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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Virgin Steele - The Marriage of Heaven and Hell - Part II
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( 7625 letture )
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Nato nel ribollente magma creativo che finirà per produrre cinque capolavori in sei anni, The Marriage of Heaven and Hell Part II sviscera la grandeur sinfonica sprigionata dal massiccio lavoro alle tastiere di David DeFeis, condottiero di una band che mai ha trovato la sua collocazione tra heavy, power e epic metal, che nel 1993 si prese il (discutibile) lusso di far uscire un disco di hard rock à la Whitesnake senza comunque rinnegare la propria anima. Subito dopo venne il primo segnale di overdose creativa, il poderosissimo heavy di The Marriage of Heaven and Hell Part I, di cui questo è prosecuzione immediata. Proprio come nel successore, lo straordinario Invictus, qui troviamo la maggior parte dei classici dei Virgin Steele, con la smagliante forza della giovinezza.
A Symphony of Steele dice già tutto, anzi no: la sinfonia d’acciaio necessita di tutti i suoi movimenti per essere compiuta e artisticamente pregna. Ciò ovviamente non priva questo terremotante up-tempo dello status di capolavoro, grazie ad un sound grezzo e furibondo, ma al contempo profondo nell’esaminare le aperture tastieristiche, e ad una prestazione vocale che lacera l’anima. Non è concesso riposo, perché l’intro sognante di Crown of Glory (“seppellitemi oltre il mare infinito, spargete le mie ceneri al vento, ricordate ciò che ho conquistato nella mia vita, innaffiate la mia pira funeraria con il vino”) si tramuta in un’altra killer song, dove Gilchriest si dimostra batterista di alto livello e DeFeis è un leone indomabile, in grado di travolgere l’ascoltatore con i suoi ruggiti o di sublimarlo con le tonanti trombe da battaglia. Il caos primigenio si fa universo: From Chaos to Creation, strumentale, gioca su salti arditi e opera commistioni che ricordano a tratti i Savatage più epici. Twilight of the Gods trova spunti hard rock (o al massimo pre-NWOBHM: la passione di DeFeis per i Judas Priest è ben nota), ma, ancora scossi dai tumulti iniziali, risulta difficile apprezzarla appieno; di certo è uno dei brani più “guitar-driven”, e dunque un buon modo per apprezzare il suono di Pursino, il quale però dà il meglio nel riff convesso di Rising Unchained. Qui sono più le sensazioni delle melodie, e il passaggio stilistico tra il primo Marriage e Invictus è così ben delineato che dei suoni archetipici di questo album quasi non v’è traccia. Le linee della pseudoballata Transfiguration sono puro genio, e la ridondante lievità dei pattern portanti fa il resto, alternandosi ai più solidi powerchords, per un brano spesso dimenticato anche dai fan più incalliti. Il perché si capisce scorrendo la tracklist del disco: è seguito da non uno, non due, ma tre capolavori. Andiamo con ordine: Prometheus the Fallen One regala stupore nei falsetti lirici e languidi di Defeis, prende poi al fegato con riff agile e scattante come il Ronaldo dei tempi migliori, e travolge con la furia delle accuse al potere divino, grazie ad un coro dotato di ali nere con le quali volare in alto, per infine planare e lasciare terra bruciata alle sue spalle. Emalaith è incredibilmente ancora migliore, grazie soprattutto al paesaggio ansiogeno dipinto da Pursino e alle visioni deliranti del cantante-guida, in grado di abbandonarsi alla furia assassina e subito dopo di esprimere una dolcezza senza tempo (“Emalaith muore da sola nella notte, solo come un bambino mi abbandona”). Nella parte centrale torna, trionfante, il tema del matrimonio tra cielo e inferno, ascoltato per la prima volta in I Will Come For You (prima traccia del primo Marriage), e che costituirà il leitmotiv dell’intera trilogia. Strawgirl, poi, è il sogno che si eterna in magia, la melodia struggente e la gioia del rivedersi offuscata dal male inflitto negli anni. I suoni di Devil/Angel risultano a questo punto come una coltellata, stridii atonali all’inizio e essenza hard rock poi, con melodie purtroppo più di mestiere che di spessore. Ma è solo una flessione momentanea, dato che Unholy Water si adegua senza difficoltà al tema cosmogonico del disco, tra salmodiante nequizia e sconvolgente dolcezza, e Victory Is Mine, altro classico della band, è orgasmo nel trionfo concettuale e sonoro. Chiude il trionfo di The Marriage of Heaven and Hell Revisited, uno di quei temi che ascolterei per giorni senza comprenderlo a fondo nelle sue implicazioni di concetto.
