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07/02/25
𝗪𝗘 𝗙𝗨𝗖𝗞𝗜𝗡\' 𝗚𝗥𝗔𝗩𝗘 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗬 (day 1)
SLAUGHTER CLUB, VIA ANGELO TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)
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Doomraiser - Erasing The Remembrance
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( 8044 letture )
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I lost my mind, I want to cry. Another dark, black day. But it’s all right!
Ci sono realtà musicali che nascono e rimangono legate per sempre alla scena underground; solo in questo modo infatti la loro incorruttibile genuinità rimane inalterata nel tempo e, parlando della musica del destino, questo è l'aspetto senza dubbio più autentico ed artigianale che tanto ce la fa amare. Partiti in sordina con l'intento di celebrare ossequiosamente un genere musicale e la sua tradizione oramai ventennale, i Doomraiser sono giunti in questo secondo lavoro a delineare uno stile altamente personale e riconoscibile; un marchio di fabbrica fatto di groove, atmosfere opprimenti, spirito rock'n roll e birra a più non posso.
Dopo un demo nel 2004 seguito dal full-lenght Lord Of Mercy due anni dopo, e soprattutto dopo centinaia di incendiari e rituali concerti in tutta Italia e in giro per l'Europa, abbiamo oggi tra le mani la loro definitiva consacrazione; il loro tempio consacrato al doom. Erasing The Remembrance può essere considerato un vero e proprio manifesto, che abbraccia un canovaccio stilistico molto ampio; dalla matrice stoner/doom tradizionalista si snodano riflussi sludge, e dalle concitate evoluzioni rock'n roll si passa in un batter d’occhio ai momenti più d'atmosfera. Rispetto al passato è da segnalare l'innestarsi di una leggera influenza doom/death rintracciabile specialmente nel lavoro chitarristico, ma anche in alcuni accenni di growling, prima non presenti. Importante è anche il netto miglioramento vocale del cantante Nicola Cynar, che in quest'album sfodera tutto il suo potenziale di voce blues alcoolica riuscendo ad alternare passaggi introspettivi a vocalizzi ferini, il tutto sempre scandito da una interpretazione/immedesimazione perfetta. Il resto della band non è certo da meno, e sfodera una verve compositiva unita ad una potenza esecutiva da brividi. Erasing The Remembrance dopo un breve intro si apre con le apocalittiche note di Another Black Day Under The Dead Sun, dove il pathos a tinte fosche si mischia alla psichedelia per esplodere a più riprese. Ritmiche ben scandite, chitarre epiche e un basso dalle cosmiche pulsazioni ci offrono un pezzo che non dimenticherete facilmente. L’inesorabile cammino di un’anima dal destino segnato sotto un sole nero, ma pur sempre fiera dei propri passi.
Subito dopo la tensione continua a salire con The Raven, brano impostato su una coinvolgente ritmica death’n roll che travolge ogni possibile resistenza da parte dell’ascoltatore; il tutto condito da intermezzi più propriamente doom e soli ispirati, per poi sfociare inaspettatamente nel blues/stoner. C.O.V. (Oblivion) è invece la traccia che più delle altre mostra la sua stretta discendenza dagli intramontabili Black Sabbath; il passaggio da accordi intrisi di neri vapori a cavalcate hard rock up-tempo è preciso e sottolineato dalla performance del bravissimo Nicola. Una doom song che più classica non si può; e quindi assolutamente irresistibile al mio orecchio. Con Vanitas entriamo nella parte più elaborata del sound dei Doomraiser: partiture di flauto, variazioni melodiche nelle chitarre e intermezzi arpeggiati sono soluzioni abbastanza inedite per i nostri, e in più a tratti le partiture sembrano abbandonarsi totalmente al doom/death. Ne viene fuori un pezzo sicuramente d’impatto, ma forse un gradino sotto rispetto al resto dell’ album che, come avrete capito, mantiene per tutta la sua durata altissimi livelli di coinvolgimento. In chiusura Rotten River ribadisce la forza espressiva dei Doomraiser, attraverso una straripante cascata di note sulfuree che portano il cammino intrapreso all’inizio dell’ascolto non ad una sua naturale conclusione, bensì ad una sospensione temporale fatta di note psichedeliche e space rock.
