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11/01/25
SMOKING FIELDS + EN.MA + LIFE IN BETWEEN
CENTRALE 66, VIA NICOLÒ DELL’ABATE N.66 - MODENA
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Haggard - Awaking the Centuries
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( 5573 letture )
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In rare, anzi rarissime, occasioni ho trovato band che fossero al livello degli Haggard in quel che rappresenta uno dei loro più grandi capolavori, Awaking The Centuries: un'opera completa di musiche, canti, cori e parti recitative di intensità spropositata, sviluppata su molteplici livelli compositivi che lasciano, anche se presi singolarmente, spiazzati nella loro semplicità apparente, ma che costituiscono un insieme incastrato ad hoc sin nei dettagli più infimi. Non posso non parlarvi di questa band che ha saputo mescolare, come davvero poche altre, generi che potrebbero apparire totalmente disparati e lontani tra loro, e che sembrano al contrario fatti per stare assieme nei loro lavori: gli Haggard nascono nell'ormai lontano 1991 in Germania come band death metal, ma dopo un primo demo abbandonano il sound prettamente aggressivo per votarsi totalmente ad un symphonic metal con fortissime - quasi prevalenti - influenze classicheggianti (appartenenti al periodo medievale, rinascimentale) e si avvalgono inoltre di rimandi folk, dando vita ad una formazione colossale di ben venti componenti, con leader (vocalist, chitarra) Asis Nasseri.
Il loro secondo vero e proprio album è, per l'appunto, Awaking The Centuries, che nella storia di questa band costituisce il primo di tre (considerando anche l'ultima loro uscita in quanto a struttura tale) ricercatissimi concept, sviluppati su personaggi o periodi storici di grande importanza; nella fattispecie, in questo si parla di Michel de Notre-Dame, sicuramente noto ai più come Nostradamus. La figura di quest'ultimo si va affermando nel 1500 grazie alla sua presunta capacità di profetizzare importantissimi eventi futuri - la Rivoluzione Francese, la bomba atomica, la salita al potere di Hitler, gli attentati alle Twin Towers nel 2001, per citarvene alcuni - redatti in quartine rimate nel suo libro Le Profezie. Si proverà, in seguito, che la sua attitudine da profeta sia consistita principalmente nella sua grande capacità di scrivere in modo eccelsamente ambiguo qualsivoglia cosa, così da dar vita al cosiddetto fenomeno della chiaroveggenza retroattiva; chiunque, infatti, può col senno di poi, interpretare come meglio crede i suoi scritti e trovarvi comunque riferimenti che combacino. Ma andando a scavare più a fondo nei brani del platter ci troviamo fra le dita innumerevoli parti rilegate fra loro in modo ricercato ed eccellente: l'insieme è diviso in veri e propri capitoli arrivando, a dire il vero, anche ai sottocapitoli, di lunghezza estremamente cangiante. L'orecchio tuttavia corre oltre e ciò che ci si trova davanti con i due Intro non è altro che l'inizio di quella che sembra una vera e propria corsa indietro nel tempo con tanto di parti recitate in latino e francese, che sin da subito ci fa ambientare in ciò che è il vero e proprio clima del concept: fine del tardo Medioevo, dove peste e paura sono decisamente le parole chiave. Andando nello specifico, il concept si ambienta nel 1543 ad Agen, piccola città francese nonché sede dell'abitazione della famiglia di un medico - con figli e moglie al seguito - sul quale grava una profezia di morte dalla quale non saprà sfuggire. Dunque, se fino ai capitoletti introduttivi si era viaggiati su un range prettamente classico, con Heavenly Damnation (Chapter I) l'aggressività del metal inizia ad emergere in modo sublime grazie a growl, distorsioni e batteria: non manca tuttavia una massiccia dose di cori, voci impostate, clavicembali ed archi ad infiocchettare il tutto. Di qui, alla suddivisione in capitoli arriva ad affiancarsene una seconda, che prevede la continua alternanza di brani strumentali (o comprendenti al massimo una parte recitata e di vena decisamente classica) e cantati (nei quali la commistione con l'ambito rock/metal è quasi sempre presente). Quest'ultima categoria sforna pezzi del calibro di Awaking The Centuries, brano di quasi dieci minuti assolutamente protagonista dell'omonimo concept, che dà spazio ad iniziali atmosfere festose per poi sfociare in un tecnica ed emozionante composizione di piano, punto critico del brano: di qui il growl prende il sopravvento, ma sempre affiancato a molteplici diversivi, come i continui rallentamenti, la voce femminile, gli interludi, le parti recitate. L'ultima parte del brano ci fa assaporare la potenza di batteria, chitarre e basso, che si dilettano a calcare la mano su riff potenti e ritmiche veloci e pesanti. Pensare di parlare di tutte le track di questo capolavoro è semplicemente fuori discussione: le parole non sarebbero sufficienti a guadare un così profondo fiume di richiami e sensazioni. Tuttavia, le mie orecchie hanno sempre avuto un occhio di riguardo per un altro brano, che presenta una meravigliosa crescita a livello strutturale: In A Fullmoon Procession prende piede con una maternale voce femminile, accompagnata da almeno tre linee strumentali differenti e perfettamente incastrate: questo brano ci fa decisamente toccare con mano uno dei maggiori talenti della band, ovvero quello di saper costruire i brani al millimetro, incastrandovi anche cinque o sei linee diverse (se contiamo il coro come un'entità unica). Ma non solo, questo pezzo ci dovrebbe lasciare quasi basiti anche per l'apparente scioltezza con la quale la band riesce a passare da una parte di pianoforte ad una in distorto con tanto di growl: non ci sono tracce di forzature di alcun genere tra l'uno stile e l'altro, ed anzi, il collegamento sembra fatto per essere così eseguito, quasi come se i due generi fossero stati creati per completarsi vicendevolmente.
