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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Testament - Brotherhood of the Snake
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27/10/2016
( 16938 letture )
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Massoni, Rosacroce, Cavalieri Templari, Ordine dei Templari d’Oriente, Cavalieri di Malta: tutte caste storicamente fondamentali nella costruzione del potere mondiale sin dall’alba dei tempi, ma soggette a un unico grande dominio egemonico che ha dato il via a tutto, ossia la Fratellanza del Serpente (conosciuta anche come Società Draconiana o Società dei Serpenti). Le prime notizie di questa fantomatica forza fondatrice dell’esistenza umana e organizzatrice della sua storia dagli albori fino ad oggi risalgono alle scritture sumere di circa 6000 anni fa, secondo le quali l’uomo sarebbe stato creato come forza lavoro da una razza aliena draconiana discesa sulla terra per sfruttarne le risorse, grazie alla brillante mente scientifica di Ea, entità aliena che crea la società stessa nell’operato di difesa dell’umanità dai soprusi della razza aliena superiore. Proprio per questo la Società dei Serpenti si pone nell’ombra alla testa di comando di tutte le civiltà che hanno contraddistinto e segnato profondamente la storia della razza umana fino a oggi, creando a sua volta sottosocietà di base politica e religiosa come quelle citate all’inizio, tanto da condizionare inevitabilmente il pensiero comune globale e assicurarsi costantemente una progenie eterna. Gli alieni dunque sono in mezzo a noi da sempre, e personalmente sono quasi propenso a credere a questa non di certo nuova teoria antropologica dopo l’ascolto serrato e approfondito di Brotherhood Of The Snake, l’ultima fatica in studio dei californiani Testament, discograficamente fermi al 2012 con il valido ma altalenante Dark Roots Of Earth, che presentava sì sulla carta una band dalla formazione stellare, che però in buona parte del disco, rimanendo comunque su livelli compositivi e creativi alti, sembrava non sapesse quale strada metallica seguire per soddisfare il proprio palato e quello dei propri ascoltatori. Abbandonate quindi alcune soluzioni decisamente auto-citazioniste e soprattutto fortificato l’appeal tra i singoli membri della band a colpi di tour su tour in giro per il mondo, il nuovo album vede finalmente la luce e ci spara in faccia dieci tracce di un thrash metal modernissimo spinto verso lidi ai quali la band di Oakland forse mai era giunta, riuscendo a mischiare alla perfezione la velocità di The Gathering, l’irruenza di The Legacy, l’armonia solistica di The New Order e la cantabilità di Practice What You Preach: una summa quindi di tutto il loro miglior operato storico ma qui superato grazie ad alcuni episodi davvero fuori scala, cosa che capita quando si parla di “alieni” musicali.
La prepotenza sonora non accetta nessun tipo di manierismo o etichetta, semplicemente si impone e lo fa senza mezzi termini a partire dalla title-track in apertura, primo singolo estratto dall’album e vero manifesto della classe fuori dal comune della band californiana, con un riff portante da urlo partorito dalla mente del mastermind Eric Peterson ma soprattutto con un blast beat in trentaduesimi in ingresso al brano da parte di un fenomenale Gene “The Atomic Clock” Hoglan, davvero votato al thrash lungo tutta la durata del disco, senza dimenticare i due principali marchi di fabbrica di casa Testament, ossia il vocione iperversatile del grande capo pellerossa Chuck Billy e l’immensa classe cristallina degli assoli di Mr. Alex Skolnick: il brano si stampa in testa al primo ascolto e diventerà sicuramente un classico nella setlist dei loro concerti. L’attenzione non cala minimamente con la seguente The Pale King, un up-tempo di ricercata costruzione ed esecuzione, con il basso del mostruoso Steve “Fretless” Di Giorgio a supportare nella struttura del brano il virtuoso delle sei corde alla parte solista, i tappeti impossibili di doppia cassa della batteria e l’ennesimo cantato azzeccato da parte di “Big Chuck”, singer più unico che raro nel panorama metal mondiale. La violenza nella sua concezione più moderna si sprigiona immediatamente con Stronghold, secondo singolo estratto dall’album e che viaggia su una costruzione decisamente semplice ma efficace, con Billy che pensa anche ai cori e ai controcanti con un’abilità disarmante, col solito Hoglan che fa sembrare semplice un uso della doppia cassa a velocità vertiginose e con uno Skolnick che la chitarra la fa letteralmente cantare. Se il mid-tempo cadenzato Seven Seals riporta alla mente le migliori composizioni a cavallo tra The Ritual e Low, con un ritornello semplice e immediato e da cantare a squarciagola ma con una seconda parte di brano a cavallo tra le atmosfere sulfuree di Demonic e la ritmicità di Souls Of Black, la seguente Born in a Rut si presenta come la prima anomalia sonora di casa Testament, con una brano basato su un 4/4 classico, cadenzato, come una marcia costante che non ammette interruzioni, all’interno della quale si stagliano soluzioni tecniche e soliste di basso, batteria e chitarra letteralmente impensabili o inattuabili a inizio anni ’90 e con un ritornello così arioso nella sua parte vocale da indurre il fan al canto facile. Giunti a metà album i fan di vecchia data della band di Oakland potrebbero già ritenersi abbondantemente soddisfatti dall’operato di questi cinquantenni, ma non bisogna dimenticare che le nuove generazioni hanno bisogno di una spinta in più per apprezzare la moderntà applicata al thrash: per questo motivo la seconda parte dell’album sembra quasi voler mostrare a tutti perchè i Testament meritano di stare e di rimanere nell’Olimpo degli Dei del thrash mondiale. Ci pensa immediatamente un pezzo da novanta come Centuries of Suffering a stabilire davvero chi comanda e a riscrivere per l’ennesima volta le pagine di un genere che non ammette seconde linee o musicisti improvvisati: una vera e propria legnata furiosa a metà strada tra D.N.R. e C.O.T.L.O.D. che spazza via tutto e tutti grazie anche e soprattutto al riffing possente di Peterson, uomo senza il quale nulla esisterebbe nella storia della band californiana, e alle solite prestazioni stellari di Billy e Hoglan, qui a briglia totalmente sciolta. Neptune’s Spear rappresenta la seconda anomalia nella pratica di songwriting di Peterson e soci, perchè sulla struttura di un mid-tempo di base metal nella sua accezione più classica si aprono soluzioni solistiche e armoniche di puro stampo heavy metal, con fraseggi quasi barocchi decisamente inusuali per i nostri, senza dimenticare ovviamente il loro classico marchio di fabbrica quando si parla di thrash cadenzato e ritmato. Si arriva quindi a un trittico finale ai limiti del mortale il cui inizio rappresenta uno degli highlight del disco: Black Jack è un continuo divenire di assalti e armonia, un’opera d’arte nell’opera d’arte, che in circa 4:20 minuti si da carico di rappresentare il giusto proseguio della mastodontica Fall of Sipledome posta a chiusura dello storico The Gathering, grazie a un Hoglan inarrivabile, a un Billy cantante di razza e a uno Skolnick sempre più funambolo; Canna-Business, il cui titolo non ha certo bisogno di spiegazioni visto il dichiarato ma consapevole amore di Billy per la cannabis, è un’altra violentissima bastonata thrash come solo i Testament sanno fare e come nessun altro sa imitare; la conclusiva The Number Game sembra uscita dal pluripremiato The Gathering, riprendendone i fasti e se possibile accelerandone i ritmi e diversificandone i colpi magistrali, soprattutto con un rallentamento stoppato a metà brano che ne aumenta ancor più la portata violenta, chiudendo un album a dir poco strepitoso.
Brotherhood Of The Snake rappresenta in casa Testament quanto di meglio oggi possa fare la band con questa formazione stellare, dove ogni membro ormai sa perfettamente cosa fare e come farlo ma sa anche di poter superare i propri limiti scegliendo soluzioni nuove decisamente estranee al thrash convenzionale ma dannatamente efficaci e fresche, senza per questo snaturare i punti di forza sui quali poggia la band da sempre, soprattutto in fase armonica e melodica tanto nelle strofe quanto nei ritornelli. A modesto parere personale il plauso principale, aldilà della classe innata di ogni musicista qui presente, va alla sempre più ipnotica e visionaria capacità compositiva di Eric Peterson, unico compositore di ogni singolo riff nella band californiana e vero motore di ogni innovazione nel corso di trent’anni di carriera. La produzione è di certo la migliore che la band possa offrire oggi ai propri fans, anche se in alcuni bridge la chitarra ritrmica soffre di qualche effetto fantasma che la amalgama troppo al mood generale, ma è veramente una sottigliezza quasi irrilevante. Risulta invece rilevante e d’obbligo il confronto dichiarato con il masterpiece The Gathering che nel 1999 ha riscritto i canoni del thrash e senza ombra di dubbio ha reinventato un genere: quello era un’album di rivincita verso il music business che negli anni ’90 aveva tentato di affossare il nome Testament relegandolo immeritatamente in un angolo e aveva una spinta di riscatto, di rivalsa, di “odio” motivato rimasta senza eguali nella storia del thrash mondiale; Brotherhood Of The Snake non è di certo un The Gathering parte seconda proprio perchè non ne sente il bisogno, ma piuttosto è il coronamento di quella rivalsa e il nuovo punto di partenza artistico per una band che non vuole porsi limiti di sorta, che non vuole sentirsi seconda a nessuno e che ha tutte le carte in regola per scardinare i dogmi di chi sull’Olimpo del thrash ormai poltrisce da decenni, per imporre il proprio “ordine mondiale” poggiando sulla propria fratellanza e per aggiudicarsi il titolo di miglior album thrash dell’anno. End. Repeat. Headbang. Enjoy(nt).
