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07/02/25
𝗪𝗘 𝗙𝗨𝗖𝗞𝗜𝗡\' 𝗚𝗥𝗔𝗩𝗘 𝗣𝗔𝗥𝗧𝗬 (day 1)
SLAUGHTER CLUB, VIA ANGELO TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)
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29/05/2022
( 3945 letture )
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"Firescorched è l’album più veloce, sperimentale ed estremo della carriera dei Sadist".
Partiamo da queste dichiarazioni di Talamanca per introdurci ed introdurre questa disamina sul nuovo disco dei nostri connazionali Sadist (per l’appunto). Intitolato Firescorched il nono disco della band si articola in nove tracce e riposiziona la musica dei quattro verso orizzonti ancor più impegnati ed impegnativi, per quanto riguarda le tematiche il gruppo “abbandona” temporaneamente la tipologia di concept album, pur mantenendo un filo conduttore presente nei vari testi (storie dell’orrore), cercando di riproporre in musica le sensazione di terrore ed orrore ad essi legate.
Proprio la musica viene rinfrescata dai Sadist alleggerendo l’utilizzo di tastiere rendendole meno onnipresenti e puntando maggiormente sull’impatto del riffing che spesso e volentieri strizza l’occhio al groove di matrice thrash, vento di novità portato anche dalla rinnovata e superlativa sezione ritmica. La produzione di Firescorched è quindi aggressiva e dinamica, ogni strumento trova il proprio spazio e bilanciamento nella coralità generale, dal basso fret e carico di medi di Thesseling che supporta perfettamente le chitarre proponendosi anche in ispirate e ottime linee proprie, alla voce di un Trevor potente ed in grande forma. L’impatto generale è ottimamente bilanciato tra la potenza collettiva e le aperture strumentali di tastiere o solistiche dei vari strumenti, mantenendo una piacevole sensazione di suono analogico globale. I Sadist in effetti qui giocano con i vari generi musicali e stili, proponendo una serie di pezzi dall’andamento inaspettato, fatto di cambi di direzione, di tempi e di dinamiche repentini e talvolta spiazzanti, mantenendo alta la tensione e l’attenzione all’ascolto, donando ad ogni traccia una propria personalità e dei tratti somatici unici e riconoscibili. Accabadora (non è un idioma inventato bensì dialetto sardo) apre i quasi quaranta minuti di musica, un brano dal piglio thrash con inserti orientaleggianti e sprazzi di tastiere che ne fanno un brano davvero “made in” per i liguri che, proseguono spediti con Fleshbound ideologico continuum del precedente brano ma che alza leggermente i toni e i bpm. Finger Food e Burial Of A Clown portano con sé una aumentata dose di violenza sonora, pur mantenendo entrambe piacevoli melodie facilmente orecchiabili che si innestano a ritmiche serrate e veloci, grazie anche al massivo apporto di una sezione ritmica esuberante. Loa è una strumentale composizione con leggere melodie di chitarra e tastiere posta come spartiacque tra la violenza dei primi quattro brani e la forse ancor più incisiva violenza dei secondi quattro, già proprio perchè questa seconda metà apporta ancor più ferocia musicale. Aggression/Regression e Three Mothers And The Old Devil Father giovano di riff serrati dai forti richiami thrash (come peraltro molti riff di questo disco) e di ritmiche veloci e chirurgiche, in entrambi i brani possiamo risentire la massiccia prova vocale di un Trevor che pare rinato e di molta freschezza ed ispirazione compositiva. Fiore all’occhiello della tracklist è la conclusiva ed omonima Firescorched fatta di tutto ciò che di meglio si potrebbe desiderare da questi rinnovati Sadist.
Una line-up rinnovata, non pienamente rodata e che deve ancora darsi del tempo porta con sé comunque una ventata di freschezza e di propompenza. I quattro in questo lavoro ci offrono il meglio del loro attuale potenziale il che si sente e funziona decisamente bene. Le dichiarazioni di Talamanca si concretizzano con l’incedere dell’ascolto di questo Firescorched che indubbiamente (forse non al massimo di una potenziale scala di valore) le rispecchia in toto Tecnicamente, compositivamente ed esecutivamente è compito arduo trovare punti deboli vista la qualità del lavoro messo in atto al quale l’unico neo che si può trovare è per l’appunto quello di mancanza di “rodaggio” o di pieno feeling tra i quattro artisti, ma il tempo sicuramente colmerà questo minimo difetto. I Sadist tornano quindi prepotentemente sulla scena, confermandosi sempre all’apice del genere dopo più di trent’anni di onorata carriera, dando forte l’impressione di essere solo all’inizio di una nuova fase.
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10
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Il Sardo è una lingua neolatina, non si tratta di un dialetto. |
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9
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Disco bomba. Sto recuperando i lavori di questa splendida formazione. |
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8
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Bello, anche se, per il momento, preferisco di poco spellbound, l'uso fatto delle tastiere ha fatto la differenza |
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7
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Gran disco, anche stavolta. Dal ritorno del 2007 con l’album omonimo (stupendo) fino ad oggi per me non ne hanno sbagliato nemmeno uno. Cambia la formazione ma loro rimangono sempre una certezza. Tasso tecnico elevato, ma non siamo di fronte ad una mera esibizione di doti: a fare la differenza è lo stile, ben riconoscibile, e il valore dei pezzi. Comunque anche per me questo è un gradino sopra al precedente Spellbound. Voto del recensore più che condivisibile. |
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6
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Ottimo ritorno, basso stupendo |
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5
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Bello davvero questo... |
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4
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Gran disco, nettamente superiore al precedente parzialmente deludente e non all’altezza del loro standard |
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3
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Gran disco, nettamente superiore al precedente parzialmente deludente e non all’altezza del loro standard |
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2
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Disco notevolissimo!
Assieme a Hyaena, il migliori dai tempi di Crust! |
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1
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Posto che i dischi dei Sadist mi piacciono praticamente tutti (Lego compreso), credo questo sia il loro migliore dai tempi di Tribe. Molto d'impatto e più immediato rispetto alla maggior parte dei loro album, cosa che non mi è dispiaciuta visto che in ogni caso il tasso tecnico è sempre elevatissimo ma senza impattare eccessivamente sulla violenza sonora che questo disco riesce a sprigionare. Ottimo lavoro! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Accabadora 2. Fleshbound 3. Finger Food 4. Burial Of A Clown 5. Loa 6. Aggression/Regression 7. Three Mothers And The Old Devil Father 8. Trauma (Impaired Mind Functionality) 9. Firescorched
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Line Up
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Trevor Nadir (Voce) Tommy Talamanca (Chitarra, Tastiere) Jeroen Paul Thesseling (Basso) Romain Goulon (Batteria)
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