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17/01/25
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Paul Di`Anno`s Warhorse - Warhorse
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09/08/2024
( 2317 letture )
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C'è davvero bisogno di presentare Paul Di'Anno? Forse no, ma per chi si fosse posto all'ascolto del mondo HM negli ultimi due giorni (c'è sempre qualche nuovo acquisto), eccone degli stringatissimi highlights: primo cantante degli Iron Maiden e poi solista dalla molto alterna fortuna, con una carriera tendente al ribasso funestata da una serie di eccessi che hanno generato problemi psicofisici importanti. Questi i punti salienti. Allestiti i Paul Di'Anno's Warhorse insieme alla coppia croata Ante Pupacic/Hrvoje Madiraca, un gruppo da considerare quale progetto parallelo rispetto alla formazione come Paul Di'Anno, il Nostro ci riprova adesso con Warhorse.
Nati ufficialmente nel dicembre 2021 a Zagabria dall'incontro tra Paul e Madiraca, i due hanno cominciato subito a lavorare alla scrittura e alla registrazione di nuove canzoni. Anche se queste alla fine vanno ascritte ai musicisti più che al cantante. Assestata la formazione a tre e pubblicati alcuni singoli, arriviamo così all'album in analisi. Lo stile – e non potrebbe essere diversamente – è quello della NWOBHM, con un palese tentativo dei due chitarristi di scrivere materiale plasmato sulla voce e sulla personalità dell'inglese di Chingford. I biglietti da visita presentati al pubblico dal trio sono stati di qualità dignitosa, tranne il singolo Stop the War che, al di là della tematica purtroppo tanto attuale quanto condivisibile, non è certo musicalmente memorabile. Così come il testo non è esattamente da antologia. Anche a livello vocale, poi, certi limiti vengono inesorabilmente fuori. Arrivando al piatto forte, cioè all'album, da aggiungere al quadro dei difetti, pure la copertina, non certo da museo dell'arte grafica. Ascoltando la scaletta del prodotto, però, ad emergere sono più le cose buone che vi sono contenute che i pur pesanti difetti. Discreto quindi l'avvio, con la tripletta Warhorse, Get Get Ready e Go che se non esalta di certo, si fa comunque ascoltare, con la terza più radiofonica e recitata. Detto del singolo, il cui tallone d'Achille principale è un ritornello davvero banale, The Doubt Within stabilisce una buona atmosfera e Here Comes the Night (ne è stato tratto un video), riporta il ritmo su binari più aggressivi e soluzioni musicali che rimandano ai vecchi tempi. Singolare - e completamente inutile - la scelta di inserire a questo punto una cover di Tequila che al massimo può essere divertente, ma spezza il filo del discorso prima della galoppata heavy Forever Bound. Poi ancora una cover, stavolta di altro spessore, dato che si tratta di Precious dei Depeche Mode, eseguita con il supporto della cantante Nikolina Belan. Una scelta davvero rischiosa, ma risolta con mestiere. Batteria adeguata, Paul misurato, arrangiamento rispettoso; almeno simpatica. Chiusura “standard” con Going Home e impressione finale non malvagia.
Warhorse non è niente di incredibile e mostra qualche inciampo evidente sia a livello di scrittura che di interpretazione, con Di'Anno che tiene ancora in studio entro un certo range vocale, ma quando vuole/deve salire di tono paga dazio. Tutto ciò, però, nel contesto di un lavoro che coi suoi echi maideniani e considerando le premesse, una sufficienza abbondante se la merita tutta. Almeno se preso per ciò che è e vuole essere. Visti i precedenti, era da mettere infatti in conto la possibilità di un naufragio, che invece non si è verificato. Madiraca e Pupacic hanno lavorato in maniera accorta e il risultato, probabilmente il migliore di quelli cui fosse possibile mirare, può far contenti i fan del cantante londinese e di quei suoni che ha contribuito a rendere famosi.
