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Paradise Lost - In Requiem
( 13156 letture )
Il successore di Draconian Times è arrivato.
Era già dai tempi (sospetti) di Symbol of Life che nell'aria aleggiava il sentore che per i Paradise Lost fosse cominciato il tratto anacronistico di parabola artistica, e se il precedente album auto-intitolato iniziava a concretizzare tale impressione, il qui presente In Requiem conferma tutte le congetture di cui sopra, imponendosi come il lavoro più duro e metallico del gruppo di Halifax dai tempi del dorato binomio Icon - Draconian Times.

Le taglienti chitarre di Greg Mackintosh e Aaron Aedy si riprendono con forza e con rabbia il ruolo di protagoniste assolute, così come la voce di Nick Holmes si fa una volta ancora sporca ed aggressiva, concorrendo nella creazione di veri e propri macigni sonori come non se ne sentivano da tempo immemore. Basta dare un ascolto alle iniziali Never For The Damned e Ash & Debris per capire cosa ci aspetta in questo nuovissimo capitolo discografico del paradiso perduto: gothic metal all'ennesima potenza. Tuttavia, se qualcuno si aspetta che la svolta elettronica intrapresa con One Second sia stata cancellata in un sol colpo, beh, si sbaglia di grosso. L'esperienza maturata dalla band nel corso della sua espressione più melodica viene fuori nell'uso di arrangiamenti sempre intelligenti e raffinati, che emergono solo con un ascolto approfondito in quanto apparentemente affossati dalla pesantezza dei riff di chitarra e basso. Perfetta in tal senso è la parte giocata dalle tastiere, messe inevitabilmente in secondo piano, ma essenziali nel dipingere atmosfere oscure e tenebrose e donare alle composizioni un mai sopito tocco melodico, che si fa più che evidente in Unbreakable e You Own Reality, pezzi che si fanno carico di mantenere un legame col passato più recente della band. Da contraltare, la metallica prepotenza di canzoni quali Requiem o il singolo The Enemy emerge nel confermare l'assoluto stato di grazia di un gruppo che quando si esprime sulle sonorità ad esso più congeniali, semplicemente non ha rivali. E' persino troppo facile lasciarsi rapire dalle ossessive trame sonore dal forte retrogusto doom di Praise Lamented Shade o dal decadente incedere di Sedative God, così come è impossibile non notare in Prelude to Descent o Fallen Children echi della grandezza di album come Shades of God o il già citato Icon, dai quali i nostri riprendono una formula compositiva che in realtà non è mai cambiata più di tanto, ma che quando è accompagnata da tale ispirazione risulta sempre affascinante ed accattivante.

La potente produzione di Rhys Fulber poi, aiuta i brani ad acquisire la giusta cattiveria sottolineando il ruolo delle distorsioni degli strumenti a corda e del fragore della batteria, donando nel complesso all'opera un valore aggiunto (ravvisabile anche nello splendido artwork) che funge da marcia in più nella conquista di un posto di tutto rispetto nella nutrita produzione discografica della band (ben undici studio album) e sicuramente nelle top ten di fine anno degli addetti ai lavori di mezzo mondo, me compreso.

Un disco in conclusione di assoluto valore, che non potrà non rendere felici i fan di vecchia data della band, ma che mi sento in dovere di consigliare a chiunque; in un 2007 così avaro di emozioni dal punto di vista musicale, In Requiem rappresenta un vero e proprio spiraglio di luce, anche se così dannatamente oscura.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
86.33 su 153 voti [ VOTA]
Al
Lunedì 29 Gennaio 2024, 22.22.25
27
@Mic dalle parole che ho espresso parrebbe un disco debole, è vero, ma come si legge, ho più che altro valutato i tratti negativi di questo album in proporzione alla loro immensa e straordinaria discografia. Il voto che gli ho dato è sempre un discreto 70. Ma si parla di sfumature soggettive. I capolavori indiscussi e su cui siamo tutti d\'accordo sono i primi album. Tutti album che si avvicinano al 100, come Icon e Draconian Times.
