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03/01/25
SFREGIO + TOXIC YOUTH + KIMERA + EXARCHY
ROCK\'N\'ROLL, VIA GIUSEPPE BRUSCHETTI 11 - MILANO
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( 4533 letture )
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Dragonheads segna la rinascita per gli Ensiferum, formazione che dopo l’abbandono dell’intera sezione ritmica e del cantante-chitarrista Jari Mäenpää ha rischiato di sciogliersi come neve al sole. Il caparbio Markus Toivonen, axeman e membro fondatore della band, non si è dato per vinto e ha reclutato in breve tempo i bravissimi Janne Parviainen (batteria) e Sami Hinkka (basso), oltre a Petri Lindroos, proveniente dai Norther, in sostituzione di Jari, impegnato in sala d’incisione per il debutto del suo progetto Wintersun.
Il contenuto di Dragonheads è il classico che ci si aspetta da un EP, ovvero un mix di brani nuovi e vecchi, oltre a cover e pezzi live; nei ventisei minuti di questo dischetto troviamo in apertura una nuova canzone, due brani ri-registrati risalenti al periodo demo del 1999, una cover degli Amorphis e due composizioni folk finlandesi personalizzate e rese in parte “metalliche”. Dragonheads è inoltre l’occasione per presentare ai fans la nuova formazione, oltre che un gustoso antipasto in attesa del disco successivo, utile anche a non far passare troppo tempo dal precedente lavoro Iron, secondo e ultimo dell’era Mäenpää.
La prima traccia, Dragonheads, è per lo più un epico mid-tempo granitico, che rende per cinque minuti gli Ensiferum una band viking, sia dal punto di vista musicale sia lirico:
Sails up! We're leaving today Distant lands are calling Cowards stay at home; this is a quest of true men Farewell, should we never see again
Il testo narra di un gruppo di vichinghi che, senza paura e con desiderio di osare, salpano dalla propria terra verso l’ignoto, sfidando la Natura e il fato:
Weeping women waiving at the pier When the sky starts cry But neither rain, nor wind can make us turn around What's decided, has to be done
Musicalmente Dragonheads si differenzia molto dal debutto Ensiferum e dal successivo Iron: riff pieni e grassi, fieri cori maschili e un Petri quasi arrogante dietro il microfono. Non manca, ovviamente, la componente “destino”, fondamentale tassello della vita di ogni impavido uomo nordico:
If we die the sun will shine again beyond mortal time we'll meet again in Valhalla...
Warrior’s Quest e White Storm, entrambe risalenti all’autoproduzione Demo II del 1999, sono per l’occasione ri-registrate e abbreviate di circa trenta secondi l’una. La voce di Petri fa un figurone, adattandosi alla perfezione alle linee vocali che vedevano Jari in difficoltà, aiutata anche da vigorosi cori e una sezione ritmica, Janne Parviainen in particolar modo, a dir poco straripante. La melodica Warrior’s Quest alterna momenti di raffinatezza chitarristica a screams che non lasciano scampo, mentre White Storm, dopo il breve intermezzo Kalevala Melody - buono solamente per spezzare un po’ il ritmo - suona aggressiva e brutale fin dai primi secondi; la traccia, con riff di chitarra velocissimi e tempi di batteria al fulmicotone, crea, prima dello stacco evocativo di tastiera, un muro sonoro sporco di sangue nemico. Rispetto alla versione demo, il brano, oltre – ovviamente – ad una produzione spettacolare, si avvale di una parte cantata in pulito di grande effetto particolarmente riuscita. Segue Into Hiding, cover dei connazionali Amorphis: la canzone è maestosa e possente già nella versione originale, presente nel disco Tales From The Thounsand Lakes del 1994, eppure gli Ensiferum riescono a donarle ancora maggiore epicità, facendo, tra l’altro, risaltare l’orientaleggiante riff iniziale, ormai entrato di diritto nella storia del death metal europeo. Petri si dimostra un gran cantante, in possesso di una voce abbastanza versatile, riuscendo a passare con disinvoltura dallo scream urlato ad un gran growl, profondo e sicuro. Ultima traccia dell’EP è Finnish Medley, cinque minuti che vedono miscelati i seguenti brani folk finlandesi: Karjalan Kunnailla, Myrskyluodon Maija e Metsämiehen Laulu. La prima parte è affidata alla voce soave di Kaisa Saari e i giri di chitarra molto semplici e sognanti, mentre per la conclusiva Metsämiehen Laulu (la seconda parte, Myrskyluodon Maija, è breve e strumentale) i riff si fanno più ritmati e le parti vocali sono affidate a Markus Toivonen e Sami Hinkka.
