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28/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
EREMO CLUB - MOLFETTA (BA)
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Soilwork - The Living Infinite
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( 13314 letture )
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Venduti, morti, sepolti, pallosi, terrificanti, spazzini, arrotini, pinguini, imbianchini ecc.. sono tra gli aggettivi usati molto spesso per commentare l’operato di casa Soilwork. Poi si precisa in maniera tonante e minacciosa che lo Swedish (termine da qui in avanti utilizzato con particolare riferimento al Gothenburg sound) è morto, che gli In Flames si sono dati all’emo (vero) e si spera sempre che gli onesti Dark Tranquillity salvino in qualche modo il salvabile. Possiamo discorrere in miliardi di salse e argomentazioni; ciò che oggettivamente rimane è che non si può mettere in discussione la personalità ben definita della band svedese da Natural Born Chaos a oggi. Se si ascolta un disco dei Soilwork si riconoscono immediatamente i Soilwork; quante band possono avvalersi della stessa caratteristica? Se poi non basta la personalità, vogliamo parlare di tecnica e di quante band nel genere siano in grado di suonare a questo livello? L’unica cosa che rimane da constatare sono le canzoni e la loro effettiva presenza. I Soilwork vengono da un ottimo disco chiamato The Panic Broadcast (non un capolavoro ma decisamente degno) e si presentano oggi con un azzardo totale: un doppio album! Si, avete capito bene: The Living Infinite sfoggia venti pezzi ed è un doppio cd a tutti gli effetti! Lasciate perdere poi qualsiasi desiderio di ascoltare una band diversa da quella che conoscete; non vi piacciono le clean di Bjorn? Perché allora state leggendo? Ah già, volete sapere come va a finire… vediamo.
PRIMO CD Il tormentato rapporto tra Peter Wickers e la band sembra essersi concluso in maniera definitiva; viene qui sostituito da David Andersson. Lo stile dei Soilwork è uno Swedish death metal colmo di melodie, clean e scream vocals e suonato con una perizia tecnica allucinante. A dire la verità si può pensare in maniera piuttosto marcata al fatto che Sua Maestà Devin Townsend abbia contribuito a forgiare il corso principale della band (Natural Born Chaos fu prodotto da lui e si sente). Da lì alti, bassi e parecchia coerenza: la band svedese si è sempre mossa su questi stilemi cercando di spingerli al massimo; che sia la volta buona? La tradizione vuole una partenza carica, così è: Spectrum Of Eternity è un pugno in faccia e contiene tutti gli elementi tipici della band. Scream e clean vocals, tecnica chitarristica e una partitura di batteria ai limiti della decenza: la prova di Dirk è superlativa e bissa (come avremo la conferma durante tutto l’album) la performance strepitosa ascoltata su Deconstruction di Devin. È un ottimo pezzo con un ritornello di facilissima presa e un incedere devastante. Memories Confined rallenta le ostilità e si sposta su lidi quasi progressive metal! È una canzone atipica per la band svedese ma con una resa notevole e grande profondità. Superlative qui le partiture delle chitarre, mai scontate e sempre inquadrate; e Speed? Probabilmente la più grande delle sorprese: non ha mai cantato così bene in vita sua! This Momentary Bliss è un mid-tempo piuttosto classico e tipicamente Soilwork, con un ritornello solare e arioso. Ancora una volta, provate ad ascoltare i fraseggi delle due chitarre: non si sente per niente la mancanza di Peter e godono perennemente di totale ispirazione. Devastante il ponte con ritmica sbilenca di matrice, anche qui, prettamente prog. Con Tongue si ritorna al 2/4 e il brano risulta una lezione di tiro vera e propria: il riff portante è assurdamente bello e potentissimo, mentre il ritornello ha l’incipit in blast beat e il continuo in doppia cassa. Un ponte rallenta totalmente l’umore del pezzo e si suona del prog rock con una grazia immensa e la leggiadria di una danzatrice classica. Stupisce l’allucinante capacità di aver inserito una cosa del genere in un pezzo melodic death senza colpo ferire; Tongue è in tutti i sensi un capolavoro di canzone. The Living Infinite I porta la sorpresa di un inizio acustico per poi assestarsi ad uno stile molto vicino a Stabbing The Drama. Funziona molto bene nella sua classicità, anche senza mettere in mostra nessun highlight; è un buonissimo pezzo.
Let The First Wave Rise parte a mille all’ora e ancora una volta ci si chiede cos’abbia mangiato Speed prima di registrare: prova incredibilmente varia, profonda e priva di sbavature. Una volta ci si sarebbe già imbattuti in un filler, ma non sembra questo il caso di The Living Infinite, che fino a qui si mantiene su livelli di eccellenza assoluta sotto tutti i punti di vista. Un momento acustico di gran classe introduce Vesta e si sentono altri sprazzi di prog prima dell’esplosione. Si, ok, si dirà che la produzione è plasticosa e totalmente in stile Nuclear Blast; ma che suoni vogliamo dare ai Soilwork? Che domande, questi! Quindi modalità assalto on e si proceda con la distruzione dei timpani. Si sente tutto e anche di più, la resa è potentissima come assolutamente deve essere in questi casi. Questa non è una band adatta per suoni grezzi e ovattati: troppe sfaccettature, troppe virgole e troppe note da percepire; serve potenza e limpidezza, per cui la scelta è azzeccata. Vesta procede quindi con un insolito alternarsi pesante/prog e si rivela un’altra grande freccia all’arco della band svedese. Realm Of The Wasted ha un incedere quasi thrash e offre una prestazione semplicemente superlativa: ci si perde ad ascoltare fraseggi e arzigogoli, per poi ascoltare ancora con lo scopo di inserire Speed e ascoltare ancora una volta, per una visione d’insieme che allibisce e manda a casa decine e decine di band. The Windswept Mercy si rivela il pezzo meno pesante tra quelli ascoltati finora: la strofa in clean mostra Speed in totale stato di grazia, il ritornello è spettacolare e la parte centrale è da urlo. Questi sanno suonare, sanno suonare davvero. Whispers And Lights chiude il primo disco dell’opera in maniera dignitosissima ed efficace, in un saliscendi di acustico/pesante di ottima qualità. Lo Swedish quindi è morto? Ah beh, quello degli anni 90 forse si, ma non si può per una volta ammettere che un genere si sia evoluto? Probabilmente i Soilwork sono abbastanza bistrattati in virtù delle decine/centinaia di band mediocri che ne hanno seguito le orme in maniera triste e barbina, ma non scherziamo: chi suona nel genere a questo livello? E soprattutto, chi lo fa in maniera così personale? Il primo cd di The Living Infinite spazza via tutto e tutti: detrattori, imitatori, mestruati professionisti da Bar Sport in pianta stabile e via dicendo. C’è la tecnica, c’è la potenza, ci sono le clean, c’è tutto e soprattutto ci sono le canzoni. Vincenti sotto tutti i punti di vista.