VOTO Prima Recensione: 88 Inutile girarci attorno: quando a ritornare sulla scena è uno dei nomi storici che l'hanno costituita fin dall'inizio, l'attesa è sempre enorme. Nel caso dei Testament, al peso storico del monicker si aggiunge la speranza che, dopo un'ultima opera un po' di maniera, si possa ascoltare un nuovo The Legacy o un novello The Gathering, magari riveduto e corretto alla luce delle nuove possibilità di incisione e di produzione in generale, ma comunque vario ed aggressivo come il gruppo di Eric Peterson può e deve fare. A distanza di quattro anni dal precedente album in studio, i ragazzi della Bay Area cercano adesso di riprendersi un posto in prima fila che meriterebbero per censo nel panorama delle band thrash principali, puntando su Brotherhood of the Snake. Annunciato come album martellante e molto più thrash del solito, il dodicesimo lavoro del gruppo (live ed EP esclusi) si giova di importanti punti fermi, tali da lasciare sperare in un prodotto all'altezza delle aspettative in loro riposte. Per cominciare, mixaggio e registrazione sono affidati ancora alle sapienti mani di Andy Sneap, un grande professionista che ha marchiato sia The Gathering che Dark Roots of Earth tra gli altri e questa è già una garanzia sufficiente. Per quanto attiene alla formazione, invece, c'è da registrare il rientro di Steve Di Giorgio al basso, la cui presenza è determinante per l'impatto di Brotherhood of the Snake sull'ascoltatore. Per quanto riguarda l'impianto testuale del prodotto, infine, l'idea base è quella di prendere spunto da teorie riguardanti l'ipotesi che la Terra sia stata visitata da civiltà aliene in tempi remoti. Un esempio in tal senso, per la cronaca, può essere osservato anche in Val Camonica, dove alcuni graffiti rappresenterebbero astronauti extraterrestri, ma non è un tema molto quotato in ambito scientifico, ovviamente. Lasciando da parte il fumo delle liriche e passando all'analisi dell'arrosto delle musiche, questo mostra molto di buono, pur non raggiungendo mai livelli di eccellenza.
L'album è aperto dalla title-track, pezzo decisamente buono che mette subito in mostra le carte migliori del CD. Produzione azzeccata -quindi aggiornata ai nostri tempi, ma rispettosa sia della storia del genere che di quella della band- una prova strumentale vigorosa da parte di tutti e con Di Giorgio in particolare molto presente, sia come suono che come linee del suo basso, ed infine un Chuck Billy gradevolmente aggressivo. Quest'ultimo, ricorrerà spesso a tonalità gutturali vicine al growl (non è una novità), la cui funzione in questo contesto analizzeremo brevemente in chiusura. Terminato il primo brano, l'album procede subito senza incertezze con The Pale King. Niente di clamoroso, ma un bel pezzo roccioso su tempi medi che scorre via bene nobilitato dall'ugola di Billy, il quale aggiunge quella cattiveria necessaria a promuovere una canzone scritta con grande mestiere -cambi di tempo compresi- da "normale" a "buona". Piacevolissimo il lavoro delle chitarre, quadrata e precisa la batteria; valutazioni queste, valevoli per l'intera scaletta. Altra classica mattonata sui denti con Stronghold, il secondo singolo estratto. Brano semplice e diretto, concepito per scatenare la gente durante i concerti, suonato e cantato come si deve. Già qui, però, emerge la pecca principale del disco. L'assenza, cioè, di un ritornello davvero memorabile e/o di un riff di quelli che restano scolpiti nella memoria per gli anni a venire. Insomma: di uno spunto di classe davvero superiore che risulti vincente al di là del grande mestiere e dell'altrettanto grande perizia, sfidando il tempo. Buona anche Seven Seals. Velocità contenuta, ritornello piacevolmente melodico e molto americano per una canzone in generale ben bilanciata tra energia e fruibilità, con un ottimo Billy a dare un senso di piacevole fierezza a certi passaggi ed ancora Di Giorgio a far sentire la sua presenza. Con Born in a Rut i Testament ricordano ancora a tutti come si costruisce un pezzo thrash da manuale. Atmosfere sinistre, musica rocciosa basata su tempi contenuti ad effetto "rullo compressore", voce luciferina et voilà: all'irrompere del ritornello (abbastanza ammiccante, in verità; e non sarà l'unico) sono solo teste che si muovono. Centuries of Suffering fa registrare una nuova impennata del ritmo dei BPM per una canzone di impostazione simile alla precedente, ossia un'altra lezione tratta dal manuale del perfetto thrasher professionista. Non è difficile, infatti, immaginare una bella serie di wall of death che partono spontanei ad ogni concerto del tour promozionale che verrà, ogni qualvolta il pezzo sarà suonato. Un po' involuta la linea principale di Neptune's Spear, anche se bridge e chorus scorrono via meglio, mentre Black Jack rientra su ritmi meno ossessivi, ma sempre elevati, per un altro brano abbastanza godibile, per quanto non troppo originale e dal ritornello più catchy. Il tutto ancora una volta tratto dal manuale di cui sopra. La parte finale dell'album prevede per prima Canna-Business, più convenzionale e fluente e proprio per questo, forse più riuscita della canzone che la precede in scaletta. Ciò al netto di un ritornello di facile presa e dell'interessante testo ancora con Chuck Billy sugli scudi. Chiusura sulle note di The Number Game, tipica closer potente, veloce e senza fronzoli.
Alla fine della fiera i cari, vecchi Testament mettono insieme un album potente e con molti pregi, ma anche con qualche difetto strutturale. Rispetto al precedente il passo avanti è piuttosto evidente, con le dieci canzoni comprese in scaletta che risultano complessivamente più performanti di quelle facenti parte di Dark Roots of Earth. La presenza di Di Giorgio rende tutto più "legato" e godibile; le chitarre di Peterson -responsabile maggiore di questa operazione- e Skolnick sono taglienti come atteso e forse anche di più e Billy lavora benissimo di mestiere aggredendo i pezzi quando occorre, stemperando nei passaggi più amichevoli e incattivendo col suo simil-growl quando occorre. A questo proposito, questo lavoro da parte del cantante dimostra da un lato una comprensibile capacità di gestione dei propri mezzi e la lucidità della produzione nel suo utilizzo, ma anche che alcune canzoni hanno bisogno di essere irrobustite ed in una certa misura "mimetizzate", per rendere più di quello che la pura scrittura consentirebbe loro. Rispetto al precedente Brotherhood of the Snake è un disco più thrash in senso stretto, che mostra una band in progresso, affidabile e professionale come diversamente non potrebbe essere, capace di valorizzare al massimo del materiale sicuramente buono e articolato per rendere al meglio dal vivo, ma non trascendentale. In tal modo si piazza davanti al suo precorritore e dietro i capolavori del passato, garantendo il fatto che i Testament siano potenzialmente ancora in grado di restare a lungo sulla scena e con grandi prestazioni on stage. Il tempo passa, i suddetti capolavori sono quasi certamente irripetibili, ma la classe unita all'esperienza ed alla capacità di trarre il massimo da uno studio di registrazione, valorizzano al meglio materiale non eccelso, ma di buon livello. Bentornati, ragazzi.
