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21/12/24
GORY BLISTER + AYDRA
RCCB INIT, VIA DOMENICO CUCCHIARI 28 - ROMA
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Il 2010 è stato un anno significativo per il prog metal: anche se non vi sono state tantissime uscite da parte di grandi band (e, quando ciò è avvenuto, in certi casi, ha portato ad autentiche delusioni, come nel caso dei Pain of Salvation), vi sono stati invece parecchi debutti molto interessanti, con punte di assoluto valore rappresentate dagli album d'esordio di band come Tetrafusion, Utopia, Terminal, Echoes e Hookah the Fuzz, per citarne alcune. Tra queste eccellenze, meritano di essere senz'altro ricompresi anche gli Haken, i quali, per la verità, hanno anzi preceduto le uscite ora menzionate, visto che il loro album è già stato pubblicato alcuni mesi fa: anche se con un po'di ritardo, non possiamo fare assolutamente a meno tuttavia di dedicare il giusto spazio a questo splendido lavoro, che peraltro non sembra aver finora raccolto il successo che avrebbe senz'altro meritato.
Gli Haken sono una band britannica che prima d'ora si era fatta conoscere solo per un demo del 2008; va ricordato però che alcuni membri del gruppo hanno già qualche esperienza in altre band: in particolare, il chitarrista Richard Henshall ed il bassista Tom MacLean provengono dai To-Mera, mentre l'altro chitarrista Charlie Griffiths è già in forza ai Linear Sphere; insieme a loro, completano la line-up il cantante Ross Jennings, il batterista Ray Hearne ed il tastierista Diego Tejeida. A prescindere comunque da quale sia il valore del loro background, diciamo la verità, nulla lasciava presagire che questi musicisti avrebbero tirato fuori qualcosa di eccezionale, perlomeno in tempi così brevi. Invece, quest'anno, ecco il loro album di debutto, intitolato Aquarius e c'è davvero da rimanere a bocca aperta.
Stiamo parlando infatti di un disco straordinario, geniale, un autentico capolavoro, che incanta per la maturità del song-writing, per la sua ricchezza espressiva e per la sua inventiva. L'album è composto da sette tracce (per un totale di 73 minuti), tutte alquanto lunghe (la più breve è di quasi sette minuti), con il picco raggiunto dalla conclusiva Celestial Elixir di diciassette minuti. Tale prolissità non è tuttavia assolutamente fine a sè stessa: gli Haken realizzano infatti dei brani dalla struttura molto aperta, dove fanno confluire un numero indefinibile di sentimenti, umori e suggestioni, che trovano espressione nelle forme e nei modi più disparati. Ogni brano si presenta come un fluire di emozioni, un susseguirsi di sensazioni in continuo movimento, quasi seguendo il filo sottile di una trama che si sviluppa e si articola in una miriade di espressioni sonore che si confondono, si mescolano e quindi si ricompongono in un mosaico sempre nuovo, evocando forme e dimensioni via via diverse. La band si dimostra altresì abile nell'elaborare e sperimentare diversi linguaggi sonori, che vanno a toccare generi assai vari. Le principali influenze degli Haken provengono infatti certamente dalla tradizione prog: in tal senso, anzi, sorprende come la band sia riuscita a creare uno stile fresco e personale, facendovi confluire ispirazioni settantiane (Genesis, Yes, ma anche i Queen più stravaganti e sperimentali), la raffinatezza e l'eleganza del neo-prog (IQ, Pallas), nonchè le diverse derivazioni del prog metal anni '90 (Dream Theater, Liquid Tension Experiment, Pain of Salvation). Le loro influenze però sono molto amplie e molteplici: gli Haken danno dimostrazione della loro genialità proprio per il modo in cui riescono ad essere imprevedibili, intercalando inserti jazz, death metal (con tanto di cantato estremo), funky, country, sinfonici, persino motivetti divertenti che non sfigurerebbero in sketch comici alla Monty Python o come colonne sonore per cartoni animati. Tra l'altro, la band fa un ampio utilizzo di timbri ed effetti sonori, alcuni tutto sommato abbastanza comuni (organo, hammond, organo a canne) insieme ad altri alquanto inconsueti, inserendo passaggi totalmente imprevedibili che richiamano il suono di arpe, banjo, xilofoni, theremin, strumenti a fiato e così via. Eccezionale, perciò, in tal senso, il lavoro di Tejeida, coadiuvato anche da Henshall alle tastiere. Insomma, si tratta di un disco davvero creativo e ricco di fantasia. D'altronde, gli Haken avvertono l'ascoltatore fin dall'inizio circa le loro intenzioni: la prima traccia del disco, infatti, The Point of no return, comincia in maniera tutt'altro che classica, partendo come se ci si trovasse già in mezzo al brano, come se si entrasse in un momento qualsiasi di una traccia già iniziata. Dopodichè la band si sbizzarrisce, tanto che nella stesso brano è possibile ascoltare praticamente di tutto: riffs duri, trame pianistiche, growl vocals (che ritroviamo occasionalmente qui e nella successiva Streams), ritmi sincopati, passaggi jazz, assoli emozionanti e di grande spessore tecnico, motivetti allegri e briosi, nonchè un bell'esempio del ricco campionario di timbri che la band è in grado di imbastire.
