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29/11/24
KARMA
SANTERIA TOSCANA 31 - MILANO
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Napalm Death - Time Waits For No Slave
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( 6410 letture )
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I Napalm Death, ovvero una delle band più importanti, seminali, ma allo stesso tempo esposte a critiche nel mondo del metal estremo, tornano sulla scena a tre anni di distanza dal molto buono (ma, a mio parere, non eccellente) Smear Campaign.
E lo fanno in una maniera ormai consolidata, senza pensare a soluzioni innovative e sorprendenti, ma con la solita scarica di grindcore/death metal, velocissimo e violento.
Time Waits For No Slave, tredicesimo album in studio della band inglese, si snoda su 14 tracce di media lunghezza (siamo ben lontani ormai dalle micro-canzoni di Scum), per un totale di 50 minuti di violenza musicale secondo canoni ormai ben conosciuti.
Le composizioni del gruppo si basano su una sezione ritmica davvero di spessore, non solo estremamente veloce, ma anche precisa e autrice di alcuni passaggi (tra cui numerosissimi cambi di tempo) tecnicamente degni di nota; si tratta ovviamente per larghi tratti di un aspetto secondario, in quanto quello preponderante è costituito dalla velocità e dall'aggressività della linea vocale, improntata alternativamente su un growl particolare (e non sempre convincente) o su uno scream davvero graffiante e violento, che avrebbe sicuramente meritato un uso largamente maggiore. Fanno la loro comparsa, all'interno delle canzoni, anche brevi sezioni in cui la velocità diminuisce sensibilmente, grazie a cambi introdotti dal già citato ottimo lavoro della sezione ritmica, e in cui le chitarre salgono al ruolo di protagoniste, riuscendo a variare piacevolmente canzoni la cui lunghezza (non eccessiva di per sé, ma sicuramente notevole per del grindcore) rischierebbe di stufare l'ascoltatore. Ne sono esempi canzoni come Life And Limb o l'Opener, mentre altre partono da questa strada per giungere ad una ritmica dalla velocità medio/alta ma con cadenza quasi thrash metal, ottenendo risultati molto interessanti: On The Brink Of Extinction deve molto al suddetto genere, soprattutto nel riffing e nelle sezioni strumentali, che sembrano arrivare direttamente da un incrocio tra la Bay Area e la Germania; è una scelta che meriterebbe maggiore attenzione da parte della band, poiché mentre le canzoni più canoniche si snodano alla fine su metriche e strutture sempre affini, queste (oltre alla citata ve ne sono altre, come Fallacy Dominion) hanno il pregio di risultare fresche e ispirate, oltre a permettere alla band di mettere in mostra le proprie doti tecniche.
In linea di massima il disco scorre via in maniera fluida, tra ottimi pezzi (oltre alle già citate meritano di essere nominate almeno Feeling Redundant e A No-Sided Argument) e altri che, seppur discreti, passano senza lasciare molto. Forse questo Time Waits For No Slave rappresenta un piccolo passo indietro rispetto al precedente, ma a sua volta apre alla band alcune strade che potrebbero portare ad una nuova giovinezza della band.
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12
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Ok, non sarà il loro miglior disco, ma scorre che è un piacere. La produzione è ottima e i brani sono scrityi bene e divertono Un disco un pò fans service, ma ci sta. Ogni tanto ci sta. 80 |
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11
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Nell’attesa del nuovo album ho rispolverato questo qui, era un bel po’ che non l’ascoltavo. Gran bel disco, anche se un gradino sotto l’eccellente Smear Campaign, rispetto al quale però risulta essere anche un filo meno tradizionale. Comunque sempre una gran bella botta, basta già la doppietta Strongarm/Diktat a devastare tutto... Voto 81 |
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10
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Abbadon87@hai ragione da vendere ma il suo post è di 3 anni fa... |
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9
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@Gibbeenti se non ti piace puoi anche dirlo ma modera il linguaggio, ora torna ad ascoltare i Tokio hotel. |
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8
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concordo con Odino....passano gli anni ma spaccano sempre....spaccano sempre il cazzo...si levassero dai coglioni.... |
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7
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Passano gli anni ma spaccano sempre! Grando! Immensi! |
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6
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Disco bellissimo! Tra l'altro molte canzoni sono thrash, e di questo non posso che goderne! Alcune parti quasi in pulito potranno fare storcere il naso ai puristi ma non si può dire che sono brutte canzoni, anzi! Contentissimo di averlo comprato! |
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5
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Grande release con alcune ottime canzoni. A mio avviso i Napalm Death stanno vivendo una fase creativa molto buona considerato che anche il predecessore Smear Compaign mi aveva decisamente impressionato in positivo. |
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4
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Preferisco i precedenti, questo ha alcuni riempitivi di troppo. Comunque, bella mazzata. |
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3
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GRAN DISCO! I NAPALM MI SEMBRANO SEMPRE MOLTO ARRABBIATI.SECONDO ME SONO ANCORA LORO IL SIMBOLO DEL GRIND E "TIME WAITS FOR NO SLAVE" NE E' LA CONFERMA.DEVASTANTI. |
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2
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Ti dirò, è un disco davvero godibile, se considerassi solo il disco in sè, meriterebbe probabilmente anche di più; Nella visione d'insieme della loro discografia, e più in generale del movimento grind, a mio avviso perde qualcosa, ma ce ne fossero di band grind di questo livello ancora in giro. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Strongarm 2. Diktat 3. Work to Rule 4. On the Brink of Extinction 5. Time Waits for No Slave 6. Life and Limb 7. Downbeat Clique 8. Fallacy Dominion 9. Passive Tense 10. Laurency of the Heart 11. Procrastination of the Empty Vessel 12. Feeling Redundant 13. A No-sided Argument 14. De-evolution Ad Nauseum
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Line Up
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Mark "Barney" Greenway - Vocals Mitch Harris - Guitar, Backing Vocals Shane Embury - Bass Danny Herrera - Drums
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