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Cathedral - The Carnival Bizarre
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Il carnevale è una festa che si celebra nei paesi di tradizione cattolica. I festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi; in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante del carnevale è l'uso del mascheramento.
Se state osservando un ritratto in cui coincidono le seguenti caratteristiche, allora significa che il vostro sguardo si è poggiato sull’artwork di The Carnival Bizarre dei Cathedral. La raffigurazione scelta per il terzo album in studio della band di Coventry è ad opera della mano dell’astratto e visionario disegnatore Dave Patchett, a cui spetta la paternità di molte altre splendide creazioni in favore del quartetto inglese. Grazie a lui, l’impatto del full-length in questione è innanzitutto visivo: una vera e propria orgia cosmica popolata di personaggi dalle fattezze mistiche e mostruose al tempo stesso; alcuni personaggi con il volto coperto da una maschera, accompagnati da animali di ogni sorta e figure sia storiche e che mitologiche. Al centro del dipinto, troneggiano Gesù Cristo e Maria Maddalena con il corpo completamente scheletrico. Una curiosità: nell’illustrazione completa, sulla destra sottostante a Maria, è possibile notare la presenza di un uomo stranamente somigliante a Lee Dorrian.
L’album, uscito nel 1995, segna inoltre un punto di rottura all’interno della formazione: l’inserimento di Brian Dixon al posto di Mark Ramsay Wharton dietro le pelli, quello di Leo Smee come bassista e l’abbandono del chitarrista Adam Lehan, artefice di molti brani registrati fino allora. Musicalmente il disco presenta sonorità appena più leggere del suo predecessore -con l’accordatura che passa da due toni e mezzo a due toni sotto- e una formula compositiva più diretta e meno impegnata, come dimostrato sul brano d’apertura Vampire Sun; un riffing semplice e turbinante che invoca all’headbanging. L’intera struttura richiede il minimo indispensabile d’accordi e questo è sufficiente per far decollare il cantato del timoniere Lee Dorrian. La traccia successiva rappresenta indubbiamente il cavallo da battaglia del gruppo in sede live: Hopkins (The Witchfinder General) è una scarica d’adrenalina incanalata in una partitura di chitarra fortemente ispirata a quella di Paranoid dei Black Sabbath con l’aggiunta di un'accattivante scala melodica a completarne il tema principale. Una collaborazione d’eccellenza, o per meglio dire suprema, arricchisce Utopian Blaster, nella quale prende posto niente meno che Tony Iommi come “guest guitar” fiancheggiando spalla a spalla Gaz in un duetto che ha dell’incredibile. La sua sola presenza sa far tremare la terra sotto i piedi tanto quanto il riff principale che i due si dividono sulla sei corde, una sonora cavalcata che rievoca Children Of The Grave e un fraseggio veloce che ne esalta la sfumatura stoner. C’è un pizzico di Forest Of Equilibrium in Night Of The Seagulls, nella sua andatura lenta e nell’efficace essenzialità che ricorda la Serpent Eve estratta proprio dal disco di debutto. La ritmica vivace di Carnival Bizarre lo contraddistingue come il pezzo più colorito e variopinto dell’intero album, nel quale si annidano ottimi inserimenti di mellotron a dipingere un atmosfera “cosmica”. La conclusione è raggiunta attraverso un lungo assolo di Jennings che si concede tutto lo spazio d’improvvisazione di cui ha bisogno. Si susseguono ancora altri riffing altamente contaminati dall’influenza del geniale ospite speciale Iommi, come quelli utilizzati in Inertia’s Cave, brano dall’attitudine pacata che si lascia ascoltare piacevolmente senza incappare in pericolosi cali di qualità. La furia esplosiva di Fangalactic Supergoria viene scongelata dalla bizzarra ilarità di Dorrian, lasciando partire una progressione semplice e diretta, forte della sua iniziale tendenza heavy e delle successive variazioni che sguazzano nella psichedelica più sfrenata. L’ascolto della bellissima Blue Light è paragonabile all’imbattersi in un oasi nel deserto, la sua prevalente natura rock la rende una ballata molto artistica e facilmente apprezzabile da tutti. Dimostrazione dell’eccellente fase eclettica che il gruppo inglese a saputo iniettare nelle proprie vene. Palace Of Fallen Majesty segue in maniera più continuativa un approccio maggiormente lento e meno caleidoscopico se confrontato con i suoi fratelli. Riflesso nei vetri infranti del mitico Forest Of Equilibrium. Il sound possente e ricco di groove alternato alla strofa melodicamente sabbathiana rende Electric Grave un gustoso dessert per portare a compimento questa “festosa” pubblicazione dei Cathedral, conclusa da uno sfavillante assolo di chitarra.
Un festival lussureggiante quello racchiuso nella sommità di queste dieci canzoni, che evidenziano notevolmente il loro rispolverato orientamento psichedelico caratteristico del ventennio sessanta-settanta.
