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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Roland Grapow non è certo un musicista che ha bisogno di presentazioni, ma quando nel 1988 entrò nella formazione degli Helloween aveva una grossa responsabilità: quella di sostituire Kai Hansen, fondatore e mente principale delle zucche tedesche e considerato a ragione inventore del power metal. Grapow riuscì agilmente nell’impresa, forte di una tecnica chitarrista superiore ad Hansen e di una personalità indubbia ma non invadente; a sua firma furono anche alcuni dei brani migliori dei successivi controversi Pink Bubbles Go Ape e Chameleon -che all’epoca proprio non piacquero a critica e pubblico- e che confermavano comunque le buone doti del chitarrista come compositore. Quando nel 2001 i contrasti con il naturale erede allo scettro del comando Helloween cominciarono a raggiungere il limite, fu chiaro che era meglio correre ai ripari. Insieme all’amico e compagno di avventure Uli Kusch, il chitarrista fonda i Masterplan, progetto parallelo che da lì a poco diverrà la loro priorità, visto l’inevitabile divorzio da Weikath e compagnia. Grapow e Kusch ragionarono in grande e puntarono subito ad avere una formazione che potesse battere gli Helloween: corteggiarono Michael Kiske che rifiutò gentilmente, si rivolsero a Russen Allen che accettò ma si limitò a registrare dei demo ed infine contattarono l’astro nascente Jorn Lande che accettò di diventare il singer ufficiale. A completare la formazione Jan S. Eckert (ex Iron Savior) al basso e Axel Mackenrott alle tastiere. Il risultato, l’omonimo Masterplan è uno dei dischi power metal migliori pubblicati negli ultimi quindici anni: undici brani di una bellezza disarmante, una freschezza compositiva che va in controtendenza con l’oltranzismo di molte uscite power ed heavy, una produzione stellare a cura di Andy Sneap ed una prestazione che dati i nomi coinvolti è superfluo definire impeccabile.
Ammetto, mea culpa, di aver snobbato l’uscita del disco in questione e di averlo amato ed apprezzato solo a posteriori, deluso da alcune pubblicazioni dell’epoca targate Helloween che ho in parte rivalutato successivamente, ma dalla scoperta di Masterplan l’opener The Spirit Never Dies è entrata di diritto nella mia top 20 delle canzoni power metal. In questo pezzo tutto è perfetto, c’è potenza, melodia, soluzioni ritmiche non banali –che riprendono alcune idee proposte in The Dark Ride dalle zucche- ed un cantato sopra le righe, in cui il bravissimo Jorn ci mostra un modo di cantare power metal che non ci si aspetta, e che dimostra di essere l’uomo giusto dietro al microfono. Sinceramente, ci fosse stato Kiske alla voce il paragone con i primi Helloween sarebbe stato inevitabile e non avrebbe reso per nulla giustizia alla bontà della band, perché il disco assume brano dopo brano una personalità prepotente, a volte più heavy, a volte più rock ed AOR e solo in alcuni episodi puramente e banalmente classico power metal, come in Heroes, bel brano ma con soluzioni melodiche che sanno di trito e ritrito ed in cui, guarda caso, troviamo il golden boy Kiske come ospite a duettare con Lande. Tornando a The Spirit Never Dies, il suo punto di forza maggiore è proprio l’emozione che trasuda: questo brano non è solo ben scritto ed eseguito perfettamente, è sentito, suonato e cantato col cuore, emerge veramente la voglia di ributtarsi in gioco di Grapow e Kusch. Enlighten Me fu scelto come singolo e come primo video della band e sconfina nel pop metal, con melodie più commerciali e radiofoniche, pur risultando comunque un buonissimo brano; Kind Hearted Light torna in territori power heavy e a questo punto l’ascoltatore è già più che convinto a poter acquistare il disco senza neanche ascoltare i brani successivi. Crystal Night suona un po’ Judas Priest, ricordando Touch of Evil nella progressione armonica, con l’ennesima buona prova di Jorn, che non manca di evidenziare il suo maestro ispiratore, il mai, MAI abbastanza