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14/03/25
THUS LOVE
ARCI BELLEZZA, VIA G. BELLEZZA 16/A - MILANO
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Lacrimas Profundere - Songs For The Last View
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( 5085 letture )
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Ascoltando l'intro di questo nuovo capitolo discografico dei tedeschi Lacrimas Profundere verrebbe (malignamente) da pensare che i respiri ed il rumore di cardiogramma piatto in essa contenuti siano lo specchio di una band oramai in affanno e giunta al capolinea della propria vita artistica. Ma facciamo un passo indietro: i Lacrimas, in attività dal 1993, erano dediti ad un Gothic/Doom molto duro e sporco caratterizzato dal cantato growl; dico erano perchè a partire dal loro quinto album (Fall, I Will Follow) i nostri attuarono la classica svolta verso un Gothic Rock molto più snello e leggero, optando per un cantato baritonale. Purtroppo però da questo punto in poi il gruppo, confortato da discreti risultati a livello di vendite, non è mai riuscito a spiccare quel salto qualitativo necessario per emergere in una scena che dall'inizio del nuovo millennio si stava facendo sempre più satura, sfornando album sì personali ma ben adagiati su territori già battuti da gruppi quali The 69 Eyes e HIM.
Si arriva così a questo ottavo album, lavoro su cui gravavano molte aspettative, dettate dalla defezione dietro il microfono del fondatore Christopher Schmidt, ora sostituito da Rob Vitacca. Rob regge bene il confronto, la sua voce è calda e avvolgente e ben si sposa nel contesto, seppur non brilli per interpretazione. La ricetta del disco è semplice: canzoni brevi e lineari in cui un tappeto di chitarre Heavy fa da sostegno a melodie orecchiabili, velate di malinconia e incisi dalla facile presa. Fin qui niente di male -dopotutto è la stessa di gruppi ben più blasonati- ma è nel sound che bisogna andare a ricercare a mio parere il vero fallimento di questo disco: non c'è più la benchè minima traccia delle atmosfere cupe e opprimenti dei precedenti dischi, nè tantomeno di quegli spunti musicali che ne rendevano la fruizione molto gradevole.
Il risultato? Il disco suona terribilmente piatto, costruito ed omologato ed i sussulti che è in grado di regalare si misurano col contagocce (spiccano il singolo A Pearl e la ballad And God's Ocean). La sensazione è che i Lacrimas Profundere, con questo lavoro, abbiano perso di vista l'obiettivo, affannandosi nel tentativo di allargare la propria fan-base cavalcando l'onda di questa rinascita “gotica” trainata dal successo dell'Emo Rock. Magari le vendite continueranno a dar loro ragione ma, ahimè, non c'è più la magia, non c'è più l'emozione e l'emozione, specialmente a queste latitudini, è tutto. Un vero peccato.
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7
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Come abbiano fatto a registrare cosi tanti album è veramente un mistero. Gruppo inutile, derivativo, dilettantesco. Da evitare come la peste. |
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6
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vi state dimenticando della crisi, la crisi che hanno avuto nel fare questo album....nuovo cantante nuovo bassista....quest album e´da tramite....continueranno ancora a cambiare...cmq ci piacciono.... |
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5
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Che dire? Li ascolto da poco e li ho visti live a Bologna a fine 2008, e ho ascoltato tutta la discografia prima di giungere a questo Album. Ma sinceramente al momento ricercavo proprio qualcosa di più commerciale e orecchiabile e sto snobbando da giorni gli album precedenti, dedicandomi all'ascolto ripetuto delle canzoni più cantabili di questo album. Certo, il genere è cambiato e la band, probabilmente dopo aver visto che il DOOM/GOTHIC non rispecchi la via del successo, si è piegata a imitazioni un po' blande degli HIM (Vitacca si era proprio acconciato uguale al concerto, con tanto di cuffia!). Questo atteggiamento un po' fa rabbrividire, in effetti! Ma le canzoni che ho sentito mi hanno stupito e mi hanno saputo emozionare e trasmettere una malinconia che ormai nessuna band è capace di trasmettermi. I testi, semplici, forse un po' troppo sono conditi dalla voce, forse un po' immatura e impegnata nel ruolo di imitatore di Ville Valo, del nuovo cantante. Però ci si mette di impegno. E la musica è sempre creata con cervello, nessuna nota viene a caso. Per me è un 99. E da il voto una persona che ha fatto finta che questo fosse il loro primo album. Probabilmente è meglio così. |
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4
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da AVE END ad oggi.... la crisi continua... |
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3
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Benvenuto, e subito un bravo! Su un solo punto mi sento di dissentire e che in fin dei conti mi fa alzare di un tantino il voto. Nessun peccato e/o delusione: è esattamento lo scialbo e plastificato album che mi sarei aspettato dai Lacrimas Profundere. Ben confezionato, dalle semplici, studiate e vagamente efficaci soluzioni, tanto piatte quanto commerciali. Oggettivamente stentatamente sufficiente, anche se è un insulto a qualsiasi vera e genuina emozione. |
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2
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Benvenuto. Secondo me è stato anche troppo buono dandogli 45, considerando che Memorandum mi era piaciuto abbastanza, ma quest'album è veramente pessimo. Un vero peccato, hai ragione. |
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1
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Innanzitutto benvenuto. Recensione ottima, di stile e di contenuto. Hai centrato il problema di un album che non ha preso per nulla neanche me, anche se confesso non aver amato nemmeno il precedente. 45 è una bella mazzata... complimenti anche per il "coraggio"...  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.The Last View 2.A Pearl 3.The Shadow I Once Kissed 4.Veins 5.We Shouldn't Be Here 6.And God's Ocean 7.Suicide Sun 8.Dear Amy 9.A Dead Man 10.Sacrificial Lamb 11.Lullaby for a Weeping Girl 12.While
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Line Up
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Rob Vitacca – Vocals Oliver Nikolas Schmid – Guitars Tony Berger – Guitars Peter Kafka – Bass Korl Fuhrmann – Drums
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