VOTO Seconda Recensione: 75 Cosa rappresentino i Testament per il metal in generale e per il thrash in particolare non è nemmeno il caso di puntualizzarlo: chi non conosce la band proveniente da San Francisco nata nei primi Eighties e successivamente esplosa nell'ormai lontano periodo d'oro del genere stesso? Grandissima di conseguenza l'attesa per la loro dodicesima fatica e, si sa, quando le aspettative sono veramente alte il rischio di un tonfo epocale non è così remoto; d'altronde con una storia tanto importante alle spalle i Nostri sono ritenuti tra i pesi massimi del panorama hard internazionale e quanto più sei considerato un gigante in un certo ambito, tanto più la tua eventuale caduta farà rumore. A complicare le cose, poi, ci si sono messi diversi fattori; le premesse sulla genesi del disco, stando alle dichiarazioni dei diretti interessati, non sono state delle migliori: Chuck ha parlato di una gestazione piuttosto sofferta, essendosi trovato a dover lavorare ai testi di canzoni praticamente già finite, ma peggio è andata a Steve Di Giorgio e Gene Hoglan i quali, al momento di entrare in studio, non avevano ancora avuto modo di ascoltare nessuno dei brani, ciò a causa dei diversi impegni dei membri del gruppo; i musicisti quindi si sono trovati costretti a registrare in tutta fretta il successore di Dark Roots Of Earth nei ritagli di tempo libero da serate live e quant'altro. Troppe pressioni, il vincolo dei tempi di realizzazione strettissimi e la poca comunicazione sul da farsi -e sulle composizioni stesse- hanno obbligato i Testament a scelte da "dentro o fuori", portandoli ad azzardare come mai prima di allora. Non è un caso che della stesura dei brani -come già ai tempi di Demonic e The Gathering- si sia preso carico il solo Eric Peterson, il quale ha poi di fatto sottoposto il lavoro ai suoi compagni d'avventura che, giocoforza, hanno contribuito all'ultimo momento con il loro genio: a parte la partecipazione alla scrittura di Neptune's Spear, Alex Skolnick si è praticamente adattato ai riff preparati dal suo partner, prodigandosi nel cesellare i migliori assoli da incastonare nelle song come fossero gemme, e pure Gene Hoglan ha messo il proprio immenso talento (unito ovviamente a quello di Di Giorgio) al servizio di una sezione ritmica il più possibile funzionale. Come detto il rischio era alto, ma diciamocela tutta: presi uno per uno, questa line up è la migliore che la band abbia mai avuto nella sua storia ed è difficile pensare che gente come quella appena citata possa fare cilecca: ed infatti non fallisce il colpo, anzi, dagli sforzi di questi fuoriclasse esce fuori uno dei dischi metal dell'anno. Se poi la produzione e il missaggio sono affidati a nomi del calibro di Juan Urteaga e Andy Sneap il risultato non può che migliorare ulteriormente.
Brotherhood Of The Snake è una sorta di concept nel quale si tratta di un'antichissima fratellanza, una società segreta capeggiata da una specie di divinità aliena, che avrebbe creato l'umanità per poter sfruttare le risorse del pianeta Terra e addirittura le religioni stesse; ma al di là delle lyrics va segnalato come la performance dietro al microfono di Chuck abbia del prodigioso: il corpulento singer è semplicemente incredibile, clean vocals abbinate a poderosi growl sono il suo marchio di fabbrica e qui si susseguono ininterrottamente, potenza ed aggressività allo stato puro ma senza lesinare qualche concessione alla melodia (Born in a Rut, Seven Seals); la sua è una prestazione-monstre che dimostra che alcuni eletti, come il buon vino, possono addirittura migliorare col passare degli anni. La qualità dei brani è evidente, dalla coinvolgente title track passando alle bordate thrash di Centuries of Suffering -il brano più violento del lotto- fino alle mazzate della conclusiva The Number Game la parola "filler" è assolutamente bandita, ed è incredibile pensare a come una The Pale King -un vero e proprio instant classic- sia nata da jam piuttosto spicce e appena accennate in studio di registrazione. Qui non si scherza affatto: il fomento che dà lo stacco a circa metà Stronghold porta a un headbanging che sradica direttamente le vertebre cervicali dal collo e il seguente assolo è semplicemente da infarto, un pezzo che vorresti non finisse mai tanta è la sua bellezza. Canna-Business (fantastico il gioco di parole, vero?) è un treno lanciato a mille pronto a travolgere qualunque cosa gli si pari di fronte mentre in Black Jack il buon Gene annichilisce i nostri padiglioni auricolari a furia di blast beat pazzeschi e doppia cassa a tappeto, supportato a dovere dal lavoro certosino dell'ottimo Di Giorgio che dimostra una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, tutta la propria classe. Peterson ha definito il disco come una summa tra The New Order e The Gathering incrociati con Dark Roots Of Earth, e si può senz'altro affermare che la sua non è una dichiarazione esagerata: intensità e potenza ai massimi livelli unite a una vena melodica sempre opportuna, nessun calo di tensione, solo canzoni ispirate ed efficaci nate per incitare gli istinti e la rabbia positiva dell'ascoltatore: niente male per un album composto in fretta e furia! Questo disco -a tutti gli effetti l'album di Peterson- evolve il discorso intrapreso col predecessore ma portandolo a un livello superiore sia per quanto riguarda il songwriting che la vena creativa generale, le tracce sono convincenti e ricche di personalità dalla prima all'ultima nota e il gusto raffinatissimo di Skolnick lascia il segno in ogni suo intervento, ma nel platter la prestazione di ognuno dei musicisti è da applausi; paradossalmente l'aver dovuto suonare con una spada di Damocle sulla testa ha giovato al quintetto, col risultato che Brotherhood Of The Snake, ottimo fin dal primo ascolto, dà l'impressione di poter ulteriormente crescere nel lungo periodo, raggiungendo vette altissime nella discografia della band. Viene da pensare che talvolta lasciarsi guidare dall'istinto e fare del proprio meglio senza troppe pianificazioni o progetti sia la cosa migliore: certo, non tutti possono permettersi un ragionamento -o un rischio- del genere, ma qui stiamo parlando dei Testament, e tanto basta. Fuoriclasse assoluti.
VOTO Terza Recensione: 86
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82.33 su 234 voti [
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Ad oggi, il loro miglior lavoro dai tempi di The Gathering. |
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Dischi come questo, gli ultimi degli Overkill o anche dei Death Angel, mostrano a gruppi come i Kreator che non si deve per forza essere ultramelodici per comporre un buon disco Thrash. Bravi Testament, dei tre album usciti dal 2008 ad oggi per me questo è quello più convincente. Il tiro che ha Stronghold è fuori dal mondo..80. |
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uno dei migliori album del genere degli ultimi 6 anni almeno |
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Un passo avanti a dark roots. Questi qui non sbagliano quasi mai. Pazzeschi. 85 |
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Che band i Testament !!!! Perfetto equilibrio tra violenza e tecnica, questo è l'album che preferisco tra gli ultimi tre. Certo i primi due album sono da lacrime e anche The Gathering è un capolavoro, ma con tutti gli altri album della discografia BOTS se la batte (e in più di qualche caso vince). Voto 85 rotondo rotondo. |
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Basta leggere il voto, praticamente dove si e' sviluppato il genere, come anno, grande lavoro, poi puoi stare il col bilancino perche' intanto c e' la band di poggibonsi, tanto per dire, che pensa di poter criticare. 80 |
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@TTD sì in effetti "Born In A Rut" stona un po', ed è proprio l'unica che non riesco ad ascoltare, poi ovviamente nulla da togliere ad Hoglan, ma forse The Gathering con Lombardo lo preferisco, più che altro per il suo ritmo "SLAtanico" , Formation of Damnation è pure nei gradini alti... certo i primi due Album rimangono irraggiungibili, a causa dei Tempi che furono...
