|
27/12/24
EDOARDO BENNATO
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA ENNIO MORRICONE, SALA SANTA CECILIA - ROMA
|
|
Gloryhammer - Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex
|
11/08/2019
( 2685 letture )
|
Dopo la potente esplosione, causata da Hootsman, che ha distrutto la terra creando un varco spaziotemporale, il malvagio Zargothrax, non ancora sconfitto, utilizza la forza che gli è rimasta per fuggire. Con Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex, terzo capitolo della saga dei Gloryhammer, l’eroico Angus McFife XIII si lancia nel misterioso varco all’inseguimento dell’acerrimo nemico.
Ormai tutto ciò, questi prologhi epici da film anni ‘90, non fanno neanche troppo effetto visto che i Gloryhammer nel corso del tempo hanno avuto modo di mettersi in mostra, rendendoli un marchio di fabbrica, difatti le fondamenta del gruppo risiedono proprio nel concept fantascientifico in cui i protagonisti degli scontri sono proprio i membri della band, che attraverso degli eccentrici costumi ed equipaggiamenti si calano nel contesto, nel loro universo. Lo stile è esagerato, pieno di cliché del genere fantascientifico e del power. La band suona abilmente, ma in maniera leggera e ironica, al punto da far sembrare la loro creazione una specie di parodia del power più tradizionale, dalla vena fantasy, che talvolta si prende un po’ troppo sul serio cadendo nel ridicolo. Costumi simil power-rangers alla mano i Gloryhammer, capitanati dal tastierista Christopher Bowes (membro anche degli Alestorm), cavalcano il loro lato ridicolo uscendone a testa alta. Dopo i loro primi due dischi, accolti in maniera positiva dal pubblico e dalla critica, riuscendo a dimostra di essere una band con del potenziale, capace di inserirsi nella scia del power sinfonico, con ironia e una buona freschezza compositiva tornano alla carica con Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex.
Con questa nuova uscita prosegue su questa direzione: si tratta di un disco non particolarmente originale, anzi, tutto ciò che si sente è un qualcosa di collaudato, riconducibile a infinite altre band epic-power, ma dotato di una scorrevolezza, di una freschezza e di un lato catchy straordinariamente piacevoli. I Gloryhammer suonano con perizia e con grande estro: a livello tecnico Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex non ha nulla da invidiare ad altri album simili. Lo stesso discorso lo si può estendere ai suoni e alla produzione, molto attuali e godibili. Entrando in Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex le composizioni sono orecchiabili, tutte estremamente energiche: in tutte le dieci tracce i ritornelli sono da rotazione radiofonica, sorretti da ritmiche ed assoli veloci e melodici, ad enfatizzare ancor più questo lato divertente e “facile”. Non c’è una canzone meglio riuscita rispetto alle altre: dopo la breve intro si possono subito citare The Siege of Dunkeld (In Hoots We Trust), Masters of the Galaxy e The Land of Unicorns, tre pezzi che mettono in luce fin da subito le qualità della band e lo stile, l’energia delle composizioni, caratteristiche che poi si andranno a ripetere in ogni altra canzone in scaletta fino alla suite conclusiva The Fires of Ancient Cosmic Destiny, in cui in dodici minuti i Gloryhammer condensano un po’ la loro essenza in modo imponente e pomposo.
Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex va ascoltato: non ci sono aspetti particolarmente profondi o nascosti da analizzare e i suoi punti di forza alla fine, che sono il suo essere un disco diretto, ben riuscito, orecchiabile ed incalzante, emergono senza tanti giri di parole direttamente all’ascolto. I Gloryhammer si rivelano una band tecnicamente dotata, con un buon gusto ed il giusto estro nelle composizioni. Non innovano nulla, ma riescono a creare un qualcosa di efficace e di non noioso: fare un disco di puro power così scorrevole nonostante i cinquanta minuti di durata non è cosa da poco e non è cosa da tutti, per cui non mi resta che consigliare almeno un ascolto spensierato (e magari senza troppe pretese) di Legends from Beyond the Galactic Terrorvortex.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Uno dei gruppi più inutili che abbia mai sentito, e non perchè odi le band che vogliano farsi quattro risate, ma la loro musica è tanto fumo e niente arrosto. E si insiste ancora a chiamare sta roba, assieme ad Alestorm e company pure Power Metal... Poi chiediamoci perchè il Power è probabilmente il genere più denigrato nella scena Metal attualmente. |
|
|
|
|
|
|
4
|
Bah....visti dal vivo come band di supporto, alla prima canzone ho riso, alla seconda ho storto il naso, alla terza ho pianto. Forse ascoltarli senza vederli può aiutare, ci riproverò, ma quegli urletti uniti ai costumi....pensavo ad una band giapponese che faceva cover delle sigle dei Manga tipo Goldrake... |
|
|
|
|
|
|
3
|
Il primo è sicuramente il peggiore dei tre. Questo è stato ben recensito ovunque ( come i precedenti ). |
|
|
|
|
|
|
2
|
Il primo fu carino, il secondo aveva 2 brani decenti. questo è merda pura.
|
|
|
|
|
|
|
1
|
Album bellissimo, potente e epico ( anche ironico ). Le canzoni sono tutte convincenti. Voto 82. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Into the Terrorvortex of Kor-Virliath 2. The Siege of Dunkeld (In Hoots We Trust) 3. Masters of the Galaxy 4. The Land of Unicorns 5. Power of the Laser Dragon Fire 6. Legendary Enchanted Jetpack 7. Gloryhammer 8. Hootsforce 9. Battle for Eternity 10. The Fires of Ancient Cosmic Destiny
|
|
Line Up
|
Angus McFife XIII, Crown Prince of Fife (Voce) Ser Proletius, Grand Master of the Deathknights of Crail (Chitarra) The Hootsman, Astral Demigod of Unst (Basso) Zargothrax, Dark Emperor of Dundee (Tastiere) Ralathor, the Mysterious Submarine Commander of Cowdenbeath (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|