compianto Ronnie James Dio. Soulburn è più oscura nell’intro ed emerge un vago sapore AOR nella strofa, per poi tornare all’heavy più pacato e raffinato nel coro. Sail On è l’ennesimo capolavoro, un power veloce e potente che non avrebbe sfigurato nei migliori dischi degli Helloween e che trasuda emozione da ogni nota e in ogni singola parola. Se la ballad Into the Light ha bisogno di vari ascolti per essere compresa ed apprezzata a pieno, in quanto lontana dagli schemi dei soliti lentoni heavy con Crawling From Hell ritroviamo potenza e metallo, con un brano epico e dall’intro eroico nel quale le tastiere hanno un ruolo fondamentale, con Kusch preciso come un orologio e pesante come un martello, e Grapow che non smette di esibirsi in assoli mai banali o derivativi: nonostante per sua ammissione Malmsteen sia stato il suo modello ispiratore, non siamo mai davanti a neoclassicismi e virtuosismi fini a sé stessi. Di Jorn Lande si può solo parlare bene, le sue prestazioni sono sempre di altissimo spessore e Masterplan mi sento di azzardare che sia una delle sue migliori interpretazioni, pari solo a Scarecrow degli Avantasia.
Quasi contemporaneamente gli Helloween pubblicarono Rabbits Don’t Come Easy, uno dei loro lavori meno riusciti, in preda ad una confusione compositiva ed una line up decisamente instabile. Nel confronto, i Masterplan battevano gli Helloween su tutti i fronti e se le cose fossero andate diversamente sarebbe stato bello credere che avremmo avuto due ottime band con un gran seguito e successo. Purtroppo la storia è andata ben diversamente come sappiamo tutti: Weikath e Deris, ormai leader e dittatori delle Zucche, hanno ritrovato l’ispirazione, una line up di alto livello e stabile e sfornato ottimi lavori, vivendo una nuova giovinezza. I Masterplan dopo un buon secondo lavoro hanno perso prima Lande e poi Kusch, per poi ritrovare Lande e perderlo di nuovo, tra lavori di buon livello ma non entusiasmanti, lontani anni luce dallo stratosferico debutto e soprattutto senza quell’anima, quel cuore pulsante e quelle emozioni che Masterplan riesce a trasmettere. Un disco da avere e da consumare –è poi possibile?- a furia di ascolti.
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io invece non capisco perché lo troviate meraviglioso. Sono belle Spirit Never Die, Kind Hearted Light, Crystal Night, Soulburn e into the light, le altre...molto ordinarie. siete proprio sicuri? cosa mi sfugge? |
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@ davidgilmour Anni Duemila, sorry Negli Anni Novanta erano tutti da salvare visto la stato di salute del genere... |
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@Andrew lloyd Anni '90? Siamo nel 2003 qui... |
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Ecco come un buon disco può diventare un eccellente disco grazie alle capacità di un solo elemento. Il cantante nella fattispecie. 80 |
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Uno dei dischi di Power metal degli anni Novanta da salvare. Da tramandare ai posteri. Heroes è pura magia. |
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voto 90! Un capolavoro che acquistai praticamente a scatola chiusa dopo aver ascoltato bleeding eyes. Possibile che sia l'unico a ritenere Bleeding eyes, Soulburn e Into the light dei brani fenomenali? Lande è il migliore! |
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Il miglior disco della band e del pressoché stesso valore (o poco meno) di Aeronautics, in cui si poté rilevare una variazione, seppur leggera, sul tema del power metal imperante all'epoca (specie su accordature e arrangiamenti, nonché influenze). Poi, mi pare alquanto evidente far notare che i due platter goderono di una grossa fortuna proprio dalla concomitanza dei contributi, rispettivamente compositiva e interpretativa, di Uli Kusch e Jørn Lande. Del resto, tanto MK II quanto Time To Be King sono stati accolti con ben altro entusiasmo e, attualmente, non mi pare si stia granché parlando del "nuovo inizio" (verrebbe da chiamarlo "ennesimo"). |