Thrash 'Till Death sicuramente !!! |
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Confermo quanto detto da frankie, anch'io li ho visti venerdì sera: due encore e band in stato di grazia, ero pure in prima fila, di più non potevo chiedere! Le canzoni di B.O.T.S. proposte dal vivo tengono benissimo testa a quelle vecchie (per l'appunto la title track, The Pale King, Stronghold e Centuries Of Suffering). Per quanto riguarda l'album in sé, penso sia uno dei loro migliore, a pari merito con The Gathering, con l'unico "difetto" di 2 canzoni buone ma non eccellenti (Seven Seals e Born in a Rut) come le restanti. Voto 87 |
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Visti al LIVE Club di Trezzo Venerdì 01.12.17 : hanno spaccato! Seppur dovendosi "fermare" un 4 volte (per "riprendere fiato" con assoli vari) ma ci sta tutto, dopo oltre 30 anni di attività ( visti live negli anni ottanta sia a Milano che a NYC ) a mio avviso sono tra le migliori 5 bands di Thrash ancora in circolazione, "Brotherhood Of The Snake" che non mi aveva colpito più di tanto appena uscito, per via dei ritornelli un po' scialbi su qualche pezzo, risulta essere bello, molto bello... se non mi sbaglio al concerto di Milano hanno fatto due Encore per un totale di 18 pezzi , cosa che non avviene spesso... voto 85 |
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Grandi, grandissimi, musicisti incredibili!!! Probabilmente la band thrash più in forma in circolazione e dopo trent'anni di onorata carriera. Evviva! |
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riascoltato parecchie volte e purtroppo non ci siamo. a me le canzoni stancano. non mi viene voglia di riascoltarlo come successo con i primi lavori e con the gathering. sicuramente loro sono tecnicamente dei mostri e i suoni ottimi ma per me siamo sul 70. |
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A me non è piaciuto un gran che ..troppo tirato dall'inizio alla fine, ma io sono un nostalgico del testament sound dei primi 5 album.I primi 5 album furono, con i loro pregi e difetti, una continua evoluzione. Cazzo tu li metti nello stereo e quando partono non hai subbi ....sono i testament !!!! ...poi basta il sound si è assestato sul livello degli altri. Per esempio il tanto osannato the gathering non arriva a quei capolavori. Quindi nulla mi sembra tutta una canzone unica e non mi piace. |
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Devo fare una precisazione,non è esatto affermare (come ho fatto) che non è compresso,più o meno oggi gli album sono tutti "compressi" ,volevo dire che in questo caso non hanno esagerato,e sono stati bravi a non farlo suonare fastidioso all'udito come capita spesso.Ovviamente questo discorso vale per chi lo ascolta su un impianto hi fi decente,se lo ascoltate su spotify o sul tubo con diffusori marci o con cuffiettine cinesi siete brutte persone😆 |
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@Legion concordo pienamente ce ne vuole a criticarlo, questo è un Album stupendo, arrangiamenti sublimi, produzione magnifica una qualità eccelsa. Potente ma con consapevolezza Chuck & company questa volta hanno sfornato qualcosa di veramente bello bello bello. Un album che scivola via dalla prima all'ultima senza annoiare. Mi piacerebbe sapere, tutti quei ben pensanti che lo criticano tanto, cosa ritengono meglio di questo(ovviamente parlimo di album prodotti in questi ultimi anni) Fate nomi, cosi che li possa ascoltare anch'io...grazie |
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Ce ne vuole a criticare la produzione di questo disco,non lo chiedo in tono polemico,la mia è solo curiosità,dove lo avete ascoltato? Perchè mi sembra che oggi ci sia l'abitudine di ascoltare i dischi sul tubo o su spotify e poi andare su internet a criticare i suoni. Questo album ha dei suoni fantanstici,potente,tutti gli strumenti sono ben definiti,i non è "compresso" come fanno molti,quindi niente loudness war, Veramente non so come si puo criticare. |
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@vitadathrasher, mi spiace consideri discreto the gathering, io lo adoro, forse il mio preferito in assoluto dei testament, insieme ai primi 4...comunque sono d'accordo con te quando dici che per moda si tende a brutalizzare troppo, assolutamente vero, e questo per me favorisce un po un appiattimento generale, anche a livello di suoni e produzione |
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Il solito disco fatto bene ma di mestiere... dopo due ascolti mi viene solo da sbadigliare.... hanno inserito il pilota automatico ormai |
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@ Lux Chaos, certo che lo apprezzo, poi non mi sembra che qui su Metallized i 3 recensori lo definiscano un capolavoro, anche il primo recensore Ghost Rider ( sul quale concordo) non lo definisce tale, ma certamente un ottimo disco lo è , in un mondo quale quello del Thrash Metal, sia stato detto in coordinate musicale di massima praticamente tutto, quello che fa la differenza è l'impatto che riesce a produrre un disco, e la vigoria e la potenza che sprigiona questo album non sono solo pura brutalità, perchè non si slegano dall'ottima abilità tecnica e di tocco sensoriale che ogni componente della band riesce a impersonare con forte personalità in ogni singolo brano, e in base a queste caratteristiche hanno fatto centro pieno, gli ultimi dei Testament personalmente non mi convincenvano, troppi arzigogolii, ogni tanto l'energia compressa come uno sfiatatoio ha bisogno di liberarsi pura , e , qui , con questo lavorone sono riusciti veramente a riprendere il toro per le corna, il che fa ben sperare anche per il futuro, certo si puo' sempre migliorare e limare cose un po dubbie sul piano qualitativo, ma diciamo che sono ormai su una linea ascendente ,tranne imprevisti, per me dunque, pienamente convincenti, e se posso e fanno tappa in Italia vo a vederli, curioso di sentire questo impeto energico in sede live.Bravi Testament, continuate cosi'. |
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L'ho ascoltato parecchio ultimamente,è un buon album che parte forte e chiude altrettanto forte,la parte centrale resta noiosetta (x me imho).Dark roots mi è piaciuto di più di questo sinceramente.... |
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The gathering ha tre pezzi belli potenti, il che non è poco, visto che in un album quando individuo già 3 pezzi che mi aggradano mi sembra tanto. Però lo trovo un album solo potente e poco elaborato. Anche questo è un bell'album potente, ma non ci trovo quelle sfumature, che sono presenti nei lavori 80/90. Per moda si tende sempre a brutalizzare di più e ad uscire dalla vera essenza del genere. |
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@lux, senza ombra di dubbio the gathering è migliore, come si dice, quando il maestro(D.L.) sale in cattedra... Tuttavia non puoi definire Brotherhood un dischetto, sono ben altri i lavori da etichettarsi come dischetti. D' altra parte, non si possono pretendere sempre capolavori, questo che ci hanno consegnato, è un Signor disco, è dannatamente Testament e che in live spacca, a me piace molto e lo ascolto e riascolto... se sfornassero anche le altre band album di questo livello, ci sarebbe più carne da mettere sulla mia griglia. |
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@Lambru, basta che cerchi su un vocabolario di inglese, boombastico = pomposo, magniloquente, reboante...sono contento Lemmy che lo apprezzi, per me è un buon album ma non il capolavoro di cui ho letto spesso, per me l'ultimo capolavoro assoluto resta The Gathering |
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Se può interessare, io la mia analisi l'aveva fatta al commento n° 95..e, ribadisco che: rimane un buon disco da ascoltare ogni tanto! |
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A distanza di tempo non cambio opinione, è un signor disco, e la prima recensione di ghost rider ha fatto centro per come la penso anche io, e live saranno ultraefficaci, preferisco questo per ora a cio' che ho sentito finora dei Kreator. |
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Scusa @Lux chaos, io sono un bifolco ,sono indietro come la coda del maiale, cosa vuol dire boombastico?? |
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Dopo molti passaggi nello stereo, confermo il mio giudizio, un disco boombastico, che confonde con molto fantastico fumo (produzione eccellente, tecnica pazzesca, pesantezza metal) un bel po di sano manierismo. Non muore nessuno, ma non è per nulla il capolavoro di cui si è letto in giro, e finalmente in rete si incomincia a leggere di molta gente che dopo i primi ascolti (dove si era lasciata prendere da facili entusiasmi) ha giudicato quest'uscita con più obiettività (e meno tifoseria da stadio) per quel che è : un buon dischetto, e nulla più. |
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La conferma di una carriera raramente sotto tono, molta potenza ed energia. Tra i top 3 in ambito Thrash del 2016!! |
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Per fortuna che c'è qualcuno che sa fare ancora musica...GRANDIOSI |
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@ Sub zero : ma guarda che anche a me piace moltissimo Dark Roots, semplicemente a mio parere questo è ancora più valido sotto tutti i punti di vista, ma ciò non significa che il precedente non sia bello, anzi. e riguardo allo stile diverso, posso dirti che reputo The Gathering come uno dei loro dischi migliori ( e adoro pure Low anche se non raggiunge quei livelli ) |
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Allbum meraviglioso, potente e mai noioso. Io però al contrario dei recensori ho apprezzato moltissimo anche Dark roots e non capisco come mai si critica sempre il fatto che una band ogni tanto esca dal classico stile a cui ci ha abituati per mettere qualcosa di innovativo. E non capisco come mai ci son sempre riferimenti e confronti ai metallica (parlo questa volta di chi commenta). Cazzo centrano? Non fanno più thrash, mettetevela via. Confrontate i testament con Kreator, Sodom, Slayer, Overkill piuttoso. Metallica ovunque ma che è? |
