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28/11/24
𝗠𝗢𝗢𝗢𝗡 + THE BACKDOOR SOCIETY + THE BRIGHTEST ROOM
ARCI BELLEZZA, VIA GIOVANNI BELLEZZA, 16/A - MILANO
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Può una band essere in grado di pubblicare quattro lavori, segnando una costante evoluzione? Possono quegli stessi album risultare pietre miliari di un determinato genere? La risposta è affermativa, se la band in questione si chiama Carcass. Gli alfieri britannici del metal estremo, nel giro di soli cinque anni, sono stati in grado di dar vita a quattro album che hanno rappresentato un punto di svolta o comunque un termine di paragone per quattro generi differenti. Reek of Putrefaction, nella sua allucinante velocità e nel suo confuso marciume sonoro, è stato ed è tuttora un caposaldo del grindcore più feroce; Symphonies of Sickness, molto più ricercato ma pur sempre di una violenza inaudita, è una perla a metà fra death e grindcore; Necroticism, da alcuni considerato il capolavoro di Jeff Walker e soci, è death allo stato puro, con qualche sporadico accenno di melodia portata nella band, assieme ad un discreto bagaglio di competenze tecniche, dal nuovo arrivato Michael Amott. Infine Heartwork è considerato uno dei capisaldi del melodic death metal ed ha influito praticamente su ogni band che abbia tentato di accostare musica estrema e melodie classiche.
Un momento, direte voi: e Swansong? Gli album dei Carcass prima della reunion, fino a prova contraria, sono cinque, giusto? È vero, ma quello che per lunghi anni è stato a tutti gli effetti il canto del cigno del gruppo è un album tuttora assai discusso, sia fra gli addetti ai lavori che fra i fan. Il motivo della discussione risiede nel fatto che, dopo Heartwork, Walker e soci hanno esplorato ulteriormente il loro lato melodico, proponendo un lavoro intriso di influenze anni ‘70 ed ‘80 che alcuni giungono a definire death ‘n’ roll. C’è sempre una parte estrema, ovviamente, ma ascoltando i brani che compongono l’album per la prima volta si ha davvero l’impressione che la velocità e la pesantezza non fossero l’obiettivo primario di questi ragazzi. Tutto questo ha pertanto fatto di Swansong un platter controverso e che ancora oggi divide i fan fra chi lo ama e chi lo ritiene un passo falso. Ma com’è, in definitiva, il lavoro? È davvero così brutto? A mio parere, assolutamente no. Il fatto che i nostri abbiano scelto di rinunciare ai ritmi mozzafiato di una This Mortal Coil non significa che abbiano perso abilità o gusto compositivo; ce ne possiamo accorgere già ascoltando la traccia che apre il lavoro, l’ironica Keep on Rotting in the Free World (chissà se Neil Young l’ha mai ascoltata), dotata sì di un ritornello quasi orecchiabile, ma anche di una sezione ritmica possente e di riff coinvolgenti come qualunque altro uscito dalla chitarra di Bill Steer e dei suoi compagni di strumento. Tomorrow Belongs to Nobody è uno dei brani più vicini allo stile del predecessore di Swansong, grazie alla sua alternanza fra momenti melodici e strofe più vigorose, nelle quali le chitarre la fanno da padrone assolute. Tanto per gradire, i nostri trovano anche il modo di piazzare un bel assolo, mentre in sottofondo quella fantastica macchina da guerra chiamata Ken Owen mostra tutta la sua versatilità. Black Star, la più lenta delle tracce ascoltate finora, è anche una di quelle che personalmente preferisco, grazie ad uno splendido gioco chitarre/batteria e ad una prestazione spaventosa di Walker al microfono. Certo, non c’è più quella velocità allucinante dei Carcass di una volta, ma qualcuno può oggettivamente dire che stiamo ascoltando brutte canzoni? No. È chiaro che qualcuno possa apprezzare maggiormente i precedenti lavori, in fatto di gusti non c’è nulla da eccepire, ma bisogna anche riconoscere che l’evoluzione, in questo caso, non corrisponde ad un calo degli standard compositivi. Cross My Heart è sensibilmente più violenta e si evidenzia ancora una volta per un lavoro sensazionale di Owen, mentre Child’s Play, che si apre con il basso del frontman in evidenza, rimane in testa per il ritmo incalzante delle sue strofe. Room 101 mostra quanto sia importante per il gruppo e per l’album in questione l’influenza dei Black Sabbath ed in generale dell’heavy classico, al pari del resto della divertente Generation Hexed, che senza la voce di Walker potrebbe sembrare un brano hard rock. Avvicinandosi lentamente ma piacevolmente a fine disco, i Carcass rispolverano un po’ di velocità, ma solo un po’, in particolare nell’intro di batteria di Firm Hand, ma soprattutto nelle strofe di Don’t Believe a Word, ripiene peraltro del tipico cinismo disincantato che caratterizza i testi più maturi della band inglese. A chiudere il tutto ci pensa Go to Hell, un gentile invito contenuto in un brano dotato di uno dei ritornelli migliori dell’intero Swansong.
