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21/12/24
GORY BLISTER + AYDRA
RCCB INIT, VIA DOMENICO CUCCHIARI 28 - ROMA
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03/06/2020
( 6765 letture )
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Pubblicare un disco intitolato Virus nella seconda fase di un'epidemia globale causata proprio da un virus non è certamente una grande trovata di marketing. Gli Haken, a loro discolpa, hanno dichiarato che il titolo e l'artwork per il nuovo album, che esce a due anni di distanza dal precedente Vector, erano già pronti da un pezzo e quindi hanno semplicemente seguito i piani previsti. Come spiega il cantante Ross Jennings nell'intervista rilasciata a Metallized, già durante la scrittura di Vector, infatti, il gruppo inglese aveva pensato a un doppio concept album che espandesse la figura di quel Cockroach King protagonista dell'omonimo brano di The Mountain, concept di cui Virus è la seconda parte. Le similitudini tra i due artwork quindi non sono casuali, ma i richiami non si fermano solo a questo: andiamo quindi a sentire che cosa il gruppo ci ha riservato questa volta.
Prosthetic ha il compito di introdurre il nuovo lavoro, ed è il primo assaggio che i fan hanno potuto avere in anteprima, essendo stato rilasciato come singolo con tanto di relativo videoclip. Appare subito chiaro che la ricerca musicale degli Haken non conosce soste. Il brano infatti è introdotto da una ritmica tritasassi che con molta probabilità è quanto di più pesante sia mai uscito dalle loro menti. Il ricordo delle parti jazzate presenti in Aquarius è lontano, ma alla fine cosa importa se la qualità rimane alta come in questo caso? Il ritornello è vincente, orecchiabile come da tradizione, e gli intermezzi solisti anche, il tutto calato in un'atmosfera di modernità che si confà molto a questi nuovi Haken. Un altro dei brani usciti come singoli, Invasion, segue la prima traccia. Esso è ancora un passo in avanti verso la sperimentazione, e pur richiamando le sonorità di Vector in più di un frangente, i riferimenti principali sembrano essere i Leprous e in una certa misura il djent, interpretato della mai troppo lodata coppia Griffiths/Henshall grazie ai riff in breakdown che fuoriescono dalle loro Strandberg. I puristi del progressive e i fan dei primi album potrebbero storcere il naso, ma tutto è al suo posto e il brano funziona alla grande. Dopo le bordate dei primi due pezzi, sembra arrivare una svolta, poiché Carousel è introdotta dalla delicata voce di Jennings che volteggia sopra una chitarra distorta, ma è solo una sensazione momentanea. Si ritorna subito alle ritmiche spezzate che sembrano essere il trademark di tutto il lavoro, ma il brano è questo e molto di più: la linea vocale è perfetta e il bilanciamento tra parti heavy e melodiche è calibrato al millimetro. Siamo di fronte al brano migliore dell'album –non ce ne voglia la suite Messiah Complex-, un caleidoscopio sonoro che non sfigurerebbe neanche davanti a una The Architect (niente spoiler, ma ascoltate la parte che inizia a 8:30 e poi mi saprete dire). Finora tre brani e tre centri, ma The Strain non è da meno. Tutto è più canonico e si ha modo di respirare un po' dopo l'aggressività dei primi pezzi, sebbene anche questo brano sia l'espressione del progressive complesso e cerebrale di cui gli Haken sono maestri. La metà dell'album è passata e fin qui non ci si può davvero lamentare, perché gli inglesi sono davvero in gran forma. Ora è il momento del terzo singolo estratto, accompagnato anch'esso da un videoclip (invero il più interessante dei tre a livello visivo): Canary Yellow è una ballad dal sound molto americano che rimanda direttamente a quella Earthrise presente su Affinity, purtroppo con meno caratura, risultando un bel brano godibile ma che non fa gridare al miracolo. Dopo la ballata arriva il pezzo forte, ovvero la suite Messiah Complex, divisa in ben cinque movimenti. Il sentore di djent è ancora molto forte, ma i riferimenti alla discografia passata sono molteplici –in particolare ai brani di Vector e a Cockroach King per ovvi motivi, a voi il divertimento di scoprire dove si trovano- e i titoli sono fortemente simbolici, probabile indicatore di un viaggio introspettivo nella mente disturbata del Re Scarafaggio. Pur essendo un grande sfoggio di inventiva (con un pizzico di follia, per rimanere in tema) e assolutamente godibile in molte parti, sembra tuttavia che i vari movimenti di Messiah Complex siano un po' slegati tra loro, specialmente The Sect, generando sensazioni contrastanti. In chiusura un brevissimo brano (poco più di due minuti) intitolato Only Stars, incentrato quasi totalmente sulla voce di Jennings, che nulla aggiunge e nulla toglie a quanto proposto in precedenza.
