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01/04/2019
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Verkligheten = Realtà.
Speed Strid è nuovamente migliorato, maturato, evoluto. Come è possibile? Bastano pochi ascolti di Verkligheten per capire il motivo. Nuovo album in casa Soilwork dopo il magistrale The Ride Majestic del 2015. Un lasso di tempo piuttosto lungo separa due lavori alquanto diversi fra loro. Cosa è cambiato in questo periodo? La band svedese si ripresenta sulle scene con un batterista nuovo di zecca, il bravissimo e fantasioso Bastian Thusgaard che, vi assicuro, non fa rimpiangere l’incredibile talento di Verbeuren, così come il nuovo bassista Taylor Nordberg, non accreditato nell’album, dove le sue parti sono state composte e suonate per intero dal polistrumentista e song-writer David Andersson. Ma torniamo all’affermazione che apre la recensione: il nuovo album, che definire perfetto sarebbe azzardato (ma non distante dalla realtà) presenta una intrigante, vasta serie di sfumature sonore per la visionaria band nord-europea. Speed Strid è fenomenale: un cantante e frontman di prim’ordine, uno scrittore vario e ispirato. La sua prestazione in Verkligheten è fuori parametro per bravura e idee. Growl ponderato, passaggi veloci, melodie eteree, malinconia, passando per scream e acuti. Stupore per come, in ogni album, le sue abilità aumentino costantemente. La band, compatta e smerigliata, non delude e, anzi, premia l’ascoltatore con una serie di assi che si elevano per qualità media e piacevolezza d’ascolto.
Come suona questo nuovo album? Verkligheten è ancora una volta diverso: magro, snello, sincero e possente. Un album sicuramente meno heavy e veloce rispetto al passato, ma saldamente ancorato alla tradizione metal melodica. È nordico nelle intenzioni e nelle melodie tristi ed epiche. Ci sono echi del passato, certo, così come sfumature boschive alla Amorphis (Needles and Kin, che vede la partecipazione proprio di Tomi Joutsen) e qualche influenza Townsend-iana (Arrival), come da tradizione. L’album, che si apre con la ponderata title-track strumentale, ci fa prendere fiato prima di immergerci nella coloratissima tempesta sonora, amabilmente e abilmente aperta dalla top-track in assoluto, quella strabordante, concisa ed epica Arrival che, in meno di 4 minuti, sforna melodic death e sognanti melodie che poggiano su terremotanti blast-beat. Un mix vecchio/nuovo che mette d’accordo tutti, presentandosi come uno dei pezzi più belli e ispirati non solo dei Soilwork, ma anche di questo 2019. Roboante e robotica, Bleeder Despoiler si muove su coordinate spigolose e influssi –core, con vocals graffianti e riff moderni. Altra storia invece per la favolosa Stålfågel, evocativa e perfetta nella sua forma-canzone. Versi e ritornelli si alternano con costanza, innalzando la commercialità del prodotto e andando a perfezionare la sua morbida pennellata melodrammatica. In tutto questo cangiante panorama metallico c’è davvero spazio per tutto: dal power metal all’AOR, passando per le sfuriate death metal e le parentesi soffuse e rock. Variopinto nel suo essere diversamente estremo, Verkligheten non stanca nemmeno dopo svariati ascolti, grazie alla sua invidiabile gamma cromatica, che non lesina graditi riferimenti ai Night Flight Orchestra nelle varie Full Moon Shoals e Nurturing Glance , che trovano il perfetto bilanciamento tra melodia e aggressività.