SECONDO CD Entering Aeons ha un incedere lento e con un riffing piuttosto old school; nulla aggiunge e nulla toglie a ciò che abbiamo detto finora, stiamo comunque parlando di due minuti e mezzo strumentali, praticamente un’intro. Con Long Live The Misanthrope si torna a fare sul serio e a pestare di brutto. E’ un pezzo complesso e assimilabile con ripetuti ascolti; quando sembra avere già detto tutto, si apre in un ponte stratosferico zeppo di assoli e melodie eccellenti. Per tutta l’opera è comunque mantenuta (egregiamente) la forma canzone e una grande dinamicità di fondo, unita a una buonissima varietà. Drowning With Silence è un mid-tempo abbastanza classico che offre il massimo nel ponte centrale, in cui alcuni fraseggi ricordano The Final Experiment di Ayreon; il resto scorre a livello un pelino inferiore rispetto al resto, ma comunque alto. Antidotes In Passing si rivela una mezza ballad in cui i Soilwork dimostrano di saper anche scrivere pezzi totalmente fuori dal loro genere. La traccia risulta sognante sia come partiture che come linee vocali e contribuisce ad aumentare la notevole varietà che The Living Infinite continua a sfoggiare in moltissime sfaccettature. Nonostante la lunghezza non si percepiscono praticamente mai momenti di stanca, si può considerarlo un risultato notevole sia tenendo conto del genere proposto che dell’azzardo totale che un doppio album può rappresentare in qualsiasi genere musicale. Non è già facile scrivere interamente un buon album, figuriamoci due! Inevitabile ora il ritorno alla pesantezza che con Leech non si fa di certo attendere. Che dire? Altro capolavoro, un macello e un Dirk da denuncia; il ritornello è fantastico e la canzone è un headbanging continuo. Magnifico il riff portante del ponte che porta agli assoli: prima in maniera sbilenca poi lineare. Segue quindi un intermezzo prog e il ritorno alla cattiveria in pochi secondi: un immenso tripudio! Fantastico! The Living Infinite II offre molte tipologie di generi e sfumature e fa continuare la prova di forza di Speed al microfono, con una sezione ritmica che non perde un colpo ed è perennemente inquadrata alla perfezione. Rimangono lontane le tastiere tranne in pochi casi in cui fanno da protagoniste; il lavoro di Sven è comunque notevole e di ottima fattura. Stupiscono sempre i momenti acustici che sembrano inseriti da musicisti navigati; stupiscono i frequenti inserti prog in un genere che poco ne voleva sapere e cambia quindi l’approccio chitarristico prendendo forme che esulano totalmente dal genere considerato in forma classica. Ed è qui il bello: i Soilwork ci stanno dimostrando che è possibile trovare la quadratura del cerchio nella personalizzazione di un genere di per sé abbastanza chiuso e oltranzista. Ovvio, come tutte le cose non è un procedimento immediato, ma finalmente i risultati si vedono e crediamo che questo fosse proprio ciò che loro volessero suonare fin dai tempi lontani della svolta. Completa quindi il quadro una notevole padronanza degli strumenti unita a un’invidiabile e costante apertura mentale e tanto lavoro. Perseverare è sì diabolico, ma anche gratificante a volte. Loyal Shadow è un altro breve inciso strumentale, mentre Rise Above The Sentiment rafforza la formula che ormai non stupisce più: non riescono i Soilwork a presentare una canzone che si possa considerare brutta, e questo è quanto. Ci si avvicina quasi alla fine che se ne vuole ancora, ancora e ancora; The Living Infinite è una droga che a ogni ascolto scopre aspetti e sfumature diverse. E’ un prodotto ad altissima longevità, e sotto una fruizione apparentemente semplice cela una profondità stilistica assolutamente invidiabile. Il riff portante di Parasite Blues è magnifico, il tiro è sempre notevole e Speed dimostra una buona tenuta anche sulle tonalità un pochino più alte rispetto al suo solito range. Il ponte centrale con la voce effettata è l’ennesima perla e l’assolo è ottimamente bilanciato; i riflettori rimangono comunque puntati sul riff principale che definire azzeccato è poco. Il finale totalmente prog è un’altra ciliegina su una torta che ne è ormai zeppa. Chiude il lotto la ventesima canzone, Owls Predict Oracles Stand Guard , in cui si rallenta lasciando più spazio al gusto piuttosto che alla cattiveria (almeno in apparenza). Il pezzo brutalissimo posto in centro smentisce molto presto la piega soft che è stata presa e si sfocia poi in uno Swedish classico tipo Amon Amarth che finisce in sfumare e non guasta affatto. Degnissima conclusione di un disco che si è rivelato tutto tranne ciò che ci si aspettava.
TIRIAMO LE SOMME Onestamente possiamo anche tirare le divisioni, il risultato però non cambia: The Living Infinite è una bomba, un disco che fa paura. Lo si può guardare da tutti i lati possibili, ma rimane un’impresa trovarci un difetto che sia uno. L’apparente pretenziosità di un progetto così ambizioso è presto fugata da varietà, tecnica, canzoni con la c maiuscola, freschezza, passione e tutti gli elementi che oggi possono rendere grande un disco. Ovvio, non è assolutamente un prodotto per oltranzisti ma per open-minded; i fan dei Soilwork ci andranno a nozze e gli altri ascolteranno come al solito gli embrioni del genere di lustri e lustri fa. Niente di nuovo. L’importante è che finalmente si capisca che la band svedese merita rispetto e apprezzamento al di là del gusto personale. Lo Swedish è morto? Benissimo. Avete mai giocato a un gioco di ruolo della Squaresoft? Di solito la piuma di fenice è un oggetto che si usa in battaglia per resuscitare un compagno morto.. Ecco. I Soilwork hanno fatto questo con un genere intero. Difficilissimo ora per gli altri competere con un disco che sarà nella top ten del 2013 e non solo.
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Scusate gli errori grammaticali |
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L'idea non sarebbe nemmeno male. Solo che i pezzi sono molto simili tra loro. Il secondo Cd presenta delle variazioni ma in generale si somigliano un poco tutte (mi piacque il passaggio sorprendente tra "Predator's Portrait "e "Natural Born Chaos ") Dal punto di vista compositivo non riescono ha scrivere sempre pezzi come "Tongue" e questo e' un altro problema. Non tutti nascono compositori. Gruppo di quarta fascia |
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I Tears for Fears del Metal!! |
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Album più che buono molto divertente da ascoltare, non da poco fare un album così lungo senza far uscire un disastro, qualche pezzo sotto tono c'è e la seconda metà dell'album già comincio un pò ad annoiarmi, alla fine non è estremamente vario, non spaziano tra chissà quali generi, rimangonon sempre nei confini del melodic death e qualche pezzo più technical ma nel complesso tanto di cappello per essere comunque riusciti nell'impresa. Il 90 come voto è alto io abbasso di 5 punti con un più onesto 85. |
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Francamente un album stupendo. Giù il cappello, non me l'aspettavo. |
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Album fantastico, lo trovo semplicemente stupendo!!! Finalmente il segno di una netta risalita da parte dei soilwork!! Voglio precisare che io, della loro produzione, adoro ascoltare qualsiasi album, dal primo all'ultimo, noto, però, che in the living infinite siano finalmente riusciti, a mio parere, a creare qualcosa di maestoso e definibile sotto la voce: melodic death metal!! Lo adoro. Il mio voto è un 95. Dal vivo poi sono semplicemente fantastici. W SOILWORK!! Continuate così!! |
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Un disco molto moderno, suonato bene e prodotto anche meglio che contiene alcuni bei brani. Tuttavia non condivido i toni entusiastici, lo trovo eccessivamente lungo e, seppur vario, non è rimasto a lungo in playlist. Per me siamo sul 70. |
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Sono d'accordo con track2, 90 è appropriato. Bellissimo album |
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Tu sotto di me, che sei la traccia numero 3, fatti dire da me (traccia numero due) che 90 è un voto più che appropriato! Cordialmente, tuo Whoracle. |
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90 no ma un buon 75 ci può stare |
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Album bellissimo, non so voi ma adoro "Antidotes in passing"... così elegante e ricco di melodia... |