Come valutare quindi questo Virus? sicuramente gli Haken non sono più quelli di Aquarius o The Mountain e chi si aspettava un ritorno alle sonorità delle origini rimarrà deluso, ma c'è da ammettere che la nuova incarnazione funziona, e anche piuttosto bene. Infatti, sebbene Virus sembri un album piuttosto diretto e approcciabile, non bisogna farsi ingannare, perché di sostanza ce n'è molta e sciogliere la matassa sonora non sarà affatto semplice e richiederà numerosi ascolti. Dal punto di vista dei suoni, la produzione è davvero molto simile a quanto sentito su Vector, dotata di un taglio ipermoderno e di suoni molto saturi, ma non poteva essere diversamente vista la natura comune di entrambi i dischi. Virus inoltre è molto incentrato sulle chitarre e sarebbe stato bello ascoltare un po' di più dei geniali intermezzi del tastierista Diego Tejeida, che comunque quando appare non sfigura mai. Nulla da recriminare sulla sezione ritmica, precisa e pulita come di consueto, sempre al servizio dei brani. A conti fatti, salvo qualche momento non proprio a fuoco, in particolare verso la conclusione, un altro ottimo album per gli Haken, che continuano ad essere uno dei gruppi di riferimento del progressive metal mondiale.
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15
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A quando la recensione del meraviglioso FAUNA ? |
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14
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Ma quale declino (LOL). Questi Haken recenti sono nettamente più creativi, sorprendenti, distintivi e interessanti rispetto al prog metal canonico dei primi 2 album (tralasciando l\'inutile growl dell\'esordio) e al pur ottimo prog rock di The Mountain. Recensione giusta. Speriamo che l\'abbandono di Tejeida sia indolore...lo sapremo molto presto. |
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13
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Continua il declino di questa band ormai con poche idee (e anche poco minutaggio). Anche le copertine hanno questa tendenza ormai. Questo album mi fa rivalutare sorprendentemente il precedente Vector. |
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12
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Finalmente ascoltato, anche per me come ho letto sotto si tratta di un passo avanti rispetto a Vector (che pure mi era piaciuto): ne rappresenta il naturale prosieguo, tuttavia musicalmente risulta più compatto e con meno alti e bassi. Inoltre, pur mantenendo le trame del "nuovo corso" sono più frequenti le intrusioni di alcune soluzioni del passato (sia nelle linee vocali che in alcuni virtuosismi di chitarra e tastiera). Difficile elevare una traccia sopra le altre, sebbene Carousel e la suite siano stupende. Veramente ben riuscito, mi ha sorpreso positivamente sebbene io con loro sia assolutamente di parte. Voto 86 |
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11
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Bellissimo disco, band che non mi ha mai deluso. Band che cerca sempre di dare un senso alla parola "evoluzione" bravi!!Messiah Complex da standing ovation.voto 87 |
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10
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Album assimilato, ennesima prestazione superlativa. Inizialmente i singoli mi avevano colpito poco, con l'ascolto contestualizzato nell'album sono cresciuti enormemente. Fenomenale poi l'ascolto in simbiosi con Vector, senza il quale non si coglie a mio avviso l'opera nella sua pienezza. Molto apprezzati i riferimenti a Cockroach King. La suite Messiah Complex può essere infine considerata un capolavoro? A mio parere, assolutamente sì! Voto 90 tondo tondo. |
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9
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Album assimilato, ennesima prestazione superlativa. Inizialmente i singoli mi avevano colpito poco, con l'ascolto contestualizzato nell'album sono cresciuti enormemente. Fenomenale poi l'ascolto in simbiosi con Vector, senza il quale non si coglie a mio avviso l'opera nella sua pienezza. Molto apprezzati i riferimenti a Cockroach King. La suite Messiah Complex può essere infine considerata un capolavoro? A mio parere, assolutamente sì! Voto 90 tondo tondo. |
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8
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Altra grandissima perla per gli Haken che finora secondo me non hanno ancora sbagliato un album. Buona anche la recensione anche se io tutto questo richiamo di Earthrise in Canary Yellow non la sento semmai trovo molte più similitudine in Host del precedente Vector.
