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22/11/24
BLAINE L. REININGER
SPAZIO WEBO, VIA JURI GAGARIN 161 - PESARO
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Rotting Christ - Pro Xristou
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24/05/2024
( 2353 letture )
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Album numero quattordici quindi in casa Rotting Christ, intitolato Pro Xristou. Circumnavigando inconvenevoli presentazioni su chi siano Sakis e compagni, puntiamo dritti al sodo: dieci tracce più due bonus, prodotti da Season of Mist, il disco si basa concettualmente agli antichi Re pagani che tentarono di resistere all’avvento del Cristianesimo, cercando quindi di preservare origini e tradizioni, spaziando dalla mitologia norrena e dai propri Re-Imperatori, fino all’antica Roma e ai suoi Re-Imperatori. Musicalmente invece la band resta fedele al suo “secondo periodo” mantenendo uno stile snello e semplice, con un fortissimo trend melodico ed epico nelle aperture e marziale sulle ritmiche. Una sorta di grande colonna sonora, una descrizione storico-musicale sonora che vuole evocare immagini e sensazioni, mantenendo una certa leggerezza d’impatto (rispetto ad un passato decisamente più pesante) che esprime comunque il DNA attuale del gruppo che ben si discosta ed allontana da ciò che fu il gruppo ai suoi albori.
Pro Xristou gode di una produzione inattaccabile; ogni strumento è nitido e distinto in ogni brano ed in ogni parte, le dinamiche sono evidenti e ben bilanciate, il suono si bada in toto sulle atmosfere epiche e trascendenti, da viaggio musicale in epoche lontane e remote. A far la parte protagonista sono quindi le voci, le corali maestose e ridondanti si intrecciano a un cantato chiaro e potente, inoltre una voce narrante introduce e conduce dentro ogni brano, una sorte di traghettatore sempre presente. Senza dubbio il vero valore aggiunto del disco sono le dinamiche e le aperture musicali che le voci (maschili e femminili) danno ad ogni composizione.
Sebbene stilisticamente il suono dei greci si sia evoluto nel corso della loro pluridecennale carriera e dal duemilasedici circa ad oggi ha preso dei connotati orientati verso il gothic, l’epicità e la marzialità, Pro Xristou può esser tranquillamente letto come la naturale evoluzione del suo predecessore, con brani però più sicuri di sé e più concretezza generale. Se i singoli antecedenti all’uscita Like Father, Like Son, The Apostate e Saoirse presi singolarmente han fatto storcere qualche naso, soprattutto dei fans di lunga data, ricontestualizzati nell’esser globale del disco, acquisiscono tutt’altro aspetto. I riff di questi brani sono diretti e di immediata assimilazione, le voci ed i chorus li sorreggono a dovere e forse l’unica nota contestabile è una durata eccessiva che porta a plurime ripetizioni che appiattiscono l’evolversi delle composizioni. La Lettera Del Diavolo e Pix Lax Dax sono altresì ottimi esempi di come più varietà e ritmi più marcati giovino fortemente in favore dei Rotting Christ, sorretti da un buon lavoro di batteria e più dinamiche possibile a livello vocale e le composizioni grazie anche a melodie molto efficaci si ergono nella parte centrale del disco. Sul suo chiudersi, Pretty World, Pretty Dies e la già sopracitata Saoirse offrono un degno finale al viaggio epico descritto in note dalla band, i brani sono trascinanti e sognanti, velati da tocchi di malinconici passati grazie a melodie grigie e scure.
Collocare Pro Xristou nella carriera dei Rotting Christ è piuttosto semplice: nella loro seconda fase compositiva (amata o odiata dir si voglia) quest’ultima uscita segue fedelmente il cammino tracciato dai suoi ultimi e più diretti predecessori. Contando auto-riferimenti in fase compositiva più o meno evidenti e una quasi totale assenza di quell’oscurità che permea una produzione black, contando una forse eccessiva prolissicità in alcune composizioni, il disco funziona come unicum totale, corre coeso e gradevole. Non siamo di fronte ad un capolavoro e nemmeno ad un nuovo spartiacque per i greci, ma preso singolarmente ed analizzato in maniera del tutto asettica e distaccata Pro Xristou è una prova solida e concreta. Così come solidi e concreti sono questi Rotting Christ “moderni”, prendere o lasciare.
