, non ci si poteva aspettare che suonassero altro rispetto a un potente e diretto thrash come il Big 4 comanda, anche se questo significa sprofondare irrimediabilmente nello sconfinato mondo degli emulatori. La prova strumentale di tutti i musicisti si assesta su un livello abbastanza buono, con le chitarre che offrono riff e assoli di buona fattura, anche se talvolta eccessivamente derivativi. Basso e batteria intessono un tappeto ritmico compatto ed energico, sul quale la voce può dare sfogo a tutta la sua rabbiosa interpretazione. Menace from the Sickness ha tutti gli elementi che possono creare interesse intorno a coloro che amano alla follia il thrash e che sono alla ricerca di quelle sonorità tanto note quanto appaganti, nella loro diretta efferatezza. Per il prossimo album, che dovrà essere quello della conferma e, si spera, della definitiva maturazione della band è lecito aspettarsi uno step ulteriore in quanto a personalizzazione sonora, così da riuscire a coinvolgere anche coloro che, tipicamente, snobbano le band eccessivamente derivative. Al momento, comunque, gli appassionati del thrash e della sua furiosa e grezza prepotenza possono ritenersi soddisfatti di una prova complessivamente più che sufficiente, in vista del grande passo in avanti.
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4
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Complimenti ai Brain Dead, molto migliorati rispetto all'album d'esordio, un bel 70 se lo meritano |
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3
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Un parere personale sulla recensione. Il primo paragrafo |
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2
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grandi passi in avanti sono stati fatti, ma non mi convince ancora. gli do 58, si vedrà se faranno il vero salto di qualità nel prossimo album |
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1
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Direi recensione giusta. Bravi Brain dead! Yeah! 65. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Fallout 2. Land of Cunning 3. Eye of the Cyclone 4. Another Way 5. Evil Dead 6. Razor’s Edge 7. The Mission 8. Pay for a Better Life 9. Menace from the Sickness 10. Final Truth 11. Total Despair
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Line Up
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Felix Liuni (Voce) Daniele Vitello (Chitarra) Davide Ricca (Chitarra) Alberto Rossetti (Basso) Daniel Giovanetto (Batteria)
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RECENSIONI |
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