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7
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Album valido in molti punti che però ho trovato poco coerente e molto discontinuo, alcuni brani come Carusel molto djent/ambient e prog futuristico sembrano estratti da un disco solista di Richard Henshall, altri invece come the Messiah suite proseguono un discorso prog metal di vecchia scuola. Ross purtroppo l'ho trovato molto giù forma dovrebbe fare meno concerti e prendersi un po di tempo per la sua voce.
Per Gabriele se ti piace the Mountain ascoltati i Thank You scientist, gli Haken ormai hanno preso un'altra direzione e non ci sará un the Mountain II almeno per un pò |
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6
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iL disco prosegue il discorso stilistico di Vector ma a differenza di quest'ultimo le idee sono ben inserite e sviluppate non dando quella sensazione di mancanza o insoddisfazione. Sono contento che i passaggi più melodici siano tornati dato che gli Haken sono impeccabili in questo e senza si snaturerebbero e non poco. Parlando velcoemente dei pezzi i 3 singoli rispetto al primo ascolto mi sono piaciute maggiormente, ottime The Strain come le complesse e le interessanti Carousel, Messiah Complex (i richiami a Cockroach King nelle ultime 2 canzoni della suite sono fantastici) e la delicata canzone conclusiva Only Stars che richiama Clear di Vector. Posso concludere dicendo che Virus si presenta come un passo avanti rispetto al disco prima e si va ad insidiare sotto ai 3 topo album del gruppo ossia Aquarius, The Mountain e Affinity |
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5
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Ascoltato 3 volte oggi e l'ho trovato anche io un buonissimo album, sia potente sia melodico in un equilibrio perfetto. A me quella che è piaciuta meno è proprio Carousel, ho sempre fatto piuttosto fatica ad arrivare fino in fondo mentre tutte le altre mi sono piaciuto molto, soprattutto la magnifica Messiah complex. Concordo con il voto della recensione |
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4
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Direi che aver aspettato un mese e mezzo ne è valsa la pena.
Rispetto al precedente Vector che trovo un pò altalenante e non mi ha convinto del tutto con questo hanno fatto un grande passo aventi per la mia gioia, hanno tirato fuori un disco veramente bello, dedito a snorità più dure (che mi rimandano a ToT dei Theater ma qui fatto decisamente meglio) ma che non manca di raffinate melodie. Per quanto mi riguarda gli Haken si dimostrano ancora una volta come una delle miglior band del prog moderno. Voto 88. |
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3
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Non vedo l'ora di poterlo ascoltare! |
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2
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4 voti per un disco non ancora uscito. Molto attendibile direi... |
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1
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Ormai insieme ai Leprous sono sulla mia lista nera, abbiamo litigato e non ci vogliamo più bene, con questi di adesso.
Molto meglio montagna che virus, in tutti i sensi. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prosthetic 2. Invasion 3. Carousel 4. The Strain 5. Canary Yellow 6. Messiah Complex: I: Ivory Tower II: A Glutton For Punishment III: Marigold IV: The Sect V: Ectobius Rex 7. Only Stars
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Line Up
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Ross Jennings (Voce) Charlie Griffiths (Chitarra) Richard Henshall (Chitarra) Diego Tejeida (Tastiera, Sound design) Conner Green (Basso) Raymond Hearne (Batteria)
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