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Stupendo lo adoro!!!!!! Lo sto ascoltando costantemente!!!! Trovo che i soilwork abbiano fatto proprio un bel lavoro!!!! 90 è un voto meritato!!!!! Siete grandi!!! |
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sto ascoltando con assiduità il primo cd ed incredibilimente lo trovo molto godibile. Mostra un carica che non sentivo dai tempi di NBC, certo lo stile come dice gianluca è sempre quello ed i pezzi non brillano di originalità, però è un bel sentire. Ora passerò al secondo cd... |
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Confermo 90 anche io! Album molto omogeneo che, personalmente, non stufa mai. |
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Io lo trovo noioso e banale. Per non parlare della prolissità...Lo schema compositivo dei brani è trito e ritrito e ampiamente abusato dai Soilwork. Personalmente gli preferisco il precedente "The Panic Broadcast", se devo andare a pescare nelle loro recenti uscite. Per me non va oltre un 65. Ma è questione di gusti. |
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Ciao Gian, ti rispondo qui sotto in merito al tuo intervento sull'articolo di RS. Ne abbaiamo già parlato anche in privato ( o quasi ) ; a me di come uno va vestito, di satana e di tutte ste menate, non me ne può fregare di meno ( non me ne fregava niente all'epoca, figuriamoci oggi; per me era un 'gioco, esattamente come spiega Lips nel film degli Anvil'). Ho riportato soltanto quello che e' davvero successo nel mondo del metal ( che Raven sa, probabilmente anche più del sottoscritto ),visto le conseguenze, che dal mio personalissimo punto di vista sono state serie per alcuni. Ci si scandalizza se si parla di queste cose ( quello divulgato ad 'undercover' tanto per intenderci ); quanto un commento sotto la rece degli Agent Steel che immagino sia la cosa più lontana che un 'metallaro' classico può attendersi. Quello che mi fa specie e' il fatto che la musica dovrebbe essere societa' ( ....e ricordo che la società Metal e' partita dalle fabbriche britanniche ) e che un social network sia uno scannatoio completo, ripeto, per me c'e qualcosa che non va. Sono inoltre d'accordo con te sul fatto che molti stereotipi andrebbero abbandonati, infatti ho detto a Raven che a questo punto qui ( visto che tutto e' SOLO industria da tanto tempo ) sarebbe meglio che gli addetti operassero per portare qualche band al cospetto della grande platea italiana, sempre a carattere personale. Tutto questo mi fa ancora più schifo quando penso che su RS ( che ricordo e' una rivista che dovrebbe essere rock - il grande numero degli italiani e' convita così-, e prende a pedate nel culo anche il semplice hard rock ) nel numero dei 500 dischi del rock, c'era un editoriale in cui si ricordava i fatti della scuola Diaz in cui si parlava 'della più grande sospensione di DEMOCRAZIA in occidente: guardassero al loro giornale come grossa Sospensione di DEMOCRAZIA,prima di parlare di altro. . PS; 'whisper and lights' e' bella, e' Metal pop come erano i Dokken di 'In my dream', la cori alla Duran Duran ,qui alla Love and Money. Saluti! |
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non c'è che dire ha detto tutto la rec.....per me è 90... |
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porcheria, sullo stesso livello (e scarsezza) degli ultimi In Flames. Ormai sono anni che non riesco più a mandarli giù. |
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A mio parere grande album...lo sto ascoltando ripetutamente da diversi giorni e mi ha convinto quasi in toto. In base al mio concetto di "death", devo dissentire dal melodic/techno/death..che si tratti di melodic non c'è alcun dubbio, ma lo avvicinerei più al metalcore che al death metal, anche se in certi punti cade quasi nel nu metal. Comunque devo ammettere che prima di ascoltarlo, considerando gli ultimi esiti della band, avevo pensato di schivarlo prontamente, ma, dopo avergli dato un'opportunità, ha ripagato bene. Sommando i due cd, gli darò un 80 |
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ogni volta che attraverso metallized mi avvicino ad un album da 90 ho una certa impressione...in questo caso non l ho avuta pur dovendo ammettere di non averlo ascoltato a fondo ma...un disco deve invogliarti ad ascoltarlo a fondo è questa la vera "funzione" della musica,la sua magia...non credo ci si debba fracassare i maroni 1 mese di fila per digerire un album...ok cè buona tecnica buona produzione tanta cura dei particolari ma le canzoni? non so non esprimo un voto in rispetto del recensore che appunto si è fatto il mazzo per giudicare l album ma forse se ci ha messo un mese ad esprimersi significa qualcosa ispetto all album...non mi attira,non mi ha preso |
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di solito conordo con le rece di Metallized e per questo ho voluto ascoltarlo tante volte prima di esprimere una opinione. per carità, lunhi da me voler criticare il recensore, i gusti son gusti, ma personalmente credo che il 90 sia un voto da dare ad album di ben altra caratura. lo trovo piuttosto noioso, privo di mordente, insomma un 60 risicato per me. |
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sono tornati alla grande con the panic broadcast non mi avevano convinto invece qui si!!!!! braviiiii |
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@Alex: eh già... |
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Io lo chiamerei semplicemente "Metal melodico" , dopo ripetuti ascolti saltano alle mie orecchie una buona quantità di pregi e qualche difetto, ma appunto dopo vari ascolti. Per me' e' un buon album, forse non da 90, ma comunque una buona prova, (p.s. Quando voglio ascoltare qualcosa di veramente brutale e intricato di sicuro non mi rivolgo ai Soilwork). |
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@Radamanthis: ma sarai mica interista ???? |
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Seriamente, siete stancanti. Non ho mai commentato su questo sito, ma ritengo che sia necessario dell'equilibrio. Il recensore sta esprimendo un punto di vista personale. Potrà anche fare qualche errore di catalogazione o di valutazione, MA quello che mi aspetto leggendo una recensione è capire se il disco in questione è merita un ascolto o meno. Questo mi permetterà di evitare di ascoltare le tantissime ciofeche che escono tutti i giorni. Una volta che mi sono fatto aiutare da una o più recensioni (se mi fido del recensore può bastarne anche una), ascolto il disco e lo valuto da me. In breve, le parole del recensore non sono mai vangelo, e io tendo a farmi una mia opinione. Ma la fonte di molti attacchi (a volte addirittura personali) è con molta probabilità da imputare ad una scarsa maturità. La recensione è ben scritta, questo per me rimane un bel servizio ai lettori. L'album lo sto ascoltando distrattamente da qualche giorno non sono ancora in grado di valutarlo appieno RELAX. |
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@davide: Infatti tirare in ballo i Kingcrow in questa sede e' fuori luogo. Grazie del consiglio non richiesto, purtroppo (o per fortuna) non sei tu a doverlo decidere. Se magari poi ti fossi soffermato a parlare solo dei contenuti sarebbe stato meglio. |
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NON è LO STESSO GENERE..MA SE QUESTO DISCO è MEGLIO DI QUELLO DEI kingcrow SECONDO I RECENSORI..BEH ALLORA CAMBINO MESTIERE!! |
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Questo è quello che io chiamo "Plastic Metal"...sterile, iperprodotto, commerciale..cattivo e brutale come il ringhio di un pincher. E non è questione di essere "open minded" o meno, visto che ascolto davvero di tutto, ma dalla musica la prima cosa che voglio è la spontaneità, l'emozione nuda e cruda...il sudore. Peccato. I loro primi due lavori erano eccellenti, comunque. Così come il primo album del side-project di Speed, i Terror 2000, per chi se li ricorderà.. |