La spina dorsale della band è -ora più che mai- intatta e coriacea. La musica è un difficile compendio di tradizione che va al passo con i tempi, esprimendo la volontà di andare oltre i classici canoni pre-impostati del death melodico, ma anche della musica estrema in toto. La spettacolarità di The Wolves are Back in Town, con il groove delle chitarre in primo piano è un piccolo classico che ovviamente mette in mostra le doti canore di Speed Strid. Non è da meno il comparto solista, quasi tutto a carico del bravo Andersson, così come la verve rock di Witan, singolo/video di grande presa che ci riporta ai tempi di Stabbing the Drama e Figure Number Five, con i suoi contro-cori edulcorati e squisitamente melodici. I centri in questa nuova creatura targata ‘Work si sprecano, e il finale dominato dalla doppietta Needles and Kin / You Aquiver è un’ulteriore conferma del dominio svedese. Melancolica, greve e griffata la prima, con un sali-scendi heavy e roccioso, mostra il suo lato teatrale nel pre-chorus che sfonda un muro di cemento con la delicatezza di un esercito di pastelli colorati, anticipando caratterizzanti sfuriate in blast-beat. Tomi Joutsen interviene, duetta e convince con aggressività, mentre Speed sprigiona dramma e talento. You Aquiver chiude le danze con synth e chitarre pulite. Un sound che, per una breve durata, introduce l’ultimo capitolo, ritmato e standard nella forma, bello e carismatico nella sostanza. Ancora influenze esterne, riff metallici e l’orchestra notturna che fa capolino qua e la, colorando il tutto con un manto notturno e vagamente retrò. Una vera chiusura degna di nota: si canta e si danza con i pugni alzati e il ritmo in levare. Un gran pezzo melodico e rotondo, che saluta nel migliore dei modi l’undicesimo capitolo della banda di Göteborg. Soddisfatti, usciamo dalla stanza sonica con i capelli scompigliati e la t-shirt sudata. L’attesa è stata ampiamente ripagata!
Soilwork = Realtà.
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Moscio, moscio, moscio. Salvo solo Ageless Whisperer, unico brano con del carisma. De gustibus, per me il loro miglior album dopo Natural Born Chaos rimane Stabbing The Drama, ruffiano quanto vuoi ma efficacissimo. |
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Riascoltato oggi a distanza di qualche mese. Poco da dire, per me un grande album, parecchi pezzi (quasi tutti) con un tiro pazzesco, difficile che cali l’attenzione lungo tutta la durata del disco. Io adoro i loro primi 3 album, mentre di quel che è venuto dopo... diversi album non mi hanno mai convinto, ma qui sono tornati a piacermi veramente parecchio. 85 ci sta tutto. |
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@SkullBeneathTheSkin: e seguirò il tuo consiglio! E ascolterò pure Living infinite. |
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Concordo con @deep blue, è il songwriting a deludere un po'... i Soilwork hanno sempre vissuto di alti/bassi, ma sempre con un buon livello base. Le critiche e le aspettative non sono quelle che si posso avere verse un outsider.
@Rob: bravi sono bravi, ma dopo gli inizi in puro stile gothenburg (chainheart/predator) hanno maturato il loro stile ed innovato un minimo con "Natural Born Chaos", che mi permetto di consigliarti di ascoltare. Targato 2002, moderno ancora oggi. Verkligheten non mi è dispiaciuto, ma gli preferisco Living Infinite. I voti degli altri album attestano più o meno il discorso degli alti/bassi |
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Per me album stupendo; una sorpresa (mai ascoltati prima). Stålfågel una delle canzoni più belle degli ultimi anni e Bjorn “Speed” Strid uno dei cantanti più dotati della scena. Ritmiche furiose, cori magnifici; un growl comprensibile. Ognuno ha i suoi gusti e io li trovo magnifici. 85 |
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Per i detrattori, come il sottoscritto, e' proprio il livello compositivo che non funziona |
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Non riesco a comprendere lo sdegno dei detrattori. Il disco è oggettivamente notevole, complesso e variegato. Il livello compositivo e la versatilità dei musicisti sono notevoli: si passa da ritmiche forsennate ad aperture melodiche che richiamano il power metal, con momenti hard rock e classici. La prestazione di Strid è impressionante. A me pare che ci sia sempre la solita diatriba sul genere di appartenenza: se ci sono ritornelli melodici allora sono dei venduti di scarsa qualità, altrimenti vanno bene. Allora dovremmo buttare nella spazzatura intere discografie di metal band storiche che hanno fatto capolavori. Dire che questo album è la solita ciofeca radiofriendly vuol dire rinnegare l'innegabile enorme evoluzione musicale di questa band. Non ha senso rimpiangere i tempi di The Chainheart Machine, quella roba ha fatto il suo tempo ormai, qui ci troviamo di fronte a tutt'altra cosa (e non meno valida). Così come è fuori luogo il paragone con gli In Flames, un album così se lo possono sognare attualmente. |