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ennesimo disco eccezionale di un gruppo eccezionale. Electric grave finale da standing ovation, avrebbero meritato moooooolto più successo nella carriera |
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Discone . Manca Supernatural Birth Machine , gran bel disco anch'esso . |
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Gli preferisco i due precedenti, ma anche qui Dorrian e compagni hanno sfoderato un gran signor disco. |
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Allora oggi pomeriggio come secondo ascolto dopo gli At the Gates ho rispolverato proprio Carnival Bizarre per continuare il rituale di amori musicali di tanti anni fa che fe ero breccia nel mio cuore......mbé oggi mi ha nuovamente masturbato per la sua oscura e ammaliante bellezza,è sempre stato il mio preferito degli inglesi.....superlativo.
Voto massimo! |
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20
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Utopian Blaster è puro sabba nero una vera goduria, tutto l'album merita, i testi sono ispirati e l'artwork é bellissimo... accattatevillo! |
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19
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Grande album, uno degli apici dei Cathedral, band che ha comunque mantenuto sempre una qualità elevatissima nelle sue uscite discografiche. I primi tre pezzi sono da sturbo, notevoli anche la conclusiva Electric Grave e la molto 60's-oriented Blue Light. 88 è il minimo. |
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Porca miseria, è uno dei dischi migliori di quella decade. Riesce a piacere sia all'adolescente, sia al metallaro consumato di vent'anni dopo. Non annoia mai. |
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Notevole, però devo dire che dopo hanno per me combinato ben poco... A dispetto dei voti altissimi dati su qusto sito. Grande band storica comunque... |
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Dopo di questo mi sono fermato e non li ho più seguiti, ma la classe permane |
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Come non essere d'accordo... sottolineerei anche la resa sonora di questo album, che spacca. |
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rimango più affezionato a Forest of Equilibrium, comunque resta pure questo un discone con i controcoglioni. voto 80 |
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che li commento a fare questi qui??? immensi... |
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molto più bello The Ethereal Mirror. Mi piace anche Endtyme e soprattutto l'ultimo, veramente uno straordinario epitaffio. Ma d'altronde è anche bene fermarsi, hanno fatto una valanga di dischi... |
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10
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disco stupendo e poi sentire sir iommi alla chitarra in un pezzo come utopian blaster è da orgasmo cosmico..grandissimi cathedral |
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9
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Senza nulla togliere a TEM ed a TCB, di qualità indiscutibili, io invece cari amici la penso come CauldronBorn. Per me FOE è il vero capolavoro assoluto di questa band, unico, inarrivabile, irripetibile ed anche io avrei sperato che perseverassero più su quella linea funerea e depressiva. Probabilmente il funeral doom non sarebbe mai esistito senza quel disco. |
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8
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@Lizard: Io stesso non sarei riuscito ad esprimerlo con parole migliori. Per me Forest Of Equilibrium è un capolavoro di Doom purissimo mentre The Ethereal Mirror è un capolaro -di pari livello- di Doom/Stoner! E ovviamente c'è anche il qui presente album! Statik Majik è stato un disco avanti anni luce! |
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7
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D'accordo con te Tiziano, The Ethereal Mirror resta intoccabile. Forest of Equilibrium spicca per la sua unicità, che lo rende un qualcosa di splendido e mai più ripetuto. Ma Ethereal a livello compositivo va ancora più avanti e l'EP Statik Majik per me è di pari valore. The Carnival Bizarre è uno splendido terzo album, molto variegato, ricchissimo di groove e presenta dieci brani che sono dieci potenziali "hit" per i Cathedral, a partire dalla famosissima Hopkins, per proseguire con Night of the Seagulls, Fangalactic Supergoria, Electric Grave e la titletrack. Non c'è comunque una sola canzone che non sia ottima e personalmente ho sempre amato anche Blue Light che costituisce un ottimo break nostalgico. Disco che possiedo in vinile in edizione limitata ed al quale sono affezionatissimo e che assieme agli altri due (e mezzo) costituisce almeno il 90% del mio amore per i Cathedral. Tutto quello che è venuto dopo mi piace, in qualche caso anche molto, ma non raggiunge questi livelli. |
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6
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@CauldronBorn: C'è da considerare anche The Ethereal Mirror come picco massimo! |
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5
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Disco veramente molto bello, forse il più bello dopo l'esordio, che rimane inarrivabile secondo me. Avrei sperato rimanessero un pò di più su quel genere prima del cambio di rotta. |
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4
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Sottoscrivo recensione e commenti. Si tratta di un album che ho molto amato ed ascoltato, sin dall'epoca di uscita. Probabilmente è il lavoro che preferisco dei Cathedral. |
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3
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Disco eccezionale, veramente bello, come tutti i loro album del resto. Band dalla qualità altissima. |
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2
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Gran disco anche se i miei preferiti sono altri. Comunque è difficile ascoltare un disco brutto targato Cathedral. Sono tutti da avere. Voto:85 |
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1
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Un grande album....uno dei loro capolavori insieme ai primi due!!! Voto giusto. |
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