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Registrato nel 1989 Blood On Ice venne pubblicato solamente nel 1996 dietro la spinta delle incessanti richieste dei fan. Se con Hammerheart la metamorfosi dal black/thrash al viking si era cristallizzata, con Blood On Ice si consacrano i nuovi intenti di Quorthon. L’artista svedese infatti ci propone un’opera che rompe in parte con il sound del passato, ma che mantiene intatte le peculiarità del marchio Bathory.
Blood on Ice è un concept ambientato tra i boschi e le montagne del nord. La storia prende il via, dopo la classica intro, con la title-track aperta dai soliti cori epici. Lo stile del brano è semplicissimo, quasi cadenzato, come se fosse un racconto narrato.
Dallo sterminio di un villaggio parte il racconto e la vendetta del protagonista, unico superstite, che crescerà grazie all’aiuto di un vecchio saggio con un solo occhio. Significativa la frase:
Through the dark deep woods to the mountains towering to the sky The wind carries the quest for revenge and the tale of Blood on Ice
Il fanciullo rimasto solo cresce nella foresta dove impara a conoscere e a convivere con la natura circostante covando la vendetta. Man of Iron è una maestosa ballata che racconta la crescita, la maturazione del giovane, con un testo sincero e incantevole. Il giovane come detto sarà aiutato da un uomo con un solo occhio: One Eyed Old Man è la più diretta e la meno epica del lotto. Il brano narra l’incontro già accennato del ragazzo con il vecchio che lo indirizzerà per la via profetizzando il suo futuro glorioso. Esplicito il riferimento ad Odino.
L’arma che impugna il giovane non è una semplice lama, ma una spada forgiata nel ghiaccio e nel fuoco. The Sword è incentrata sul culto di questa arma bianca per un brano sulla scia del precedente. Con The Stallion il sound torna ad essere solennemente epico, i tempi tornano cadenzati e il cantato non più tirato ma lento e persuasivo. Sul dorso del cavallo cantato nel brano il giovane corre contro la sua vendetta. Chiaro il riferimento a Sleipnir, mitico cavallo di Odino, dotato di otto zampe e capace di cavalcare sia il cielo che le acque.
Nel suo viaggio il giovane incontra tra gli eterni boschi una donna che gli offre il dono della magia in cambio del suo cuore. The Woodwoman narra di questo incontro mistico tra i tronchi e le nevi perenni. Il brano è carico di pathos e presenta una vena epica straordinaria, a tratti quasi commovente. Il saggio con un solo occhio racconta al giovane che per avere una conoscenza maggiore dovrà sacrificare i suoi occhi in un lago perduto e leggendario, dove lui stesso da giovane donò un occhio per acquistare saggezza. E così dopo aver “scambiato” il cuore per le arti magiche tocca agli occhi essere sacrificati nel lago per la conoscenza:
I've thrown my eyes into the lake. So that I will see from within I've throw my eyes into the lake And now when blind I still see
In The Lake il testo è chiarissimo. Ennesimo riferimento alla mitologia da parte di Quorthon che tira in ballo la fonte di Mimir trasformandola in un lago per questa narrazione. Il brano, come il precedente, è pregno di epica che trova la sua massima esaltazione nel chorus da antologia. Forse il picco maggiormente espressivo del disco.
Gods of Thunder of Wind and of a Rain è una cavalcata trascinante ed epica, una preghiera agli dei del Nord che accompagnano il protagonista nel suo tragitto. The Ravens è un brano brevissimo ma piacevole, un omaggio a Hugin e Munin, i corvi di Wotan. E non è una coincidenza il fatto che due corvi accompagnano la vendetta del prescelto.
Infine la vendetta finalmente si compie. Nell’ultimo brano The Revenge of the Blood On Ice, che si riallaccia musicalmente al primo, il nostro “eroe” porta a termine la sua missione vendicandosi della morte dei genitori e dello sterminio del suo villaggio. Oramai libero dal suo destino il giovane lascia questo mondo con la spada stretta nel pugno, convinto che le Valchirie scenderanno a raccogliere il suo corpo per trasportarlo nel Valhalla.
By my Father was told of a hall way above the clouds, Gates open wide for the one who dies with sword in hand
Un’epopea lunga e tragica per un percorso musicale eccelso e ricco di suggestione. Se volete immergervi in un mondo leggendario e tastare il sifnificato della parola “epica” fate vostro questo album…e cavalcherete sul dorso di Sleipnir insieme al signore degli dèi.