Qualche volta per chiudere una recensione servono mille parole, per spiegare alcuni giudizi o per parlare della band, o chissà per cos’altro. Qui ne bastano pochissime: è un capolavoro, compratelo. Anche perché ora verrà ristampato, e quindi sono finiti i tempi in cui per avere un disco dei Virgin Steele bisognava o rivolgersi a oscuri mailorder di terre lontane, o tentare la sorte su eBay (dove ci sono ancora alcuni pezzi rarissimi). Nel meglio degli anni 90, gli anni -ricordiamolo!- del grunge, del death, del black e del nu, ci sono i Virgin Steele. Ignorateli a vostro rischio e pericolo.
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VOTO LETTORI
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87.43 su 158 voti [
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Altra band band incredibile che ha raccolto meno di quanto seminato... |
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Capolavoro, il trittico Marriage I II e il sucessivo è da paura.
Qui ogni pezzo per me è un capolavoro con Crown of Glory, Emalaith e Victory is mine su tutte. 98. De Feis stratosferico, un leone. |
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Oggi primo giorno libero dopo due settimane di lavoro infernale... Mi sono sparato la prima parte di Marriage stamattina e la seconda appena adesso (ho tirato fuori dalla teca il mio prezioso quadruplo purple vinyl). Che dire: se già Marriage part I è di per sè un capolavoro... La part II (insieme ad Invictus, il mio preferito) è da podio dell'epic metal. In più di 2 ore e un quarto totali di musica... beh pelle d'oca svariate volte. A Symphony of Steele, Forever Will I Roam, il trittico Prometheus/Emalaith/Strawgirl (forse il vero apice di tutto), I Will Come for You, Victory is Mine, Crown of Glory, Self Crucifixion... Indubbiamente tra i vertici del metal degli anni '90 (anzi, del metal e basta). |
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Gli preferisco veramente di pochissimo la prima parte, ma questo non è da meno. Emalaith, Prometheus, Crown Of Glory, Victory Is Mine... sono pezzi che solo un genio come Defeis poteva concepire. 97! |
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20
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Opera magna, a mio parere superiore di un paio di scalini alla parte 1. Alcuni pezzi da pelle d'oca, primo tra tutti Prometheus the fallen one e anche la title track a chiudere questa opera d'arte. |
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Symphony of Steele e Prometheus the Fallen One sono divine, Transfiguration conferma la classe di Pursino. E il capolavoro è dietro l'angolo |
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C'è poco da dire, la migliore metal-band della storia e un Defeis genio assoluto. voto: 98 |
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Il voto lettori non ha il minimo significato, secondo me, nel momento in cui c'è chi si diverte apposta a falsare le valutazioni, introducendo voti alla carlona. @Metallo: per i miei gusti, invece, la maggior parte dei lavori degli anni '90 hanno suoni sgradevoli, e questo è il motivo per cui guardo con interesse ai vari remix. Anche la versione originale di "Imaginations from the other side", per fare un esempio, per me ha suoni inadeguati, anche se so che molti (@Samba in primis) non sono d'accordo. Invece i suoni degli anni '70, nonostante spesso siano vintage, non li trovo così sgradevoli. Purtroppo nella versione rimasterizzata del 2014 dei 2 Marriage, i suoni sono tali e quali alla versione originale (così credo). Per me, ad esempio, "Prometheus the fallen one" in version remixta uscita sul "Magick fire music EP" suona molto meglio dell'originale, e anche della reissue del 2014. |
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PS, anche io mi ero scordato di votare ho provveduto subito a rimediare. |
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@Samba Ahahahah sara' stato proprio il new metal, unito a qualche goccio di troppo,per carita' , possono non piacere, rispetto sempre tutti i gusti, ma qui si e' esagerato, questo e' epic con la E maiuscola. |
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P.s. perlomeno ho arrotondato visto che a quanto pare quando ho commentato la prima volta mi ero scordato di votare |
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Metallo@ voto lettori non allucinante ma imbarazzante, sarà intervenuta a votare gente che ascolta new metal, boh |
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Grandissimo album, uno dei piu'significativi dell'Epic, lo riascolto ogni tanto molto volentieri, voto lettori allucinante, i suoni a mio avviso non e' che non hanno tenuto lo scorrere del tempo e' che sono un po difficili, non immediati, ma chi capisce la portata dei testi e dell'opera tutta sa che valore hanno e sa che il loro valore, significato, espressivita' emozionale-musicale sono enormi e collocano i suoni e i testi di questo capolavoro al di la dello spazio e del tempo nel campo dell'immortalita', in quegli anni i Virgin Steele creavano solo capolavori, mi spiace che non abbiano avuto la giusta ricopensa, avrebbero meritato molto di piu'.Spero che De Feis ci regali un altro album ricolmo di epicita' allo stato puro. |