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@Khaine: invece confermo quanto ho scritto...la durata eccessiva è il problema (a mio avviso) di questo disco molto bello, e mi spiego sul perchè: è difficile mantenere uno standard qualitativo altissimo per 20 dischi, è naturale che ci siano ben più di 2/3 filler (qui ne trovo almeno 6/7...); la tensione che crea il disco per colpa di momenti calanti cala naturalmente (scusa il gioco di parole) ed è un peccato perchè un unico album con 10 / 12 brani sarebbe stato valutato ancor meglio da me. Prendi ad esempio Angel of Babylon / Wicked Symphony degli Avantasia (altro genere, altro gruppo, altro progetto, altro tutto....è un esempio sulla quantità di prodotto offerta...). Se vai a leggere il mio post sotto quella rece troverai più o meno le stesse cose che dico qui. Ed ora la massima di radamanthis delle 23.35 dopo aver visto la sconfitta della sua povera Inter: A volte, anche le tette troppo grosse possono creare problemi...meglio sia tutto proporzionato o leggermente abbondante ma una tizia alta 1.60 con le 6°misura di minne direi che la pupa fa più ridere che eccitare e se le tette sono oltre che enormi e sproporzionate anche flosce e molli del culetto bello sodo te ne frega relativamente...no? |
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@ tommi: ok, ma se il disco piace non vedo di che lamentarsi. personalmente se in un'opera di venti brani ce ne sono due o tre di troppo non mi faccio grossi problemi. poi, a ciascuno le sue, per me non dischi la cui validità è discutibile sono ben altri. |
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@khaine il problema in un doppio album è proprio il mantenere alta la tensione o comunque la qualità queste opere ambiziose sono un arma adoppio taglio...difficile anche se non impossibile uscire con 20 pezzi e non avere filler... |
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Ahahahahaha!! |
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Scusate, lamentarsi per la durata eccessiva di un disco che si riconosce di apprezzare nelle sue qualità è come lamentarsi che la bellaragazza con cui si sta uscendo ha le tette troppo grosse. Non ci sta! Ad avercene di bei doppi album! |
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E comunque l'ultimo di Mengoni gli è superiore... |
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Io è una vita che lo dico: le catalogazioni o ancor peggio le sottocatalogazioni sono una rovina...comunque questo disco è veramente bello...certo è un pò esagerato il 90 (va bene, redattori diversi, generi diversi e tutto quel che volete ma certi album seminali del metal han preso lo stesso voto o alcuni anche meno) e alla luce di questo ecco che si potrebbe attaccare facilmente Waste ma quel che più conta sono le parole che ha messo su questo disco ed effettivamente a parte qualche "sparata" esagerata (oltre al voto intendo) devo dire di trovarmi d'accordo con lui. Non sarà da 90, non entrerà (forse) negli annali del death metal ma certamente è un bellissimo album, molto superiore ad altre uscite forse più pubblicizzare o attese. Difetto? Si, la lunghezza eccessiva, 2 dischi sono un pò troppi, come in altre occasioni e per generi pure diversi ho detto che i filler sarebbero da evitare come la peste: 1 disco con i 10 migliori brani...gli faceva schifo? Ecco allora che il voto sarebbe potuto essere tranquillamente 90 (o anche 1 o 2 numerini in più addirittura...) |
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In primi un saluto a tutti. Poi... un bel... MAH!?!? Indubbiamente un buon disco, per il sottoscritto inaspettato, ovvero al di là di ogni più rosea previsione. Mi verrebbe da dire potente, melodico e moderno senza conseguire stucchevole; tecnicamente sopra le righe e con diverse soluzioni azzeccate. Eppure, nonostante un giudizio più che positivo (che ripeto mi sento di sposare), direi che certe valutazioni sembrano figlie di un neofan, per non dire fantascienza (open-minded per The Living Infinite mi fa sorridere, e NagasH credo mi possa capire). Si può dire tutto e il contrario di tutto, ma quando "si tirano le somme" credo che bisogni utilizzare maggior criterio che vada oltre l'entusiasmo (lecito). Per carità, prendila come una critica costruiva dell'ultimo venuto |
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Non ho mai cagato i soilwork prima d'ora ma dopo aver letto sta recensione ho ascoltato il disco e devo dire che è veramente una bomba, il 90 ci sta abbondantemente. |
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comunque io sono sempre piu convinto (anche leggendo sta discussione infinita) che molte volte tutte queste catalogazioni fanno solo un gran casino e basta, non aiutando per niente le persone a sentire e a capire con le proprie orecchie la musica. per quanto riguarda la svezia io credo che sia buona sia la roba brutale sia la roba piu melodica, sento piu che volentieri per dire i demo dei dismember ma apprezzo molto anche la roba degli in flames (solo per fare un esempio). per finire credo che certe volte chiamarlo solo metal sia piu facile , e cosi sono contenti tutti. ciaoooo |
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Dopo due ascolti approfonditi inizio a dire la mia (tra l'altro non sono un fan del gruppo, da predator's compreso non mi sono più piaciuti molto e considero chainheart il loro capolavoro): è un buon disco, anche ottimo a seconda di quanto piaccia il genere. Bypassando la modalità di commento di nagash condivisibile o meno, quoto il suo commento numero 16: waste di solito è il recensore che apprezzo maggiormente nel nostro caro metallized (anche se a volte non ne condivido i gusti) e sto sperimentando che un solo ascolto non basta per giudicare questo disco (anche se qualche solito illuminato maestro dello strumento definisce queste "canzoncine da cerebrolesi")...quindi concordo con questa visione: attenzione ai giudizi affrettati. Se non piace il genere a priori questo è un discorso, ma sparare un giudizio obiettivo dopo un ascolto o due distratti su un doppio album mi sembra...diciamo, impegnativo. E vedo che capita molto molto spesso qui. Sarò solo io che ho bisogno di tempo, ma non penso...quindi penso che magari il voto di Gianlu sarà magari troppo sparato verso l'alto ma cmq è frutto di un mese e mezzo di ascolti...questo è ciò che penso. Per il mio voto dovrò ascoltarlo ancora parecchie volte! |
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Il vichingo@Chi ha dubbi al riguardo,cazzi suoi!Ahahahahah! |
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@Andy '71: e su questo non ci sono dubbi, o almeno lo spero . |
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Se poi vogliamo allargare il discorso allo Swedish Death in toto,bè allora,le band sono veramente altre..... |
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Possente Iddio che bagarre... |
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Io sono super open-minded,però questo, secondo me è un buon disco,punto.Gli In Flames,tanto per intenderci, sono di un altro fottuto pianeta. |
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Ragazzi, io ho seguito parte dei commenti e poi onestamente mi sono rotto i coglioni, cmq se pensate e siete fermamente convinti che i Soilwork (lavoro nei campi? magari!) siano depositari e portabandiera dello swedish death metal allora state bene così e potreste fare la felicità di parecchie case discografiche! Vi siete persi un sacco di bands! |
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Disco da Open-minded? Sarò troppo open io ma preferisco ascoltare altro. |
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Spazzatura plastificata. Occhio quando paragonate sta roba a certi generi, perché ogni volta muore un componente di un gruppo, che suona quel genere. Ora mi vado a deprimere con i Disembowelment. |
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Scusate se è il terzo commento di fila, ma Melodic/Techno/Death. rotfl Ci manca solo Happy Metal li in mezzo e il quadretto è completo. |
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Comunque, i fanboyismi dovreste lasciarli da un' altra parte proprio, in positivo e in negativo, perchè per quanto è piccola la comunità del metla la gente può decidere di comprare un cd in base a quanto scritto su ste recensioni. E due, qua si tende proprio alla difesa estenuante del proprio collega a tutti i costi, "è la mia opinione, tu non puoi dirmi che è sbagliata gnegnegne". Vi considero una delle migliori webzine italiane (la seconda), ma certa roba è proprio scandalosa, senza pudore proprio. |
