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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Kataklysm - Waiting For the End to Come
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( 4831 letture )
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Sui Kataklysm si è sempre scritto e detto tantissimo. Il gruppo canadese non è mai riuscito a guadagnarsi completamente il rispetto di pubblico e critica, sebbene sia spesso inserito tra i migliori gruppi della scena death americana (è bene ricordare che AOL Radio li ha posizionati al settimo posto nella loro personale classifica delle 10 migliori band del genere con l’album Shadow & Dust). Il precedente Heaven’s Venom era un buon prodotto, ben curato in fase di produzione, ma distante dai fasti di un tempo. Questo Waiting for the End to Come, invece, si propone su altri standard. Sicuramente, questo lavoro farà discutere: i Kataklysm, infatti, pur non abbandonando le loro caratteristiche fatte di riff arrancanti, mid-tempo e un mixing focalizzato sulla possanza delle chitarre, si abbandonano a maggiori sperimentalismi melodici e atmosferici.
La opener-track, Fire, si apre con una leggera intro che riporta alla mente la vena geniale e malefica dei Dissection di Storm of the Light’s Bane. È solo un piccolo incipit melodico, che sfocia in un riff maestoso e dirompente disegnato dalla chitarra di Dagenais. L’hyper-blast di Beaudin è un’ondata continua che si frange contro le orecchie dell’ascoltatore, trascinandolo in uno stato d’ipnosi che ha una sua stasi solo nel refrain. Per quanto estrema e pesante, il gruppo mantiene una pulizia tecnica e di suono invidiabile. La melodia, da sempre non il primario obiettivo del gruppo, è presente e si fa forte proprio di tale pulizia tecnica e di suono. Like Animals è una canzone che salta alla gola dell’ascoltatore e lo trascina con sé con la sua violenza e la sua brutalità. Kill the Elite, invece, è uno dei migliori pezzi del disco. L’apertura è melodica, ma poi Dagenais torna alla carica per mietere vittime. Il tutto sfocia in un ritornello che, sicuramente, in sede live darà molte soddisfazioni. Under Lawless Skies è un altro pilastro del disco. Ancora, la chitarra tesse una maestosa ritmica che si alterna tra riff estremi e una melodia accattivante. Il buon Iacono si alterna con maestria tra il cantato in growl e lo scream, riuscendo a definire le due anime ben distinte della canzone. Dead & Buried ci porta su confini ancora non esplorati dal quartetto canadese. Il riffing tipico, alla At the Gates e Suffocation, e l’hyper-blast lasciano spazio a un ordito, per certi versi, molto power metal. L’esperimento è molto interessante e, a mio avviso, dà buoni risultati: è una canzone solida e che in sede live, come Kill the Elite, sarà osannata dai più. In ogni caso, ci pensa la seguente The Darkest Days of Slumber a riportarci sul sound abituale. Anche qui, due anime contraddistinguono la canzone: un’anima brutale e potente nella prima parte, che finisce per sfociare in un refrain che riporta alla mente gli Insomnium dei primi lavori. La canzone è caratterizzata anche da un buon intermezzo, anche se ovviamente stacchi e interludi non sono certo né la priorità né il punto di forza del gruppo. Elevate è il capolavoro del disco. La canzone si apre con un cantato melodico, ricco di pathos e quasi oceanico, solo sostenuto da un discreto lavoro di Barbe al basso e dal solito eccellente Beaudin. Il riffing è possente, ma non violento e conserva in sé un qualcosa di distante e di sofferto, avvicinando maggiormente il gruppo al melodic death metal. L’intermezzo si fa potente e l’hyper-blast di Beaudin torna alla carica, ma è virtù dei saggi sapere quando dosare la propria violenza e forza e, così, torniamo sulla melodia principale. Anche l’assolo si fa apprezzare, nella sua semplicità.
Il lavoro dei Kataklysm è veramente di ottima fattura. Il quartetto canadese ha ordito le trame per un lavoro completo sotto ogni aspetto, avente componenti di atmosfera, accenni di sofisticatezze e un vibrante fluire di ogni pezzo. Aggiungendo tali caratteristiche, pur non avendo inventato nulla di nuovo né di originale, hanno comunque dato dimostrazione di una vena musicale feconda e produttiva, che strizza un occhio al moderno sound del genere.
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9
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da molti sottovalutato...invece per me un disco stupendo.. forse il migliore fin ora. curato nel sound e nel concept. maurizio iacono e' un autore di testi bellissimi ... mi sono fermato a tradurli tutti e sono rimasto stupito sopratutto da elevate e if i was god. poesie |
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8
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Ascoltato, mi è sembrato un bel disco con le due gemme poste all'inizio e alla fine (Elevate è proprio un capolavoro, Fire ottima), ma tutte le tracce sono buone e il disco non annoia assolutamente, rimanendo in equilibrio tra melodia e violenza. Ottime le prove dei musicisti, il growl del buon Maurizio è un po' troppo nasale per i miei gusti ma non mi dispiace troppo! L'unico difetto è nella produzione: generalmente non sono contro le produzioni pulite perchè mi piace capire cosa sto ascoltando in tutto e per tutto, ma qui i suoni sono veramente pompati e fuori del reale! A cominciare dalla batteria, che ha un rullante assurdo e dei tom che sembrano fustini del dixan da quanto sono plasticosi, fino ad arrivare alle chitarre che sembrano uscite in certi momenti da un disco dei meshuggah, solo che qui quel tipo di suono ci azzecca poco... E in tutto questo il basso (sempre bistrattato, poveretto) non si sente mai! Ad ogni modo questo non sminuisce la bontà del lavoro, che non sarà un capolavoro ma è veramente godibile! Voto 75, forse di più |
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7
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Mi è piaciuto molto. Disco spaccaossa. Voto 80 anch'io. |
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6
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Un buon album, scorre via abbastanza liscio. Complimenti e in bocca al lupo a Francisarbiter! |
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5
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Complimenti per la prima rece! Benvenuto nelle file dell redazione B!! |
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4
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Ben arrivato Francesco |
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3
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Direi che l'intro di "Fire", più che richiamarli, i Dissection li plagia proprio. Ad ogni modo, è un buon pezzo. |
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2
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Un benvenuto a un nuovo redattore...buon lavoro! |
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1
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Francesco, benvenuto nello staff! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fire 2. If I Was God… I’d Burn It All 3. Like Animals 4. Kill The Elite 5. Under Lawless Skies 6. Dead & Buried 7. The Darkest Days of Slumber 8. Real Blood, Real Scars 9. The Promise 10. Empire of Dirt 11. Elevate
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Line Up
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Maurizio Iacono (Voce) Jean-François Degenais (Chitarra) Stéphane Barbe (Basso) Oli Beaudin (Batteria)
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