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Amorphis - An Evening with Friends at Huvila
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25/03/2017
( 4063 letture )
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La carriera dei musicisti è spesso un susseguirsi di alti e bassi. I motivi di tale alternanza sono ovviamente molti e talvolta difficili da identificare, ma -indipendentemente dal grado di ispirazione di una certa fase di un percorso musicale- ciò che rimane un requisito fondamentale in tutti i casi è la professionalità, perché senza quest'ultima non è possibile “incanalare” correttamente nemmeno i migliori momenti di creatività . Applicando questa riflessione al caso particolare: gli Amorphis sono una band estremamente professionale e soprattutto sono al momento in uno stato di grazia assoluto. L'hanno dimostrato con la release di Under the Red Cloud, forse uno dei dischi più belli che abbiano mai scritto in tantissimi anni di attività e che stanno promuovendo con un'attività live intensa e di alto livello. Tra gli eventi culmine di tale attività troviamo il concerto tenuto il 27 agosto 2016 presso il tendone Huvila ad Helsinki, in occasione di una delle serate dell'Helsingin juhlaviikot, il più grande festival finlandese dedicato alle arti, visto che include eventi legati a musica, danza, teatro, cinema, arti visive e circensi. Sotto la grande tenda posta in un parco del centro della capitale finlandese, gli Amorphis hanno infatti non solo eseguito per intero il loro ultimo album, ma anche suonato un set parzialmente acustico che ha invece ri-percorso parte della loro carriera, tra l'altro in compagnia di diversi ospiti speciali.
Apparentemente, l'idea di mettere in piedi un concerto semi-acustico potrebbe non sembrare nulla di nuovo, ed effettivamente sono diversi i gruppi che già prima di loro si sono lanciati in imprese del genere. Gli Amorphis però in questa veste funzionano particolarmente bene, sia perché già in passato si sono misurati con questo genere di esibizione e sia perché il contesto acustico riesce a valorizzare notevolmente sia la loro componente folk che la loro innata attitudine melodica. L'apertura è affidata alla bellissima Enigma (estratta da quel Silent Waters da cui verranno eseguiti ben tre brani), canzone già nata in veste acustica ma che qui si rinnova con delle linee vocali ancora più "fluide" e studiate di Tomi Joutsen e soprattutto grazie all'accompagnamento del sax di Sakari Kukko e del jouhikko (un kantele ad arco) di Pekko Käppi. Il primo si prende degli spazi enormi, aggiungendo delle gradevolissime linee melodiche con il suono caldo del sax, mentre il secondo rimane più in sottofondo, accentando l'andamento delle chitarre acustiche di Tomi Koivusaari ed Esa Holopainen. Segue -un po' a sorpresa- Far from the Sun, la titletrack di quello che rimane ad oggi forse il lavoro meno ispirato della carriera degli Amorphis. La versione qui proposta dimostra però come si possa riprendere in mano un pezzo non memorabile anche ad anni di distanza e farlo risplendere di una nuova luce. Joutsen interpreta il testo in modo più efficace di Pasi Koskinen nell'originale e l'uso del flauto (suonato sempre da Sakari Kukko) in combinazione con delle parti di pianoforte molto riuscite di Santeri Kallio completa il quadro, restituendo una canzone rinnovata e assolutamente all'altezza della scaletta. Si ritorna poi a Silent Waters con la titletrack, che viene eseguita in maniera molto diversa dall'originale, dai tempi più dilatati, alla totale assenza di strumenti elettrici e passando per il grande apporto del sax. Una menzione particolare va fatta per l'arrangiamento veramente ben studiato delle chitarre acustiche, che restituiscono benissimo le melodie originali e per il lavoro al basso di Niclas Etelävuori, che emerge come il vero cuore pulsante del pezzo. Arriva poi il momento di My Kantele, canzone quasi obbligatoria in ogni setlist degli Amorphis che si rispetti e che appare ancora più adeguata in questo contesto. Questa nuova versione è solo una delle tante che la band di Helsinki ha prodotto negli anni e non è da meno rispetto alle precedenti; ovviamente in grande spolvero lo Jouhikko, che da metà canzone si lancia in continue parti soliste insieme al sax, che culminano in un assolo finale assolutamente singolare.