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11
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Grande album, in particolare trovo fantastiche "Crown of glory", "Prometheus the fallen one" ed "Emalaith": concordo sul 90. Gli unici punti deboli i suoni, che non hanno tenuto molto bene allo scorrere del tempo, e la batteria, molto essenziale e poco prog/dinamica, difetto quest'ultimo che sarà superato nei bellissimi "The House of Atreus". |
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10
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grandissimo capolavoro dell'epic metal 90. |
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Era qualche mese che non mi ascoltavo questo disco ed oggi l'ho rispolverato...che capolavoro! Emalaith credo sia una delle migliori tracce epic mai scritte nella storia! Stupendo! |
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Dimenticavo... „Don't cry for mercy, 'cause you know there will be none, there in your darkness you've been blinded by the sun”: basterebbe questa sola frase cantata a fare del disco un capolavoro. |
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7
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Aaah come ho potuto non commentarlo! Capolavoro immenso, forse superiore alla prima parte (solo perché quest'ultima é un po' troppo lunga) e alla pari con invictus... Stupendo |
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6
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Quando ascoltai questo album la prima volta rimasi totalmente inebetito dall'estasi!!! Ce ne fosse uno di brano, dico uno, che non sia un capolavoro! Canzoni come Unholy Water, Crown of Glory e Emalaith sono di quelle che ti ronzano in testa e ti tonificano lo spirito fino al giorno della morte! |
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Ho sempre amato i Virgin Steele. Quando uscì la prima parte di "Marriage" rimasi ottimamente impressionato, ma se mi avessero detto che il seguito sarebbe stato di tale portata non ci avrei creduto. E invece ho dovuto constatarlo con le mie orecchie: questo album mi ha dato emozioni indimenticabili, ben descritte nella recensione (evidentemente ha fatto lo stesso effetto). Un classico, di cui ricordo anche alcuni brani nel concerto pordenonese (era l'epoca del tour di Invictus). |
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4
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Ottimo disco, che mi ha soddisfatto completamente. |
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Sai, sui voti penso che abbia pesato paradossalmente il mio essere fan risaputo. Ho voluto evitare il votone che hanno nel mio cuore (100 per tutti e due) e fare il critico. se a questo aggiungi che sono abbastanza severo sul "lavoro" (lol) ecco fatto! |
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2
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Oh buon Filippo...ecco che hai messo the marriage pt. II: innanzi tutto bella rece, complimenti e poi che altro dire...capolavoro? Non è abbastanza...disco potente e melodico, lo paragonerei all'autunnoieno di colori e sfumatore ma con un possente velo di tristezza di fondo: canzoni drammatiche ma allo stesso favolose come Emalaith - Strawgirl - Crown of glory - Transfiguration si intrecciano a pezzi potenti quali Symphony of steele - Voctory is mine - Twilight of the gods! Che opra massima, io gli darei piu' di 90 come voto, forse non raggiungerà il 100 poichè la perfezione appartiene ad altri album, ma un 95 lo darei, anche se i numeri contano fino a un certo punto e lasciano spazio all'arte dei Virgin Steele!!! Ora aspetto il marriage I... |
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1
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disco meraviglioso e pieno di sfumature. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A Symphony of Steele 2. Crown of Glory 3. From Chaos to Creation 4. Twilight of the Gods 5. Rising Unchained 6. Transfiguration 7. Prometheus the Fallen One 8. Emalaith 9. Strawgirl 10. Devil/Angel 11. Unholy Water 12. Victory is Mine 13. The Marriage of Heaven and Hell Revisited
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Line Up
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David DeFeis (Vocals, Keyboards) Edward Pursino (Guitar, Bass Guitar) Joey Ayvazian (Drums) Frank Zummo (Drums -track 13) Frank Gilchriest (Drums -track 2, 7, 8)
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