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L'uscita di Uli ha danneggiato la band non tanto per la perdita di un ottimo batterista (Mike Terrana è forse meglio o comunque al suo stesso altissimo livello) quanto proprio di un grande compositore. Negli ultimi dischi a firma Helloween i brani migliori erano proprio usciti da Uli (chi conosce nel dettaglio la discografia degli Helloween sa benissimo di quali brani io stia parlando). Il lavoro che fece con i Ride the sky del 2007 "New protection" era un gran bel lavoro perccato che non se lo cagò praticamente nessuno e la band si sciolse. Nel disco dei Sympfonia del 2011 In Paradisum (pur che io lo abbia apprezzato) si sente che fu composto solo da Tolkki e Matos, se avessero dato spazio anche a Uli (oltre che a Jari Kainulainen e Mikko Härkin) il lavoro sarebbe stato di altro livello e certamente migliore! Tra l'altro qualcuno ha news su di lui??? Grazie anticipatamente per le risposte... |
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Il miglior disco della loro discografia, dopo salvo giusto Aeronautics che reputo non allo stesso livello di questo disco ma comunque valido. Poi guarda caso, dopo la separazione da Uli Kusch il nulla. A mio avviso il batterista sapeva donare quella varietà stilistica a livello di scrittura che rendeva fresco il songwriting, evitano di limitarlo alle sole tronfie partiture power e metal classiche. |
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@Radamanthis, tranquillo che piano piano recensiamo tutto! |
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@MyRefuge: c'è possibilità che tra i rispolverati vengano recensiti sempre dei Masterplan anche Aeronautics e tra i nuovi Novum Initium? |
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A quando una ristampa dei dischi degli ARK ? |
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@Radamanthis: nessun dissapore, tranquillo! I Twilight arriveranno, sono una band da riscoprire assolutamente. |
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Eheheh Waste, dopo i nostri "dissapori" per la questione Ayreon (che tra l'altro in merito al disco abbiamo detto le stesse cose) qui siamo in perfetta sintonia...leggi (se non l'hai già fatto) il mio post 13! |
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Per me questo è un gran disco, ci sono delle canzoni splendide; rimango sempre dalla parte di burn the sun e del primo dei beyond twilight come apice di Lande, però qui si difende benissimo. L'unico suo difetto è il non aver mai composto un discone da solista; è sempre dipeso da qualcuno in fase di songwriting, per poter eccellere. |
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Il primo disco solista di Jorn(Starfire) è bellino |
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Si, consiglio per i prossimi album rispolverati Hourglass dei Millennium e The devil's hall of fame dei Beyond Twilight (sempre con Lande alla voce). Alla fine il mio pensiero è sempre lo stesso sul singer norvegese: quando canta ciò che altri gli compongono è mostruoso, nei suoi dischi solisti (a parte il bellissimo Worldchanger) è abbastanza monotono! |
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Comunque per quanto riguarda Jorn recuperate assolutamene Hourglass dei Millenium dove da spettacolo come al solito. |
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La voce di Jorn è ormai leggenda però i Masteplan non mi hanno mai colpito più di tanto, a livello strumentale li trovavo abbastanza banali, gli ARK erano su un pianeta differente. |