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@sky io per primo ho scritto sotto che Paul vive di rendita su due dischi da quasi mezzo secolo ormai e che qui c\'è poco da salvare. Ma quali sarebbero i dischi enormemente più freschi e moderni? Perché se intendi i falling di sta cippa preferisco sentire Al Bano che almeno sa cantare.... |
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idee zero....fantasia zero.....voce zero....presenza se è possibile meno di zero.....mamma mia manco se me lo regalano |
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una vaccata pazzesca...anche no grazie...e poi criticate dischi più modrni ed enormemente freschi......ah ma lui era il cantante de Maiden e per il metallaro italiano basta e avanza....scusate |
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onestamente il voto lo vedo un po\' severo... per me 77 è il voto giusto |
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Ah beh su quello non ci piove legalise, come ho scritto e me gli unici album che piacciono di Paul sono Di\'Anno e Murder One, ma senza i primi due Iron sarebbe comunque nessuno....e per me bastano per l\'immortalità |
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@Fabio trend o non trend, io ho sentito diverse cose di Paul post-Maiden, senza quei due album sarebbe un perfetto nessuno. |
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Si ma Paul fuori dai Maiden ha sempre seguito il trend, ricordo che fondò subito i Lonewolf, che era un trio e con l\'aggiunta di tre componenti dei londinesi Minas Tirith diventò un sestetto e seguivano le orme americane con un uso massiccio di tastiere. Cosa che puntualmente avvenne anche per il suo album di debutto ( Di\'Anno- \'84 ) che comunque, a me che piace anche l\'aor, rimane una delle cose migliori, almeno lì si riconosce la timbrica della voce di Paul dei Maiden. |
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@Philosopher non ha sperimentato, ha tentato di riciclarsi, tipo con Menace dei Killers che tentava di saltare sulla moda panteriana. Con tutta la simpatia per il personaggio, bisogna ammettere che vive di rendita su due dischi da oltre quarant\'anni. Anche basta. |
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Volevo dire Punk..non pink!eheheh |
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Personaggio che,a volte,non capisco..voleva fare punk e ha fatto album hard rock e poi ha sperimentato,poi e\' tornato a fare metal...poteva fare anche pink ma doveva prendersi maggiormente cura di se perche\'-come ha scritto prima di me un utente-aveva la voce e la presenza sul palco ma dalla cacciata dao maiden non ha saputo mettersi l\'animo in pace |
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Però! più di 1300 letture... si vede che il vecchio Paul tira ancora |
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100 volte meglio degli ultimi 4 album dei maiden, brani corti e grintosi voto 75 |
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le ultime tre sono delle bombe Forever Bound, Precious, Going Home |
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più hard rock che metal, comunque gradevole |
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Un disco vecchio stampo che forse poteva funzionare a fine anni80....adesso il povero Paul è palesemente bollito e a quanto pare squattrinato oltre che messo male...il disco in sé non è male ma fuori epoca... E lui anche fuori dai Maiden ha fatto solo un bel disco con i killers nel 1992 \" questo veramente meritava\"....poi lasciamo stare i battlezine e i gomagog...progetti penosi. |
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Sarò di parte ma gli Iron Maiden finiscono con lui...gli altri sono cresciuti lui no, e si sente in questo lavoro, è rimasto attaccato ad un tempo che non c\'è più, né tornerà. Lavoro però onesto, si sente, imperfetto, confuso, ma tanto di cappello comunque, finché si è vivi è giusto provarci. |
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Cosa non perdono a Paul? Essersi buttato via, aveva tutto: voce, presenza e una band che stava già facendo la storia.
L\'ho visto recentemente e che dire: non mi fa pena ma rabbia.
Però quei 2 album lì... ragazzi... si sogna ancora (ho 47 anni..) |
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A prescindere sarà una merda come il cantante, bell\'esempio di essere inutile al mondo. |
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Ogni volta che esce qualcosa di suo, provo a dargli una chance. Ne avesse beccata una, proverò anche con questo qua, però ricordo che Stop the war mi era sembrata imbarazzante, per essere buono |
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Chi ha dato 30 non ama l\'heavy metal. |
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Lo ascolterò per curiosità e affetto ma non mi aspetto molto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Warhorse 2. Get Get Ready 3. Go 4. Stop the War 5. The Doubt Within 6. Here Comes the Night 7. Tequila 8. Forever Bound 9. Precious 10. Going Home
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Line Up
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Paul Di’Anno (Voce) Hrvoje Madiraca (Chitarra) Ante Pupačić Pupi Chitarra)
Musicisti Ospiti: Becky Baldwin (Basso) Petar Šantić (Basso, batteria) Joe Lazarus (Batteria) Danijel Stojan (Batteria) Andro Banovac (Cori) Nikolina Belan (Cori)
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