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Un album sublime. Non riesco a non fare un confronto con i Metallica, ma per me i Testament, sono troppo superiori e non è la priva volta che lo dimostrano. Soprattutto confrontando i due album e ascoltandoli prima uno e poi l'altro senti che su uno c'è energia, vita, idee, cattiveria, tutto quello chi ci deve essere e nell'altro no. The Pale King la mi preferita ma hanno tutte un valore altissimo da parte mia. Superbi, supremi, splendidi. |
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Bello ma non mi piace... |
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D'accordo col voto complessivo, e in linea con la terza recensione. Probabilmente sarà uno dei migliori album Thrash dell'anno, anche se certamente non il migliore (non nello stesso anno di Terminal Redux) |
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Ennesimo stupendo album dei Testament.. che spettacolo |
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Il miglior album Thrash del 2016! Potenza allo stato puro!! |
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Non solo mi piace, mi piace parecchio. In effetti il paragone coi Metallica è impietoso. Questo fila via liscio che è una meraviglia dall'inizio alla fine. Probabilmente rientrerà anche nella mia personale top 10 del 2016. |
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Dal peggiore al migliore? Mah..a me non hanno mai deluso tantissimo, come altre band..mi piacciono pure The ritual e Demonic, che sono gli album considerati meno riusciti. Be' l'accoppiata iniziale è da infarto (The Legacy, The new order) e surclassa tutti gli altri pure The Gathering che è ottimo. Sostanzialmente io apprezzo tutta la loro discografia, per adesso le delusioni le ho avute da altre bands. |
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Demonic-The Formation of Damnation-Low-Dark Roots of Earth-Brotherhood of the Snake-The Ritual-Souls of Black.-Practice What You Preach-The Gathering-The Legacy-The New Order. |
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Su Facebook, "i ragazzi" hanno postato un articolo in cui vengono elencati i loro album dal peggiore al migliore..ecco la classifica: The Ritual - Low - Dark Roots of Earth - Souls of Black - Demonic - Brotherhood of the Snake - Practice What You Preach - The Legacy - The Gathering - The Formation of Damnation - The New Order _ Questa, invece, è la mia (stilata prima di vedere la loro): Demonic - The Ritual - Dark Roots of Earth - Souls of Black - The Formation of Damnation - Low - Brotherhood of the Snake - The Gathering - Practice What You Preach - The Legacy - The New Order _ La vostra?! |
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Lisa è inequivocabile !!! In senso positivo naturalmente. Ci sono album che piaccia o no, fanno parte della storia del thrash. Questo nuovo lavoro lo trovo molto buono e anche la produzione mi piace. Il 2016 verrà ricordato, in ambito thrash, come un anno ricco di pubblicazioni di alto valore. |
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È un bell'album, ti piacerà.. The new order ovvio è un capolavoro da 100, uno dei più grandi album thrash di sempre. |
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Voto maggiore di The new order? Uauh...devo ancora sentirlo, mi arriverà per natale e non voglio rovinarmi la sorpresa ascoltandolo in internet. So che il voto conta poco, io a new order avrei dato 100 e a the gathering 95, cmq vedo che i voti son tutti molto positivi e le recensioni ne parlano molto bene quindi son curioso di ascoltarlo. |
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@ Dany71 : non voglio cadere in nessun errore nè che si rilanci nulla per carità... Dici che 86 è un voto per dischi che una volta finiti si fanno subito ripartire ed è proprio quello che faccio io ogni volta che lo metto su... ognuno ha il suo pensiero e il tuo 70 è un voto molto positivo, la vediamo in maniera piuttosto diversa ma questo è il bello del confronto. |
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Io penso che a The Legacy e The new Order, si può dare benissimo il 100, sono capolavori del genere, nonché' i migliori album dei Testament, se proprio vogliamo parlare di voti! |
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Ricambio il saluto....in questi giorni voglio ascoltare l'ultimo dei sodom e l'ultimo dei destruction.Adesso sono pou'concentrato su questo disco che e' piacevolmente immenso....buon ascolto di vero thrash e a presto.... |
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Mah...Io ste critiche non le capirò mai, sia da una parte che dall'altra. Non sarà un capolavoro di album, ma secondo me non scende sotto il 7,5 ( che nella mia scaletta è un signor voto) neanche con le martellate. Poi và bene, scontati, vecchi, plasticosi, privi di idee, finti, venduti, poi bò dovrei rileggere. Spero che continuino per qualche altro anno a mantenere queste caratteristiche se il risultato è un album buono come questo, ma pure come Dark roots che forse era pure meglio. |
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Superband sulla carta, mestieranti a fatti. Voti tra l'85 e il 90 si danno a dischi geniali come The Legacy, The New Order, Low e The Gathering... dischi in cui i ragazzi, oltre che pestare, hanno provato a rimodellare il suono riuscendo ad essere convincenti. L'80 sto disco non lo raggiunge proprio; tanta potenza, ma poca creatività. |
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@Matocc: non cadiamo nell'errore che se uno non rilancia ad ogni commento verso l'alto sta bocciando un disco. Questo cd va bene ma c'è piú di qualche canzone, specie nella seconda parte, che la componente "fatto di mestiere" è troppo evidente e questo annoia prova ne è tra l'altro il secondo assolo di Neptune....che è preso pari pari da qualche brano di musica classica (si cercavano idee in tutto il globo pur di arrivare alla fine?). 86 è voto da disco che quando finisce lo fai ripartire di nuovo, qui invece si fatica un pochino ad arrivarci alla fine. Cmq impeccabili formalmente e tecnicamente. Voto 70. |
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Ciao Rik..sapevo ti sarebbe piaciuto, anche per me è uno dei dischi dell'anno..il paragone coi Metallica ormai è solo questione di gusti personali. Qui è thrash, di la' per lo più Hard Rock tranne qualche brano più tirato, ma tra le due band c'è differenza come dal giorno alla notte. Chi è legato più al metal ovviamente preferisce questo dei Testament. |
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Riascoltato stamani dopo aver ascoltato per l'ultima volta e con fatica l'ultimo dei metallica, Il paragone è abissale, sembra di passare dalla luce al giorno....grandi testament, questo si che vero thrash |
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Più lo ascolto e meno mi convince. Parte centrale sotto la media. Black jack mediocre. Si risolleva un po' con le ultime tre... |
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Ciao Lisa !! Ho avuto modo di ascoltare questa nuova fatica dei testament e posso dire che è un grandissimo album di thrash metal. Tutti i componenti del gruppo danno il meglio di loro nei rispettivi comparti per un risultato brillante (imho). Per me tra i primi tre posti nella mia playlist. |
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Diciamo che a livello di organico hanno preso, come potenziale, il posto dei Death... |
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Tecnicamente decisamente si. Dal punto di vista compositivo i due ultimi dischi erano molto carenti. Questo non l'ho ancora ascoltato. |
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Chuck Billy: uno dei vocalist più forti e potenti del metal, una delle migliori voci del thrash metal dopo 30anni di onorata carriera è sempre un gigante di estrema potenza, chitarristi come Peterson e Skolnick che quest'ultimo impreziosisce sempre con dei soli fottutamente belli, poi quest'ultimo disco ce ne sono mica da ridere, alla batteria c'è sempre un batterista della madonna e ne sono passati da Paul Bostaph, a Dave Lombardo, e negli ultimi anni a Gene Hoglan, al basso da Greg Christian a DiGiorgio in questo disco. I Testament sono pura dinamite, si potrebbe dire una super band |
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Sono d'accordo con gali. Meglio i tallica anche se questo è comunque ottimo |
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Per me l'esatto contrario.. |
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Questioni di gusti ovvio per me quello dei Metallica è migliore di questo disco. |
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E io non capisco l'euforia per quello dei Metallica, come vedi ognuno ha i suoi gusti. |
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Album mediocre non capisco tutta questa euforia. |
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Album mediocre non capisco tutta questa euforia. |
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Tecnicamente sbalorditivi. Una potenza di suono incredibile. Questo sono sempre stati i Testament. Voto 85 per la coerenza e la professionalità messe in campo. |
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@ Dany71 : senza polemica, ma davvero a te Centuries of Suffering, Canna-Business o The Number Game fanno dormire? |
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I testament sono sottovalutati cazzo sottovalutati (citazione Giacomo The Suckerz) |
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Lette per carità, ma se alla fine si fa una media io commento la media. Quando si andava a scuola per beccare un voto più alto di 8 dovevi fare sfracelli. Qui bene, ci mancherebbe, ma non da 8+. Come mi son permesso di scrivere in altre occasioni band che per conto mio ha sempre navigato ai piedi del podio (scusate se è poco....) su disco .....mentre live altra procedura.....live vedi i sfracelli di cui sopra. |