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Mestro. Non sono sicuro di capire bene ciò che intendi, perchè comunque vorrei sentire il disco. Insomma, sarebbe come se gli In Flames producessero un grandissimo album e si dicesse "hanno dato nuova linfa vitale al melo-death!", quando in realtà sarebbe solo un fantastico album Metalcore, giusto? Sono Stewie, tvb. |
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@Bosj: nessun cameratismo, è giusto che tu esprima le tue opinioni, però nei limiti del rispetto reciproco. Buona Serata a te. |
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Metal3K: il recensore ha ragione, l'articolo è la più accurata e imparziale disamina che abbia mai letto. Tanto, comunque io mi ponga, lo difendi. Apprezzo il cameratismo, ma fino a un certo punto. La recensione è ottima. I Soilwork sono i salvatori del death svedese, sono un gruppo "per open-minded", sono il Goteborg-sound del 2013. Buona serata. |
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@Metal3K: ok! |
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@xXx: ad un certo momento è bene metterci un punto, da una parte e dall'altra |
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@metal3k: la discussione è vero ke non riguarda la recensione ma è inevitabile rispondere quando proprio un redattore ha un atteggiamento sopra le righe. l'ho detto e la chiudo qui. |
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@Varjot: La discussione non riguarda la recensione in esame ed è già andata oltre, quindi ti invito gentilmente a chiuderla qui. L'italiano lo conosciamo bene, grazie. |
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@BosjI: ll recensore offre una visione. La visione è che il sound dei Soilwork possa considerarsi un'evoluzione di quel genere, da cui quel genere stesso possa trarre dei benefici. Non siete d'accordo? Va benissimo. Non c'entra niente la superficialità, nè la competenza e neanche il fatto che non si sappia di cosa si sta parlando. Erano questi i termini con cui ti eri espresso. @Flag: nessuno ha detto che sono tornati su quei lidi. |
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"Che ti piaccia o no anche i Soilwork vengono dal mondo dello Swedish." Mbè? I primi due si, ma non suonano più death da almeno un decennio. E con questo disco non sono certo tornati su quei lidi. |
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"Io continuo a ritenere superficiale un'analisi che fa dei Soilwork i salvatori/resuscitatori/eroi di un genere di cui non fanno parte e che non suonano" QUOTONE ASSURDO a Bosj. |
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Niente, Metal3K, non riusciamo a capirci. Io parlo di death svedese proprio nell'accezione usata dal recensore, che ha specificato l'ambito di utilizzo del termine (l'ho letta la recensione, non sono cretino). E ti ripeto, i Soilwork non suonano death svedese, NEMMENO NELL'ACCEZIONE UTILIZZATA NELLA RECENSIONE, che come saprai è esemplificata nell'operato di primi Dark Tranquillity, primi In Flames, primi At The Gates (dico primi proprio perché le derive prese successivamente hanno evoluto il Goteborg sound, NON FACENDONE PIU' PARTE). Ma possiamo metterci Sacrilege, primi Gardenian, Ceremonial Oath, Megaslaughter e un'altra manciata di gruppi presenti in un certo periodo in quella precisa zona. Se secondo te, anche alla luce di questi miei esempi, la recensione è precisa e corretta, non posso che desistere. Io continuo a ritenere superficiale un'analisi che fa dei Soilwork i salvatori/resuscitatori/eroi di un genere di cui non fanno parte e che non suonano, comunque, e questo mi sembra campanilismo redazionale. Non critico Gianluca Fontanesi in quanto tale (tra l'altro, il secondo disco dei Dominance mi piace molto), critico il suo operato in questa recensione. Ne ho spiegati i motivi. Credo di averlo fatto in maniera civile. Più di questo non posso fare. |
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Rami Alì, dozzina significa 12 in italiano - Nagash ha suonato in 6/7 progetti di cui solo 3 non trascurabili. Considerarlo un genio e perseverare a sostenere tesi false non ti fa onore. Per inciso coi Nocturnal Breed l'ho visto suonare di spalla agli Emperor nel 97 a Milano al Factory ed ho ascoltato Troll e Covenant quando sono usciti. Come i Soilwork (anche i primi) tutti questi progetti sono derivativi, posticci, arrivano dopo e per questo bisogna andare con i piedi di piombo nell'esaltarli. |
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@Bosj: qui si sta parlando del Gothenburg sound, che come saprai è una branca dello Swedish. All'inizio della recensione c'è pure scritto: "Swedish (termine da qui in avanti utilizzato con particolare riferimento al Gothenburg sound)". Si parla di melodic death svedese, non di death svedese in genere. Probabilmente è questo che ha generato l'equivoco, ma ciò non ti autorizza a parlare di incompetenza, pressapocchismo e quant'altro. Una recensione che è stata scritta dopo aver consumato il disco, averne provato i riff con la chitarra, essersi confrontato con i colleghi, aver parlato con cognizione di causa non può essere tacciata di pressappochismo solo perchè ti è sfuggito l'ambito in cui è stata inquadrata fin dall'inizio. Che ti piaccia o no anche i Soilwork vengono dal mondo dello Swedish. Che poi il loro sound possa essere considerato come un'evoluzione benefica o meno del genere, queste sono opinioni. Io capisco che la tua opinione è diversa e questo lo rispetto, ma non accetto che si passi al tentativo di discreditare gente che le competenze le ha eccome. Di questa affermazione mi assumo tutta la responsabilità e rinnovo personalmente tutta la mia stima e fiducia in un redattore che si è sempre mostrato ferrato nel suo campo. |
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Metal3K, io non ho questionato sull'evoluzione dei Soilwork, l'ho detto (forse, con diverse puntualizzazioni in cui ora non è il caso di perdersi) si può anche condividere. Io ho questionato sul fatto (espressamente ribadito nella recensione) che i Soilwork abbiano resuscitato il death svedese. Questa è una stupidaggine, e difenderla è altrettanto sintomo della pochezza internettiana del "tutti possono dire la propria". I Soilwork NON SUONANO death svedese. Dire che addirittura l'hanno resuscitato significa non avere idea della scena in questione (tra l'altro, tesi confermata dalla frase che ho sotto riportato tra virgolette). Poi, Metal3K, demolire personalmente gli altri sarà un vizio, ma anche il trincerarsi dietro "puoi condividere o meno la mia opinione, ma non puoi dirmi che è sbagliata" cos'è? Ci sono determinati FATTI che, opinione personale o meno, sono FATTI. Non mi pare di aver insultato nessuno, certo è che se un recensore scrivesse che i Testament suonano black metal il mondo insorgerebbe. Qui la differenza è più sottile, ma il concetto è lo stesso: i Soilwork non suonano death svedese, non lo hanno resuscitato e il loro sound è parte di un percorso diversificato e strutturato. I termini in cui si è espresso il recensore, così assoluti, pressapochisti ed "entusiasti", come è stato fatto notare, sono incompetenti. Se secondo te poi lo sto demolendo personalmente, d'accordo, a me invece pare di criticare una recensione, di spiegarne le motivazioni e di esprimermi con concetti piuttosto semplici e comprensibili anche all'italiano medio. |
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[OT]@Metal3K: le tue due ultime frasi sarebbero da incorniciare, tanto mi trovano d'accordo.[/OT] Vado ad ascoltarmi i brani. |
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@Bosj: che il sound dei Soilwork affondi le prioprie radici nel Gothenburg sound è cosa nota. Il sound di oggi è certamente frutto di un'evoluzione (condivisibile o meno) del sound di questa band. La visione del recensore è che questa possa essere considerata come un'evoluzione di quel sound in generale. Puoi non essere d'accordo, ma da qui a disquisire sulle competenze di un redattore ce ne passa. Siete capaci di esprimere le vostre opinioni senza per forza cercare di mettere in discussione le competenze degli altri? Purtroppo la moda di far passare le proprie idee tentando di demolire personalmente gli altri è un vizio che non muore mai. |
