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11/01/25
SMOKING FIELDS + EN.MA + LIFE IN BETWEEN
CENTRALE 66, VIA NICOLÒ DELL’ABATE N.66 - MODENA
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( 7542 letture )
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Nel bene e nel male, un disco d'esordio é -se genuino- un documento di straordinario interesse sugli albori di band che hanno scritto pagine idnimenticabili della musica dura. Rivela la direzione stilistica prescelta nei giorni più eroici e spensierati, lascia presagire le capacità che in seguito verranno limate e perfezionate, mostra le inesperienze e gli elementi base dai quali i musicisti partono, prima di compiere un cammino di crescita e maturazione che li può portare sulle pagine delle enciclopedie, oppure nel dimenticatoio. Gli svizzeri Coroner, sorti da una costola della roadcrew dei Celtic Frost nel 1983, debuttano con R.I.P nel 1987, anno in cui il thrash metal aveva appena compiuto un passo fondamentale nella propria esistenza, venendo trascinato al successo definitivo dai Big Four americani e dalla triade tedesca; l'album, rilasciato dalla Noise Records, é l'affascinante fotografia dell'essenza primordiale dell'act elvetico, quella più irruenta e tellurica, dalla quale s'innalzerà successivamente una carriera che oggi ricordiamo grazie ad eccellenti releases di thrash tecnico e progressivo. La classe si intuisce in diversi sprazzi, ma questo debut tende a privilegiare l'impatto più aggressivo del genere, andando ad accontentare i fans più tradizionalisti. È l'inizio di una storia spesso sottovalutata se non addirittura dimenticata, e che invece meriterebbe qualche attenzione ed una ripassata in più.
Il disco é costruito sulle chitarre graffianti e distorte di Tommy Baron, letali fin dai primi secondi del lavoro e indirizzate ad un'escalation di adrenalina che resterà permanente per tutti i quaranta minuti di incisione. Il suono é potente e abrasivo, infuocato da fulgidi guitar solos che fanno da contraltare al riffato fibrillante e nevrotico, oltre che al vocalism scarno e secco di Ron Royce, il quale crea un'atmosfera pesante e opprimente senza dover ricorrere ad urla ed estremismi gutturali di sorta. Forse le parti cantate peccano in varietà e non godono di qualche ritornello particolarmente memorabile -anzi, sembrano del tutto prive di veri e propri chorus- ma rimangono incisive e ben intessute nella trama globale, così intrisa di un'aurea ottantiana e underground dal fascino indescrivibile. Quest'atmosfera, resa tangibile dal suono ruvido della chitarra, riveste il disco di una genuinità che é lontana anni luce da certe produzioni iper-patinate dei giorni nostri, stilisticamente ineccepibili ma così prive di feeling tanto da apparire finte; il tema portante, quello della morte, viene ripreso anche nell'artwork di copertina, su cui campeggia la foto di un camposanto con i necrologi dei tre musicisti della line-up. La pericolosità del riffato si coglie fin da Reborn Through Hate, isterica ed elettrica anche nei cori di supporto ad uno dei pochi ritornelli veri e propri: un paio di validi assoli di chitarra, il secondo dei quali più melodico, impreziosisce questa sfuriata organica, che si fa più ragionata nella parte centrale, vivacizzata da rallentamenti e ripartenze. When Angels Die e la titletrack sono episodi molto duri e pesanti, che esaltano l'operato del drummer Marquis Marky e presentano delle linee marmoree contrapposte alle consuete schegge rapide. Ancora una volta é presente un solo melodico, molto bello spesso ci troveremo a constatare. Molto piacevole é l'intro acustica che fa da preludio a Nosferatu, pezzo strumentale che si basa su riff sanguinari e sull'ennesimo assolo fiammante, che scocca subito e si protrae per oltre un minuto, cedendo poi il passo ad un'eccitante serie di cambi di tempo. Un secondo assolo melodico sfocia poi in una serie di scale vertiginose, a sublimazione di un brano strepitoso che, da solo, potrebbe meritare l'acquisto dell'opera. Suicide Command é, invece, una scarica impazzita di adrenalina a velocità siderale, scritta apposta per far scuotere le teste ossessivamente, senza respiro: una dimostrazione autentica di forza, una sfuriata con tutti i crismi del caso, ma anche uno specchio del grande songwriting di questa band: le evoluzioni chitarristiche e le vigorose bordate ritmiche sono curate, avvolgenti, trascinanti, e ne fanno probabilmente il miglior pezzo del lotto.
