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25/11/24
BURN KIT + RIGHT PROFILE
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO
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Earth Divide - Earth Divide EP
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( 1668 letture )
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C’era un tempo in cui Meshuggah era solo la denominazione di un gruppo, non di uno stile. Poi, un bel giorno, qualcuno si accorse che di metal tecnico, ricco di violenza e poliritmie, non ce n’era poi troppo in giro ed ecco arrivare subito gli imitatori; poco dopo, per la gioia di tutti i feticisti della catalogazione dell’heavy metal, venne addirittura addirittura coniato un nuovo sottogenere, denominato djent. E almeno per una volta, imitare è stata una buona idea. Per quanto troverete schiere di puristi pronti a dire peste e corna di Gojira e Periphery, ad accusarli di aver svenduto alle masse le inimitabili cacofonie dei Meshuggah, troverete anche molti che non riuscirebbero ad immaginare la scena metal moderna senza di loro.
Io sono uno di loro, e quindi ho accolto con gioia l’uscita di questo EP omonimo degli Earth Divide, gruppo proveniente dalle isole Far Oer, che camminano con un piede nella scarpa del metalcore e con l’altro nello stivale chiodato del djent. C’è da dire che la reinterpretazione dei Meshuggah avviene ancora con un certo dilettantismo, le influenze del gruppo svedese sono più un trucco per svecchiare il sound ormai trito e ritrito del metal-core, piuttosto che una ricerca artistica sistematica. La prima traccia, Claustrophobia, riassume l’anima del gruppo: pesantezza, buona tecnica, ma anche una certa monotonia di fondo. Quest’ultima è conferita dalla voce del cantante, che si esibisce in urla uguali tra di loro dall’inizio alla fine del disco, le quali penalizzano il prodotto, rendendone l’ascolto tutt’altro che indimenticabile. Ogni tanto spuntano dei vocalizzi puliti di buona fattura, che forse andavano sfruttati di più viste le harsh vocal non all’altezza del cantante. La seconda traccia Atlas mostra un altro tratto del carattere del gruppo, un gusto per la melodia death svedese, che in questo contesto rimanda ai Gojira e regala qualche momento di piacere, creando il giusto equilibrio di violenza ed orecchiabilità. Le altre canzoni ripetono quanto detto fin’ora, intrattengono con un groove dalla buona presa e una melodia piacevole, ma vengono affossate da vocalizzi noiosissimi e ripetitivi.
In ultima analisi, l’idea è buona, ma bisogna lavorarci sopra ancora parecchio. Promossi sulla fiducia.
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1
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per me rimane da 75, gruppo giovane ma molto promettente! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Claustrophobia 2. Atlas 3. Godless 4. Into The Malestorm 5. Daybreaker
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Line Up
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Jóhan (Freddy) Fríðrikur Sanderson (Voce) Henning Jensen (Chitarra) Fríði Tanggaard Bjørgvin (Chitarra) Tinna Tótudóttir (Basso) Sigurd Justinussen (Batteria)
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RECENSIONI |
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