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21/04/25
MAXIMUM FESTIVAL 2025
ALTROQUANDO, VIA CORNIANI 32 - ZERO BRANCO (TV)
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26/09/2021
( 1682 letture )
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Con una precisione tempistica chirurgica e una prolificità quasi innaturale gli Aborted ci regalano l’undicesimo capitolo della loro discografia, prodotto dalla Century Media Records e composto da undici nuove tracce per circa quaranta minuti di musica, ecco Maniacult. Introdurre una nuova uscita discografica della corazzata guidata da Mr.Sven si riserva essere un compito ardito, ciò che può esser denotato come “la solita roba” di fatto non si rivela per nulla tale, chiunque abbia dimestichezza con la band sa che (al fronte di una carriera fatta di cambi di line-up, influenze, cliché, costanza e determinazione) ciò che viene messo in musica ha sempre un lascito decisamente appagante e soddisfacente.
E così sia, Maniacult si rivela esser il naturale successore e terzo sigillo dell’ipotetico trittico che va a comporre assieme ai suoi già ottimi predecessori TerrorVision e Retrogore, in un vortice malefico e orrorifico in cui il classico deathgrind viene mescolato a sferzate black e partiture dal moderno sapore di deathcore. Per i fans di vecchia data ma non solo, anticipiamo apertamente che era da un po’ che gli Aborted non apparivano così malefici, brutali, estremi ed allo stesso tempo sia “old” che “new school”. La proposta musicale di questo nuovo disco lambisce quindi come già preannunciato territori death, grind, brutal e deathcore, il tutto amalgamato con un corposo groove di base, in quel che può esser definitivo uno nuovo suono per la band. La produzione è molto potente, pompata, nitida, con batteria triggerata e digitalizzata, un basso pieno e dai tratti metallici, chitarre graffianti e rocciose. La performance del buon Sven è come sempre degna di nota, il suo passare con disinvoltura attraverso diversi stili su metriche ardite è, e resta sempre una certezza. Un disco che suona come un vero e proprio tsunami musicale senza la minima intenzione di lasciare superstiti dopo il suo passaggio. Passando ai brani, la combinazione iniziale dell’omonima Maniacult e la successiva Impetus Odi mette immediatamente in chiaro la direzione musicale del disco, una balance perfetta di death di classica impostazione con elementi di stampo moderno, il tutto suonato con una perizia tecnica impeccabile. Bilanciamento tra stili che si ripropone anche in Dementophobia, caratterizzata da un break che in sede live mieterà sicuramente vittime e un piacevolissimo lavoro di chitarre soprattutto nella parte finale. Una tetra e mefistofelica pausa musicale ci viene offerta con la breve strumentale Verbolgen e si viene nuovamente proiettati nella brutale ferocia di Ceremonial Ineptitude dove a rimanere impressa è la prova vocale del mastermind e frontman che, si cimenta in una progressione di cambi stilistici e chorus veramente affascinante. La tensione e la carica malefica viene mantenuta a livelli elevati anche nella parte finale del disco dove, seguendo la scia di fusione tra old school e new gli Aborted ci regalano composizioni di impatto tensionale elevatissimo come Drag Me To Hell e I Prediletti: To Folly Of The God.
Maniacult è una sicurezza, un disco che i cultori della band si aspettavano e che i quattro non hanno esitato a regalare ai propri fans. Nonostante i molteplici cambi di formazione, di influenze, di ere ed al fronte di una prolificità più che rimarcata, le costanti dietro al monicker Aborted sono la brutalità, il mood estremo in ogni aspetto visivo e sonoro ed una freschezza compositiva che, al fronte di tutto ciò, riesce sempre a far emergere idee musicali brillanti e appaganti. Un’ennesima prova superata a pieni meriti anche al fronte di questa nuova progressione verso un bilanciamento tra tradizione ed innovazione.
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4
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Gran disco anche stavolta! Poco da aggiungere, sono una sicurezza. Nonostante gli oltre vent’anni di attività sul groppone continuano ancora a spaccare di brutto. Voto 83 |
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2
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Una macchina da guerra inarrestabile, grandi Aborted🤘ennesimo centro, una certezza da decenni |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Verderf 2. Maniacult 3. Impetus Odi 4. Portal To Vacuity 5. Dementophobia 6. A Vulgar Qagmire 7. Verbolgen 8. Ceremonial Ineptitude 9. Drag Me To Hell 10. Grotesque 11. I Prediletti: To Folly Of The God
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Line Up
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Sven De Caluwè (Voce) Ian Jekelis (Chitarra) Stefano Franceschini (Basso) Ken Bedene (Batteria)
Musicisti ospiti: Jeroen Camerlynck (Voce) Bart Govers (Voce) Joseph Badolato (Voce nella traccia 2) Ryo Kinoshita (Voce nella traccia 8) Filip Danielsson (Voce nella traccia 9) Ben Duerr (Voce nella traccia 11) Kohle (Tastiere, Campionamenti)
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