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Occorre scavare nelle profondità della musica norvegese per comprendere e apprezzare fino in fondo l’attuale scena folk metal che tanto sta salendo alla ribalta.
Per questo bisogna cercare di tracciare nella maniera più assoluta un profilo che faccia riferimento ad una di quelle band che intorno alla metà degli anni novanta hanno forzato la scena musicale per prodigarsi e spendere in musica le loro emozioni più oscure e tradizionaliste portando alla luce album di matrice popolare ed introspettiva.
Gli Ulver sono una delle rare e storiche band della scena black/folk scandinava. Una formazione che durante il corso della lungimirante carriera ci ha saputo regalare emozioni intense e capolavori unici. Kveldssanger rientra in questa cerchia di casi. Un album da considerare tecnicamente importante perché segue ed evolve le idee del primo Bergtatt per ramificarsi nella perfezione stilistica del terzo album prima dello split e prima del cambio di rotta musicale.
Uscito dopo Bergtatt e prima di Nattens Madrigal, questo Kveldssanger è il secondo full-lenght degli Ulver e storicamente si pietrifica come la chiave di volta della carriera dei norvegesi che ci propinano un album sincero e maturo, ricercato e silenzioso, oscuro ed ancestrale.
Il suggestivo titolo ne è una chiara dimostrazione: Canti della Sera.
Tredici tracce che scavano a fondo la coscienza umana. Tredici malinconici e quasi tristi pezzi che rompono gli schemi e affondano nel lato ombroso del cuore. Lampi brevi, suoni distinti, voci che si sollevano dal buio della notte e dall’inquietudine dei boschi avvolti dalle tenebre. La luna arde in cielo illuminando il profilo selvaggio di un lupo che da un'altura grida le sua preghiere di vita e di morte. Un canto schietto, genuino e introspettivo che non lascia motivo di descrizioni azzardate e scomposte.
Dolore, Dio e Religione vengono agitati e serrati in un album generato da una gelida foresta norvegese. Partorito in silenzio e in grazia degli dei benigni. Niente riff, niente suoni massicci o pesanti, niente batteria, niente cattiveria, niente rumore.
Un silenzio mistico e drammatico ci accompagna lungo il sentiero notturno di Kveldssanger e le sensazioni antiche e primordiali trapassano le nostre membra e si imprimono nei ricettori bramosi di trepidazioni. Un disco in cui convogliano poesia e tradizione, musica e silenzio, parole ed emozioni.
Un disco che entra dentro, brucia e va via in silenzio, com’era giunto, lasciando un forte retrogusto di malinconia avvolgente.
Un album che a prima vista non ha nulla da spartire con la scena black. Un album di Canti della Sera che in verità si rivela essenza intima e succulenta del black. Un album dall’atmosfera incredibile e dalle melodie uniche. Un album fondamentale per lo sviluppo e la divulgazione della musica scandinava. Poetico.
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VOTO LETTORI
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90.86 su 209 voti [
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29
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*e quello che dice Silvestrin, pardon |
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Incuriosito dal commento di Andrea ho ascoltato la video recensione di Silvestrin e devo dire che mi ha davvero colpito. Molto bella, molto interessante. Però proprio per questo non capisco il tuo commento @Andrea. Silvestrin stesso spiega l\'importanza di questo disco, sia in sé (per la produzione perfetta, il cantato straordinario per un ragazzino, gli arrangiamenti, le tematiche folk etc) sia all\'interno della trilogia black degli Ulver che del black metal in genere. Dice chiaramente che è un disco da avere e che insieme agli altri due costituisce qualcosa di importante per la musica. Tra l\'altro sarei curioso di sapere se c\'è pure la video recensione di Nattens Madrigal dato che dice che con questo raggiungono la perfezione. Mi ha incuriosito perché sinceramente non ho mai apprezzato tanto questo lavoro, e mi prometto di riascoltarlo dato che comunque l\'ho acquistato tempo fa. Quindi non so @Andrea, non vedo una gran differenza di fondo tra quanto si dice qui è quello che dice Silvestrin, a parte il voto, quindi non mi sembra che una sia più oggettiva dell\'altra. Il voto forse è alto ma dipende dal metro di giudizio. Se Silvestrin dopo la sua recensione avesse dato un 98 non mi sarebbe parso strano dato che da quanto dice lui stesso è un disco fondamentale. |
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27
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Se questo disco non facesse parte della Trilogia, non fosse stato registrato dagli Ulver o non facesse parte di quella scena sarebbe passato in sordina anche dopo 30 anni. Io non sto contestando in ogni caso il disco o l\'idea ma il voto del recensore. 98 è assolutamente forviante per la qualità effettiva dell\'album che in generale trovo buona e se avesse avuto un 70 o un 80 non sarei intervenuto ad esprimere il mio parere. La videorecensione di Silvestrin è molto più oggettiva di quella recensita in questo contesto ed il voto è stato 82\\100. |
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26
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Per il fenomeno del penultimo commento,quelli da te citati sono i Third EAR Band.Se vuoi fare il tuttologo assicurati di non commettere nessun errore, altrimenti cade il senso dell'essere tuttologo.