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PREMESSA: Era un pò che attendevo la rece di questo grande album, probabilmente, come dice Mauro, uno dei migliori dischi power degli ultimi 15 anni! LA STORIA: All'indomani dell'uscita di Grapow e Kusch dagli Helloween proprio dopo un disco che reputo monumentale come Dark Ride la mia attenzione si spostò momentaneamente dalle zucche d'Amburgo verso questa nuova creatura che vedeva tra le sue fila i due maggiori compositori degli ultimi dischi degli Helloween (a parte Deris che diede il suo solito ottimo contributo in fase di songwriting) e proprio visto che dalla penna di Grapow e Kush uscirono i migliori brani di Dark Ride, di Better than raw accolsi a braccia aperte questo Masterlan. LA FORMAZIONE: Detto delle doti compositive immense (in quel periodo soprattutto) di Roland e Uli, l'ingresso di Jans S. Eckert (dagli Iron Savior band che iniziai a seguire quando era solo un progetto di Hansen, Stauch e Sielck) mi diede la prova ultima che sarebbe stato un grande gruppo power metal, l'allora sconosciuto Axel Mackenrott passò quasi in secondo piano (diventando poi uno dei tastieristi da me preferiti) ed ecco alla voce Jorn Lande. Dopo voci su voci, proposte e rifiuti, tentativi di piazzare Michael Kiske dietro il microfono, il demo a firma Allen questa scelta mi sembrava una sorta di ripiego, non tanto per le doti di Lande (che propri in quei mesi apprezzai con Burn the Sun degli Ark e Hourglass dei Millennium) ma proprio per la sua impostazione vocale più vicina all'hard rock che al power metal di Kiskiana memoria e difatti era proprio l'unico punto interrogativo che accompagnò il mio primo ascolto di questa band. IL SINGOLO: Eccomi andare a Varese alla Casa del disco a prendere il singolo Enlighten me che comprendeva anche Kind Hearted Light (qui scoprii il grande Axel), Through thick and thin e la monumentale Black dog dei Led Zeppelin e al ritorno a bordo della mia auto d'allora, una Punto Sporting con poco nulla di originale il volume delle note superava i decibe dello scarico sportivo e scoppiò l'amore...IL DISCO: Appena uscii il disco eccomi felice e gioioso sempre a bordo della mia Punto andare nuovamente a Varese e comprare il debut album omonimo: da brividi! Spirit Never Die un prog power diretto da sballo; il duo Enlighten / Kind già assaporati nel singolo le conoscevo a memoria ma l'ascolto non poteva essere skippato, assolutamente ed eccomi a cantarle come un matto; Crystal Night mette in risalto più che altro l'interpretazione di Lande fancendo di un brano destinato al dimenticatoio un buon brano; Soulburn sembra uscire dalle sessions di Dark ride per il suo incedere oscuro; Heroes è la traccia che più aspettavo proprio per la presenza di Sua Maestà Michael Kiske che accettò solo di partecipare come guest in questa track e la Punto si fece incandescente e dallo scarico le fiamme uscirono veramente(altro che Nos di Fast and furious!!!): il duetto tra Kiske e Lande è da brividi e la sola Heroes vale l'acquisto del brano! Passiamo poi a Sail On: un altro capolavoro veloce, raffinato ma potente che, come dice Mauro in sede di rece, non avrebbe sfigurato in alcun disco degli Helloween; Into The Light un pò fuori dagli schemi per essere una ballad, mi fece storcere un pò il naso ma poi di ascolto in ascolto prende anche se in quel momento dissi "beh, potevano fare la classica ballata, ci stava di più un lentozzo ScoPower...vabbè..."; fortunatamente si passa poi a Crawling From Hell uno dei brani migliori del disco, cattiva, aggressiva, strumentalmente perfetta, vocalmente avvincente, Grapow che macina solos su solos, Mackenrott grande protagonista e Uli che forse credendo di essere in acciaieria picchia giù che è un piacere!; Bleeding Eyes passa un pò inosservata dopo tanta magnificenza di prima e tutt'ora non è tra i top brani di questo album e infine When Love Comes Close mid tempo di qualità, arpeggio di qualità, voce di qualità, armonie azzeccate, tastiere presenti ma mai invadenti, ottima veramente! IL PARAGONE CON LE ZUCCHE: Come dice Mauro in quel momento uscì Rabbit don't come easy degli Helloween e io dopo una prova così scialba viddì proprio i Masterplan come la nuova frontiera del power metal teutonico, e il loro successivo Aeronautics sembrava darne conferma ma poi nel giro di poco ecco come cabiarono le carte in tavola: Lande va e viene e poi va ancora, Kusch va definitivamente (dicono insieme alla moglie di Grapow e i suoi soldi...ah il gossip c'è anche nel metal altro che Icardi-Wanda-Lopez!), cambi continui di formazione fino fortunatamente all'ultima, notevole e all'ultimo disco, notevole; dall'altra parte le zucche che tra voci di reunion con Hansen e Kiske, concerti con Hansen e tour con i Gamma Ray, Keeper III che poco ha a che vedere con i due veri ed unici Keepers trovano in Deris un punto di forza sempre maggiore (a livello compositivo su tutto ma anche vocalmente ultimamente) trovano una stabilità e una qualità che da anni non si vedeva! IL GIUDIZIO FINA |