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Tutto sommato se devo sentire queste cose, con tutto il rispetto parlando, preferisco mettere su l'Electric Light Orchestra |
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Ciofeca noiosa, piatta, inascoltabile... non mi dice nulla... |
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Mi unisco al coro degli scettici. Non stronco nulla ma vedo 15/20 punti di troppo. Con tutto il rispetto per metalraw, la chiusura della rece mi ha fatto riflettere sulla realtà. E per me la realtà è che i Souiwork sono cresciuti di importanza con il dissolversi della scena e con la caduta (in flames) o l'oblio (At the gates ancora dormono) degli alfieri/fondatori. Ecco quindi che i Soilwork, promessa della seconda ondata di goteborg, accrescono il loro "peso". Il problema è che siamo ancora fermi all'incompiutezza di Natural Born Chaos, porca paletta. Living infinite una eccezione alla regola. Il resto, come sempre, formuletta riproposta alla nausea tanto è vero che le parti migliori sono quelle clean/melodiche che a tratti stridono con il growl ed il tiro... mah, non è un brutto album ma ormai li trovo noiosi e troppo sfacciatamente al seguito quando invece avrebbero forse dovuto raccogliere l'eredità dei grandi, almeno erano queste le aspettative ai tempi di chain/predator/NBC... deludentissima la loro non evoluzione, per me è un disco da 65/70 ma non di più. Possono farne altri mille identici. |
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songwriting abbastanza elementare... poco da salvare. 40 |
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@Metallycra
Si, ma infatti, carino e niente di più. Non ci vedo nulla di eccezionale e mi sa che la direzione è tracciata.
Al prossimo, il clone degli In Flames di oggi.
E archiviamo un'altra band. |
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Non condivido tutto questo entusiasmo.Lo sento e lo risento da giorni ma mi annoia. Tutti riff riciclati, melodia avolte ruffiane e fastidiose. Gli ultimi 3 dischi mi erano piaciuti parecchio. Questo non lo digerisco. Mi sembra fiacco e pieno di "già sentito". Probabilmente hanno ottento quello che cercavano, ovvero di piacere a molti piu' ascoltatori. Per me una delusione |
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Non condivido tutto questo entusiasmo.Lo sento e lo risento da giorni ma mi annoia. Tutti riff riciclati, melodia avolte ruffiane e fastidiose. Gli ultimi 3 dischi mi erano piaciuti parecchio. Questo non lo digerisco. Mi sembra fiacco e pieno di "già sentito". Probabilmente hanno ottento quello che cercavano, ovvero di piacere a molti piu' ascoltatori. Per me una delusione |
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Per far capire se Full Moon Shoals fosse partita dal terzo minuto e finita al quarto allora sì che sono i soilwork che adoro. |
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Per me troppo "metalcoroso" quindi non lo trovo così valido...spero di sbagliarmi ma il percorso intrapreso è quello degli In Flames. Questo però almeno è suonato bene ma non è poco melodic death, anche perchè se non erro loro stessi non si definiscono più così. |
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Ho letto di tutto in questi 51 commenti e probabilmente ne saranno scritte ancora di cose, senza entrare nel merito dei punti di vista che sono ovviamente solo ed esclusivamente punti di vista mi permetto di dare una opinione molto semplice: per tutti coloro che ascoltano metal di qualunque genere esso sia, questo e’ “ il disco “ ... |
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Metalshock allora non ce li senti i lacuna coil?? Ascolta bene...cosa ci senti? Ci sono vari stili differenti..sia estremi che non. Come le vocals del singer che varia nel modulare almeno a quattro tipi differenti in estremo, tralasciando il pulito che è ben fatto |
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Meno male Obscure: meno ascolti gruppi così meglio è, per loro.... |
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Lambruscone andiamo a potare i rami...poi ti mostrerò qual è il miglior vino doc italiano e ti farò vedere la mia collezione di cd death metal di cui non ce n'è manco uno dei soilwork |
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Più lo ascolto e più cresce. Pazzesco. Forse finalmente è arrivata l'ora che questa band si prenda la considerazione che non ha mai ricevuto ma che ha sempre meritato. |
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L'album non è male, però non ci vedo niente che mi possa spingere a dare un voto così alto (per quello che conta). |
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non ascoltavo i soilwork dai tempi di stabbing the drama. Che dire...grande evoluzione: in alcuni punti somigliano troppo ai trivium piu melodici, pero questo è un disco veramente fantastico. Speed strid ha una voce clamorosa, un fenomeno, sia quando canta pulito sia quando urla |
