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11/01/25
SMOKING FIELDS + EN.MA + LIFE IN BETWEEN
CENTRALE 66, VIA NICOLÒ DELL’ABATE N.66 - MODENA
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Destruction - Inventor Of Evil
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( 6950 letture )
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Alla AFM Records c'è ancora chi crede che degli arzilli quarantenni possano suonare musica dura e veloce come a vent'anni. Probabilmente qualche sassolino dalla scarpa c'è ancora da togliere, e questi signori potrebbero davvero essersi incazzati, di fronte al tramonto di un'era, quella del thrash metal. Soffocato da fenomeni di passaggio, declinato e commercializzato: pilastri inginocchiati alle leggi del business, leggende messe alle corde dalle nuove generazioni di innovatori. C'è chi si è dato al rock, chi al pop, chi al death e chi all'industrial; e c'è chi non si è piegato ma, privo di un contratto discografico nonostante un palmarès che gronda storia, si è messo a prodursi e pubblicizzarsi un album con le proprie uniche forze. Sarà stato un'enorme delusione, The Least Successful Human Cannonball, unico figlio degli anni '90 in casa di chi un tempo faceva tremare i posteriori dei metalheads dall'alto del nobile Triumvirato teutonico, sarà anche stato un capitolo sottotono, ma è stato soprattutto un punto di ripartenza, perchè da allora quei signori uniti da un moniker eloquente si sono rimessi in carreggiata: ed eccoli qui, tre dischi dopo, con questo Inventor Of Evil che un capolavoro non lo è, affatto, ma fa sentire ancora forte le urla dei Destruction. Tutti i colleghi di quella nobile stirpe hanno conosciuto il declino, hanno strisciato col ventre sul fango, stringendo i denti, a volte cedendo ai tremendi venti di rivoluzione intercorsi in un periodo gramo per i thrashers retrò, ma alla fine, piano piano, tutti ci sono riusciti: perché, dunque, non riprovarci ancora una volta, magari proprio spinti dalla rabbia dovuta al crollo inopinato che nessuno, nel decennio precedente, si sarebbe mai lontanamente aspettato?
Ci siamo ancora, più vecchi e meno incazzati, ma ancora capaci di far esplodere qualche Marshall con un riffone come si deve. L'orgoglio (o il portafogli?) li spinge a tornare in pista, loro picchiano con foga lasciandosi sfuggire il nerbo del loro suono, il nucleo pulsante delle canzoni. Eppure il binomio iniziale (e qualche episodio sparso qua e la nella tracklist) prometteva bene, eppure nessuna canzone potrà essere additata di bruttezza. Già nell'opener Soul Collector veniamo ad impattare con un riffing tipicamente irruento e solido, sano e martellante thrash metal, adrenalinico e veloce, impostato attorno ad un ritornello azzeccato: la band sviluppa un sound duro ma caratterizzato da una buona melodia nei solos di chitarra, alternati a veloci attacchi incessanti che non danno alcun attimo di sosta. Gli acidi ritornelli non sono propriamente da delirio, ma il gran lavoro della sezione ritmica mette il disco sulla buona strada per tutta la sua durata. La bolgia ossessiva che scaturisce dal bel riffing di The Alliance of Hellhoundz rafforza la tesi secondo la quale l'ensemble teutonico abbia messo a punto ritmiche valide prive però del fattore ormonale capace di portare al massimo livello la partecipazione di ogni buon headbanger: non bastano assoli acuminati e drum quadrato, elementi comunque non all'altezza dei fasti più gloriosi di questa formazione. Purtroppo, sembra che i Destruction si siano concentrati sulla potenza e la velocità privando però i propri pezzi della loro anima, finendo per partorire una scaletta di pezzi troppo simili l'uno all'altro; l'alternanza di certe parti più cadenzate, contrapposte a poderose accelerazioni scavezzacollo (The Calm Before the Storm) è il tentativo di rendere più vario il complesso, che però rimane credibile e godibile soprattutto quando le chitarre mitragliano nugoli di riffs tesissimi e nevrotici. La parte finale del disco si fa più avvincente grazie ad un riffing sempre più frenetico (quasi accostabile alla Bay Area in episodi quali Under Surveillance, traccia che peraltro ha un riff identico a quello di Souls Of Black dei Testament), ma nel complesso l'opera continua a mancare di un gancio vincente capace di scatenare l'inferno nel moshpit.
Appare freddo, Inventor of Evil, quasi una dimostrazione di violenza gratuita ma senz'anima, un tentativo di riaccendere la fiamma della rabbia giovanile ormai sopita, un urlo nel silenzio di chi cingeva uno scettro ma si è trovato detronizzato da usurpatori chiamati grunge, chiamati alternative, chiamati nu metal: ma troppo tempo è passato per vantare ancora l'antica ispirazione e l'apprezzata spontaneità dei giorni belli: ci sono riusciti, almeno in parte, i Kreator, ma è un cammino difficile e tortuoso, e anche non demeritando affatto, Inventor of Evil rappresenta un capitolo apparentemente lontano dai gioielli di famiglia. Il sound tipico, grezzo, elementare e così acido esploso con tanto cieco furore ai tempi di
Eternal Devastation resta soltanto un modello al quale ispirarsi, un ricordo da riaccendere e non la naturale quotidianità. Un destino riacciuffato, forzatamente forse, un capitolo riaperto quando ormai il romanzo è stato già letto. Piacerà, forse, a chi i Destruction di un tempo non li conosce: molto meno a chi li ha amati. Non perchè sia brutto, non perchè sia vuoto, ma semplicemente perchè questi ragazzi il loro apice lo hanno già toccato due decenni or sono. Tutto il resto è mancia.
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6
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.... aaah bene Doom !! Ho commentato all break ... sempre dei destruction ... thrash 'til death |
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5
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Ciao Rik, si sono io...eh eh sono pigro accorcio il nome, tanto poi la maggior parte dei ragazzi qui mi chiama cosi! Sul disco..guarda sto facendo una carrellata di Destruction Sodom e Paradox ultimamente..e questo non me lo ricordavo cosi bene...o comunque non male. Da 7 insomma! |
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4
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Ciao @Doom (ale)? Ho sbaglio? Comunque di questo disco non ho ascoltato nulla in quanto ne ho sentito parlare mica tanto bene. Da quanto affermi invece è più che soddisfacente. Mi sa che dovrò ascolare qualcosa .... |
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3
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Secondo me questo album non e' da sufficienza risicata. Ad un 7 ci arriva tranquillamente. In fondo sono più o meno tutti sulla stessa linea da Antichrist in poi...giusto Devolution forse meno. |
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2
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ma che voti sono !! spacco tutto porca zozza!! |
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1
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QUESTO è IL MIO PRIMO DISCO DEI DESTRUCTION E DEVO DIRE CHE NON SONO PER NIENTE MALE BASTI GUARDARE HIT COME THE DEFIANCE WILL REMAIN E THE ALLIANCE OF HELLHOUNDZ!!!!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Soul Collector
2. The Defiance Will Remain
3. The Alliance Of Helloundz
4. No Man's Land
5. The Calm Before The Storm
6. The Chosen Ones
7. Dealer Of Hostility
8. Under Surveillance
9. Seeds Of Hate
10. Twist Of Fate
11. Killing Machine
12. Memories Of Nothingness
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Line Up
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Schmier - vocals, bass
Mike - guitars
Marc - drums
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