In definitiva, forse il quinto album dei nostri amici metallari di Liverpool ha patito, all’epoca della sua uscita, il fatto di essere pubblicato dopo due mostri sacri come i suoi predecessori; è chiaro che venire al mondo con simili "fratelli maggiori" non deve essere stato facile e Swansong è stato indubbiamente oscurato dalla loro ombra, ma ritengo che vada ampiamente rivalutato, come per fortuna molti hanno fatto e fanno tuttora; è certamente inferiore ai due capolavori, questo non lo metto in dubbio, ma è un album fresco, brillante ed a suo modo innovativo nella sua bizzarra fusione di death metal ed hard ‘n’ heavy; i brani che compongono l’album sono quasi tutti piacevoli, scorrevoli, ben composti, tutto sommato ispirati e le prestazioni dei musicisti sono da applausi. Per concludere, possiamo indubbiamente affermare che Swansong abbia rappresentato per anni un capitolo finale più che degno per la grande storia della band che lo ha composto e, per quanto personalmente io sia stato felice di avere fra le mani un nuovo lavoro targato Carcass con Surgical Steel, devo anche confessare che avrei preferito che rimanesse tale.
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33
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Lo sto riascoltando oggi dopo piu di 20 anni. All\'epoca gli avrei dato un 75, oggi direi che strappa un 90. Non di piu\' perche\' c\'e\' una lieve flessione in 2-3 brani. |
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32
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Non posso che ripeterlo, per me è il miglior album dei Carcass. Non c\'è una virgola fuori posto |
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31
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In effetti all\'epoca mi lasciò perplesso e venne accolto maluccio. Ma con il tempo viene giustamente rivalutato; la prima parte è ottima, sento un calo nella seconda. Inferiore a Heartwork ovviamente, ma ne rappresenta una valida evoluzione. |
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30
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nulla da dire, anche se in effetti una ce; IL SUONO, il suono di questo disco è devastante, la potenza della distorsione della chitarrra fa rabbrividire, batteria limpida e voce altrettanto e basso con un suono pulito che fa provare la stessa emozione delle chitarre, esempio i Child\'s play, l intro di basso è devastante |
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28
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il commento 24 è mio, sono passati 7 anni e la sparo più grossa: questo è il miglior album dei Carcass.
Va bhe dai, dirò che è l\'album che mi piace di più, così ci butto dentro la frase soggettiva |
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27
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Ai detrattori di questo album... Ascoltatevi Ambra Angiolini! |
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26
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Una delle recensioni più azzeccate e giuste che mi sia capitato di leggere. Sono assolutamente d'accordo con il recensore. Voto 75, ma solo perchè sono i Carcass... Fosse stata una qualsiasi altra band il voto sarebbe stato decisamente più alto. |
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25
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grandissimo album come pure wolverine blues, l'unica discriminante tra i due per me è la voce di jeff walker, che personalmente preferisco. a prescindere dall'essere seminale o meno, suona tremendamente carcass, oltre a sembrare composto l'altro ieri. |
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24
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se uno ascoltasse prima reek e dopo questo non scommetterebbe mezzo centesimo che siano dello stesso gruppo, detto ciò reputo swansong di dieci livelli superiore a qualsiasi altro lavoro di questo genere |
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23
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il solo di firmhand non mi esce più dalla testa, l'ho riprodotto con lal mia chitarra e spesso sento l'esigenza di suonarlo! mitici carcass |
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22
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@Samba. concordo in pieno,lo giudicai malamente,non lo digerii affatto,ma fui superficiale perchè lo ascoltai solo 2 volte,perchè sembravano aver abbandonato i ritmi + pestanti e tirati,per diventare invece+morbidi e al contempo con struttura-sound più "roccheggiata".non solo le rifiniture tecnico strumentistiche risultano molto ma molto più accurate con esecuzione pregevole, precisa e impeccabile,e la linea vocale vira decisamente sul "death'n roll",con il ritornello in keep of rotting orecchiabile e canterino,me ne accorsi l'hanno scorso riascoltandolo e ora do un bel 90 anche io. |
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21
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Per l'epoca e per la band che lo ha sfornato, disco che stava e che per molti versi sta ancora un passo avanti. Non di facile comprendimento, quindi, e mi ci metto anche io che appena lo presi rimasi veramente spiazzato. Riascoltandolo oggi un bel 90 non glielo toglie nessuno. |
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20
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ci ho provato molte volte, ma sto disco non mi piace assolutamente. 45 |
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19
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Spesso questo disco viene accantonato per mettere in risalto gli altri, ma qui si commette un grosso errore! Un disco davvero fantastico, testi impegnati, scelte stiliste nel riffing di Bill Steer e nella voce di Jeff Walker davvero azzeccate per dare alla luce un grande disco death 'n' roll! Ma come accade sempre, o almeno nella maggior parte dei casi, i cambi di stile non sono ben vesti... Ma cavolo, se una cosa è fatta bene perchè non apprezzarla? Questo era il disco perfetto per concludere il loro cammino di evoluzione sonora e musicale che si è protratto nel tempo portandoli a sfornare capolavori assoluti! Concludo... per me questo disco è da 88 |