La velocità esecutiva si fa notevole in coincidenza di un rifferrama spigoloso e di una sezione solista dai toni spesso concitati ma con proprompenti aperture melodiche; é tuttavia un thrash più originale, personale e strutturato rispetto al tupa tupa consueto di estrazione californiana, ma anche più freddo e teutonico nelle tinteggiature. Per quanto siano duri, quadrati, massicci, i Coroner sanno ben destreggiarsi anche con piccole dosi di melodia, concesse con sapiente oculatezza nel corso del platter: la stessa gamma di riff ivi contenuta risulta vasta e terribilmente efficace, fottutamente abrasiva, ma ciò che più colpisce é la semplicità con la quale vengono innescate queste micce, dall'impatto killer. Lo stile appare compatto ed omogeneo, grezzo ma non per questo ignorante: cupo, certo, molto arido nella sua opera di tartassamento sonoro, ma abbastanza evoluto da concedersi qualche stratificazione più spiccata. Va detto che nella parte conclusiva il disco pare aver già giocato le proprie carte migliori e si rischia di dilungarsi troppo; eppure c'é ancora il tempo di godere appieno per l'assolo succulento di Fried Alive, fluido e prolungato, o per il testardo incaponimento ritmico ed il chorus anthemico di Totentanz, tipicamente thrashy e old school. Un disco, dunque, che non può mancare nella cultura generale di un vero appassionato di thrash, un'opera che mostra i primi vagiti di una band che compirà in seguito passi da gigante e meriterebbe un credito maggiore.
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Per me Ron è stato sempre perfetto per la band |
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@Legalised, neanche a me piace in particolar modo e ci fosse stata un\'altra voce anche per me sarebbe stato meglio. Però in quel contesto, non mi urta più di tanto |
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Per ora possiedo 2 dischi perchè li ho scoperti da poco......grazie a voi e alle vostre recensioni ho scoperto una superband.
rimedierò appena posso comprando anche questo e i rimanenti!!!!!! |
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@ Rob io invece l\'ho sempre considerata il loro punto debole, con un cantante migliore i loro album sarebbero ancora più validi e avrebbero avuto più successo commerciale. Lo stesso penso anche per i vektor ad esempio. Due grandi gruppi comunque |
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Un album forse ancora acerbo rispetto a quello che verrà, ma più che valido. Quello che mi ha impressionato di più è il lavoro di chitarra: così...clsssico. Nosferatu è veramente magnifica. Come scriveva tanto tempo fa @ASD la voce è ostica, ma inserita in questo contesto non disturba. 75 |
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Imbeccato da alcuni commenti, sto scoprendo i CORONER partendo dall'inizio. Ascoltato un po' di volte direi che la recensione è ineccepibile. Mi ricordano dei DESTRUCTION meno "distruttivi" ma molto + bravi. Penso li abbia penalizzati il fatto di essere svizzeri, e, almeno in questo primo lavoro, il fatto che il cantato, pur non sgradevole x il genere, come evidenziato da rece e alcuni commenti pecchi di canzoni che si ricordino, tipo troppo mono-nota. In questo, i DESTRUCTION almeno in principio, erano migliori. Mi piacciono molto invece la personalità, i riff micidiali, e ovviamente la parte solista coadiuvata da talento e uno stile originale, e da una genuina passione x il Thrash Metal. Negli intros non Thrash, tutti differenti ma in armonia con l'insieme, si sente che non si ha a che fare con degli sprovveduti, ma con gente che avrebbe potuto veramente suonare di tutto. L'intro iniziale dà proprio l'aria del cimitero raffigurato; fin dai SABBATH, ma anche prima, il macabro esercita un certo fascino, soprattutto da giovani. Ripeto, alla luce del fatto che fecero ancora meglio, meritavano senz'altro una maggiore visibilità, ma bisogna dire che nel 1987 c'era in campo una concorrenza senza pari. |
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Noia mortale, come tutti quei gruppi tecno thrash, velocità, tecnica, assoli che non dicono niente, voce piatta... noia noia noia |
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Grande debutto per una delle migliori thrash bands di sempre! Da qui in poi per me hanno sfornato solo capolavori. Qua magari manca ancora un po' di raffinatezza (come è anche naturale che accada agli esordi), ma R.i.p. è già un prodotto Coroner al 100%. La celeberrima Reborn Through Hate, ma anche Fried Alive, Totentanz, la title-track bastano a giustificarne l'ascolto. Voto 85 |
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dischi come questo e gruppi come Coroner, Voivod.. non si possono commentare. Solo ascoltare in silenzio. il resto è inutile. |
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Grande esordio di una band straordinaria, che meritava molto di più..Davvero unici, ciao Rik! |
