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03/01/25
SFREGIO + TOXIC YOUTH + KIMERA + EXARCHY
ROCK\'N\'ROLL, VIA GIUSEPPE BRUSCHETTI 11 - MILANO
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Orange Goblin - The Big Black
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05/01/2019
( 2093 letture )
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1970-2000: sono passati 30 anni da quando tutto ebbe inizio. Da sempre, il mondo della musica rock si suddivide in “prima” e “dopo” l’avvento dei Black Sabbath e, negli anni, moltissime band hanno dimostrato di aver svolto con grande impegno i compiti per casa. Qualcuno ha seguito troppo pedissequamente le orme dei grandi maestri, senza aggiungere nulla di proprio, finendo assai presto nel grande vortice nero del dimenticatoio eterno. Qualcun altro, invece, ha appreso la lezione così bene da conquistarsi il diritto di infrangerla a proprio piacimento, sacrificando al proprio stile personale alcune rigide imposizioni. Tra le fila di questa seconda categoria incontriamo naturalmente gli Orange Goblin, paladini d’eccellenza di uno stoner metal ricchissimo d’influenze e di sfumature. Con The Big Black, i Nostri chiudono in bellezza la mitica epopea degli anni '90, così incredibilmente simili ai grandiosi '70 per tematiche e genialità compositiva tanto che, nel 2000, risulta ancora attualissimo scrivere canzoni che parlano di viaggi verso pianeti inesplorati racchiusi da luminosissimi recinti di stelle che emanano delle fluorescenze cosmiche tendenti al rosso vivo e… beh, ci stiamo perdendo un pochino. Riprendiamo… La traccia scelta ad apertura del disco, Scorpionica, rimarca a scanso d’equivoci tutta la discendenza diretta della storica band di Ozzy Osbourne, ma certo lo fa in piena consapevolezza, specchio di una band del tutto sicura delle proprie potenzialità che non ha alcuna paura di osare. E per questo è disposta a correre il rischio in molti modi. L’artiglieria pesante è costituita di riff ripetitivi e di atmosfere doom, entrambi modulati con grande intelligenza al fine di non annoiare mai l’ascoltatore. E questo, per chi scrive, costituisce un enorme punto a favore per un album di tale portata. Occorre infatti grande maestria compositiva per evitare un’eccessiva ridondanza in un genere di per sé ampolloso quale può essere il doom. Gli stratagemmi impiegati per sciogliere le ritmiche un pochino troppo lente funzionano a meraviglia perché anch’essi vengono utilizzati con grande moderazione, facendone un uso sporadico e per questo eccezionale. È così che il wah wah rinfresca per un attimo l’ascolto e poi svanisce, rapito anch’esso da un vortice di fumo; oppure le parti chitarristiche soliste, che accelerano al punto tale da credere, per un attimo, di stare ascoltando i Motörhead di Lemmy. E poi tutto torna a rallentare, piano piano, addensandosi nei lenti finali della corposa titletrack che va a chiudere un album grandioso. Tutto funziona, e questo perché gli Orange Goblin hanno di certo saputo individuare le peculiarità di un genere primordiale e consolidato, rielaborandole in un fumoso amalgama che le vede protagoniste assieme a tante piccole innovazioni centellinate poco alla volta, con stile.
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11
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@Area: devo dire che di motorhead non ci sento niente ma almeno ho capito che cosa intendi quando dici che ci senti molto rock. Boh, a me sembra doom ma le etichette non sono cosa mia. Devo dire che in realtà trovo molto interessanti le varie definizioni che avete dato di frequencies, di cui onestamente non ricordo questa impronta marcatamente blues (sicuro in TTB un pochettino lo si trova e la 2misura" è spesso definizione stessa di arte)
davvero, non ricordo, credo sia il bello di invecchiare e rimbambire: una di queste sere lo rimetto su e lo riscopro.
Il doom a me non piace, raramente riesco ad apprezzarlo, ma è decisamente "nei paraggi" |
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10
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@SkullBeneathTheSkin, Si sarà doom (genere di cui sono totalmente ignorante) ma io lo sento molto motorhead... il primo album é più Acid/Psych. |
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9
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@Galilee, mah ho detto Rock N Roll perché a me sembrava molto motorhead, tra l'altro pure loro conosciuti nel 2000 a 14 anni con il video di God save the queen su sgrang...
Il loro primo disco é più 60's Rock N Roll in senso stretto e sono tra i pochissimi gruppi Psych revival che mi piacciono (con i Kula Shaker), visto che per l'Acid Rock e il Rock Psichedelico (come anche il suo figlio diretto il Prog) sono legati indissolubilmente alla loro epoca e ai loro contesti sociali. |
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8
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@Area/Galilee: secondo me in questo album c'è stoner nella sua declinazione più doom, nell'ultimo album di stoner ne è rimasto poco ad esempio.
Al #4 cmq ho confuso Thieving con Eulogy, probabilmente Thieving from the... è il migliore dopo i primi tre che in sostanza diventano"i primi quattro" contando anche coup de grace... quando dicevo che secondo me in casa Goblin si pesca sempre bene intendevo dire che facciamo prima a considerare le battute a vuoto (l'ultimo non è eccelso, ed Eulogy ora come ora lo ricordo poco) perché il livello è mediamente elevato. Dischi brutti non ne hanno fatti, qualcosa può piacere di più o di meno ma i Goblin quelli/questi sono, nel bene e nel male. |
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7
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Dici?io direi di no. Questo è proprio Stoner a palla. Uno dei dischi più manifesto del movimento. Mi dicessi il loro debutto sarei d'accordo. Ma questo è una Bibbia del genere. |
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6
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Mi ricordo che lessi la recensione su Metal Shock (R.I.P)
Non sono mai stato un amante dello Stoner nonostante spesso venga associato al Rock Psichedelico dei 60's... ma secondo me almeno in questo caso Stoner é solo un etichetta, qui il termine Rock N Roll é più che sufficente. |
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5
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Ho più o meno sentito superficialmente tutti i loro dischi, ma possiedo solo i primi 3. Cosa vorrei recuperare sono coup of Grace e thieving from the house of gold , che in genere dai fans vengono considerati i migliori. E in effetti se non ricordo male erano notevoli. |
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4
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il più cupo degli OG come dice Galilee, senza traccia alcuna delle lisergie dolci e rossastre di time traveling blues, più ostico all'ascoltatore, però vivo, di una band viva... che ancora aveva la moto, da quando di recente l'han venduta per prendere il cane lupo mi piacciono meno. A mio gusto meglio Eulogy di Big Black ma a casa goblin dove peschi peschi bene. |
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2
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Gran bel disco, oscuro e pachidermico. Il più peso e opprimente tra i primi lavori. Forse anche uno tra i migliori. |
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1
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Grandissimo album, a mio avviso il più maturo e completo della band, anche se lo reputo di poco inferiore all'esordio, che conteneva più psichedelia. Voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Scorpionica 2. Quincy the Pigboy 3. Hot Magic, Red Planet 4. Cozmo Bozo 5. 298 kg 6. Turbo Effalunt (Elephant) 7. King of the Hornets 8. You’ll Never Get to the Moon in That 9. Alcofuel 10. The Big Black
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Line Up
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Ben Ward (Voce) Joe Hoare (Chitarra) Pete O’Malley (Chitarra) Martyn Millard (Basso) Chris Turner (Batteria)
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