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Il commento numero 1 e' come se lo avessi scritto io. Per ora il top dell'anno insieme all'ultimo avantasia |
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Anche per me i primi 2 spettacolari, poi per me potevano andare a vangare l'orto, non mi sarebbe dispiaciuto |
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E' la prima volta che mi ascolto davvero i Soilwork, il pulito di Bjorn mi ricorda tantissimo Taage Laiho(ex-Altaria) |
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Ok @Rob! Non c'e' dubbio che abbiano sfornato album molto piu' aggressivi e soprattutto "raw" in passato ma io non metto la questione in termini di ammorbidimento in realta' perche' i Soilwork hanno sempre mostrato una certa evoluzione.Ti diro', alcuni pezzi (When the Universe Spoke es.) mantengono in pieno lo stile del gruppo. Volevo solo evidenziare piuttosto l'influenza marcata dei Night Flight Orchestra che da' tutta un'altra atmosfera al disco (rispetto al passato intendo) e il pezzo Full Moon Shoals ne e' proprio un esempio. Ma non lo dico in senso negativo (a prescindere dai gusti, a me non piace questo stile) perche' non si puo' negare che l'album sia comunque molto ricercato e concordo sulla grande prova di Björn. @tino, d'altro canto e' sempre stato il punto di forza di questo genere |
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come al solito sono in linea con rob fleming, comunque forsee non è un capolavoro, quelli strid li sta sfornando stile catena di montaggio con i night flight, ma è un lavoro ad ottimi livelli. Per me il problema più grosso di uno stile come questo è che essendo molto in bilico fra aggressività e melodia può deludere ascoltatori affamati di aggressività e sicuramente in imbarazzo di fronte a ritornelli sdolcinati ma nello stesso tempo può scoraggiare ascoltatori più avvezzi alla melodia perché infastiditi da growl e blast beat. Una cosa è certa, è che questo ragazzone svedese ha talento e ispirazione e non è un semplice narratore esecutore, non so se sa suonare qualche strumento ma sicuramente è uno degli artisti moderni che è meglio maturato negli anni e riesce a muoversi con apparente disinvoltura tra stili spesso contrastanti |
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@Silvia, ma mica è rivolto in particolare a te il mio commento soprattutto sotto l'aspetto negativo del termine "pop"; anzi per certi versi sostenevo una certa tua affermazione. Peraltro non ho avvertito da parte tue una declinazione negativa della parola. Poi tu, forse perché li conosci a differenza di me che li ho scoperti con questo disco, hai evidenziato un ammorbidimento da parte del gruppo che per i miei gusti è solo un valore aggiunto. In questo preciso instante sto ascoltando Full Moon Shoals: da un lato ha un ritornello irresistibile; dall'altro strofe "discretamente" cattive. Ecco perché non avverto così tanto il lato easy. |
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Riascoltato alcune volte: ci sono episodi molto validi (la melodica Bleeder Despoiler, la bellissima Stålfågel, il singolo Witan e Needles and Kin per citarne alcuni) e da un punto di vista sonoro è la naturale prosecuzione degli ultimi lavori, figlia della virata verso lidi più melodici e debitori al metalcore che ha "contaminato" altri membri della scena scandinava a partire dai primi 2000. L'album è qualitativamente ben confezionato e piacevole sulla breve distanza, inoltre la band mantiene in buona parte le sue caratteristiche sonore distintive (a differenza ad esempio di "Siren Charms" o "Battles" degli IF che sono di una banalità e pochezza sconcertante). Tuttavia non riesco a urlare al capolavoro come molti sotto di me, lo trovo un album carino che si ascolta facilmente e si dimentica con altrettanta facilità. Voto 70 |
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Non capisco tutte ste storie perche' ho detto di sentire sfumature pop negli intermezzi vocali. Non ho detto che c'e' tanta poppaggine, non ho utilizzato connotazioni negative e non parlavo di pop come melodia identificabile, sono due concetti ben diversi. Anche l'emocore ha melodie identificabili ma non sono di matrice pop (esempio). Ci sono poi le commistioni metal e pop eccome, Amaranthe su tutti. Bon Jovi x me non e' pop |
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Appunto @tino. A parte il fatto che tutta 'sta "poppaggine" nei Soilwork non la sento; a parte il fatto che sembra che il termine "pop" sia utilizzato in termini negativi e a questo punto vorrei capire cosa ci sarebbe di negativo in autori quali - a random - Elton John, Paul McCartney, David Bowie, Ray Davies (i primi che mi vengono in mente); a parte il fatto che se "pop" è un qualsiasi brano con una melodia identificabile allora direi che a parte il grindcore, certo black e certo death metal sono "pop" anche i Judas Priest e i Black Sabbath; a parte che "pop" è l'abbreviazione di popular; il termine pop metal esiste o quanto meno esisteva. Oggi è in disuso, ma me lo ricordo benissimo. Venivano identificati quei gruppi che sostenevano le loro melodie con robuste dosi di elettricità. Io lo ricordo attribuito ad esempio a Cheap Trick, Bon Jovi e tanta scena che oggi viene definita in modo orrendo "hair metal". Ma che schifo di termine è "hair metal"?!? |