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è un buon album nel complesso per chi ama i RC e anche per chi gli si vuole avvicinare, molti riff sono ripresi e riarrangiati (poco) dal disco solista di Sakis Tolis (che vi consiglio) among the fires of hell , se fossero di un altro sarebbe plagio certo denota un certo qual ripiego.... ma pur se ripetitivi i riff dei RC non annoiano mai |
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Di loro apprezzo principalmente A Dead Poem,che contiene alcuni spunti sopra la media,per il resto non ci sono album a cui mi sono legato.La scena greca ha un approccio tutto suo,preferisco stile e tematiche nordiche e dell\'est. Questo è un album inconsistente. Ritengo che quello che potevano dare,i RC lo hanno dato diversi album fà. |
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...ho più di 50 anni ...comprai passage to arcturo più o meno quando è uscito...anno di grazia del death metal....credo 1991
Beh .. ascoltavo i grand magus e in playlist è finito un pezzo di pro xristou....senza leggere la band ho detto ammazza che figo sto riff...vedo poi che sono i RC ... sparato allora tutto l.album per capire di cosa parliamo ( magari le playlist spesso si basano sui pezzi filler) e invece manco per. Niente.....un discone ...molto \"emotivo\"...un cantato che ricorda molto di più le voci HC alla madball..ho provato a risentire passage to arcturo per curiosità...eh beh sono molto contento che i RC abbiano intrapreso questa strada..monolitica e volendo si anche monotona..ma vogliamo parlare allora dei Bolt thrower(r.i.p) ?dischi da dopo 4th crusade tutti simili ma è quella la.loro pasta sonora ...riffoni midtempo e testi di genere...
Non saranno capolavori ..ma preferisco mille volte un 4th crusade al loro in Battle theres no law...( Per quel sound ci sono gli ENT)
che lo fanno meglio....
Quindi che dire per me un buonissimo disco con cori e riff molto evocativi e che danno una certa carica...bene così...
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Disco migliore del precedente \"The Heretics\". A mio modo di vedere l\'aspetto epico qui ha dato risultati migliori. Non siamo di fronte ad un capolavoro ma ad un disco apprezzabile che necessita anche di più ascolti. Nel complesso voto 75. |
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L\'album in sé, caro @Francesco, non é male. E se é il primo disco loro che senti ci sta tutto che ti sia piaciuto. Il fatto, appunto, é che se ascolti gli ultimi 3-4 lavori, ti accorgerai come di fatto molti dei riff, arpeggi e assoli che ci sono in questo disco sono giá stati utilizzati a profusione, e questo lascia un po\' l\'amaro in bocca, almeno a me. Anche se devo dire che ci sono 3 o 4 pezzi che mi gustano parecchio anche qui in Pro Xristou, alla fine... |
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Io non avevo mai sentito niente di questo gruppo, e quest\'album mi ha preso al primo ascolto, lo trovo estremamente evocativo, davvero maestoso. Anche le tematiche sono affascinanti. So che prima facevano un altro genere, probabilmente avrà deluso i fan della prima ora, ma d\'altra parte ne guadagnerà di nuovi. Anch\'io darei un 85. |
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Ottimo album ed è il primo che compro nella loro discografia.
Epico. Voto 85
Poi se ai vecchi fan fa schifo, ci sta, anche a me per esempio piacciono i vecchi Opeth e gli ultimi avrebbero dovuto cambiare nome già da tempo perchè ora fanno musica anni 70....ma se a qualcuno piace..... |
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Ottimo album ed è il primo che compro nella loro discografia.
Epico. Voto 85
Poi se ai vecchi fan fa schifo, ci sta, anche a me per esempio piacciono i vecchi Opeth e gli ultimi avrebbero dovuto cambiare nome già da tempo perchè ora fanno musica anni 70....ma se a qualcuno piace..... |
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Ottimo album ed è il primo che compro nella loro discografia.
Epico. Voto 85
Poi se ai vecchi fan fa schifo, ci sta, anche a me per esempio piacciono i vecchi Opeth e gli ultimi avrebbero dovuto cambiare nome già da tempo perchè ora fanno musica anni 70....ma se a qualcuno piace..... |
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Ottimo album ed è il primo che compro nella loro discografia.
Epico. Voto 85
Poi se ai vecchi fan fa schifo, ci sta, anche a me per esempio piacciono i vecchi Opeth e gli ultimi avrebbero dovuto cambiare nome già da tempo perchè ora fanno musica anni 70....ma se a qualcuno piace..... |
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Spazzatura. roba piatta senza ne capo ne coda. avesse un altro nome in copertina manco sarebbe stato recensito
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@Sha e @Korgull: appunto più o meno quello che dicevo io. Da Aelo, che comunque meritava, una lenta discesa. Copiano sè stessi quando va bene, sembrano completamente e piatti e privi di feeling quando va male. Può darsi che tra qualche ascolto cambierò idea, ma per ora rimane uno dei loro capitoli peggiori. |
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Piu’ che Gothic/Black starei piu’ su un Power/Grey
Buonissimo lavoro, come sempre suonato ottimamente e anche ispirato. Testi un pochino sotto tono. Terzo giro di ascolto e merita! |
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Non è brutto ma...
Amo i Rotting Christ, e per me non c\'è nessun problema quando un gruppo si \"arena\" un po\' stilisticamente... ma almeno che i riff utiilizzati non siano sempre lgi stessi... Qui ci sono tanti passaggi, riff e soli talmente prevedibili che, se conosci i Rotting Christ, sai già quale sarà la nota a seguire, perchè sono soluzioni che hanno già utilizzato un miliardo di volte da Aealo in poi. Poi sì, ci sono sempre brani assolutamente buoni, tipo Pretty World Pretty Dies o la parte recitata di The Apostate che sanno ancora mettere i brividi. A oggi, con due.-tre ascolti all\'attivo, il mio voto è un 6 o poco più, perchè comunque è un gruppo che amo fin nelle viscere.