Epic
Domenica 7 Gennaio 2024, 15.03.14
26
Cioè, so sta discutendo su questo album? Dopo l\'omonimo, di buona fattura, qui ritornano i PL più potenti. Disco favoloso, la rinascita vera della band. Album da 80. Comunque a me piacciono tutti i loro album, anche quelli minori.
Mic
Domenica 7 Gennaio 2024, 15.01.17
25
Avendo sperimentato molto, i PL hanno attratto diverse tipologie di fans. AI considera questo disco debole, per me è la rinascita dopo il precedente omonimo Linkin Park. Tutti siamo d\'accordo nel considerarli una band incredibile.
Al
Sabato 6 Gennaio 2024, 19.16.14
24
Uno degli album più deboli dei grandiosi Paradise Lost, colpa la produzione, una tendenza dei brani ad essere troppo simili e monocorde, ed una più che ovvia mancanza di ispirazione compositiva, data anche la numerosa discografia e l\'alta percentuale di album fondamentali. 70
CalvinKE
Venerdì 27 Gennaio 2023, 8.09.19
23
I Paradise Lost sanno il fatto loro e sfornano un disco nel loro classico stile. I pezzi sono tutti di discreta/buona fattura, l\'album si fa ascoltare. Tuttavia, a mio modo di vedere, il lavoro risulta piuttosto monocorde, senza particolari guizzi, senza quel qualcosa in più che possa farci gridare al capolavoro. In definitiva un buon disco che però non decolla mai veramente. Voto 75
Mrsleaze
Sabato 15 Maggio 2021, 14.34.07
22
Bell' album,ma è il classico deja vu: dopo l'evoluzione naturale e capolavori assoluti (gothic, icon e soprattutto draconian times) e dopo aver osato con elettronica con album belli secondo me, ma ovviamente divisivi (one second, host in particolare, ma anche believe in nothing e symbol of life), sono ritornati sul sicuro con Paradise Lost e soprattutto In requiem, album bello, che dimostra la classe assoluta e unica della band. Un pò come hanno fatto molte bands leader nei loro generi . Unica cosa non capisco il punteggio, giusto con i suoi 85, ma ingiustamente, secondo me, più alto di autentici masterpieces come ad esempio Icon e Draconian Times, ma anche One second e Host, sicuramente superiori a questo, sempre secondo me.
andrewrites
Giovedì 17 Dicembre 2020, 10.51.19
21
"in requiem" è un album semplicemente stupendo! un concentrato di emozioni, potenza e grande resa atmosferica. mi emoziona tantissimo perchè tutto è amalgamato alla perfezione; il cantato rende benissimo con il timbro in clean, la ritmica è precisa e funzionale all'andamento dei brani, le chitarre s'incastrano in modo molto intelligente. voto 100
Aceshigh
Sabato 29 Febbraio 2020, 10.23.25
20
L’album con cui sono tornato ad ascoltare i Paradise Lost con indubbio piacere. Anche dopo più di dieci anni torna a girare nel lettore ed il giudizio è sempre lo stesso. Never for The Damned, The Enemy, Requiem, Beneath Black Skies sono pezzi che potrei ascoltare svariate volte senza venirne a noia. Da qui in poi comunque tutti ottimi album. Voto 83
Rob Fleming
Sabato 9 Aprile 2016, 12.06.30
19
Dici? Non ci ho mai fatto caso.
mic
Sabato 9 Aprile 2016, 10.44.00
18
intendi del precedente album dei linking park?
Rob Fleming
Mercoledì 3 Febbraio 2016, 13.02.30
17
Replicare l'eccellenza del precedente cd era pressoché impossibile, ma la qualità resta alta: Fallen children, Praise lamented shade, Beneath black skies i vertici
Philosopher3185
Venerdì 26 Dicembre 2014, 14.07.27
16
A me piace molto questo disco...sinceramente preferisco la voce pulita al growl,ma la cosa essenziale sono,ovviamente le canzoni! e qui' cè ne sono di ottime.
