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Ancient Dome - The Void Unending
23/06/2017
( 2900 letture )
È interessante notare come il mondo del metal da sempre abbia riservato una certa attenzione e fascinazione nei confronti dell'immaginario futuristico/fantascientifico o riguardante lo spazio profondo, influenzato in un qual modo parimente sia da alcuni libri e racconti (tanto Isaac Asimov quanto H. P. Lovecraft, ma non solo), che da una certa cinematografia, diffusasi dalla fine degli anni settanta e per i successivi due decenni buoni, che marchiò indelebilmente ed ispirò più di una generazione. Tale predilezione nei confronti di queste tematiche tra l'arcano e l'ignoto trasparì con una certa preponderanza in band principalmente speed (prima) e thrash (poi) – discorso analogo per quanto riguarda il death che, per certi frangenti, del thrash è figlio – divenendo addirittura tematica predominante nella produzione di alcune band (come Voivod, Agent Steel, Scanner o Obliveon). Riaccendendosi in tempi più recenti l'interesse verso il thrash, era in qualche modo prevedibile che si presentassero nuovi sostenitori di quella frangia "fantascientifica" che tanto aveva affascinato e raccolto proseliti in passato.

L'ultima fatica del quintetto varesino si presenta fin da subito prosecutrice di quella vena cosmico/fantascientifica che già aveva caratterizzato i diretti predecessori del qui presente The Void Unending, aiutato anche dalla bella copertina (che curiosamente rievoca quella di The Sane Asylum dei Blind Illusion) nella quale, all'interno di una sfera nelle mani di una mano robotica attorniata da una sorta di RAM del computer, vi sono tre figure tra cui una sorta di "cyber-Skeletor", un uomo armato di pistola e un droide dalle forme umanoidi in un contesto spaziale.
Con la breve strumentale Target: Unknown ha inizio il viaggio spaziale che traccerà un "percorso per scoprire nuove terre e condurci alle stelle", per citare la seguente Black Passage, nel quale viene continuata la saga iniziata con l'album precedente. Nelle composizioni, caratterizzate da un thrash tecnico nel quale si alternano aperture melodiche ed aggressive, fin da subito spiccano le corde vocali di Jerry, che rievoca formazioni illustri come Heathen e Forbidden, il quale racconta la drammatica trama del concept ambientato in un futuro cinico ed agghiacciante nello stile dei Voivod. Essa continua le gesta degli Argonauti, un gruppo di terrestri a bordo della nave Jason in cerca di nuovi mondi da colonizzare senza una meta precisa, costretti a viaggiare nel vuoto senza fine ai confini della Galassia, per poi venire a conoscenza dell'atroce verità verso la quale si stanno dirigendo. L'album quindi deve essere ascoltato tenendo una particolare attenzione alle liriche per poter essere gustato nella sua pienezza, ma gli sviluppi della storia non sono l'unico punto di interesse del lavoro; il già citato tasso tecnico e la perizia mostrata da tutti i musicisti denota, infatti, oltre a una certa influenza di band technical thrash come Watchtower o Deathrow, soluzioni e tecnicismi vicini a formazioni death. Tra tutti spicca innegabile il tributo ai Death stessi, che emerge con prepotenza nella fenomenale Fifth Dimension, nel quale si alternano giri vorticosi di chitarra ed un basso in evidenza sull'esempio della band capitanata dal compianto "Evil" Chuck; tali influenze sono perfettamente contestualizzate nello spirito generale dell'opera, mostrando come ci si possa evolvere da una base thrash accorpando più influenze, che rendono in tal modo l'ascolto particolarmente vario e gustoso senza mai scadere nella monotonia. Ciò nondimeno è generalmente l'intero album a presentarsi particolarmente dinamico e curato, con un'attenzione specifica nei mai banali testi (particolarmente nichilisti in alcuni frangenti, come nel caso di The Rules of Hate) e ricco di passaggi strumentali ben congegnati, senza lasciare spazio a riempitivi o casualità.

Gli Ancient Dome riescono in questo modo a confezionare un album particolarmente riuscito, nel quale convivono innovazione e tradizione, arricchito da tecnicismi, rabbia e melodie accattivanti nonché da un'avvincente storia fantascientifica. L'album ha quindi poco o nulla da invidiare ai più blasonati e noti colleghi internazionali (un nome su tutti: Vektor) dimostrando come anche nel tanto bistrattato e sottovalutato panorama italico vi siano tutt'ora band promettenti e più che valide, che ascoltano, assorbono, rielaborano e arricchiscono la lezione impartita dai maestri a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, portando così una ventata di aria fresca nel panorama thrash a volte eccessivamente intento a ricalcare i canoni.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
0 su 0 voti [ VOTA]
Enomis
Lunedì 26 Giugno 2017, 15.31.31
3
Li ho sempre seguiti con interesse e la strada intrapresa con cosmic Gateway è quella giusta. Appena possibile darò un ascolto a questo nuovo LP!
Il Rettiliano
Domenica 25 Giugno 2017, 13.49.45
2
Grandi Ancient Dome! E grande Pol! Questo devo ancora ascoltarlo ma son convinto che sarà un altro ottimo tassello in una discografia qualitativamente sempre in crescita! Meriterebbero molto più successo, questo è innegabile.
rik bay area thrash
Sabato 24 Giugno 2017, 13.17.18
1
Questo gruppo non lo conoscevo ... si può rimediare (forse). È una piacevole scoperta senza ombra di dubbio. Le capacità tecniche sono messe a disposizione delle song. Questo album mi ha sorpreso positivamente. La produzione è valida, tutti gli strumenti sono in evidenza ma senza che nessuno prevarichi sugli altri e un singer che si fa apprezzare. Song complesse, mai banali. Ci sono 'riferimenti' a techno thrash ma elaborati con gusto. Voto più che meritato. (Imho).
INFORMAZIONI
2017
Punishment 18 Records
Thrash
Tracklist
1. Target: Unknown
2. Black Passage
3. The Void Unending
4. IV - Logic of Nonsense
5. Panic Generator
6. The Rules of Hate
7. Fifth Dimension
8. D.I.E. (Droids in Exile)
9. Chain Reaction
Line Up
Gerardo "Jerry" De Feo (Voce)
Paolo "Paul" Porro (Chitarra)
Marco Colombo (Chitarra)
Giorgio "Giò" Mina (Basso)
Giorgio "Joe" Alberti (Batteria)
 
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