Una delusione, per il momento |
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A mio modesto avviso: CAPOLAVORO. |
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Io invece un altro Non Serviam (o qualcosa di simile) lo avrei accettato eccome.. Anche un disco come Theogonia.. Quelli sono i veri Rotting Christ. Evoluzione può andar bene, ma non cosi. Non esagero nel dire che è (forse) il disco peggiore uscito fino ad ora.. Finirà sicuramente nei \"bocciati\" di fine anno.. |
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Li seguo da Mighy Concract, ho comprato l\'album in un negozio a Padova che non esiste neanche piú, sono legatissimo a loro e li ho sempre difesi ed adorati ad ogni cambiamento stilistico. Ora, non volgio un altro Mighty Contract, quel album esiste già a posso ascoltarlo quando voglio, ma questo é autoplagio quando va bene, quando va male é il nulla: nessuna buona idea, nessuna emozione...pare fatto con l\'i.a. in alcuni punti. Il problema non é evolvere la band, il problema é annacquare la musica perché sai che non ha mordente ma la gente ha sete e se lo beve lo stesso |
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10
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Per me questo album è bellissimo, non si può avere Non serviamo nel 2024, i RC sono grandi, non lamentiamoci sempre e comunque, dai |
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9
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Bah, io lo considero uno dei più bei dischi usciti quest\'anno. Molto bello. |
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8
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Ho capito di essere controcorrente, ma a me sto album piace. Certo siamo su schemi già ampiamente utilizzati dahli ultimi Rotting Christ, ma l\'ho trovato un album, che per quel che mi riguarda, possiede una certa forza. I riffs di pezzi come The Farewell mi piacciono molto. 80 |
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7
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....lento declino.....sia nei testi...monotematici e patetici.....sia nella musica.....sempre piu\' lontana dalle radici....... |
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6
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Si esatto lo stile non centra é che é piatto....finto. é come guardare un tramonto ma invece che un paesaggio reale é una foto su una vecchia cartolina. E ripeto, parlo da loro fan |
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5
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Per me non è un discorso di stile, di tornare a Non Serviam (tra l\'altro per me i migliori RC vanno da Triarchy a Sleep, ma anche quelli di Khronos o Sanctus sono grandi). E\' che proprio mi sembra poco ispirato, senza grande consistenza. |
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4
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A me, invece il disco è piaciuto e gira alla grande sui miei device. Qui però bisogna intendersi: ci si lamenta perché band come Axel Rudi Pell non si \"evolvono\" o non praticano \"nuove strade\". Ci si lamenta perché i Rotting Christ hanno deciso di provare \"nuove strade\" e il loro sound si è alleggerito anche se con un ottimo songwriting, mi permetto di sottolineare. Ci si lamenta perché non ripetono Non Serviam all\'infinito, anche se allora eravamo nel 1994 e se uno ha un pallottoliere sotto mano, può contare che sono passati alcuni annetti...
I Rotting Christ di adesso sono questi e questo è il loro sound che hanno sviluppato in una certa direzione a partire da Aealo, mi sembra. Personalmente trovo Like Father, Like Son, The Sixth Day, Pretty World, Pretty Dies e Saoirse veramente notevoli. Gli inserti dei cori e il parlato ci stanno benissimo. La stagione si stà aprendo e a tutto volume sulle JLab Signature, il disco funziona alla grande. Poi, sempre \"de gustibus\" ma questo è a prescindere... Au revoir. |
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3
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Voto generosissimo, e parlo da fan. Porcheria di bassissimo livello, i pochissimi momenti vagamente buoni sono quelli che plagiano i rotting Christ stessi il resto mi da le stesse emozioni dinun semaforo guasto e la stessa energiq che mi da far la fila in posta. Voto 30...e col cuore in frantumi |
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2
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Da Aelo, ancora valido, è cominciata una lenta discesa. Non so se darei la sufficienza, vediamo tra qualche tempo... |
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1
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Da fan cresciuta con \"Non Serviam\" a me sto disco ha deluso. A sto giro passo oltre, non mi ha lasciato nulla. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Pro Xristou 2. The Apostate 3. Like Father, Like Son 4. The Sixth Day 5. La Lettera Del Diavolo 6. The Farwell 7. Pix Lax Dax 8. Pretty World, Pretty Dies 9. Yggdrasil 10. Saoirse 11. Primal Resurrection (Bonus) 12. All For One (Bonus)
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Line Up
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Sakis Tolis (Voce, Chitarra) Kostas Foukarakis (Chitarra) Kostas Cheliotis (Basso) Themis Tolis (Batteria)
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