Erasing The Remembrance è un lavoro stilisticamente complesso, profondo nei contenuti e ben curato in ogni aspetto, anche nel lavoro grafico di copertina e nei disegni del booklet, che ben dipingono l’atmosfera generale. Fatelo vostro, il doom italiano raramente partorisce lavori di questo calibro e, nel caso suonassero dalle vostre parti, dovete vederli all’opera sulle assi di un palco; il loro show è un concentrato di alcool, sudore, adrenalina e trascendenza.
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6
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Album preso oggi in un negozio di dischi usati, ma questo era nuovo di zecca ancora con il cellofan .. 15 euro! Grande album, veramente bello. |
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5
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Recensione buona, disco sopravvalutato. |
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4
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ho usato troppe volte "dal mio punto di vista" ))))))))) io e l'italiano proprio d'accordo non andiamo |
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3
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A sto giro mi dilungo un pò se esco fuori dalle righe tranquillamente riportatemi all'ordine . Il mio commento parte dall'album :EPOCALE Il discorso non è solo per la questione musicale, ma anche per una questione di rottura, finalmente un disco Doom italiano che può competer econ l'estero, non me ne voglian i thunderstorm, ma i candlemass esistono già . Un 'Italia scarsamente educata al doom dove nel genere spiccano i soliti nomi ( dal mio punto di vista molto opinabili) che dal mio punto di vista non rappresentano il doom . Suonare questo genere nel nostro paese non è semplice vuoi per cultura vuoi per il modo comunque solare per il quale ci rapportiamo alle cose e non a caso la patria del doom dal mio punto di vita resta la Finlandia e sparo un solo nome che chi ama il genere conosce bene Reverend Bizarre e continua a tirare fuori pezzi da 90 Garden of Worm, I fertility Cult, I wandering Midget . Ecco che in un contesto come quello Finlandese ( oggettivamente freddo) , il disco dei nostri esce forte e vittorioso se non leggessi la provenienza avrei pensato non dico alla Finlandia , il sound lo fa capire , ma azzarderei di un qualche paese di lingua tedesca. Per i doomster che girano su sto sito , sosteniamo le realtà Doom del Sud del mondo loro hanno molto da dire in Italia li abbiamo trovati, ma più in giù ci sono realtà magnifiche i primi che mi vengono in mente sono i LITANY , greci magnifici purtroppo ora fermi per questioni legate al servizio di leva, addirittura l'Australia ha tirato fuori i Rituals of the oak album del 2009 per me ( cosi come i Garden of Worm). In Italia ora li abbiamo , non facciamoli scappare Doomraiser promossi a pieni voti , ora attendo la recensione dei Silent hill. Grazie e scusate la prolissità e l'italiano pessimo Doom or be doomed |
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2
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Italiani? Ultrasupporto! Mo c'ho sonno, domani mi fiondo sul myspace però, nella speranza di nono aver nel frattempo cancellato il ricordo... |
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1
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...supportiamo i gruppi italiani! DOOM ON))) |
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INFORMAZIONI |
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Bloodrock Records/Black Widow Records
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Tracklist
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1. Pachidermic Ritual (Intro) 2. Another Black Day Under The Dead Sun 3. The Raven 4. C.O.V. (Oblivion) 5. Vanitas 6. Head Of the River (Intro) 7. Rotten River Part I: The River Part II: On The First Day Of The New Dark Year For The World 01/01/08
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Line Up
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Nicola “Cynar” (Voce) Drugo (Chitarra) Valerio (Chitarra) Andrea “Bj” Caminiti (Basso) Pinna (Batteria)
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