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Dopo ripetute news su alcune riviste italiane dell'epoca e appena si rese disponibile il vinile lo acqustai di getto. Risultato? Entusiasmante !!! bellissimo album di thrash metal. Sono passati 30 anni ma la freschezza compositiva è attualissima. Grandissimi coroner !!! |
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li ho valutati dopo averli senti ti sul tubo e condivisi su FB |
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Vi dico la ma sui 3 oscuri signori svizzeri : 1 R. I .P 7 Gran Bel Debutto 2 Punishment For Decadence 9 Gran bel 2° Album . 3 No More Color 9 L'inizio dell'evoluzione 4 Mental Vortex 9 Il Proseguio 5 Grin 9 gran canto del cigno , precede i SEPULTURA Chaos Ad / Roots. |
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Qualche ascolto x metabolizzarlo ma alla fine bell'album. Gli preferisco mental vortex ma qui direi un 80 |
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Ottimo disco, veramente un capolavoro! Chi sono i pazzi che hanno abbassato la media sul voto!?!?!? 90!!!!!!! |
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Questo dopo Mental Vortex è il secondo disco che ascolto dei Coroner, e devo dire che mi piace di più, è strepitoso. Sanno suonare da Dio e non sono scontati. Mi sto letteralmente innamorando di loro. |
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Scuse accettate, buona permanenza! |
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scusa khaine, sono nuovo del sito |
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Caro blackie, dato che non mi piacciono i multinick (soprattutto se creati per trollare e provocare) prenditi pure il tempo di riscrivere i commenti in modo civile. |
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73 a R.I.P. ? A R.I.P dei leggendari Coroner? Signori miei, vi giudico ufficialmente più ubriachi e partiti del sottoscritto medesimo in questo istante. E' tutta la sera che ascoltiamo questi capolavori, e rendono a meraviglia. Tornate ad ascoltarvi i Korn, Trivium, Avenged e merda simile credendovi fighi.... |
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E' vero che necessita di alcuni ascolti per essere assimilato, ma questo debutto dei Cornoner conteneva già idee molto interessanti, secondo me esternate con un'interpretazione che ha reso ben riconoscibile questa band. Quando uscì il secondo lavoro "Punishment for decadence" lo acquistai subito e fui abbondantemente ripagato della fiducia riposta: è l'album che preferisco dei Coroner, oltre a ritenerlo un classico del thrash europeo di quel periodo. Lo stile andava evolvendosi, pur restando comunque fedele alle origini. Brani come Absorbed, Masked Jakal e Arc-Lite sono quelli che preferisco... Meriterebbe, al pari di quelli già presenti, una recensione. |
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Bravo Rino, anche il debut dei Coroner merita di essere rispolverato. Ovvio, è quello più vicino come sonorità ai Celtic Forst, ma l'uso della voce di Ron mi conquistò subito, più 'fisica' e thrashy rispetto alle traettorie più dark ( soprattutto da 'To Mega ' in poi ) dei Celtic. C'è da dire che poi i Coroner, per quello che mi riguarda, superarono abbondantemente i Celtic sia come tecnica che come songwriting. 'No More Color' è un di quei dischi davvero innovativi per la heavy music. Purtroppo anche oggi in un'epoca di ristampe de luxe i Coroner sono tagliati fuori, ma alcuni loro lavori, ripeto, sono da mettere in aperta contesa con le cose più significanti dei Voivod sulla strada dell'innovazione |
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Ho un rapporto particolare con questo platter (di cui conservo con amore il vinile), lo acquistai a scatola chiusa, sicuro che dai "rodies" dei Celtic Frost qualcosa di buono doveva uscire, e ne ebbi ragione. Pezzi come "Fried Alive" o "Reborn Through Hate" sono pietre miliari del genere, anzi forse proprio loro diedero vita al subgenere techical-thrash. Per me da 90 |
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In generale non amo il thrash (meglio non dica cosa penso dei Big 4). Ho ascoltato questo album , incuriosito dagli elogi che ho letto sulla band. Con gradevolissima sorpresa devo dire che ho scoperto un autentico capolavoro! Metal estremamente veloce e tecnico, dal sapore "old school". Strumentalmente impeccabile. Alcune cose che possono renderlo ostico: il timbro vocale di Ron Royce, secco , asciutto, quasi una primordiale death voice, potrebbe non piacere a tutti (non è il mio caso). L'unico vero difetto è la registrazione in studio in fase di produzione, sottotono, che mina un pò l'ascolto e che costringe a "tendere l'orecchio" al massimo per cogliere tutte le sfumature.Album comunque consigliatissimo, che necessita di alcuni ascolti per essere assimilato. Interessante la scielta di spezzare il ritmo solo con delle brevi intro, poste in maniera quasi strategica. |