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nel metal non esiste il pop? ma chi l'ha detto? |
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gianmarco sì sono di Helsinborg (discreta scena fra l’altro 😊 |
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Concordo con Blessed e infatti non perderò tempo con chi aggredisce o millanta conoscenze "superiori": i commenti qualificano sempre chi li scrive e mostrano chiaramente chi non è capace di un confronto sereno e quindi non merita attenzione. Anzi ne ha ricevuta fin troppa |
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@Silvia, con tutto rispetto, non volermene ma forse il metal non è roba per te. Nel metal non esiste pop, ci possono essere addolcmenti nei suoni, ma nelle strutture e metriche compositive non c'entra un benemerito cazzo. Suona da circa vent anni e credo come funioni a livello strutturale un brano metal, rock, pop e via dicendo. Per quanto riguarda il disco degli in flames i principali siti italiani del settore, che non sono questo, non han dato voti eccessivi ma semplici sufficienze, in quanto appunto è un disco appena sufficientedi normale Alternative metal, ma che di pop o cazzate varie non ha nulla.
@metal_shock, concordo con cio che hai detto e sottolineo il fatto che le ballate degli in flames fanno ampiamente vomitare |
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Ho sempre pensato che chi è forte delle proprie idee e sicuro di se, non ha bisogno di aggredire gli altri. Sono le sue idee e la sua sicurezza a parlare per lui. Evidentemente molti commentatori hanno invece bisogno di sentirsi forti e migliori degli altri, che è cosa diversa dall’esserlo. |
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Uhm...al commento 11@ l'utentessa sissy, dice pop easy/rock...poi quell'easy aggiunto di fianco, cos'è un nuovo genere inventato sul momento?? Barlume di esperienza cognitiva. Ha detto bene @Metalshock. Poi è sempre giusto parlare male degli in flames che ora come ora non c'è cosa peggiore per fare un riferimento a partire dal basso. Prevedo un bel work, di questi nuovi LACUNASOILWORK, tó anche raffinati e non trascurabili, ma non assolutamente melodic death metal. Diciamolo (cit.) Già dalla copertina zuccherosa quel violaceo da luna park e zucchero filato si intuiva...è giusto precisarlo visto che la legge del death metal dice no, visto che uno vede "melodic death metal" e non lo è piú absolutely come dei lavori inizio duemila. ehy, Extreme Aor metal vi garba? Ma darò mie considerazioni precise al riguardo quando avrò finito con gli ascolti cognitivi, fallo anche tu utentessa-easy-sissy |
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Belli i nuovi LACUNA SOIL(WORK) |
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non erano di helsinborg ? |
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Diciamo che unendo la tradizione Soilwork con le sonorità Night Flight Orchestra è venuto fuori un lavoro con molta personalità (al di là dei gusti) e veramente tante sfaccettature |
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Beh, è OT, ma l'ultimo degli IF ha ricevuto recensioni positive ma anche negative, ed i commenti che ho letto sono tendono più per i secondi. Per il resto per me qua c'è AOR, genere che ha sfumature pop ma è AOR, non pop. |
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Metal Shock il mio commento ha preso spunto dalla tua risposta ma era allargato alla discussione. È un disco con varie influenze, sicuramente, fra cui x me venature pop, come dice anche Alex Cavani "un occhio strizzato verso un flavour pop", concordo. Conosco l'AOR e mi piace anche (Boston, etc) 🙂. Sugli In Flames "è un dato di fatto" che abbia ricevuto ottime recensioni, sinceramente io devo ancora ascoltarlo bene x esprimere il mio giudizio |
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sono ai primi ascolti e siamo di fronte sicuramente a un lavoro con i fiocchi, con un gruppo assolutamente perfetto tecnicamente e un cantante dei migliori e versatili in giro attualmente. Devo dire che apprezzo da matti gli inserti super melodici segno che bjorn sperimenta con i night flight poi esporta nel suo gruppo principale facendo alchimie che non possono che far bene al genere. Bellissimi esperimenti come The Nurturing Glance dove ci sono riff alla accept (vecchi) su un impalcatura musicale moderna e trasversale. |
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@Silvia: leggi i commenti. Primo: io infatti non ho parlato di Death metal anzi ho detto che è un disco metal a 360 gradi.
