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O.B.E.Y. - Romance of Misanthropy
( 2745 letture )
Dalla costola principale degli israeliani Tangorodrim, il signor Grim DarVeter (ormai stabile a Londra) dà alla luce il debut album della sua nuova band, gli O.B.E.Y., nel 2006. Questo traguardo viene tagliato solo dopo un demo autoprodotto nel 2002. Visto che questa opera prima è stata -anch'essa- rilasciata in maniera indipendente, solo ora si potrà avvalere (grazie alla Demonhood Productions) di una nuova veste grafica e un nuovo formato (vinilico).

Quello che non cambia (ovviamente) è la musica. Tutti gli amanti del black metal più old-school (leggasi Hellhammer, Celtic Frost, Venom, Bathory e Darkthrone) si sentiranno parzialmente appagati ascoltando il grezzo songwriting di questo Romance of Misanthropy.
Sono presenti tutti i cliché che si possono trovare in questo genere: la totale assenza di atmosfera (e di tastiere), il basso ultra distorto come anche i primi MayheM insegnavano, le profonde e gutturali vomitate che si rifanno alla prima trilogia darkthroniana, scaltri e sbilenchi assoli che tutto sfoggiano tranne tecnica e melodia (ma in questo caso è un pregio).
Per tutti quelli che mangiano pane e old-school; tutti quelli che conoscono ormai gli album di Fenriz & co. a memoria e non hanno più voglia di re-inserirli nel lettore (pazzi!!!), tutti quelli che hanno voglia di qualcosa di "nuovo" che gli ricordi i lontani progetti di Tom G.Warrior, potranno trovare negli O.B.E.Y. la mediocrità di un prodotto che difficilmente sentirà la pressione del tasto play più di una decina di volte.
Se i brani più incalzanti (Anger Hunger, I Hate You...) scorrono bene, è solo grazie alla loro modesta durata: DarVeter urla e parla, fa il verso a Cronos e a Tom, ma tutto sommato la resa è onesta e piacevolmente normale.
Quando il minutaggio comincia ad allungarsi (The Yelling), compaiono anche i primi stratagemmi "atmosferici" che contribuiscono ad allungare il brodo: due minuti di intro di basso, altri due minuti di black'n'roll strumentale e il resto è una formalissima esecuzione. Stilisticamente ci stiamo muovendo sulle stesse impronte di Ravishing Grimness dei Darkthrone e si intravede (per forza di cose) qualche fatiscente ombra di Under A Funeral Moon.
Anche dopo passaggi più piacevoli in mid-tempo, nei quali viene fuori tutto l'hangover di alcool e droghe della band, nei quali si riscontrano similitudini beheritiane e sempre di più darkthroniane (The Letter to the Horned One) si ricade facilmente nell'oblio con Learn not to Prey per poi risollevare la testa (e l'attenzione) solo sul finale.
Romance of Misanthropy 1% accelera finalmente sul pedale e sulle pelli, tirando fuori anche dei riff niente male, malati e con una discreta fattura melodica; le urla di DarVeter acquistano una loro dimensione e tutto si completa perfettamente in un alternarsi fra attimi lenti e struggenti e discontinue ma disturbanti accelerazioni.
Per il sottoscritto, questo, è l'unico brano da estrapolare e da salvare; tutto il resto di Romance of Misanthropy finirà sicuramente nel dimenticatoio...



VOTO RECENSORE
55
VOTO LETTORI
30 su 1 voti [ VOTA]
Autumn
Martedì 31 Luglio 2012, 16.22.35
3
Grazie Feralia, sistemato
Theo
Martedì 31 Luglio 2012, 14.54.06
2
Ma perchè sti gruppi Black hanno delle copertine sempre così fottutamente fighe? *_*
feralia
Martedì 31 Luglio 2012, 13.31.12
1
Posso segnalare che nella line up c'è scritta nuovamente la tracklist?
INFORMAZIONI
2012
Demonhood Productions
Black
Tracklist
1. Anger/Hunger
2. Play to Kill Straight Away
3. I Hate You More Than You Will Ever Know
4. The Yelling
5. The Letter to the Horned One
6. Learn Not to Pray
7. Romance of Misanthropy 1%
Line Up
DarVeter (bass, vocals)
Incinirator (guitars)
Terminator (drums)
 
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