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Belle recensione ma voto bassino...almeno 90 lo merita. E' una di quelle uscite che nel 2003, 10 anni dopo e sicuramente nel 2103 risulterà sempre un gran disco da ascoltare! |
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8
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Grande album, uno degli ultimi gruppi che è risucito a sfronare ottimi album di power dopo gli anni d'oro. Questo è un grandissimo album ma anche glia ltri due con jorn alla voce sono notevoli! E se penso agli ark e volendo ai beyond twilight, e confrotno questi gruppi con la carriera solista di jorn, mi viene da pensare che farebbe meglio a metterla un pò da parte (album gradevoli ma nulla più i suoi solisti) e affidarsi a grandi band come ha fatto in passato. Voto 88 |
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Bellissimo disco dall'inizio alla fine...un Lande stratosferico... |
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Spettacolare, qui nacque la leggenda di Jorn (per chi non lo conosceva nei tempi dei Beyond Twilight) e il gruppo ha sfornato una prestazione incredibile. Un power originale, mai banale (l'unica è Heroes banalotta, anche se ci canta come ospite il mio idolo musicale) che nelle lyrics e nella melodia di Crystal Night raggiunge vette incredibili. Non lo ascolto molto spesso per ntero questo album, ma è un classico del power/hard rock, e il successivo Aeronautics non è di molto inferiore, buon album. Time To Be King lo salvo anche solo per Lonely Winds Of War, capolavoro, e Far Fro The End of The World. |
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4
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Un disco che amo, nella mia classifica personale dei migliori di sempre. Il power c'è,ma io ci sento anche tanto rock e AOR (Rainbow su tutti). non esiste un filler in questo album e la prestazione di ogni membro del gruppo è stellare. CAPOLAVORO!! Per me un 95! |
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Grande disco, uno dei migliori interpreti del Power post 2000. Magico connubio tra ottime canzoni e la bella voce di Lande. Purtroppo i Masterplan non si sono più ripetuti su questi alti livelli: per me nascono e muoiono qua. 85/100 |
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2
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Quoto la bella recensione di Mauro, e ne condivido ampiamente il parere....un grandissimo disco, grandi interpreti del genere, ma la differenza la fa il songwriting assolutamente valido. Da qui, per me, il discreto Aeronautics, poi il nulla |
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1
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grande gruppo,grande album...un plauso all'idiota che mette voti a casaccio,che vedo è sempre presente...... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Spirit Never Die 2. Enlighten Me 3. Kind Hearted Light 4. Crystal Night 5. Soulburn 6. Heroes 7. Sail On 8. Into The Light 9. Crawling From Hell 10. Bleeding Eyes 11. When Love Comes Close
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Line Up
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Jorn Lande (Voce) Roland Grapow (Chitarra) Axel Mackenrott (Tastiere) Jans S. Eckert (Basso) Uli Kusch (Batteria)
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RECENSIONI |
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