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Il voto finale è una media, i voti singoli sono diversi. Oppure è stato letto solo il numerino e non le recensioni? |
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I Testament godono della solita immunità parlamentare. Più di ottanta a sto dischetto suonato alla grande ma che nella seconda parte fa dormire......oppure lo fate girare al contrario e dormite all'inizio. Voto 65. |
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Non sono mai stato molto avvezzo al Thrash Metal, ma che caspita, questo disco mi è piaciuto davvero come pochi del genere! Spettacolare! |
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Questo album non esce dal mio stereo, lo ascolto da giorni ed è come quello dei Death Angel..col passare del tempo migliora! Come il vino!! Stupende la title track, Stronghold, Centuries of suffering, che bomba di album, do' ragione a Terzo qui sotto..le canzoni sono belle, non è solo pestare e basta..tra i migliori album dell'anno!! |
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Per me sta lievitando con gli ascolti, le canzoni sono canzoni e sono belle, non è solo giú legna. Bisognerà vedere la longevità a lungo termine solo che raramente posso concedermi di riascoltare qualcosa dopo passata l'euforia. Troppa roba ancora da smaltire |
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Dopo svariati ascolti, mi sento di dare la piena sufficienza a questo disco. Detto questo, veniamo all'analisi: l'album si apre con la title-track, a metà strada tra una tipica thrash-song di una volta e quelle shredder molto in voga attualmente; "The Pale King" (scelta per il video) malgrado le tipiche melodie della casa, col suo incedere, può ricordare molto gli Overkill; "Stronghold" invece é l'anthem del disco, tipica song che serve a far scuotere le folle ai concerti (in questo ricorda gli ultimi Sepultura di Max); "Seven Seals", con le sue svisate, è la più moderna dell'intero platter; "Born in a Rut" ha quel groove e quella semplice melodia che ricorda quanto composto dalla band nel periodo '88-'94; "Centuries of Suffering" vince la palma come traccia più violenta del disco, oltre ad essere anche la più corta; "Black Jack" tenta di accellerare un pò il passo per portarci in territori death-black (escluso il cantato), rallentando solo per il bridge centrale; "Neptune's Spear" (tipica Testament-song) parte un pò in folle per poi riprendersi in discesa, cercando di staccare un pò la spina nei vari "duetti" melodici tanto di moda nel metal recente; "Canna Business", escluso l'intro, è la cosiddettta traccia cazzotto-in-faccia; l'ultima "The Number Game" chiude degnamente e violentemente il disco e, in qualcosa, può ricordare vagamente i Megadeth. In generale, l'album è molto omogeneo e, essendo meno violento degli ultimi, risulta anche molto più scorrevole..e, c'è da dire che, nonostante questo, ha il pregio di avere dei pezzi che hanno al loro interno momenti diversi che fan sì che si arrivi alla fine della traccia con un senso compiuto, a differenza degli ultimi due! Purtroppo, quelle composte anche da Skolnick (8 e 9) risultano essere le più deboli, malgrado sia sempre una goduria sentire i suoi bei solos sparsi per tutto l'album! In chiusura, visti i tempi che corrono, l'album potrebbe meritare anche un sonoro 86! Ma, se fosse uscito appunto in quell'anno, sarebbe da 76..a questo punto, fate voi le dovute (e anche giuste) considerazioni! Insomma, se potessimo fare un paragone cinematografico, oggi sarebbe un quasi-capolavoro..mentre, cinquant'anni fa poteva passare come un buon film! Da vedere spesso..ma, comunque sempre un buon film! |
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Disco sopravvalutato, non capisco tutta questa euforia. Recensioni troppo benevole, l'album vale molto meno di 70. |
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75 non è manco un voto pessimo, ed è una cosa che alcuni qui non capiscono. Per me ci sta tutto, e se non sta bene almeno spieghino il perchè, al posto di tracciare linee immaginarie tra chi ama il genere e chi no. |
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sto disco a voler essere generosi ma molto generosi vale 7.5, lode ai testament per l'impegno ma hanno poco da dire ormai, novità zero. |
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Ciao Lisa, devo aspettare l'anno prossimo per i nuovi acquisti in ambito musicale ...ma a parte questo per quanto mi riguarda e per quello che ho avuto modo di ascoltare a me questi ultimi testament piacciono molto. Sono i testament come piacciono a me nella loro essenza thrash. A chi non piacciono è sufficiente che si guardi intorno mi sembra che in ambito metal le proposte non manchino .... |
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Ho ascoltato solo qualche brano e mi sono piaciuti molto. A breve ascolterò anche il resto. Mi permetto una nota al primo recensore: le caste non c'entrano nulla con le società segrete, sono proprio un'altra cosa. |
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Ciao Rik...be' questo era un,acquisto obbligatorio da mesi, se non ce l'hai ancora te lo consiglio, è stato un'anno positivo per il thrash, sono contenta, anche perché ce ne sono stati di peggio, in passato..e poi ho scoperto band nuove molto valide, fa sperare bene per il futuro. Non capisco chi dice"lavoro scolastico, solito compitino,"..mah, significa che non amate questo genere, questa è l'unica verità. |
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D'accordo con la recensione di Raven. Il disco è suonato bene e stavolta è risultato un pò più godibile del precedente DROE (che rimane comunque un album abbastanza buono). Non mi sento di portarlo in cielo come molti perchè, oltre il fatto che secondo me è uscita roba nettamente superiore a questa, in fin dei conti si parla di un album molto mestierante. Niente di clamoroso, ma comunque ben fatto. |
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Ciao Lisa, noto con piacere che non hai resistito alla tentazione di acquistare il nuovo testament !! Sono contento del giudizio che gli dai e mi fai ben sperare ... se tutto va bene sarà per l'anno prossimo anche se già ci sono alcune ghiotte anticipazioni tra le quali il nuovo kreator !! 'til death do us part .... continua |
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Finalmente l'ho ascoltato..sono proprio contenta, ottimo album tutti bravissimi, sono d'accordo col recensore quando dice "fuoriclasse assoluti" ma me ne ero anche accorta da me, al concerto di luglio scorso. Album superiore a Dark Roots of the Earth, che mi piaceva ugualmente, Chuck è in forma alla grande, ma anche gli altri, la formazione di questa band è tra le migliori al mondo, professionisti da oltre 30 anni..la tematica dell'album la conosco bene, ho letto libri su Templari, Rosacroce, massoneria,argomenti scottanti ma altrettanto veri..E con questo per me si chiude il podio del thrash 2016, non devo ascoltare più nessun'altro..Loro insieme a Vektor, Death Angel, hanno dato il meglio. Bravissimi. 90. |
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Ascoltato oggi,come primo impatto devo dire che il mio giudizio e piu' che positivo,anche se il mio preferito resta the gatering che nel 99 se non ricordo male anno molto buio per il metal fu una delle poche luci a brillare,anche perché in quel tempo a regnare era il power ,il black e death e poi dal 2000 in poi tutta quella robaccia industrial che con il metal c'entrava poco. Di positivo oggi c'e' che finalmente il metal quello vero e' riemerso alla grande,difatti negli ultimi due anni sono usciti tanti bei album ,questo dei testament e' uno di questi,spero che si continuii cosi' , |
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Mah,non è che abbia scritto proprio così,io non avrei tanta fretta di parlare a nome di tutti...ammetto di avere molte lacune in ambito Thrash perchè ho ascoltato meno rispetto a Black o Death,quindi parlo da inesperto,ma ho visto che la stragrande maggioranza è entusiasta dell'album e credo che non siano ignoranti,che non sia il loro album migliore ok,ma la valutazione uno la dà in base ai propri gusti e quelli sono personali,per qualcuno potrebbe essere addirittura l'album preferito dei Testament...per me ad esempio se la gioca con "Souls of Black"per il terzo posto,ma aspetto di darci un ultimo ascolto prima di confermare |
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Concordo con le valutazioni del recensore Raven, sinceramente votare addiirittura 88 significa non avere obiettività alcuna e scarsa conoscenza della storia del thrash. |
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Bay area thrash è abbiamo detto tutto !!! (Imho). |
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Ma veramente si sta discutendo sul fatto della Bay Area? Ahah scusatemi per questo errore madornale... Ragazzi, ovviamente intendevo, per Bay Area, la scena Thrash di quegli anni |
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Slayer e Megadeth fanno parte di Los Angeles la cui scena era dominata dal glam; anche i Metallica erano di LA e difatti si trasferirono a San Francisco sia per Burton sia perché li la scema musicale dominata dal punk hardcore e poi dal thrash era migliore, almeno per il loro tipo di musica. Tuttavia, Slayer e Megadeth fecero una marea di concerti storici , che hanno influito parecchio sui gruppi locali, proprio nella Bay Area. Quindi sono sì band di LA ma anche della scena Bay Area solo "a latere" |
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Fai prima a dire che Huntington beach e' los Angeles. Anche se cambia contea ecc ecc fa parte dell'immenso agglomerato urbano di la |
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Gli Slayer non sono della bay area ma di Huntington beach,una città nel sud della californa facente parte della contea di orange,giusto x precisare.... |
