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07/02/25
𝗪𝗘 𝗙𝗨𝗖𝗞𝗜𝗡\' 𝗚𝗥𝗔𝗩𝗘 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗬 (day 1)
SLAUGHTER CLUB, VIA ANGELO TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)
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Cold Empire - From the Ashes of the Empire
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( 2943 letture )
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Solo a carattere ironico: se dovessimo ipotizzare ai barlumi separatisti/indipendentisti di alcune regioni italiane degli ultimi anni, (leggasi Trentino Alto-Adige e Sardegna), potremmo simpaticamente pensare che, almeno in campo del black metal, queste regioni hanno oggettivamente dimostrato la loro differenza totale con il resto della scena italiana. La famosa scena del Trentino (nata da pochi anni) aveva tirato fuori alfieri quali Tenebrae in Perpetuum, Lorn, Beatrik e altre realtà minori. La scena sarda, invece, si è imposta nel mondo del black metal solo di recente ma ha saputo estrapolare degli ottimi esempi, anche competitivi col resto del mondo: primi fra tutti gli Urna (autori di uno dei capolavori più esemplari di black-funeral doom degli ultimi anni: Iter ad Lucem), seguiti dagli Arcana Coelestia, realizzatori di un manieristico esempio in stile Alcest, che però -se paragonato alla tempistica italiana- mantiene ancora qualcosa di "originale".
Quindi il mio entusiasmo era su alti livelli, quando mi sono approcciato ad ascoltare i cagliaritani Cold Empire. Diciamo che le mie aspettative sono state subito capovolte appena mi sono reso conto di trovarmi di fronte ad un blackmetal di gusto mardukesco e dark-funeraliano. Niente di nuovo quindi... I nostri si limitano a ripetere la lezione svedese di una quindicina di anni fa, aggiungendo ogni tanto qualche soluzione en dèfilé in stile Naglfar ed ogni tanto in stile Taake (soprattutto negli attimi più malinconici ed epici). La registrazione è ancora troppo schiava dell'amatorialità del prodotto, tanto che le parti in blast-beat e riff più ferali fischiano e vengono distorte dalla sovrapposizione delle tracce (ossia i banchi sonori). Wasteland nonostante questo classico "effetto cuffia", e nonostante la mediocre qualità di registrazione, si rende in grado di mostrare i lati più melodici (di tributo ad Opus Nocturne). I nostri però sembrano arrancare: in accelerazione la batteria sembra entrare sempre in ritardo e nel bel mezzo del riff la chitarra sembra sempre arrivare prima della sezione ritmica. Ed ecco che allora si torna sempre sulla diatriba "qualità vs sentimento". Mi pare di non dire una castroneria quando affermo che esistono una valanga di demo che, pur essendo amatoriali e "promozionali", posseggono una qualità audio invidiabile. Nocturnal Sea parte molto bene; le sovrapposizioni vocali e la "nebulosità" dei riff, richiama alla mente i momenti furiosi di Nattestid ser porten vid II; poi però i connotati tornano sul lato più svedese del blackmetal incontrando i soliti cliché del genere (i quali possono essere un limite, come allo stesso modo sono segno di modello stilistico). I tempi lunghi delle canzoni (7 minuti per dei brani di stampo "swedish" è tantissimo) e il registro sempre uguale dello screaming di Misanthrone, non facilitano la digestione di questo From the Ashes of Empire. Molti riff si ripetono nel corso del brano (e qui dovrebbe esserci il modello stilistico), e se sommati alla qualità di registrazione (e qui dovrebbe esserci il feeling), ne esce fuori un'equazione di dubbia soluzione.... La tiratissima Toward the Eternal Silence (chiaramente influenzata dai Setherial), si mantiene su toni standard senza mostrare picchi qualitativi; la più malinconica Of Wood and Tree riesce abilmente a cambiare registro alla fine, tracciando coordinate care ai primissimi Naglfar che diventano poi citazioni dei lati più lenti e progressivi dei Taake dell'ultim'ora. L'influenza dei primi lavori della band norvegese riemergerà nell'ultima Forest of Hate, dove finalmente la batteria è in grado di fornire mostrare attimi di pausa, facendo uscire in primo piano i riff principali; ma purtroppo i blast-beat incappano in quel problema che ho espresso sopra... Degna di nota però è la conclusione tragica (in senso buono) dell'album, nella quale si possono ndividuare degli echi di Nattestid ser porten vid VII. Il mio consiglio più smodàto è che i Cold Empire si tolgano di dosso questo "vecchiume", modernizzando sia i suoni sia le scelte stilistiche, variando un po' il cantato e accorciando i brani per una facile assimilazione. Per ora il risultato è mediocre.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Wasteland 2. Nocturnal Sea 3. Toward the Eternal Silence 4. Of Woods and Trees 5. Storms will rise 6. Forest of Hate
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Line Up
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Misanthrone - Vocals, lyrics Valker - Guitars, bass and music
Session member: Leendert Kersbergen - drums
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RECENSIONI |
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