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Discone meraviglioso! Epico all\'inverosimile. Ovviamente dietro ai capolavori dei primi anni novanta, ma comunque un altro discone assoluto. Un concept semplice (richiama molto la storia di \"Conan il Barbaro\", nel film dell\'82), accompagnato da dei pezzi epic metal diretti e maestosi, a partire dalla title-track, la ballad \"Man Of Iron\", \"The Stallion\", \"The Woodwoman\", \"The Lake\"... che dire, fatelo vostro se siete amanti del più puro metallo epico!!! |
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Rispolverato stamattina. Non il mio preferito dela fase viking, anzi: forse quello che mi piace meno, anche se nel giudizio devo tenere anche conto della natura del materiale, tenuto nel cassetto in forma probabilmente abbastanza grezza e tirato fuori anni dopo, soprattutto sotto richiesta dei fans. È comunque un concept affascinante e sarebbe stato un vero peccato se pezzi come The Lake fossero rimasti chiusi in un archivio... voto 79 |
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Adesso recensite anche Requiem e Octagon... anche se sono universalmente ritenuti i peggiori album di Quorthon (a me comunque non dispiacciono) |
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Dopo un paio di album non all'altezza dei precedenti Quorthon si riprende regalandoci un concept epico affatto banale che vede in The lake, The stallion, Gods of thunder, The ravens (che melodia raffinata!) e Man of iron i brani più memorabili. 78 |
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Dish oscuro e dall'atmosfera tipicamente raggelante,indieme all'altro album il piu' gelido dei lavori del geniale Quorthon, solo the Whoodwoman e The Lacke sono capolavori stupendi che varrebbero da soli l'acqusto dell'album, la magia epica che sprigiona quest'album e' immensa.voto:97. |
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l'ho riascoltato proprio giorni fa e non cambio idea,insieme(per i miei gusti) ad Hammerhearth,Blood on Ice,e Blood Fire Death,sono la Trinità del Viking,maestria assoluta ed immensa bravura.voto 97. |
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Immmenso,assieme ad Hammerheart è il miglio disco dei Bathory. Voto:96 |
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x Cristiano si tratta della ristampa black mark 2003 |
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Una già avevo in mente di venderla infatti, ma a poco xD Le copertine sono anche leggermente diverse, in una i colori sono più chiari e l'elsa della spada arriva fino al bordo in basso. Pure il CD stesso è diverso... mah saranno edizioni o pubblicazioni diverse! |
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sta cosa è stranissima. Il suono di The Woodwoman va a finire sulla canzone successiva, non c'è il taglio netto tra le canzoni ma sono divise, se voglio ascoltare solo The Lake ci riesco mi raccomando tienitele se ci tieni al collezionismo perché quando i cd hanno particolarità o errori di produzione valgono pure di più! Copertine al contrario, scritte venute male. c'è gente che sarebbe disposta a ciecarsi un occhio per averle |
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No, non me le divide! Il bello è che ho 2 copie originali di quest'album, e in tutte e 2 succede la stessa cosa! |
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Cristiano@ come in un'unica traccia!?!? Nel senso che non stanno una al numero 7 e l'altra all' 8!? Non te le divide il lettore? |
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Grande album, questa è l'epicità! Purtroppo la produzione penalizza di molto alcune canzoni, One Eyed Old Man su tutte (tralasciando il tagliaerba di Man Of Iron) per quanto una produzione non perfetta stia bene con alcuni prodotti. Peccato anche che Blood On Ice riprenda pari pari gli stacchi di batteria di Gates Of Valhalla dei Manowar. Per il resto Man Of Iron, The Woodwoman, The Lake e Gods Of Thunder Of Wind And Of Rain sono pezzi da paura, puramente epici, atmosferici ed evocativi. Ho una domanda: io ho il CD originale, The Woodwoman e The Lake sono unite in un'unica traccia, è normale? |
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La produzione non è il massimo...ma le canzoni son sublimi..bellezza selvaggia e fiera |
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Anzi... l'avevo anche passata in rassegna ma non avevo votato! |
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Flag@ dopo aver notato il tuo intervento sono corso a riparare! Sfortunatamente questa recensione ancora non l'avevo passata in rassegna! Onestamente per i troll farabutti in ascolto... mettetevi una pistola in mezzo alle chiappe e premete il grilletto prima di insozzare questo album che è storia!!! |
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Ecco che i troll organizzati colpiscono ancora... voto lettori 59, fate voi.... |
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bellissimo lavoro........anche se per me BLOOD FIRE DEATH rimane di gran lunga il migliore (nella mia lista uno dei primi 5 dischi di sempre). Quorthon...............genio assoluto |