Secondo: anche se non mi piace non ho parlato di pop in termini spregiativi ho solo detto che di pop qui non ve n'è; Stålfågel potrebbe stare in un disco dei Nightflight, gruppo hard/AOR quindi non pop (Ma lo conosci l'Aor?? Mi pare proprio di no).
Terzo: non si sminuiscono gli In Flames si dice semplicemente che la qualità che propongono i Soilwork oggi è ben maggiore a quella di Friden e soci (quando ci sarà la recensione ben si capirà cosa penso). È un dato di fatto ben espresso anche dagli altri commenti; il successo è una cosa la qualità un'altra. |
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I pezzi anticipati sul web mi sono risultati decisamente pallosi. Sensazione confermata anche dal vivo. Proverò ad ascoltare il resto. Magari è meglio |
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Inoltre ho parlato di sfumature e reminescenze. Se non le sentite non è il caso di prendersela 😅. Take it easy 😉 |
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Purtroppo si considera pop in senso dispregiativo, probabilmente lo si associa alle canzonette usa e getta invece è un genere di tutto rispetto con dei canoni musicali precisi e io nelle linee vocali melodiche di questo album lo sento molto, Stålfågel su tutti. Non basta un growling x fare death metal e non ricordo soluzioni elettroniche nell'hard rock. Poi non vedo la necessità di sminuire gli In Flames qui |
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Lo già detto come il paragone tra Soilwork e In Flames ci sta tutto per passato e percorso dei gruppi, poi che uno abbia avuto più successo dell'altro c'entra poco.
Di pop nella proposta dei Soilwork non c'è niente, é un sound di derivazione AOR/hard rock, e se ascolto il nuovo disco degli IF i cori sono molto simili, anzi le ballate, pessime, sono molto più "pop" di quanto fatto da Strid e soci.
Ognuno ha le sue convinzioni, ma talvolta sono proprio sbagliate. |
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Ovviamente secondo me, liberissimi di sentire altro, non dirò mai che sono cavolate |
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Non solo scrivo ma ribadisco che le parti melodiche hanno sfumature easy listening a differenza di altri gruppi in cui hanno invece delle reminiscenze emocore (esempio). Un po' di rispetto x le opinioni altrui grazie 😁😉 |
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leggo ancora la parola pop, essendomi sempre astenuta nel commentare ora non riesco piu.
queste band di pop avranno al massimo qualche disco nella loro collezione privata da far ascoltare alle fidanzatine.