Purtroppo, il mio istinto mi porterebbe a parlarvi in modo dettagliato di tutti i brani presenti, ma temo che ci sia un limite massimo di righe oltre le quali qualsiasi essere umano getterebbe il pc dalla finestra: Awaking The Centuries è un'esperienza formativa che a livello musicale qualsiasi appassionato dovrebbe fare; non si tratta di un semplice concept dal tema impegnato, bensì di un'opera in grado di trasmettere e far assaporare musica d'altri tempi, elaborato in modo eccellente e soprattutto in grado di crescere durante tutta la sua durata in un grande climax ascendente di virtuosismi, growl, rabbia, sensazioni e distorsioni. Gli Haggard sono una band decisamente unica, che merita un ascolto a chi non vi si è ancora imbattuto, fatto sì con le orecchie ma soprattutto con l'anima, in modo da riuscire a stabilire una vera e propria connessione con i brani e le loro particolarità singolari.
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15
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bella rece...io conosco eppur si muove non l ho comprato perchè si tratta di tipologie di dischi che ascolterei tutto sommato poco ma debbo dire che si tratta di grande musica... |
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14
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p.s. ora la band però è decisamente migliorata XD ma solo perchè ci suona un mio amico XD |
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12
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Spettacolare, lo ascolto con piacere anche dopo tanti anni. Buy or die by the prophecy! |
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11
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Semplicemente bellissimo |
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10
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Bellissimo album, peccato solo per il cantato in growl, ho sempre pensato che non c'entrasse nulla con la musica proposta.. sarebbe stato ancora più bello se avessero adottato un soluzione diversa per il cantato maschile, magari un growl più interessante e vario o ancora meglio una voce pulita.. |
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9
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anche il mio preferito! consiglio a tutti coloro che non l'avessero ancora fatto di andarsi ad ascoltare la piano cover di Awaking the Centuries di vkgoeswild, una ragazza islandese che posta appunto delle cover al pianoforte su youtube (ne trovate a centinaia dei più svariati gruppi). personalmente aspetto che risponda alle mie proposte di matrimonio |
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7
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band immensa. capolavoro, ovviamente. |
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5
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Ottima recensione e bellissimo disco, ma per questioni di cuore il mio preferito rimane Eppur si muove.. |
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4
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questa è una grandissima recensione, che rende davvero giustizia ad uno dei migliori gruppi musicali e ad un grandissimo album. |
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3
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Ottimo album, a suo tempo gli ho dedicato molti ascolti. Oggi lo trovo un po' pompato in alcuni passaggi ma rimane un lavoro sopra la media. In A Fullmoon Procession è stupenda, sicuramente il picco più alto. Voto 80. |
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2
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Il loro lavoro migliore! |
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1
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Veramente un bell'album. Rimasi impressionato dalla quantità di musicisti la prima volta che aprii il book del cd. Consiglio vivamente di acquistare questo lavoro! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rachmaninov: Choir 2. Pestilencia 3. Heavenly Damnation 4. The Final Victory 5. Saltorella La Manuelina 6. Awaking the Centuries 7. Statement zur Lage der Musica 8. In a Fullmoon Procession 9. Menuett 10. Prophecy Fulfilled / And the Dark Night Entered 11. Courante 12. Rachmaninov: Choir
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Line Up
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Asis Nasseri (voce, chitarra, percussioni) Danny Klupp (chitarra) Hans Wolf (pianoforte, tastiere, organo) Kathrin Pechlof (arpa) Christoph Zastrow (flauto) Florian Bartl (oboe) Robert Müller (clarinetto) Andrea Sterr (violino) Michael Stapf (violino) Steffi Hertz (viola) Kathrin Hertz (violoncello) Georg Uttenthaler (contrabbasso) Florian Schnellinger (percussioni) Peter Prysch (corno francese) Andi Nad (basso) Luz Marsen (batteria, percussioni) Karin Bodenmüller (soprano) Fiffi Fuhrmann (tenore) Christian (tenore) Thomas Rosato (basso)
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