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@lisablack Beh, i Testament si formano nell'83 quando Metallica e Slayer erano i nomi di punta della Bay Area e avevano pubblicato già un album. Tanto che prenderanno dai Four Horsemen la melodia e dagli Slayer la potenza. Poi è chiaro che i Testament cammineranno con le loro gambe e pubblicheranno dei capolavori con caratteristiche personali... Comunque a me i Testament piacciono, li preferisco anche agli Anthrax... @lux chaos Assolutamente, è un buon album @Raven Ok |
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#67: la battuta sugli O Direction era solo tale, semmai contro il tirare sempre in ballo i Metallica in ogni discussione, non contro i Metallica. |
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il thrash non è nato per fare ballad è un incrocio di speed, punk, una parte di hard rock e parte dell'heavy targato N.W.O.B.H.M, anche il primo dei Metallica non ne aveva, poi è anche vero che ne hanno fatto tra le migliori e più sbalordiditive, quelle dei Tallica con la magnifica voce di Hetifield sono tra le migliori in assoluto, poi il genere si è evoluto e si son formati il progressive thrash e il techno trash, il death trash ecc. , ma di fatto inizialmente gruppi come Exodus e Slayer, non han fatto ballad, non è neanche obbligatorio quindi farle, ne è scritto da nessuna parte ne lo ordina il dottore, questo album spacca le ossa questa è la verità, un po Slayeresco, un po thtrash'n'roll, ritmicamente potente, ma senza stravolgimenti, belli gli assoli, non affatto ripettitivi, ottima la batteria con lavorio quasi death trash nello scandire il tempo in buoni tratti, meraviglioso l'appoggio sonoro di di DI Giorgio, questione arpeggi?. Ma molti non si lamentavano che le parti arpeggiate di Sckolnik e certo schitarrare di sckolnik era diventato noioso e quasi sbrodoloso, io credo che siano state ben controbilanciate dall'immisssione a sorpresa come dice giustamente Ghost Rider nella prima ella rece, ad es. in Neptune Spears di fraseggi baroccheschi, rasentano la perfezione chitarristica, una botta a sorpresas che chi se l'aspettava?.Non voglio entrare nei gusti di nessuno, me ne guardo bene, i gusti son sacri, ma qui credo siamo di fronte ad un album davvero roccioso e potente , compatto ma senza eccedenze storpianti, mitigato dai virtuosismi, e dalle trovate del virtuosismo del basso e della meraviglia delle due chitarre, si poteva fare di più? . mah, sicuramente penso di si, ma chiedere troppo alla fine si esagera al contrario, e qui mi trovo a ritrovarmi d'accordo con Matocc, bisogna anche considerare il fatto che è una band che è si considerata bay area , ma nella pratica i componenti effettivamente bay area sono due, gli atri risiedano uno a New York e l'altro a San Diego, voglio considerando le distanzr geografiche, l'impegno di Sckolnik in un altro progetto allora, questo album ha del prodigiosovisto che sulle fondamenta di Peterson si è venuto a creare un album ben prodotto , ben, suonato e ben prodotto, e live farà strage. Non vi preoccupate poi che ritorneranno anche alla qualità dei primi lavori, non la raggiungeranno in pieno, ma i Testament si son rimessi in marcia poderosamente, per ora a me va bene cosi'. |
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Andrew Staley, commento 67, puro vangelo. Meno male che qualcuno se ne accorge. Questo comunque resta un buon album da parte dei Testament |
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Disco molto buono (in line con gli ultimi 2).... Io Skolnik lo vedo più come un corpo esterno al gruppo ,in questi Testament ci vedrei meglio James Murphy (che è sparito tra l'altro) |
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Scusa Andrew, ma i Testament non devono nulla ai Metallica, hanno camminato con le loro gambe, non è che i capolavori come The New Order o The Legacy sono stati scritti da Hetfield o da Ulrich. Ogni band ha un suo percorso e una storia a se..e poi il primo nucleo dei Testament suonava gia nell'83, anno di Kill em all, magari non hanno sfondato subito come i Metallica, ma i Testament esistevano già, e pure gli Exodus. |
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Inoltre, non so se siete d'accordo, ma questa moda di oggi di sparare i volumi così alti non mi piace molto... Comunque, devo dire che tutte queste band (Anthrax, Megadeth, Slayer, Testament, e sicuramente Metallica) hanno fatto uscire dei buoni album... Insomma, stanno tutti su un buon livello, considerata l'età e gli anni di carriera alle spalle. Non fanno né l'album del secolo e neanche schifezze. A me va bene così. |
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@MetaNeverDIE! Anche Trust e Promises. Symphony non è una ballad, dai |
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@Andrew Staley Dipende dai punti di vista, forse le traccie più ballad che hanno fatto i Megadeth sono In My Darkest Hour, Symphony of Destruction, A Tout le Monde... però quelle dei Testament, sono tutt'altra cosa eh... |
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Comprato ieri in versione cartonata alla mw sono ai primi ascolti. Piacevole perché si sente la loro impronta, canzoni ben strutturate e riconoscibili, voce aggressiva senza scadere nel growl, suono bello rotondo ma non di plastica, assoli che come al solito fanno la differenza per pregevolezza, pulizia e gusto. Risultato ottimo in linea con i ritorni di questo fertile 2016. Ora mancano solo i masters all'appello |
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Ah, vorrei aggiungere che ormai noto sempre più, da parte del metallaro medio, la tendenza a distruggere ogni nuovo lavoro di band di successo come i Metallica (definiti da qualcuno "One Direction") e quella di spacciare per capolavoro le nuove uscite di band che hanno meno successo. Tutto questo per partito preso, leggendo soltanto i nomi delle band. Perché, per il true metaller, raggiungere il successo è una colpa. Senza i cosiddetti "One Direction", i Testament probabilmente nemmeno esisterebbero. Quest'ultimo dei Testament non è da voti che raggiungono il 90, parliamoci chiaro. Allora gli album del passato sarebbero da 100... Questo nuovo album potrebbe essere semplicemente ottimo per chi ama il thrash potente, questo sì. E qua rispetto i vostri gusti. |
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D'accordo con MetalNeverDIE. Io mi riferivo proprio al discorso ballad (e i Testament ne hanno fatte nella loro carriera). In un disco potente, inserire una ballad alla Testament male non fa. Tanto poi tutte le altre sono potenti, quindi una ballad serve un po' per spezzare... I Testament hanno sempre saputo comporre pezzi potenti e pezzi melodici; oggi mi sembra che cerchino soltanto la potenza, accontentando quelli che vogliono la musica "che shpaccaa". Non sono d'accordo soltanto sul discorso che i Megadeth non hanno mai fatto ballad, perché le hanno fatte D'accordo anche con l'ultimo commento di Vitadathrasher... Skolnick non compone più niente e questo è un male, perché può portare le sue influenze esterne al metal dando più varietà all'album. Insomma, va bene la potenza (è pur sempre thrash), ma fare anche qualcosa di più vario non guasta... Comunque l'album sta crescendo con gli ascolti |
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Premetto che questo disco non l'ho sentito, ma spero che sia un po diverso dagli ultimi. A parte la melodia, mi piacerebbe un po meno brutalità. Chuck growleggia un po troppo, skolnick che un tempo dava un' impronta netta ai loro dischi, donando phatos ai pezzi, oggi mi pare faccia tanti assoli che sembrano dei frullati asettici su basi ritmiche spasmodiche. Forse per molti il top, sono le bordate di gene hoglan, io preferisco qualche bpm in meno di clemente e qualche intreccio in più. |
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@Salvo Poi son punti di vista, però non capisco perchè quando uno è bravo in una cosa dovrebbe lasciarla perdere, comunque ad essere sincero, i Testament sono un gruppo che non ho mai provato un rapporto troppo empatico, o almeno mai quanto gli Exodus che sono il mio gruppo Thrash preferito, appunto io li definisco l'esatto opposto dei testament pensa un po'... Gli Exodus sono macchine da guerra progettate per distruggere, questo è l'aneddoto... i Testament non sono fatti per distruggere, sono fatti per emozionare e in questo disco evidentemente erano più propensi a distruggere, ma non con risultati eccezzionali, ve lo ridico... l'album è piacevolissimo, ma non condivido le recensioni che lo caricano in questo modo. |
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E si va beh, il ragionamento sulla melodia puù reggere,ma non concordo sul fatto che la mancanza di un "lentone" penalizza il disco. Cazzo, partliamo di Thrash Metal. loro sono i Testament, mica gli Scorpions (con tutto il rispetto per il grande gruppo tedesco) |
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Beh un po' il ragazzo ha ragione e il ragionamento si collega all'obiezione del Lambro sulla mancanza dell'arpeggio. I testament sono sempre stati molto abili su territori più melodici, un po' come i concittadini Death Angel |
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@MetalHeart SI sono serio, vatti a guardare il primo periodo, in molti loro album c'è una traccia ballad, Musical Death (A Dirge), The Ballad, The Legacy, The Ritual, Return to Serenity, Cold Embrance... queste che ti ho elencato non sono ballad? Ecco io in un gruppo thrash non ho mai visto tutte ste ballad, percaso gli Slayer, i Megadeth, gli Exodus, Dark Angel gli hai visto fare ballad? Io ho visto giusto Metallica e Death Angel, fatto sta che ho detto la parola conosciuti, nel senso che uno se pensa a un gruppo con un certo gusto nella melodia gli vengono subito in mente i Testament per via della multitudine di ballad presenti, tra l'altro bellissime. Fatto sta che quest'ultimo album, la mancanza di una traccia ballad come lo era per il precedente, penalizza un po' il tutto secondo me, non sono questi i dischi a cui dare 90 a mio avviso. |
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"I Testament... conosciuti per essere molto bravi nella composizione delle ballad" ma sei serio?! |