Masterburner
Giovedì 9 Agosto 2012, 10.52.00
15
"Praise Lamented Shade" ha uno dei ritornelli più drammatici che abbia mai sentito. Vi amo Paradise Lost!
fabriziomagno
Martedì 29 Maggio 2012, 16.48.40
14
comprato appena uscito e ancora oggi risuona per la casa...nonostante i quasi 30 gradi romani...
Enrideath
Domenica 13 Novembre 2011, 23.40.36
13
delusione totale a parte The Enemy, insolita ma comunque coinvolgente, e Requiem, in cui la voce di Holmes ritorna su buoni livelli dopo anni
antiborgir
Giovedì 10 Marzo 2011, 21.32.57
12
Questo disco l'ho amato!!E' veramente bello!!Forza Paradise Lost!!!!!!
Franky1117
Martedì 14 Settembre 2010, 3.10.29
11
disco formalmente perfetto e che molti altri gruppi non comporrebbero mai,eppure secondo me ha qualcosa che non va,mi sembra un pò forzato,anonimo e senz'anima
NYARLATHOTEP
Martedì 28 Luglio 2009, 22.37.00
10
Continuo a riascoltarlo, ma non mi convince. Qualche bella traccia, ma tutto mi sa di già ascoltato. Un mix tra Gothic e One second. Mediocre, anche se migliore del precedente... ma forse ho ascoltato troppe volte i loro vecchi capolavori, e ora non mi accontento più...
francesco gallina
Giovedì 13 Dicembre 2007, 18.15.45
9
ho avuto solo ora il tempo di ascoltarlo, buono.
Thorfinn
Lunedì 9 Luglio 2007, 11.28.19
8
Non male come album ma mi aspettavo qualcosa di più..Ci sono dei pezzi molto validi ma..mi manca il growl di nick..nonostante abbia comunque una gran bella voce..The enemy comunque come pezzo non mi va molto, preferisco gli altri
El Feroce
Giovedì 5 Luglio 2007, 11.15.32
7
Aspettavo questo disco da Draconian Times e finalmente ci hanno regalato un capolavoro. OSCURI. Come sono loro sanno essere, bentornati Holmes e Mackintosh!!!
:WOLFSADE:
Domenica 24 Giugno 2007, 15.00.30
6
OTTIMO!
MATT
Giovedì 21 Giugno 2007, 21.36.25
5
Grandi Paradise Lost; un album stupendo. Il singolo "The Enemy" qualcosa di fantastico !!!! Grandi ancora una volta !!!!
lorenzo
Domenica 10 Giugno 2007, 16.07.19
4
Draconian Times va lasciato stare e tutti noi questo lo sappiamo,e' di un altra categoria.In Requiem e' un ottimo album,considerando i tempi che corrono,quindi onore ai Paradise Lost.
Matteo
Mercoledì 6 Giugno 2007, 13.08.48
3
...ottima recensione ma voto troppo basso...questo disco è semplicemente un capolavoro...il migliore dell'anno....
Broken Dream
Lunedì 4 Giugno 2007, 20.41.53
2
Abbastanza godibile...
Vincenzo
Sabato 2 Giugno 2007, 18.02.27
1
Ottima recensione per un disco ed una band di classe. Secondo me il migliore da Draconian Times
INFORMAZIONI
2007
Century Media
Gothic
Tracklist
1. Never For The Damned
2. Ash Debris
3. The Enemy
4. Prasise Lamented Shade
5. Requiem
6. Unreachable
7. Prelude To Descent
8. Fallen Children
9. Beneath Black Skies
10. Sedative God
11. Your Own Reality
Line Up
Nick Holmes: voce
Greg Mackintosh: chitarra solista
Aaron Aedy: chitarra ritmica
Steve Edmondson: basso
Jeff Singer: batteria
 
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