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19/04/25
HERETOIR + SVNTH + BLAZE OF SORROW
TRAFFIC LIVE, VIA PRENESTINA 738 - ROMA
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( 6178 letture )
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Di origini diverse. Gli Heaven Shall Burn sono uno di quei pochi gruppi che, nonostante il background deathcore, riescono a mettere d’accordo moltissimi amanti delle sonorità estreme (eccetto gli orecchiuti foderati di pregiudizi). Ci sono riusciti fino ad ora e continuano per questo verso, perché sono una band fondamentalmente eterogenea per quanto riguarda le fonti di ispirazione, che negli anni è riuscita a pescare qua e là nell’universo metallico, senza dare mai l’impressione di fare scelte di comodo. Anche oggi, come ieri, i tedeschi convincono laddove molti omologhi falliscono: nel songwriting. Se è vero infatti che tante altre realtà si sforzano per trarre spunti da quanto di buono è stato realizzato in passato nel melodic death e nel deathcore, lo è altrettanto il fatto che pochi ci riescano. Il motivo è spesso da ricercarsi nella pochezza di idee e in un songwriting scarno, stanco, ripetuto e perfino abusato. Non è così per gli Heaven Shall Burn, che con Veto brindano alla settima uscita, di una discografia sempre superiore alla media. Come molti sapranno, la band ha, prima di tutto, una solida preparazione tecnica, il che permette loro di poter giostrare con le varie influenze. Non è per nulla semplice gestire tempi estremamente veloci, né tantomeno lo è il riempire i break in modo da non farli palesare quali meri intermezzi. Eppure i nostri teutonici ci riescono proprio perché sanno suonare. In più gli Heaven Shall Burn hanno fantasia nella scrittura delle canzoni, dote sempre più rara tanto nel melodic death quanto nel deathcore. Non è un caso che i nostri riescano sia a ricordare i primi lavori che a fine anni ’90 facevano brillare di luce propria la Svezia, sia ad amalgamare il tutto con influenze decisamente più moderne ma non per questo ruffiane. Come scritto pocanzi, a nulla servirebbero perizia tecnica e sostanza creativa, se poi non si riuscisse a trasfonderle in lavori soddisfacenti. Ed è in tal caso che i nostri segnano le differenze che li separano dal grigiore di troppi altri. Differenze che emergono anche nella facilità con cui la band riesce a spostarsi da un genere all’altro nella medesima traccia, senza che il tutto appaia forzato, ma trasmettendo una fluidità di ascolto tutt’altro che comune. Si passa così da tracce chiaramente ispirate dal ‘Gothenburg sound’, come l’iniziale Godiva, a parentesi più estreme con Land Of The Upright Ones, per arrivare addirittura all’omaggio che pochi si aspetterebbero: Valhalla dei Blind Guardian. Nel mezzo ci si ritrova fra riff, tempi, break e perfino suoni di tastiera, i quali seppur con una matrice comune, possono d’improvviso veicolarsi verso l’inatteso, l’imprevisto, ovvero ciò che manca sempre più a determinati stili. Non è un caso che l’eterogeneità da cui si attinge sia testimoniata anche dalle collaborazioni presenti nel disco. Hansi Kursch contribuisce ad arricchire la cover di Valhalla con la sua inconfondibile ugola, così come Rob Franssen e Dominik Stammen dei Born From Pain in Die Sturme Rufen Dich. Nell’edizione limitata, i nostri coverizzano addirittura European Super State dei Killing Joke. Che altro volete, testi impegnati? Gli Heaven Shall Burn -dagli inizi- sono spettatori attenti della società, rifuggono le banalità per ragazzini complessati, le varie baggianate pseudo religiose o il paganesimo da avanspettacolo che abbonda nel metal, propendendo invece per critiche antropologiche e favorendo, in tal modo, anche le riflessioni extra musicali che sarebbe bene fare ogni tanto. In più, Veto è stato mixato da un certo Tue Madsen, ovvero una garanzia per tutti i padiglioni auricolari. Di certo potremmo sperare che i nostri siano sempre meno derivativi e si costruiscano una personalità più solida (infatti il voto non è altissimo), ma quando si assiste ad album fatti bene, si può anche tralasciare qualche mancanza. Concludendo, si può dire che gli Heaven Shall Burn rappresentino un po’ quel che alcuni calciatori sono per il futuro del calcio, come ad esempio Hamsik o El Shaarawy. Sono bravi a costruire gioco, ancor di più ad attaccare, eppure, se serve, li si ritrova perfino in difesa. Se oggi si vuole vincere, c’è bisogno di eterogeneità, anche nel metal. Chi invece si rifugia in una presunta coerenza ha già perso, anche se non se n’è ancora accorto.
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11
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Rivalutati in pieno, ottima band e bellissimo album. Godiva apertura fantastica, poi una mazzata dietro l'altra (Hunters Will Be Hunted e You Will Be Godless, solo per citare due episodi) ma con classe e qualità decisamente superiori alla media. Ho recuperato anche i precedenti, e confermo le ottime impressioni. Bischoff ha poi un'ugola terrificante, anche raffrontato a interpreti di generi affini. Voto 80 |
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10
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Per me sono una delle poche band che sanno suonare nel loro genere, sono un pò ripetitivi con i riff, ma per me il suo 85 se lo beccano |
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9
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Devo dire che conosco il gruppo per i video su youtube in cui mi aveva stupito la qualità e profondità vocale del cantante... so ascoltando ora il cd per la prima volta su youtube.. bè davvero valido... mi sa che lo prenderò e fare ulteriori ascolti. Magari ci fossero più gruppi di tale buon gusto espositivo. |
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8
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Ora che l'anno sta per finire posso dire tranquillamente che questo è uno dei dischi migliori (se non il migliore) del 2013 |
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7
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Uno dei pochi se non l'unico disco di questo genere che riesco ad ascoltare, forse perchè in alcuni punti che sembra più swedish che deathcore. In ogni caso è uno di quei generi che secondo me denota una clamorosa mancanza di idee e tende alla monotonia. Cmq interessanti Godiva e la cover dei Guardian. voto 67 |
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6
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ottima recensione, e cd imperdibile! |
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4
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ottima recensione e buon cd, gli HSB dopotutto non deludono. |
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3
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Se arrivi al settimo disco sopra la media c'e' poco da dire. Mi e' piaciuta la copertina, molto bella la recensione. Ascoltero'. |
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2
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Disco con riff ben fatto...ma monotoni e ripeto monotoni. Traccie fin troppo simili tra loro. Forse è il genere in per se il problema e sicuramente anche i miei gusti musicali vanno a influenzare il mio giudizio ma il disco non mi piace affatto. Dato che non amo il deathcore non metterò il voto dei lettori, ma a mio avviso il genere poggia su basi in per se sbagliate. |
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1
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gran bel disco...come sempre  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Godiva 2. Land of the Upright Ones 3. Die Stürme rufen Dich 4. Fallen 5. Hunters Will Be Hunted 6. You Will Be Godless 7. Valhalla 8. Antagonized 9. Like Gods Among Mortals 10. 53 Nations 11. Beyond Redemption
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Line Up
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Marcus Bischoff (Voce) Maik Weichert (Chitarra) Alexander Dietz (Chitarra) Eric Bischoff (Basso) Matthias Voigt (Batteria)
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