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Bellissimo disco...i Bathory non smetteranno mai di emozionarmi! Disco piu oscuro e glaciale di Hammerheart... Voto 97 |
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@undercover: borchi non lo conosco, e non lo giudico, parlavo solo della musica, e a me piace molto. Però torniamo a parlare dei bathory |
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Ah beh... io sono uno di quelli che gli spara merda se così si può dire ma parlare di loro sotto i Bathory è come pisciare fuori dal vaso, non infanghiamo la zona Quorton con personaggi infimi come Borchi. |
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@stormlord: quoto, un grandissimo gruppo, sin dal primo disco...è vero gli sparano tutti letame addosso...eh va beh, l'italia è nota per queste cose!! alla prossima amico, metal up!! |
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Ci hai azzeccato amico! Gli Stormlord sono uno dei miei gruppi preferiti, nonostante tutta la merda che molti gli sparano addosso!! |
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ciao stormlord!! Si, strepitoso veramente...ti chiami cosi perchè apprezzi il gruppo di borchi? li ho tutti e ritengo il loro ultimo disco mare nostrum un capolavoro!! ciao mitigo |
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Grande lux chaos!!! Anche per me i Bathory hanno raggiunto l'apice compositivo con questo disco!! The Lake e the woodwoman sono dei capolavori! Voto 98/100 |
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Bellissimo..quello che apprezzo di più di Quorthon!! |
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Ah Ahahah il troll ha colpito anche qui!! |
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Cosa mi tocca leggere! Quorthon non ha mai avuto bisogno di barchette di cartone ne di budget milionari perchè basta il suo genio musicale ad affascinare l'ascoltatore!! Mi sa che te non hai inquadrato bene il personaggio che Quorthon era! |
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@Sambalzalzal: ti correggo, Quorthon: un artista che è mai RIUSCITO AD AVERE budget milionari o palchi con drakkar vikinghe di cartone per impressionare l´opinione musicale....se avesse avito bufget milionari l'avrebbe fatto anche lui...peccato che i suoi dischi li comprassero in 4 e lui li potesse pubblicare solo per la presenza del papi... |
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Quoto Flag of hate!! Un artista che ti cattura con il suo genio, senza tanti fronzoli e foto in mezzo alla foresta vestito da vichingo. Personalmente penso che dei 5 album viking dei Bathory (Blood fire death, Hammerheart, TOFG, Blood on Ice e Nordland) questo sia il meno bello anche se un 90 se lo merita senza dubbio. La title track mi lascia senza fiato ogni santa volta che l'ascolto |
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@Flag Of Hate centrata in pieno la questione! Quorthon: un artista che non ha mai avuto bisogno di budget milionari o palchi con drakkar vikinghe di cartone per impressionare l´opinione musicale! Album come questo valgono a livello di atmosfere e sensazioni 2000 di bands smarionettate dalle big labels! |
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Ottimo album anche se dei Bathory preferisco il Black ! |
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Iperboreo e nordico, nello stile e nel sound. Nn sn un amante del Viking (amo di più l'Epic), ma ricreare qst atmosfere glaciali rende i Bathory fondamentali, e "signori" scandinavi del genere. Meglio i Bathory Viking Metal (pur nn amando il messaggio paganeggiante e anticristiano di fondo) ke qll Black dell'omonimo album, di "The Return..." e di "Under the Signof the Black Mack". |
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Superbo, mai sentito niente di più epico e glorioso. E non importa se la produzione è quella che è, questo disco rade al suolo tutto il Viking/Epic delle nuove generazioni. Della serie 'quando gli allievi NON superano i maestri'. 95/100...e non sono neanche un super fan del genere. |
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Genuino e straordinario esempio di epicità. Ogni volta che lo ascolto mi faccio trasportare in altri mondi, altri tempi... veramente magico. Al cospetto della sua autenticità, tutta la plastica che oggi viene spacciata per viking (Amon Amarth, Turisas...) si scioglie come neve al sole. Una menzione speciale la merita "the Woodwoman", una delle canzoni più belle che abbia mai sentito. 97/100 |
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3
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sto rispolverando l'intera discografia dei Bathory negli ultimi tempi, e Blood On Ice rimane il disco a cui sono più legato. Man of Iron, The Sword e The Woodwoman sono delle perle assolute e fanno ancora impallidire buona parte dei neo-vichinghi |
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Non è mai riuscito a prendermi... boh, si vede che il viking non fa per me |
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L'album piu' epico di tutti i tempi! Bellissimo! |
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