Superfluo soffermarsi sul track by track: dovrebbe essere ormai chiaro, a questo punto, che ogni brano è un piccolo capolavoro; forse si dilunga un po' troppo un pezzo come Sun, che, in effetti, in fin dei conti, altro non è che una ballata, benchè la band riesca ad arricchirla alla sua maniera con diversi spunti, amplificando l'aspetto melodico ed atmosferico. Per il resto, si tratta comunque di autentici gioiellini, che culminano in Celestial Elixir, capolavoro nel capolavoro, un brano d'inarrivabile bellezza, che merita un posto d'onore nel cuore di ogni amante del prog.
Un must assoluto, da avere per forza.
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32
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Me lo sto riascoltando prima di pranzo..... Mbé c'è poco da dire che non sia già stato detto....... Disco capolavoro.....suonato da paura ed emozionante fino alla conclusione.....e che conclusione!!
Voto 92. Ossequi! |
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Ma questo cd qualcuno lo ha originale? Io lo sto cercando da tempo ma non lo trovo da nessuna parte,anche il mio negoziante dice che è introvabile,ho trovato solo un tipo su ebay che lo vende usato a 100€, follia pura! Ma possibile che sia già fuori circolazione anche se è uscito solo nel 2010???? |
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30
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Dopo diversi mesi di ascolti alzo il voto a 93: capolavoro assoluto del genere, un album che ho amato come pochi negli ultimi anni. The Point Of No Return, Streams, Aquarium e Celestial Elixir sono autentiche poesie in musica. Bellissima la tanto bistrattata voce di Jennings, che perfettamente si amalgama al sound della band: non riuscirei a pensare ad un singer più adatto di lui per questa band. Disco favoloso, punto. |
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Album clamoroso, eccezionale, tanta qualitá musicale e melodie fantastiche, bella recensione, e non so come fanno a non piacervi i pezzi vocali in growl, secondo me stanno benissimo nell'album e la prima volta che li ho sentiti mi hanno spiazzato completamente, anche perche negli album seguenti non si trovano piu. |
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28
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Veramente ma veramente un album stupendo: molto melodico, suonato bene, prodotto altrettanto bene, bellissime canzoni e melodie vocali tra le più belle ed efficaci che abbia sentito ultimamente. Sicuramente un pochino derivativo in alcuni punti ma lo trovo normale, e poi non si può non tener conto che si tratta di un esordio. Voto 88 |
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27
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Ascoltate le prime 2 canzoni (oltre ai due album successivi) e subito ordinato... |
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Acerbo e molto dreamtheateriano, ma un bel debutto, che mostra già tratti molto caratteristici. Band validissima! I growl mi hanno fatto paura, non me li aspettavo ahahaha |
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Un debutto col botto. Come Zaq dice sotto, unica nota negativa è il growl nelle prime due canzoni, che sembra buttato lì "giusto per". Comunque gran disco. Voto 90. |
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Cioè, signori, ma che pezzo è Celestial Elixir, una suite incredibile, così si suona/compone su Marte Evviva! |
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Celestial Elixir è fantastica. Un brano che da solo può far capire quanto questa band vale. Dal mio punto di vista, unica nota negativa del loro debutto è il growl nei primi due brani. L'ho trovato fuori luogo, proprio non c'azzecca con il loro stile. Infatti poi è sparito negli album successivi! |
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UTOPIA,,, oltre a essere un gruppo musicale ..... e' il titolo dell'album dei Distorted Harmony da me citato sotto,,,, e pure era cosi' chiaro,,,, @ Giammarco ma come leggi? |
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@gianmarco: gli Utopia a cui si fa riferimento sono un gruppo romano che nel 2010 pubblicò un disco molto bello dal titolo "Ice and knives" |
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19
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Finalmente qulcosa di nuovo... ottimo album fuori da tutta la massa.... per i pain of salvation che citi nelle prime rige della tua recensione volevo dire che i cambiamenti vanno sempre considerati positivi soprattutto da chi suona Progressive metal senza "copiare". insieme ai DISTORTED HARMONY band israeliana con l'album UTOPIA uscito nel 2012 sono personalmente una ventata di aria fresca.... |
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18
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uno dei migliori debut album degli ultimi anni ! |
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arrivato ieri assieme al fratello minore "Visions" |
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Li sto scoprendo ora... interessanti, da ascoltare molte volte per capirlo bene . |
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Assieme a Bilateral dei Leprous, uno dei miei album preferiti: 99, naturalmente. |
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ormai l'ho letteralmente consumato, immenso. "The Point Of No Return" poi è una canzone splendida |