Pop/easy rock? ma che definizione è? ma per piacere evitiamo di scrvere cavolate o almeno se le pensate evitate di scriverle. |
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Non so come Speed riesca a sfornare dischi sempre più riusciti ma a questo giro proprio non me l'aspettavo, dopo l'avvicendamento alla batteria credevo potesse uscire un album di transizione e invece questa è un'opera perfetta non solo nell'utilizzo vocale ma anche nella costruzione dei brani, nella partitura ritmica, nel susseguirsi delle armonie, nelle melodie e nei riff nonché nello sviluppo della componente emozionale nello svolgersi dei brani ottenuta spaziando dal death più brutale all'aor arioso e easy listening... forse il limite è proprio questo, quello di aver accumulato in un solo album influenze disparatissime... eppure convivono pacificamente! Opera d'arte!! |
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*io ami, traduttore di merda |
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Pur non essendo fan sfegatato seguo il gruppo e avevo apprezzato abbastanza le uscite precedenti, ma a un primo ascolto questo mi ha un po’ annoiato. Ben confezionato e concordo con tutti sul cantato di Björn, ma lo trovo estremamente lineare per gli standard del gruppo e fin troppo ruffiano (sebbene io amo la melodia in certi tipi di metal). Riascolterò, ma per ora a parte qualche brano particolarmente riuscito non mi ha entusiasmato. |
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Non capisco il costante paragone con gli In Flames, due gruppi che hanno preso strade diverse con risultati molto diversi, sia stillisticamente (negli In Flames c’è stata una forte influenza metalcore e nei Soilwork quella pop/easy rock) che in termini di successo (gli In Flames riempiono le arene). |
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Quoto Hagen e vorrei aggiungere che secondo me l’esperienza Night Flight ha sicuramente inciso sullo stile del disco. Björn sugli scudi, grande voce |
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Un disco che sotterra quella mezza porcheria targata In Flames |
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Al di là del fatto che il disco piaccia o meno (io l'ho trovato ruffiano e melenso), io non sono d'accordo con l'etichetta "melodic death": qui di death, melodico o meno, c'è solo il growl e le chitarre distorte. |
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7
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un disco che non ti annoia mai, piu' lo acolto e piu' mi piace, quasi perfetto, in una parola CAPOLAVORO!!! |
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Per quanto mi riguarda Stålfågel è la mia canzone dell'anno. La sua bellezza è indescrivibile. Bjorn Strid è un cantante mostruoso, veramente dotatissimo. Anche per me come per @fasanez il growl è qualcosa di poco digeribile, ma qui è messo all'angolo da una carica infinita con melodie strepitose. E infine diamo a Cesare quel che è di Cesare: grazie @Metal Shock per la dritta. Sei stato un buon consigliere. Qui hai avuto ragione pienissima (ascolterò le tue dritte sugli album thrash) |
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5
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Sono stanco di questi coretti puliti che sanno di pop...
I primi due album sono grandiosi...che brutta fine che hanno fatto. |
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4
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Concordo con la recensione e i tre commenti sottostanti. Chapeau Soilwork, sempre piuttosto defilati a mio avviso, ma capaci di sfornare sempre dischi degni d'interesse, tra i quali spiccano veri e propri capolavori. Quest'ultimo arrivato non lo considero, come suggerito da @Metal Shock, un disco melodic death tout court, ma semplicemente un disco a cavallo tra rock e metal con un occhio strizzato verso un flavour pop che rende ogni brano non solo interessante e riuscito, bensì anche cantabile e memorizzabile. E non è per niente poco. |
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3
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Per me vale 90. Disco spettacolare, non esce dalla mia playlist. Insieme ai soen per ora top dell'anno. Tracce preferite, 4 5 7 10 e 12. Cantante e batterista fenomenali. E lo dice uno che di solito odia il growl. Equilibrio quasi perfetto tra melodia e aggressività. P.s. bella recensione. |
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2
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Nella mia personale top ten di fine anno. disco quasi perfetto. |
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1
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Toh ecco finalmente la recensione per quello che potrebbe essere il disco dell'anno o comunque tra i primi.
Album di una qualità incredibile che oggi al di là del genere melodic Death indicato è un disco di Heavy Metal a 360 gradi: canzoni più dure, altre più melodiche, un lavoro di chitarre meraviglioso e sezione ritmica sempre ottima, in questo il nuovo arrivato Bastian fa un lavoro fantastico. E poi signori, un cantante che grazie al suo progetto parallelo, i Nightflight Orchestra, ha raggiunto un livello tale che me lo fa reputare come tra i migliori cantanti metal oggi in circolazione.
Full Moon Shoals, Stålfågel e You aquiver sono gli apici di un disco sensazionale, da 90/95!! Qualche gruppo, IF, dovrebbe imparare cosa vuol dire progredire col sound e fare grandi dischi. |
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