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Sono capitato sulla pagina dopo che un amico mi ha linkato stralci di recensione. Non ho ascoltato l'album per intero, ma a meno che i pezzi che non ho sentito siano COMPLETAMENTE diversi da quelli che ho invece fatto passare sul tubo, mi domando con che competenza questa recensione sia stata scritta. Tanti questionano il voto, ma il vero problema è che i Soilwork non suonano death svedese, non suonano death metal proprio. Può piacere, può non piacere, non m'interessa, ma leggere di "band mediocri che hanno seguito le orme in maniera triste e barbina..." e parlare di una rinascita di un genere CHE I SOILWORK NON SUONANO ha del ridicolo. Evoluzione dal suono di Goteborg? Forse (si potrebbero aprire milioni di parentesi), per carità, ma evolvere in qualcosa di nuovo non significa riportare in vita qualcosa di vecchio. Recensione approfondita quanto volete, ma quando non si sa di cosa si sta parlando e si parte dalle premesse sbagliate i risultati portano per forza a polemiche. |
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@Zarathustra: Dici che sono un caporedattore e non è vero, dici che ho parlato di idoli, e non è vero, dici che non è vero che ha suonato in una dozzina di progetti, e affermi il falso (sono almeno 10). Sfortunatamente sei solo il titolare di una serie di strafalcioni, che avresti potuto evitare. Vado a vergognarmi, grazie. |
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disco eccezionale voto : 95 |
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Perdonatemi l'inciso all'OT ma ci tenevo, per vari motivi, a sottolineare che Zarathustra qua sotto NON è l'ex caporedattore della redazione A di Metallized. Quello sono io, e vi leggo con piacere. |
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Il caporedattore di riferimento nella fattispecie sono io e da questo momento dico basta a questa discussione OT. Da questo momento cortesemente parliamo solo del disco recensito. |
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Nagash effettivamente da caporedattore dovresti avere un atteggiamento diverso. E' un pò che lo noto e ho sempre sorvolato (se non in un caso in cui parlavo in generale proprio dello staff di questo sito e di alcuni commenti un pò esasperati). Poi ognuno faccia come vuole e si atteggi come vuole ma effettivamente, a parte l'ultima parte con taglio polemico, mi trovo d'accordo con Zarathustra qui sotto. |
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Nagash tu sei un caporedattore, cosa centrano queste cavolate con il disco recensito? Dici che il tuo idolo è un genio e poi lo neghi, dici che ha suonato in una dozzina di progetti e non è vero. Fossi il titolare di questo sito ti caccerei... Parliamo di questo bel disco, per primi voi redattori. Che vergogna! |
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Livaja, ti informo che su metal archives hanno inventato i profili musicista, con tanto di pannelli. Nei Noctural Breed è stato un session nel live, questo per capirci su quanto essere delle persone poco costruttive non vada di pari passo con l'essere anche inetti e ignoranti, ma nel tuo caso abbiamo l'eccezione che conferma la regola. Te continua pure a banfare. |
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nagash ti ha smerdato e ancora parli, io mi nasconderei! i gruppi di nagash su metal archives sono quelli non banfare.. |
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Quoto Er Trucido e invito ad avere rispetto per il recensore che si è sbattuto moltissimo per motivare il suo voto che può essere condivisibile o meno ma va comunque rispettato....faccio poi notare che quasi in tutta Europa i voti sono sulla falsariga di quanto scritto dal buon Waste.....saranno proprio tutti dei rincoglioniti o cosa più probabile esistono ragioni valide per dare un voto alto e considerare un bel disco questo dei Soilwork?Precisato ciò e senza avere 15 anni ma avendone parecchi e parecchi di più ed avendo ascoltato tonnellate di metal e di musica in generale vi dirò che, in barba a neoprofeti dell'apertura mentale con extracultura musicale che noi poveri mortali non potremmo mai capire(faccio però notare che anche Simona Ventura millanta una grande cultura musicale.....) , il disco ad un primo ascolto mi piace decisamente e quindi l'ho ordinato e stimo che fra qualche giorno mi piacerà ancora di più.....anche se qualcuno ha ormai pontificato che questo disco non è degno e il recensore è un bambino......Meno seghe e più motivazioni ragazzi che i dischi possono piacere o non piacere ma discutere con spocchia l'altrui cultura musicale è solo mancanza di rispetto. |
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Ovviamente tu hai contestualizzato benissimo, mi riferivo all'attuale discussione. Solo Troll e Nocturnal Breed (che immagino hai spulciato, soprattutto i primi, avidamente per dire "bah")? Con Google ti sei fermato solo a queste due band? Mi deludi. Proprio non mi vuoi dare la tua retrospettiva storica, continuo ad attenderla. Adieu. |
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90 è un voto per un capolavoro. in quali altri progetti ha suonato Nagash? Troll e Nocturnal Breed? Bah... Usando google, lo hai scritto sotto questa recensione: Grand Alchemist - Disgusting Hedonism @Aelfwine: Nagash, ovvero Mr Stian Arnesen, è un genio vero, nel bene e nel male...Nexus Polaris è li a parlare per lui, e personalmente anche il resto della sua produzione. E' una discussione un pò da nerd però... è stato bello, adieu. |
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Io infatti ho scritto quasi sparato a caso e non mi nascondo. ho detto che il disco è molto ma molto bello ma 90, ovvero 9/10 si da a un capolavoro della musica e questo non lo è! è un bellissimo disco e su questo nn c'è dubbio ma i voti dal 90 in su sono per altri dischi! |
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@Varjot: Ho detto che chiudevo, ma è più forte di me, quando leggo vacue ciarle prive di alcun costrutto e argomentazione mi prudono le dita. Dove avrei scritto la parole genio riferendomi al "bassista" dei Dimmu e Kovenant (e altra dozzina di progetti)? Dove ho scritto, a tuo parere, la parola capolavoro riferendomi al presente disco? La cosa patetica è che nemmeno criticate nel merito. E tu quali basi storiche, di vissuto, hai rispetto al bistrattato "bassista" (ovviamente per chi l'ha sentito nominare associato unicamente ai Dimmu e Kovenant, così lo conosce) in questione per valutarmi in base al mio, millantato, parere? Ancora attendo il tuo contributo sulla retrospettiva storica dei Soilwork e di questo disco. Attendo, nel caso decidessi di non chiudere la porta uscendo. |
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Beh.. Sulla base di quello che hai scritto Varjot, anche gli altri possono pesare e valutare quello che vale uno che basa la sua argomentazione sull'età di un recensore senza essersi preoccupato di verificarla e, dopo aver fatto la sua bella figuruccia, pensa di uscirne alzando il tiro contro il sito e parlando di Gigi D'Alessio. "Questi recensori molto giovani probabilmente hanno poca prospettiva storica, anche rimanendo solo in ambito metal e cadono in facili entusiasmi". "Per analizzare Chopin non bisogna avere 250 anni, ma conoscere il periodo storico in cui è vissuto, le sue influenze, ecc.. lo può fare anche un adoloscente se ha capacità e competenze." Complimenti per l'inossidabile catena logica. Ma come vedi c'è anche chi ti quota, sei fortunato. Quando esci chiudi la porta. |
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Gorecki si ispirava alla musica popolare polacca, dovresti ascoltarlo Hyper, è un grande musicista! Per il resto si parlava di apertura mentale, che per il recensore è necessaria per ascoltare questo disco. |
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Per analizzare Chopin non bisogna avere 250 anni, ma conoscere il periodo storico in cui è vissuto, le sue influenze, ecc.. lo può fare anche un adoloscente se ha capacità e competenze. Se poi valuti il bassista di dimmu b e kovenant un genio e questo disco un capolavoro uno ti pesa e valuta con le pinze ciò che scrivi. Senza offesa! |
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I migliori sono quelli che "io ascolto tchaikovsky, grind-core e musica popolare polacca tutto insieme, quindi posso giudicare meglio di voi bimbiminkia". Pagliacci a parte, che fanno sempre ridere, bella recensione e disco di livello. Per me è un 82. |