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Disco che cresce notevolmente con gli ascolti. |
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L'ultima riga della recensione è perfetta,questo è proprio un disco da avere. Il mio voto 95. |
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11
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lo ascolterò, voglio vedere se super RIPPLES degli ASPERA |
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10
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Album davverro eccelso in tutto e per tutto, forse come dicono molto il Growl è un po stonato, se propio possiamo accostarli a qualcuno direi più vicino al prog di matrice DT a me la voce mi ricorda LaBrie non mi sparate, comunque secondo me è un capolavoro del prog |
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9
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OK. Alla fine della seconda traccia, gli occhi mi si sono illuminati. Provvederò a procacciarmi questo disco. Ottima recensione, davvero invogliante! Strano perché in genere sono molto scettico nei confronti dei toni oltremodo entusiastici. Eppure trovo che fare prog oggi possa, e soprattutto debba, essere anche questo: canzoni concrete, non 5 minuti di idee diluite con virtuosismi e passaggi ridondanti per portare il tutto a 11 (non ho capito perché pensate proprio ai Dream Theater! XD); sperimentazione e commistione fra generi diversi. Questo è davvero ottimo progressive (d'altronde parla British!), se vogliamo un po' aristocratico, che coglie lo spirito degli Yes, ma anche la "follia" dei King Crimson, restando però attaccati all'era in cui è concepito, evitando così l'anacronismo. Tornerò a commentare l'intero disco, per ora resto fremente!!! P.S.: Il progressive dei Pain Of Salvation (che non difendo solo perché sono, schifosamente, la mia band preferita ma perché qualitativamente hanno molto da insegnare) è da sempre molto più concettuale e sostanziale, anzicché solo meramente formale; uno spingersi sempre alla ricerca del limite stilistico e contenutistico, a volte andando agli antipodi di dove ce li si aspetterebbe (vedi Road Salt One) ma non per questo perdendo un'oncia della classe e dell'ispirazione che, di nuovo, da sempre li caratterizza. |
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8
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Grazie a tutti per i complimenti, gentilissimi! @jappy: ma dove vivo...figurati se non lo so, la maggior parte dei nomi che citi li ho recensiti io stesso...però più o meno quelli sono, rispetto all'anno scorso c'è stato qualcosina in meno quest'anno mi pare...cmq, come dici anche tu, non stiamo qua a discutere di quantità, non credo sia questo l'aspetto di primaria importanza |
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7
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Gran bella racensione. Da fan del prog metal (Dream Theater e Symphony X in particolare) mi procurerò questo album di sicuro. |
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6
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Scusa Elio solo un appunto, non prenderla a male.. ma dove vivi? non sono uscuiti molti album di grandi gruppi nel panorama prog? Vanden Plas, transatlantic, james laBrie, mekong delta, star one, spock's beard ( e tanti altri..), certo sul valore musicale possiamo discuterne, anche sul valore intrinseco del nuovo percorso dei Pain of Salvation....però sicuramente questo 2010 è stato un anno denso di uscite prog rock e metal, per il resto gran bella recensione! |
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@Arakness grz del consiglio,aquarium è stupenda e grz ad elio per la recensione |
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Bell' album, il primo brano Molto Genesis...poi iniziano a spiazzare e a spaziare di +.,..siamo cmq alle prese con musicisti ke sono in grado di suonare di tutto.......l'ultimo brano di 17 min è decisamente troppo prolisso, e quel ritornello ..,ripetuto troppe volte ..stanca.!!...si poteva spuntare a 13 minuti è sarebbe stata perfetta come song....cmq a parte questo Bravi!!!!!!! |
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3
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Disco interessante e di ottimo livello, ma le parti cantate in growl sono davvero indigeste almeno per me. |
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ho incominciato ad ascoltarlo dopo aver letto la recensione stupenda...davvero magnifico, non ho parole, grazie per averlo recensito, altrimenti non lo avrei mai scoperto |
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Mi fa piacere che ti sia piaciuto. La mia insistenza è servita a qualcosa Scherzi a parte, signori questo è un CAPOLAVORO! Io difficilmente mi sbilancio, e/o mi faccio impressionare. Ma questo lavoro è a dir poco entusiasmante: senza voler scomodare i soliti nomi, siamo a livelli stratosferici. io vi consiglio la title-track... è un manifesto!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Point of No Return 2. Streams 3. Aquarium 4. Eternal Rain 5. Drowning In the Flood 6. Sun 7. Celestial Elixir
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Line Up
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Ross Jennings (vocals) Richard ''Hen'' Henshall (guitar,keyboards) Charlie Griffiths (guitar) Tom Maclean (bass) Diego Tejeida (keyboards) Ray Hearne (drums) Link e Contatti:Haken @MySpace
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