Noi che facciamo ridere possiamo permetterci errori,ma tu no. |
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25
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Si li ho ascoltati e continuo a pensare che non ha niente da invidiare agli artisti da te citati. Semplicemente perchè gli ulver sono una band troppo oltre, che potrebbe suonare qualsiasi genere con risultati eccellenti, e l'hanno dimostrato più volte in carriera, dagli albori black al folk, al synth pop, all'ambient. Poi se consideriamo il fatto che l'autore della recensione lo ha elogiato, i commenti pure e gli oltre 200 voti lettori che lo inseriscono di diritto tra gli album con la media più alta tra tutti i dischi di questo sito penso che la discussione si possa pure concludere qui. Ossequi! |
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24
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98? Premesso che è carino (60 e non più) e nel contesto della trilogia ci sta ma se questo è un capolavoro allora mi chiedo voi espertoni di folk quali album avete preso come riferimento per dare un 98?.
Ma i Tudor Lodge, i Third Eye Band o gli ITALIANI Saint Just e gli Aktuala li avete mai ascoltati? Fate ridere |
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Perché fa parte della trilogia Black degli Ulver. |
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Capolavoro indiscutibile ed indiscusso. Io lo rispolvero ogni volta che inizio un nuovo volume delle Cronache del ghiaccio e del Fuoco di Martin. E' una colonna sonora perfetta. Un'unica domanda: perché tale immenso disco viene spesso inserito nella trilogia black degli Ulver? 95 |
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Uno dei loro album meglio riusciti. Voto: 90 |
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insomma, buona notte!! |
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OSCURO, POETICO, ATAVICO E ANCESTRALE.....IL CANTO DELLA FREDDA NOTTE |
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se è riuscito a piacere alla mia ragazza, che va pazza per tiziano ferro, allora è veramente un capolavoro senza tempo... |
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Come ha fatto notare Skullerud Kveldssanger sono i canti della sera mentre Nattens Madrigal i MADRIGALI (che non sono canti ma componimenti poetici) Notturni. |
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Kveld = sera. Sanger = canti. Come non sopporto chi vuole fare il norvegese a tutti i costi! Comunque non ci sono parole per quest album. |
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ma "canti della sera" è la traduzione di Nattens Madrigal, non di Kveldssanger! Comunque i primi Ulver erano (sigh..) un gruppo a dir poco leggendario, inoltre hanno ispirato numerosi gruppi folk/black (in primis gli Agalloch, e scusate se è poco!) |
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Poetico, magico...meraviglioso |
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Già, solo 98, roba da pazzi...il 99 ci stava tutto. |
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E non gli hai dato 100??? bestia |
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E non gli hai dato 100??? bestia |
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8
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disco bellissimo che acquista maggior valore se contestualizzato della trilogia. Analizzato invece da solo è un'altra cosa. Inutile sottolineare la maestrìa compositiva della band... per me 75 |
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7
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disco IMMENSO....lo sto riascoltando adesso ..un viaggio magico poetico ..che tocca l'anima... |
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stupendo! veramente senza tempo |
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Lo sto riascoltando ora... veramente geniale... gli Ulver sono una band dalle capacità incredeibili, i capolavori che hanno saputo scrivere sono grandiosi! |
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1
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capolavoro senza tempo..il recensore ha fatto benissimo a definirlo ''poetico'' |
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