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er trucido, in effetti non so quanti anni abbia il recensore ho dedotto stupidamente che fosse molto giovane. Sarebbe stata un attenuante. Poi c'è chi si esalta per Gigi d'Alessio, non discuto i gusti ma le competenze. Ciò che mi interessa leggendo recensioni su internet è scoprire nuove cose, nuovi generi, nuovi artisti attraverso chi ha competenza e cognizione. Qui non ci siamo proprio. Ciao! |
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@Undercover: L'opinione personale da che mondo e mondo non è basata sul discredito delle opinioni altrui. Possiamo metterci tutti i PER ME, SECONDO ME, A MIO PARERE che vogliamo, ma io sono abituato all'argomentazione ed alla logica, quindi ribadisco quello che ti ho detto. Sulla questione personale del mio millantato comportamento da "squadrista", ebbene, dove ho detto che hai torto? Io ho semplice portato alla luce un fatto oggettivo, la quantità, qualità e durata temporale degli ascolti che Waste ha potuto dedicare al disco rispetto a chi lo critica per il voto "sparato". Quindi, perdonami, ma qui sei te che vuoi alimentare ulteriormente una polemica che tra noi non c'è. Potrei spesso rispondere con un "secondo me te non capisci un cazzo", che ti dirò non si allontana molto dai contenuti di certi tuoi e altri commenti, eppure ho il difetto di cercare sempre un argomentazione alle mie tesi. @Varjot: Ci potresti spiegare la prospettiva storica per piacere? Su che basi parli di emocore? Facciamo della vera retrospettiva storica, seriamente, argomentando, citando, senza sparare a zero per il gusto di farlo, dall'alto di una considerazione anagrafica più sterile che funzionale. Come dire che per poter giudicare e analizzare Chopin bisogna avere 250 anni. Il techno death non c'è, infatti non c'è scritto techno death, ma melodic/techno/death, non si parla di un genere preciso ed una banale etichetta che utilizziamo a nostro/vostro uso e consumo. Te invece pari di emocore, ma non fai le dovute differenze. Con questa chiudo, la natura delle discussioni presenta già delle disparità per una precisa scelta redazionale, se poi ogni volta deve venire meno anche quella forma di rispetto che è il confronto costruttivo e non il mero discredito mai argomentato da contenuti diversi da "per me..." piuttosto che "se questo è death...", "per fortuna...". Saluti dallo squadrista. |
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@varjot: questa cosa dell'età sta assumendo dei contorni grotteschi, adesso anche aver superato i 30 è troppo poco per analizzare un disco? Per favore, dite che non vi piace e spiegate perché, io l'ho ascoltato una volta ma non me la sento di dare un giudizio, vorrei capire quante volte abbiate ascoltato questo disco per avere tali certezze. Magari sono scemo io che non ce la faccio con un solo ascolto |
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Già. Per fortuna il death, quello vero, abita in altri lidi. Questo è praticamente metalcore, tecnico quanto volete, ma confezionato apposta per suscitare facili entusiasmi. |
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Io non contesto il voto, anche se non lo condivido. La recensione è ben motivata, ma dalla disamina traspare un entusiasmo fuori luogo, dovuto probabilmente ad una scarsa esperienza del recensore. Si parla di scarsa apertura mentale, ma io ascolto jazz, elettronica, chopin e i darkthrone, tanto per dire. Questi recensori molto giovani probabilmente hanno poca prospettiva storica, anche rimanendo solo in ambito metal e cadono in facili entusiasmi. Non ho mai apprezzato i Soilwork, ma questo 90 mi ha portato ad ascoltare qualche pezzo sul tubo e mi chiedo dove sia il techno death? Non centra proprio nulla; qui siamo più vicini a quei gruppi emocore che spopolavano su mtv qualche anno fa! Con le dovute differenze ovviamente... Poi non capisco cosa centrino Nagash o Di Giorgio, ma esaltare certi musicisti o spacciarli per geni è una conferma della scarsa cultura musicale dovuta alla giovane età. Poi ognuno apprezza ciò che vuole, ma un minimo di obiettività dovrebbe essere garantita! Gli Helloween non suonano industrial ed i Soilwork non suonano techno death. |
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@Metal3k infatti citandomi: da me sto disco il 90 non lo vede manco col binocolo... c'è un DA ME che rende soggettivo il parere in maniera evidente e non ho accusato Gian di voto sparato o altro, ho aggiunto: "se questo è un capolavoro, allora il metal odierno è messo veramente male" a completamento della mia riflessione personale, l'uscita di Ad Astra è stata quindi l'ennesima fuori luogo, come lo sono del resto gli "attacchi" e le critiche di cui parli, sulle risposte di Nagash, non mi dilungo, lui può dire quello che vuole e pensarla come vuole, ho capito che se non si è sulla sua stessa linea di pensiero, si è in torto, quindi inutile perdersi in discussioni che non porterebbero a nulla. |
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Gia' che ci siamo, siccome vedo che le polemiche continuano, vorrei chiarire alcuni punti, riagganciandomi al commento di MrFreddy. Mi riferisco in particolare al fatto che piu' di uno di voi abbia parlato di "voti sparati a caso" o, peggio ancora, abbia affermato che "continua l'abitudine di sparare voti assurdi". Sapevamo gia' che questo titolo avrebbe diviso e naturalmente il voto offre la visione di chi questo disco, dopo averlo ascoltato con attenzione, lo ha apprezzato parecchio (e non e' l'unico, a giudicare da alcuni altri commenti che leggo qui sotto). Il fatto che ci sia qualcuno che la pensi diversamente ci puo' stare, per fortuna non tutti la pensiamo allo stesso modo. Ma vi garantisco che questo voto e' stato ampiamente discusso prima di essere pubblicato. Dopodiche' si puo' dissentire sulla sostanza, ma non trovo corretto calcare troppo la mano parlando di valutazioni assurde o fatte a caso (dato che qui sopra ne e' stata fornita un'ampia motivazione), ne' tantomeno sono tollerabili gli insulti, che servono solo a creare inutili tensioni tra persone divise su alcune idee ma unite dalla stessa passione. Scusate ma francamente, a parte qualcuno di voi, gli altri si sono limitati a sputare sentenze senza fornire un minimo di motivazione. Penso che sarebbe molto piu' utile per tutti, me compreso, capire quali sono le ragioni del vostro dissenso piuttosto che leggere attacchi gratuiti.@Undercover: non sei chiuso di mente a priori, semplicemente la tua visione e' diversa da quella che e' stata presentata nella recensione. E' una colpa? Assolutamente no, sei libero di vedere le cose in modo diverso (e ci mancherebbe altro). |
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@livaja: Ti e' data piena liberta' di esprimere le tue opinioni, ma non ti e' permesso di insultare i redattori. Chiaro? |
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Nelle recensioni che si rispettino il voto viene motivato da una lunga disamina. Si può dire tutto tranne che la valutazione sia casuale, specie se naturale conclusione di un pezzo scritto con tanta competenza. |
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bello ma non da 90...voto quasi sparato a caso! però bello di certo! |
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Non mi piacciono per niente... |
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Livaja: lo so che sei offeso perchè ti abbiamo mandato all'atalanta, ma non è colpa della zine... Stramaledizione... |
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recensione da bimbominkia emo esaltato. come si fa a definire tecno death sta roba? poi la storia di nagash è una barzelletta! come sta scadendo questa zine.. |
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Lo sto ascoltando ininterrottamente sul tubo, devo dire che è davvero un disco ben suonato, ben prodotto, d'impatto, con brani violenti, aggressivi che si mescolano a una melodicità accattivanete soprattutto in alcune tracce...mi sa che vedrò di procurarmelo perchè forse non sarà da 90 ma di certo è un discone! Ottimo lavoro Soilwork! |
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PS: viste le polemiche, complimenti per la recensione, sempre un piacere leggerle!!! |
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una domanda: "melodic techno death"....il termine che sta nel mezzo mi pare un tantino inappropriato...le etichette non mi piacciono però con "techno" uno si aspetta trame di una ceta fattura...o sbaglio? |
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Dai a letto, domani hai ben due lavori da portare a termine. |