Registrato e mixato nel novembre 2005 presso i Sonic Pump Studios e masterizzato nei gloriosi Finnvox Studios, Dragonheads suona fresco e originale, pur essendo solamente un intermezzo tra due dischi, esperimento perfettamente riuscito, ma non ripetuto per la band di Helsinki; la bellissima copertina, è la classica ciliegina sulla torta su di un dischetto che centra in pieno il bersaglio, sfamando i fans desiderosi di nuovo materiale (Iron è del 2004) e presentando in pompa magna il nuovo frontman Petri Lindroos. Interessante per i seguaci del gruppo, utile per chi non conosce la band e vuole avvicinarsi al loro extreme folk metal.
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Forse il 90 che ho dato a suo tempo è un pò esagerato ma sicuramente ad 80 ci arriva, fino a From Afar grandissimi Ensiferum! \m/ |
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la cover degli amorphis fa pietà... |
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uno dei migliori della loro discografia |
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uso tre generi (folk, pagan, viking) per definire la musica, il che vuol dire che, parere mio, rientrano in quel genere musicale, senza ogni volta dovermi inventare sotto-sotto etichette per definire i vari gruppi |
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Giusta osservazione, anche se, a parere mio, nel debut dei Wintersun è più accentuata la componente power/melo death rispetto a quella folk |
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Tutto sommato secondo me alla fine musicalmente il disco dei wintersun è una continuazione dei primi lavori degli ensiferum, |
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@Oberyn Martell: sì, come ho scritto nel mio precedente commento, anch'io li ho sempre considerati un gruppo a metà strada tra il folk e il Melodeath, senza dimenticare delle reminescenze Power piuttosto marcate negli ultimi dischi (soprattutto in From Afar). Alcuni sostengono che si tratti semplicemente di una band Power (anche se estremizzato), ma sinceramente mi sembra una classificazione un pelo fuorviante. Comunque, dato che detesto strizzarmi il cervello perdendomi tra mille etichette, per pura semplicità li considero una band Folk, e a questo proposito concordo con Michele (post 9). |
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Premessa: li amo alla follia. Detto questo per me il loro genere è classificabile come extreme power folkeggiante, dal secondo in poi, il primo è melodeath folkeggiante |
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Sono d'accordo con Michele! Folk prevalentemente, anche se personalmente dico Viking/Folk... oppure Viking/Folk/Melodic Death/Power... XD |
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Hanno preso ispirazione da tutto quel filone che si è creato dopo l'ascesa dei Children of Bodom. Se notiamo che i CoB ancora non hanno un loro genere preciso, allora gli Ensiferum vanno per forza di cose inseriti nel filone "folk", senza porsi troppi problemi |
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8
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Il problema e' caro undercover k li definisco melodeath perché non saprei come definirli. Folk? Andiamo! I finntroll, i korpiklaani sono folk!in ogni caso per me si tratta di una grande band. Sto disco non sara un granché ma nel complesso la loro discografia e niente male |
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7
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Il vichingo io sono un appassionato di death melodico e conosco un paio di loro album e quello di cui parli è forse il migliore che ho ascoltato, definirlo però melo-death è proprio una forzatura, forse affine... c'è troppo heavy e power nella proposta e il folk si sente però non saprei davvero come inserirli, non mi dispiacciono comunque, c'è molto di peggio e per fortuna tantissimo di meglio che utilizza i generi in maniera unica. |
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@ Undercover: power estremizzato?? noo noooo il loro stile è un death folklorizzato ... folkeggiante... insomma, non so come cazzo dirlo, un misto tra death e folk ecco! In ogni caso ti consiglio di ascoltare Victory songs o il loro sommo capolavoro, Iron. Se ti piace il death melodico non rimmarai deluso |
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Mi son sempre sembrati un gruppo di power estremizzato... bravi ci mancherebbe, però... perplesso e dir poco. |
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Mi son sempre sembrati un gruppo di power estremizzato... bravi ci mancherebbe, però... perplesso e dir poco. |
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Probabilmente meno ispirato degli altri dischi, in ogni caso un grande EP. Un 78 come minimo. PS: a quando la recensione del loro capolavoro Iron??? |
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Ma in tutta sincertà questo Dragonheads non mi piace molto. Chiarisco subito che adoro gli Ensiferum ma di tutta la loro discografia questo è il disco che mi piace di meno. Neanche lontanamente paragonabile al successivo capolavoro Victory songs. Voto: 70 |
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1
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Gli Ensiferum sono uno dei miei gruppi preferiti, e di loro adoro tutto, compreso questo EP. Recensione azzeccatissima |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dragonheads 2. Warrior´s Quest 3. Kalevala Melody 4. White Storm 5. Into Hiding 6. Finnish Medley
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Line Up
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Petri Lindroos: voce, chitarra Markus Toivonen: chitarra, voce Sami Hinkka: basso Meiju Enho: tastiera Janne Parviainen: batteria
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