Una lunga introduzione, realizzata interamente con dei pesanti effetti del basso, introduce poi Silver Bride (estratta da Skyforger) ed è subito chiaro come il momento acustico sia terminato. Koivusaari ed Holopainen hanno imbracciato le chitarre elettriche e dietro le pelli Jan Rechberger si è svegliato dal torpore, per un'esecuzione sicuramente più in linea con il tipico show elettrico degli Amorphis, ma non per questo meno riuscita o efficace, anche grazie all'uso del growl di Joutsen in alcuni passaggi. Dopo che Pekko Käppi e Sakari Kukko hanno potuto rilassarsi per il tempo di una canzone, ecco che i loro strumenti si rifanno molto presenti per la successiva Sampo (sempre da Skyforger), eseguita quindi in elettrico ma con l'apporto dei due ospiti, che si adattano -com'era prevedibile- in modo perfetto al sound dei finnici, in particolare Kukko che ha già anche suonato in alcuni dei loro album precedenti. Gradevolissimo lo stacco a metà canzone tra una delle più pesanti sfuriate del concerto ed un momento più atmosferico, dove di nuovo sax e Jouhikko stendono un perfetto tappeto all'interpretazione di Tomi Joutsen. Alone (da Am Universum) parte poi più in maniera riflessiva, con un gioco quasi psichedelico di tutti gli strumenti, prima che il basso parta deciso ad introdurre la prima strofa, tutto questo mentre si lascia andare all'improvvisazione. L'alternanza tra clean e growl di Joutsen aggiunge ancora più dinamiche a quella che è probabilmente una delle canzoni più tecnicamente impegnative della scaletta. Ci si muove poi avanti per una rapida visita a Circle, con l'esecuzione di The Wanderer, il pezzo più diretto e quadrato della serata, con un ritornello molto riuscito durante il quale il singer degli Amorphis riesce addirittura a far cantare il pubblico. Gli strumenti degli ospiti rimangono molto più in disparte mentre a divertirsi è soprattutto Santeri Kallio, che inserisce delle parti di organo hammond particolarmente piacevoli. Il live si avvia poi alla conclusione tornando al disco con cui era iniziato (Silent Waters), questa volta tocca ad Her Alone, con però una graditissima sorpresa: l'entrata sul palco di Anneke van Giersbergen. Il duetto che ne segue è davvero da pelle d'oca, sia per l'intensità che ci mette Joutsen e sia per l'immensa classe di una delle voci femminili più belle della scena metal, che prima ammalia con la parte bassa del suo range da mezzosoprano e poi chiude i conti con degli acuti (arricchiti da dei vibrati chirurgici), che miscelati alla voce di Tomi rendono questa versione di molto superiore all'originale.
An Evening with Friends at Huvila vanta anche un'ottima registrazione, che restituisce in modo bilanciato e pulito tutti gli strumenti (situazione non sempre scontata quando si parla di un album registrato dal vivo) e soprattutto suona come dovrebbe suonare un live: non patinato e con tutte le sfumature delle interpretazioni dei vari musicisti, in particolare quella di Tomi Joutsen, che cantando si ritrova ovviamente più al centro dell'attenzione. Giusta anche la scelta di mantenere parte delle presentazioni del cantante finnico e le reazioni del pubblico all'inizio e al termine dei pezzi, anche se in verità quest'ultimo è stato tanto numeroso quanto quieto, come spesso accade in nord Europa.
C'è veramente poco altro che si possa aggiungere per descrivere quest'ottimo live album. Prova le capacità dal vivo degli Amorphis, dimostra la loro ispirazione al momento e soprattutto viene incluso nella Tour Edition di Under the Red Cloud, così che chi ancora non abbia potuto acquistare l'album possa goderselo con questa piacevolissima aggiunta.
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8
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Allora io personalmente non sopporto i concerti acustici ma questo mi esalta. Il sax qui è quel tocco di classe in più che lascia scorrere la magia. Come voto mi aggirerei all'85 destinato a salire. |
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7
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lo ripeterò fino alla nausea:a mio parere di gran lunga il miglior gruppo metal attualmente in circolazione |
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6
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Ci sono dei pezzi dei carpathian forest che gelano il sangue grazie al sax |
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5
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MorphineChild@ concordo sui Solefald, ma anche Ihsahn sa il fatto suo in termini di interazione tra metal e sax (soprattutto in Arktis). |
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4
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finora ho sentito soltanto la splendida rivisitazione di Enigma, che riesce ad essere un gradino sopra alla versione originale grazie ad un arrangiamento magico. seriamente, non mi viene in mente nessun gruppo metal in grado di integrare nella propria musica il suono del sassofono come fanno loro, forse solo i Solefald di Sun I Call. disco che prenderò al più presto. e in più c'è anche Anneke che duetta... |
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3
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Nessun estratto da tuonela? Uno dei loro album piu belli Purtroppo poco considerato dagli stessi amorphis |
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2
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Eh si, davvero un grande gruppo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Enigma 2. Far from the Sun 3. Silent Waters 4. My Kantele 5. Silver Bride 6. Sampo 7. Alone 8. The Wanderer 9. Her Alone
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Line Up
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Tomi Joutsen (Voce) Esa Holopainen (Chitarra) Tomi Koivusaari (Chitarra) Santeri Kallio (Tastiera) Niclas Etelävuori (Basso) Jan Rechberger (Batteria)
Musicisti Ospiti: Anneke Van Giersbergen (Voce in Her Alone) Pekko Käppi (Jouhikko) Sakari Kukko (Sax, Flauto)
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