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praticamente un incrocio tra Mozart e Rachmaninov. Dai sei tu il troll! |
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apperò mica me l'aspettavo un voto così credo che gli darò un assaggio poi una piccola nota: i Soilwork è una band che può piacere dolo a chi gli piace il metalcore e qui dentro a quanto pare sono l'unico quindi morale: evitateli come la peste perché il metalcore è un genere che va bene solo agli open minded o chi è nato dal 90 in poi. ottima anche la citazione di quella grande saga videoludica, che purtroppo si è un po' sputtanata, e spero che dopo la piuma di fenice sia la volta del med dell'eroe anzi del mago |
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Bravo Joe, contenti tutti per te. Stian Andrè Hinderson, per la cronaca, ha suonato nei Dimmu Borgir per un paio di dischi (forse i migliori) ma è sicuramente più considerato per tutta la sua carriera, da arrangiatore, compositore, session e polistrumentista. Se conoscessi realmente la carriera del suddetto, scopriresti che nel proprio settore è considerato uno dei maggiori talenti della sua generazione, scopriresti anche la quantità di musica originale composta e non la semplice partecipazione a delle produzioni altrui. Detto questo...quindi? |
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Le recensioni di Waste sono una garanzia, sempre intriganti, puntigliose e maledettamente complete. Dei Soilwork sono quasi totalmente ignorante, ma non mancherò di sicuro di ascoltare questo loro sforzo (e magari i precedenti che ho mancato) |
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Rada non dircelo che per darsi un tono lo deve sminuire! Salvo poi chiamarsi come il genio dei Dimmu Borgir! Nagash, io una vita ce l'ho anche se perdo 2 minuti a scrivere cazzate sotto recensioni a volte grottesche. E per fortuna di mestiere non faccio il redattore di Metallized come qualcuno, ma ho 2 veri lavori ah ah ah |
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Da quel poco che sto ascoltando sul tubo mi piace molto...non so ancora dire se è da 90, se il voto è eccessivo, se è meglio o peggio di dischi passati ecc. ecc., lo sto ascoltando online da un'oretta e domani tra una pausa e l'altra dal lavoro continuerò poi tra qualche ascolto potrò dire che ne penso in modo più approfondito! X ora, x quel che ho sentito, mi piace molto! ps: chi osa parlar male di Di Giorgio??? Eh no eh, non si fa...è il miglior bassista in circolazione! Pps: ma che c'entra tra l'altro? |
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@Antikrist/Joe: fatti una vita, fatti una donna o fatti di qualcosa. Te hai dei problemi. |
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Perchè ci vuole un mese e mezzo per comprendere queste canzoncine da celebrolesi? Uno che spala merda su Di Giorgio e ritiene quella pippa di Nagash un genio si mette anche a pontificare? |
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Il (doppio) disco si trova on line da più o meno 2 settimane. Al redattore è stato spedito un mese e mezzo fa. Un mese e mezzo di ascolti intensivi hanno portato ad una certa disamina. Due settimane, per ascoltare un doppio disco, magari un paio di volte, magari skippando hanno portato a determinate disamine dai toni anche polemici (non critici). La logica ha già stabilito l'attendibilità e l'utilità di certi interventi. |
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E questa è l'ennesima stilettata inutile, Gian lo sa, e l'ho detto più volte, che stimo sia lui che il suo modo di scrivere e approcciarsi ai dischi, questo però non vuol dire che uno debba essere per forza concorde, non mi piacciono le melodie, la prova di Bjorn non m'intriga per un cazzo cosa dovrei fare stendere un tappeto rosso alla band perché suona alla grande ed è prodotta in maniera fintissima (sì, i suoni saranno anche adatti, ma sono freddi da far schifo)? Oltrettutto permettimi, qui non è questione di versioni attendibili, c'è una frase " Ovvio, non è assolutamente un prodotto per oltranzisti ma per open-minded" che farebbe storcere il naso a chiunque, io non credo proprio di essere un oltranzista, quindi visto che non mi piace il disco sono un chiuso di mente a priori? |
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under, flag. Come detto in passato, ci servono reclutamenti, almeno avremo versioni attendibili. |
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Quoto Undercover, continua l'abitudine di sparare voti assurdi. |
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Niente. Ho provato ad ascoltarlo ma mi dice molto poco, come ho già avuto modo di scrivere per quanto iguarda i Soilwork non riesco ad andare oltre il secondo. Per il resto quoto Undercover, sarò chiuso mentalmente ma se questo prende 90 a parer mio con Steelbath Suicide bisogna passare alla scala in millesimi e a costo di sembrare un peloso e puzzolente "trve defender" se questo è il Metal moderno rivoglio gli '80. |
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Azz Waste mi hai incuriosito con questo 90...mi sa che ci devo dare un ascolto assolutamente (certo che se leggo alcuni post di utenti qui sotto mi verrebbe da non ascoltarlo...)..chissà chi avrà ragione secondo me...lo ascolterò di certo! |
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Aprire la mente o meno, da me sto disco il 90 non lo vede manco col binocolo... se questo è un capolavoro, allora il metal odierno è messo veramente male. |
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Abtikrist...loro sono un misto tra melodic death metal e metalcore (non sono deathcore attenzione). Non sono swedish death metal classico come le band che hai citato ovviamente. Non puoi ascoltarti loro e aspettarti gli Unleashed o gli In Flames (o almeno completamente). Questo album nel suo genere è veramente di altissimo livello. Aprite di più la mente e se non vi piace il genere almeno non spalate merda e voti che non riflettono la reale qualità del prodotto. |
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ma tu guarda...non conosco la band se non di nome ricordo che il primo video postato poco tempo fa relativo ad un brano dell album non mi aveva entusiasmato...vedremo...bella rece ora cercherò di ascoltari l album sul tubo... |
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Pensavo che swedish death stesse per Dismember, Entombed, Grave, ecc... e Gothenburg sound per Skydancer, Lunar Strain, Terminal Spirit Disease, Eucharist, Ceremonial Oath! Invece grazie al sagace recensore scopro che sta per questa paccottiglia pseudo metalcore! Musica orrenda, questo non è metal. Voto 45 |
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signor disco, sotto "infiniti" aspetti. bentornati cari soilwork |
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L'ho ascoltato con curiosità dopo aver letto più di qualche valutazione eccellente che il disco ha ricevuto, però non c'è niente da fare: da a Predator's portrait non riescono più a piacermi e questo non fa eccezione... |
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minkia...oddio sono tentato...ma un doppio cd quando c'avro tempo di sentirlo... |
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Recensione eccezionale! Sono davvero felice di ciò che ho letto, non vedo l'ora di sentirlo... Grandi Soilwork! |
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meraviglia metallica al 100% |
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Touchè. Il loro disco più bello. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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CD 1 1. Spectrum Of Eternity 2. Memories Confined 3. This Momentary Bliss 4. Tongue 5. The Living Infinite I 6. Let The First Wave Rise 7. Vesta 8. Realm Of The Wasted 9. The Windswept Mercy 10. Whispers And Lights
CD 2 11. Entering Aeons 12. Long Live The Misanthrope 13. Drowning With Silence 14. Antidotes In Passing 15. Leech 16. The Living Infinite II 17. Loyal Shadow 18. Rise Above The Sentiment 19. Parasite Blues 20. Owls Predict Oracles Stand Guard
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Line Up
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Bjorn "Speed" Strid (Voce) Sylvain Coudret (Chitarra) David Andersson (Chitarra) Sven Karlsson (Tastiera) Ola Flink (Basso) Dirk Verbeuren (Batteria)
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