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18
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Concordo pienamente Max. Non sono stati i primi in assoluto, ma di sicuro tra i prime movers e tra i più influenti di tutta la scena estrema. |
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17
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Danimanzo concordo in parte, sul grindcore non ci piove ma non sono stati i soli, su death tecnico c'erano già stati altri, sul death'n roll per come si intende bisogna pensare agli Entombed e sul death melodico direi solo in parte. Per il resto anche io dico che i Carcass sono una colonna portante della scena estrema e che hanno influenzato un sacco di band... |
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16
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Quando l'ho preso ai tempi dell'uscita, mi ricordo che ho aspettato fino alla fine un "bello stacco" come Dio comanda, ma di cui non c'era ombra alla fine dell'ascolto. Insomma ero rimasto deluso. Anche con gli anni lo considero un disco discreto ma che non va oltre il 6,5 - 7. Anche se fosse uscito con un altro nome. |
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15
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Album bellissimo. E' incredibile come i Carcass abbiano di fatto contribuito energicamente a creare un nuovo sottogenere ad ogni uscita. Grindcore con "Reek Of Putrefaction", Technical Death Metal con "Necroticism - Descanting The Insalubrious", Death Metal melodico con "Heartwork" e Death 'N Roll con "Swansong". D'altra parte sono britannici e si sa, da quelle parti è sempre uscito il meglio della musica moderna. |
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Ricordo quando uscì, l'acquistai in edizione limitata con il cd principale a forma di cervello ed un mini cd extra; comunque, a prescindere da questo aspetto marginale, l'album mi piacque subito, nonostante si discostasse parzialmente dagli illustri predecessori. Lo intesi (ed accettai) come una sorta di naturale conseguenza nel processo di mutamento stilistico intrapreso dalla band diversi anni prima; dagli esordi al lavoro in oggetto i Carcass avevano sempre cercato di evolvere la loro proposta musicale. Secondo me erano riusciti a farlo molto bene. |
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13
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Io l'ho consumato sto disco. Per me, bellissimo. |
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12
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Death n roll! Buon disco, tra i primi del genere, ma non il primo e non tra i più belli. Però piacevole. |
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11
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disco brutto parto di una band sfreggiata dalle pressioni dell'industria discografica |
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10
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A me piace molto, un bell'85 non glielo leva nessuno! |
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personalmente lo considero troppo avanti per essere capito ancora oggi, figuriamoci quando è uscito! |
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8
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da fanboy ho apprezzato moltissimo anche questa uscita |
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7
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Personalmente a me è sempre piaciuto, gran bel disco. |
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6
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Rispetto agli altri dischi dei Carcass sicuramente è il meno incisivo, ma lo reputo comunque un disco con i controcoglioni, ottima qualità compositiva in cui la parte melodica è la coponente maggiore, riascoltato di recente ed è comunque un altro album da avere assolutamente per cogliere l'evoluzione dei Carcass. E sono pienamente d'accordo con Undercover e voto anche io 85 |
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5
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Disco controverso, alcuni lo amano altri lo odiano. a me piace, sapendo poi tutto quello che c'è stato prima e durante le lavorazioni è quasi un miracolo che sia così. |
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3
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Mah, io vado anche per l'85 come voto, è fra i primi, se non il primo album death'n'roll, è un ottimo prodotto, filler veri e proprio non ve ne sono, può non piacere, ma è un gran disco. |
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2
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Da rivalutare, buon disco che ogni tanto si rimette su con piacere, perla del platter a mio gusto "tomorrow belongs to nobody", bella rece Barry |
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1
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MUST AVE __________ ASSOLUTAMENTE per capire la GRANDE musica dei CARCASS |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Keep on Rotting in the Free World 2. Tomorrow Belongs to Nobody 3. Black Star 4. Cross My Heart 5. Child's Play 6. Room 101 7. Polarized 8. Generation Hexed 9. Firm Hand 10. Rock the Vote 11. Don't Believe a Word 12. Go to Hell
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Line Up
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Jeff Walker (Voce, Basso) Bill Steer (Chitarra) Carlo Regadas (Chitarra) Ken Owen (Batteria)
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RECENSIONI |
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