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21/12/24
GORY BLISTER + AYDRA
RCCB INIT, VIA DOMENICO CUCCHIARI 28 - ROMA
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Marlene Kuntz - Che Cosa Vedi
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15/07/2019
( 2662 letture )
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L’album che segna la fine della prima fase e il passo decisivo verso il cambiamento, per poi proseguire ulteriormente nei lavori successivi. Accade a tante, tantissime band, ed è sempre un mezzo trauma per tutti i fan che hanno amato la loro prima versione, quella incorruttibile, sfrontata e fuori dagli schemi, mentre poi hanno dovuto assistere al loro proseguimento di carriera che non solo non li rispecchia più, ma anzi sembra qualitativamente inferiore. Questo processo è accaduto a tantissimi nomi altisonanti nel mondo della musica, band di grandissima caratura che perdono lo smalto creativo per ripiegare su qualcosa di più canonico, dai Metallica ai Red Hot Chili Peppers, passando per i Litfiba fino agli Incubus, ed i Marlene Kuntz non ne sono esenti. Anche in questo caso si inizia a dare un taglio con il passato, e di conseguenza con molti fan. Non dev’essere difficile immaginare lo scontento da parte dei sostenitori di Cristiano Godano e soci appena sentito l’album, dal momento che dopo un trittico come Catartica, Il Vile e Ho Ucciso Paranoia le aspettative erano molto alte. Troppo melodici, troppo convenzionali, troppi video ad accompagnare i singoli, troppa sponsorizzazione in giro, insomma anche loro omologati alla ruffianaggine che impera nel circuito radiofonico, neanche stessimo parlando della versione nineties dei Negramaro.
In verità all’attacco di Cara è la fine le differenze con gli album precedenti quasi non si avvertono e lo stile dei Marlene Kuntz sembra pressochè immutato. L’effetto noise rimane quello, le tematiche sociali sono sempre sugli scudi ed i testi si rivelano ancora il fiore all’occhiello di Cristiano Godano, forse ancora di più in questo caso. Quello che è cambiato lo si scoprirà mano mano che ci si addentra nell’album procedendo con l’ascolto. Il testo dell’opener parla di una relazione che non è delle più semplici, anzi si potrebbe parlare di un rapporto morboso, dove gli abbracci vanno pari passo con le revolverate. Visto che si parla di relazione, i riff caotici e gli arpeggi schizofrenici si sposano perfettamente con la voce viscerale ed alienante di Cristiano. Si parte bene dunque, e si continua con Serrande Alzate, da cui è tratto un video dove i nostri suonano all’interno di una gabbia (e qui ci si potrebbe intravedere forse un significato allegorico), debitrice dei Sonic Youth come spesso accade quando il gruppo di Cuneo opta per questo tipo di soluzioni. Si ritorna a puntare sulla distorsione con la più grintosa Canzone di Oggi, insieme di rimpianti di un protagonista che si sente per nulla realizzato in un costante conflitto interiore, e l’impressione è quella di assistere ad un flusso di coscienza in preda al caos più totale. L’intimità dei pensieri presenti ne L’abbraccio lascia spazio ad un altro tipo d’intimità in La canzone che scrivo per te, che prevede al suo interno la collaborazione con Skin, già cantante degli Skunk Anansie di Charlie Big Potato. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo come già qui sia evidente la conversione dei Marlene Kuntz ad un lato più zuccheroso della loro proposta, tanto da abbracciare la causa del diabete e obbligare i fan a farsi iniettare insulina come se non ci fosse un domani. In realtà nella seconda parte dell’album sono fondamentali l’apporto di canzoni come Chi mi credo d’ essere?, dove tornano i conflitti interiori, la paranoia e tutti i tormenti di varia natura che fungono da nutrimento all’ispirazione per la carriera del gruppo piemontese, almeno fino ad ora. Le stesse Primo Maggio e Quasi 2001 racchiudono al loro interno quello che è il tipico sound dei Marlene Kuntz, sia per la ritmica, sia per il gran ruolo che giocano le chitarre, in grado di esprimere la crudezza della situazione attraverso griff ruvidi, ma anche di sorprendere quando entrano in gioco effetti e stacchi acustici. Nella seconda in particolare torna a manifestarsi nella sua dimensione più alienante la voce del cantante, come sempre perfetto nell’interpretare adeguatamente il carattere disturbato del brano. Da non sottovalutare e anzi da menzionare particolarmente l’apporto che conferisce all’album la brillante E poi il buio, volendo una delle massime creazioni dal punto di vista poteico realizzate da Cristiano Godano. Buffo invece pensare con il senno di poi a Grazie, che invade a volte il territorio dei Sigur Ròs e che i più cinici potrebbero considerare come un commiato per i proprio fan, considerando poi la piega intrapresa dalla band. Si contrappongono le ballate, forse considerate troppe, probabilmente tra le canzoni che hanno fatto storcere il naso ai più e una delle cause che portano Che Cosa Vedi? ad essere condotto sul banco degli imputati. Al giorno d’oggi, considerando l’ulteriore proseguimento di carriera dei piemontesi, viene quasi rivalutato, della serie “non a livello dei precedenti, ma tutto sommato più facile accostarlo ai primi tre rispetto a quelli venuti successivamente”.
Sebbene con il rilascio di quest’album il gruppo del Piemonte inizi a perdere il consenso da parte dei fan, Che cosa vedi? in fin dei conti si rivela un lavoro valido, con sempre in primo piano l’interesse per esprimere il proprio malumore attraverso la denuncia della società e turbe psicologiche. Oltre a questo, spaccherà in due l’accoglienza da parte dei fan, poichè pur non essendo apprezzato nella sua interezza, al suo interno ci saranno canzoni considerate ancora di un certo valore artistico. Già da Senza Peso infatti, per molti calerà il drappo nero sulla carriera dei Marlene, che non avranno più nulla da dire.
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3
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Robaccia per pseudo alternativi...a cosa poi, pessimi fin dall'inizio.... |
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2
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Ps...per il recensore. Cos' è Antartica?? Correggere!😘 |
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Meno bello del precedente ma ancora valido. Giusto il voto. Poi sono diventati intellettualoidi da salottino e li ho mollati. |
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INFORMAZIONI |
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Sonica Factory/Consorzio Suonatori Indipendenti
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Tracklist
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1. Cara è la fine 2. Serrande alzate 3. Canzone di oggi 4. L'abbraccio 5. La canzone che scrivo per te 6. Due sogni 7. Chi mi credo d'essere? 8. Primo maggio 9. La mia promessa 10. Malinconica 11. Quasi 2001 12. E poi il buio 13. Grazie
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Line Up
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Cristiano Godano (Voce, Chitarra) Riccardo Tesio (Chitarra) Dan Solo (Basso) Luca Bergia (Batteria)
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