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07/11/24
STEEL STORM FEST
CARACOL - PISA
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Devin Townsend - PowerNerd
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04/11/2024
( 740 letture )
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All those things we say to ourselves / Time to rise, put that shit on the shelf / All those years spent down in a hole / Time for life and rock and roll / All these things we say are what we do - Let’s go!
C’è foschia e speranza. Montagne e incertezze. Spirito del nord e mentalità canadese nel nuovo PowerNerd, che segue a ruota il bellissimo e profondo Lightwork del 2022. In due anni passa parecchia acqua sotto il ponte della vita, e per Mr. Townsend non è differente. Depressione e anni molto duri, costellati da difficoltà e lutti famigliari. Ma non è tempo di buttarsi a capofitto nel vortice del malumore, quanto più comporre velocemente un album dal significato particolare, che funga da ponte simbolico tra il passato e il futuro, che vedrà il Mad Canuck impegnato nel completare la rock opera The Moth, sia in studio sia dal vivo. Ma ora è tempo di PowerNerd e delle sue undici tracce di spremuta prog, dove possiamo apprezzare i mille richiami alle ere più o meno passate del genio canadese, tra perle di saggezza e qualche scivolone.
Composto in poco più di una settimana (con la controparte lirica molto più elaborata), PowerNerd è la versione sferzante di Lightwork, anche se non sempre riesce a centrare l’obiettivo come il suo predecessore che -a partire dal concept visivo- non sbagliava un colpo. Travis Smith torna in regia artistica e dipinge una bella copertina nebbiosa, dove scorgiamo le montagne del Canada e poco altro. Una mini metafora del periodo “no” di Devin che si estende nell’elaborazione della scaletta con l’introduzione del tema tramite la favolosa title-track, brano migliore del lotto aperto a gran voce da Jamey Jasta. Si torna indietro ai tempi di Physicist, con un gustosissimo e fragoroso speed pop metal, tra riff potenti, voce graffiante, cavalcate e tastiere. Il classico “wall of sound” Townsendiano che sale in cattedra spodestando un po’ tutti. È subito tempo di ammissioni: se PowerNerd fosse stato tutto a questi livelli e di questa intensità staremmo parlando dell’ennesimo capolavoro. Quello che salta all’orecchio è la capacità di scrivere piccole hit che non compromettano potenza e complessità, anche se riviste sotto una chiave esemplificata. Così, la title-track è una delle migliori opener del 2024, con il suo refrain godereccio e l’assolo da air-guitar. Non certo inferiore la successiva semi-ballad Falling Apart, con un ritornello da pelle d’oca e alcune soluzioni perfettamente amalgamate nella dicotomia heavy/delicata. Falling Apart è riflessiva e “potente” nel messaggio e nei suoni. Un inizio che spalma immediatamente le due anime dell’album: quella ritmata e diretta e quella candida e riflessiva. Knuckledragger è Lucky Animals parte II che però non convince del tutto , nonostante i riff rock’n’roll e la sua anima fracassona. Lo stesso Zio Dev l'ha da poco battezzata come “dumb song” per eccellenza e l’assolo mancante, volutamente lasciato fuori dalla canzone per un fan contest ne è la prova definitiva. Al di la dell'idea goliardica e dei sorrisi assicurati, Knuckledragger non centra il bersaglio come vorremmo, a differenza di Gratitude, singolo acchiappatutto che gioca con il lato pop-rock di Townsend, chiamando in causa il suo amore rivisitato per i Def Leppard di Hysteria. Ritornello solare e luminescente quanto basta, la canzone è una gemma perfetta sulla scia di Where We Belong (Epicloud) e Spirits Will Collide (Empath), e rispecchia in pieno la visione perseverante di PowerNerd.
Se da un lato è vero che non si molla mai, dall’altro è proprio l’intento primario di PowerNerd a vacillare un po’: se Ubelia e Jainism funzionano appieno con la loro vena prog/epica, lo stesso non possiamo dire di Younger Lover e soprattutto Glacier, che richiama il non felicissimo Sky Blue (2014). Ubelia riprende il tema heavy-dinamico di Falling Apart enfatizzando la prova vocale di Devin che sembra non invecchiare mai, spingendo potenza e complessità tipica nella successiva Jainism, che si conquista il secondo posto sul podio grazie alla sua struttura spigolosa, parzialmente accarezzata da melodie mai banali e da un riffing nervoso. Tra canonica quiete e sferzate aggressive, Jainism è lo Yin Yang di PowerNerd : due facce che si intrecciano prendendosi per mano e perdendosi nel genio estroso di Devin Townsend. Younger Lover si auto-smorza con la voglia di una ballata acustico-nostalgica alla Lonely Robot , mentre il finale montagnino è risollevato dal brio pop/prog di Goodbye e dal divertissement di Ruby Quaker, inno country alla caffeina nonché sequel apocrifo della splendida Heathwave. Un’ode al caffè e al suo innegabile potere mattutino, Ruby Quaker è una quasi bonus track che va a chiudere il cerchio nel modo più insolito possibile. Tra country, metal e una breve sfuriata black centrale, la traccia numero undici stupisce con il consueto savoir-faire del canadese. Imprevedibilità progressiva senza limiti che suggella un buon album volutamente “semplice” e senza troppe sovra-strutture.
Aiutato e coadiuvato dalle brillanti menti di Darby Todd alla batteria, Mike Keneally (qui alle tastiere) e i volti conosciuti di Jean Savoie al basso e Diego Tejeida ai synth, PowerNerd è esattamente quello che deve essere: un viaggio distante e commovente che gioca con il nostro stato d’animo per uscirne vincente sotto diversi punti di vista. Imprescindibile? No. Un buon album che segue una serie impressionante di veri manifesti progressivi e che, si spera, aprirà le porte per un futuro ancora epico. Nel mentre, mettetevi il vostro costume da anti-eroe preferito e correte a registrare l’assolo mancante di Knuckledragger : il contest è aperto!
Life goes on / We're turning the pages tumultuously / Toward certain disaster / Weeks and days with broken wings / I don't mind… My will is the master.
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3
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Mi è piaciuto, ma per gli standard di Devin non è chissà che |
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2
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son d\'accordo col voto, contiene Jainism che è un gran bel pezzo |
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1
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A me e’ piaciuto molto, diretto, senza fronzoli, un 80 pieno |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. PowerNerd 2. Falling Apart 3. Knuckledragger 4. Gratitude 5. Dreams of Light 6. Ubelia 7. Jainism 8. Younger Lover 9. Glacier 10. Goodbye 11. Ruby Quaker
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Line Up
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Devin Townsend (Voce, Chitarra, Tastiera, Basso) Mike Keneally (Tastiera) Darby Todd (Batteria)
Musicisti Ospiti: Jamey Jasta (Voce) Tanya Ghosh (Voce) Mark Cimino (Chitarra) Diego Tejeida (Tastiera) Jean Savoie (Basso)
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