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Seguite il consiglio del vecchio Lights of Iron e recuperate tutti gli album dei Coroner. La band Thrash più sottovalutata di sempre (e ce ne sono state a palate, di band sottovalutate in ambito thrash!), assolutamente da riscoprire. |
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fate immediatamente vostri i seguenti CAPOLAVORI: No More Color, Mental Vortex, Grin, e poi sempre in ambito Technical thrash metal i seguenti CAPOLAVORI dei: Spastic Ink - "Ink Complete 1997", "Ink Compatible 2004" e i MAESTRI: Watchtower - "Energetic Disassembly 1985", "Control and Resistance 1989" Capolavori con la C maiuscola album MONUMENTALI |
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riascoltando pezzi dei primi 3 ne ho trovati alcuni niente male, magari approfondirò, ma bisogna considerare che questo genere lo ascolto da parecchi anni, certe cose mi hanno anche stufato un po'.... |
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11simo comandamento "non nominare il nome dei CORONER in vano, unici nel loro genere Technical thrash metal di classe" @ LAMBRUSCORE convertiti finché sei in tempo!!!!!!!!!!!!!!!! |
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per me il migliore del gruppo, qualcuno ha detto 95? 95 e uno... 95 e 2... aggiudicato il 95. |
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x ulvolc: io hip hop?, è più facile HIC HIC..... |
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Lambruscore = 2 orecchie rubate all'Hip Hop. |
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Ma non si puo' dire che i Coroner siano scarsi ma daaaaiii!!!!ma come cazzo state???i dischi dei Coroner sono la scuola della composizione!!!io do' 90 a sto gran discone!!! |
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Reborn Through Hate (live) che goduria una scarica di adrenalina Aaarrghhh!!!! |
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Finalmente!! Attendevo trepidante la recensione di questo capolavoro!! Grazie Rino per questa bellissima recensione! |
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@LAMBRUSCORE, sono l'unico che ritiene questo gruppo scarso? SI. |
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Mamma mia che capolavoro l'esordio dei Coroner, una delle band migliori della vecchia Europa... |
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sono l'unico che ritiene questo gruppo scarso? non certo come strumentisti, ma per me bisogna saper scrivere pezzi che rimangono in testa e i coroner non ne hanno mai scritto uno.... |
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Adoro i Coroner ma R.I.P. non mi ha mai fatto impazzire più di tanto. Da parte mia è un 70 |
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band di altissimo livello, putroppo molto spesso sottovalutata.. |
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Very fuckin' neoclassiccal thrash! Ci troviamo davanti al miglior chitarrista trash a mio avviso..... |
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Concordo con Undercover sul fatto che tutti i dischi dei Coroner siano capolavori in serie, poi sul discorso voti siamo sempre lì: questi sono dischi da avere, punto . non so quanti gruppi nel giro di 5 album abbiano rivoltato come un calzino il thrash senza passi falsi, i Coroner l'hanno fatto. Questo ha forse il difetto di essere un po' acerbo, ma siamo su livelli che oggi tanti gruppi (anche storici) si sognano |
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3
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Disco seminale di straordinaria bellezza, ma sono di parte visto che stravedo per i Coroner! |
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Scendere sotto i 90 per i Coroner a mio avviso è praticamente impossibile, sono una di quelle band che non ha composto dischi ma capolavori in serie e questo n'è la base portante, il voto per il sottoscritto proprio perché è il primorde rimane fisso su quelle due cifre, dopo ci sarà anche di meglio ma si parla di livelli stratosferici. |
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1
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Divino un capolavoro pazzesco da riscoprire |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Reborn Through Hate 3. When Angels Die 4. Intro (Nosferatu) 5. Nosferatu 6. Suicide Command 7. R.I.P 8. Coma 9. Fried Alive 10. Intro (Totentanz) 11. Totentanz 12. Outro
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Line Up
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Ron Royce (voce, basso) Tommy T. Baron (chitarra) Marquis Marky (batteria)
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RECENSIONI |
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