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Un album di pregevole fattura, ma il precedente resta 2 spanne sopra, per 2 motivi. Da sempre i Testament sono conosciuti per essere molto bravi nella composizione delle ballad, in questo nuovo lavoro non vedo ballad, questo secondo me è il difetto maggiore, a seguito di questa mancanza troviamo quindi un album abbastanza monotono nelle composizioni e non ho trovato una traccia che spicca veramente sulle altre, cioè abbiamo solo la traccia bella e quella meno bella. Poi ho notato un calo nelle prestazioni di Gene Hoglan, cioè lo ho trovato un po' piatto in alcuni punti (ah e per piatto non intendo banale, Gene Hoglan non è mai banale, dico solo che per le qualità che ha potrebbe fare molto meglio), io credo sia stata una scelta di tutta la band, e farlo adattare un po' di più al loro sound, anche DiGiorgio non mi sembra che vada molto fuori dagli schemi. Comunque sia il risultato è soddisfacente, con questi piccoli accorgimenti, probabilmente avrebbero eguagliato o anche superato perchè no, il precedente. Per compensare con la mancanza della ballad hanno "provato" a inserire molti assoli melodici in stile melodeath che ormai nel thrash odierno si vedono molto spesso, ma ovviamente non sono la stessa cosa, bello anche l'inserimento del breakdown sull'ultima, Chuck Billy come sempre ottima performance, e il riffing di Peterson molto piacevole. E' un disco che cresce con gli ascolti comunque, il mio voto definitivo è 76. |
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@ObeYM8 Già dopo altri ascolti va meglio. Avevi ragione su The Pale King e Born in a Rut, là la melodia c'è! |
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Non male...pettina i peli del culo..voto 90 |
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Comprato a scatola chiusa oggi pomeriggio, vediamo dopo il rodaggio cosa viene fuori! |
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Che la Title-track sia rocciosa e senza fronzoli ok,sempre escludendo l'assolo che è bellissimo,ma nell'album c'è molto spazio per la melodia...aspetto di ascoltarlo bene per dare un giudizio definitivo,ma finora lo considero comunque di livello altissimo,tra l'80 e 88,non capisco i commenti sul fatto "è il solito album alla Testament"cosa vi aspettate da loro?mica compro il cd dei testament per sentirmi la bandabardò |
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con Rain intendevo reign in blood ovviamente |
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@Crimson The New Order con Reign of Terror al posto di Nobody`s Fault(come sarebbe dovuto essere e mi sono sempre chiesto il perche` non l`abbiano fatto) sarebbe stato il quarto disco Thrash metal di sempre dopo Rust,Rain e Master...personale opinione |
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@Layne Staley mi chiedo che album tu abbia ascoltato,o se l`hai ascoltato solo una volta se l`hai fatto attentamente...Pale King,Seven Seals,Born in a Rut,Neptune Spear...di momenti melodici ce ne sono eccome,molto piu` che in the Gathering ad esempio.. |
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@Gabriele, anche nel mio è così, poi dopo un attimo torna normale.. |
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Ma solo a me si vede la recensione sovrapposta ai commenti? Su due pc diversi? |
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disco fantastico che cresce ascolto dopo ascolto...ci sono richiami ai vecchi Testament degli anni 80 e 90 piu' la potenza e la qualità di registrazione moderna,chuck billy ispiratissimo è un super skolknick agli assoli wooow. Ascoltare l'ultima The number game un vero gioiello! voto 90 |
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Poco da dire, grande album. Per ora 80 pieno |
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Mah... Ascoltato ieri e mi ha lasciato un po' deluso... Non basta "spaccare" e fare casino per creare un grande album (al metallaro medio interessa solo quello, ma a me no). Un pezzo più melodico lo potevano inserire in mezzo all'album e, in generale, la melodia dov'è finita? Si può fare un canzone potente e allo stesso tempo melodica, e loro lo hanno sempre saputo fare. D'accordo con chi parla degli arpeggi iniziali. Comunque, si sente che Skolnick non ha composto niente ed è tutta opera di Peterson, purtroppo. Alex Skolnick in fase di composizione avrebbe portato le sue influenze e sarebbe uscito un lavoro molto più vario... Spero che ascoltandolo altre volte, l'album cresca. Al momento per me è un thrash potente che non mi lascia niente. |
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Chi é il fenomeno che sta abbassando la media voti lettori?....che paese l`Italia,mammamia |
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8,5 -massimo massimo 9 - a The New order, ma non di più per quanto mi riguarda. Disco meno bello e meno importante del primo che resta la perla assoluta dei Testament e nel 1988 ci sono state uscite ben più importanti e rilevanti e 95 è un voto per dischi del genere. |
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Quoto ObeYM86 sul fatto che new order merita almeno 95 |
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domani lo prendo a scatola chiusa ovviamente |
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L`80 di The New Order e` ridicolo,un insulto..per fare un esempio |
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@freedom il discorso fatto piu` volte in altri casi,lascia il tempo che trova(diversi recensori scritte in tempi diversi ecc..)ci sono tante "ingiustizie numeriche" su questo sito,in alcuni casi anche abbastanza oggettive.... |
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Mi chiedo come può questo disco avere un voto più alto di TNO e TG e lo stesso di SOB...per me sta sotto tutti e tre, e non di poco. |
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Ok @Metal shock, di sicuro lo faro'...e anzi per dirtela tutta, sono rientrato appena ora in casa e in macchina mi stavo sparando proprio questo! Poi magari piu' in lo prendo pure in originale insieme a Dark, che x ora in acquisti ho gia dato! |
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Io quelli che parlano di “compitino“ non li capirò mai.... Cosa voglio da un disco thrash tradizionale: Riff trascinanti-check Assoli al fulmicotone-check Sezione ritmica paurosa-check Lunghezza brani non eccessiva-check Buona dose di melodia ben bilanciata-check Buona varietà delle composizioni senza rendere il disco troppo eterogeneo-check Prestazione vocale mostruosa-check Nessun filler(opinabile a seconda dei gusti)-check Cover art che fa bella figura nella collezione-check 89 e trequarti il mio voto,quoto Lambruscone riguardo gli arpeggi ma ci dobbiamo rassegnare,era un altra epoca...curioso di sentire la bonus track giapponese(Apocalyptic City ri-registrata)magari in quel caso l`hanno riproposta l`intro....Does it matter what the people say?No! |
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@Jek: basta che non lo chiami album thras dell`anno!! Ahahah @Doomale: ascoltalo bene perche` anche a me all`inizio non soddisfaceva in pieno, poi con gli ascolti e` cresciuto e di tanto. |
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@Luiz ha ragione @Metal Shock Terminal Redux non è il disco thrash dell'anno, Terminal Redux è il disco dell'anno |
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Qualità, potenza, e furia disgregante, efficacissimo nel ritmo batteristico e nella ritmica chitarristca, in grande plauso per il lavoro svolto, al chitarrista Peterson che ha costriuto l'album facendolo poggiare su fondamenta solide e rocciose, e ovviamente a Di Giorgio, vabbè anche lui non ha bisogno di presentazioni, belli anche dove presenti gli spunti un po più melodici, ottimi i riff e ottimo Skolnick che ci delizia con i suoi ricamati e splendidi assoli, finalmente la tendenza è invertita, rispetto al precedente è molto migliore, mazzate trhash da nock out aiutate anche da una produzione e mixaggio veramente buoni, belissime tutte e tre le recensioni , io mi rispecchio nella terza, per me 84, perchè certo non raggiunge le vette artistiche dei primi album, ma lo alzo di 3 punti perchè canzoni estratte da questo album live non faranno prigionieri, nei concerti renderanno il doppio, quindi 87. |
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A me il disco piace molto il voto per me è 80. Sono in linea con la recensione di @Raven, siamo al cospetto di un ottimo disco ma non ancora un miracolo, un bel balzo in avanti rispetto al precedente e almeno non hanno dovuto riempire il tempo con delle cover. Stronghold e Neptune’s Spear sono i pezzi che più mi fanno godere Born in a Rut e Seven Seals quelli meno buoni il resto legnate. |
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A me invece piace, non sarà un capolavoro ma almeno 75 li vale tutti |
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Disco insignificante meglio del precedente, ma non ci voleva poi molto. Voto 50 |
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Buon album...3 o 4 pezzi davvero notevoli..qualcun'altro un po' meno. In linea di massima al momento direi che preferisco ancora Dark Roots che mi rimaneva piu immediato e con un numero di pezzi piu' elevato che mi piacevano. Rimane cmq un bell'album..vediamo se un futuro crescera' o meno, in fondo non e' che abbia fatto moltissimi ascolti. Per il voto sono quasi in linea con Raven..ops dimenticavo. Ciao @Rik, thrash fino alla morte! |
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Complimenti per la tripla recensione, ottimo lavoro. I voti - ed i commenti - molto positivi mi fanno pensare ad un possibile acquisto in combo a The Evil Divide. |
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Bel disco che va dritto al punto, sicuramente migliore dei precedenti che mi sembravano meno a fuoco. |
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Si salvano un paio di canzoni, non basta mostrare i denti e avere una formazione stellare se non si hanno idee. |
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Mettallino Shocchino che cattivone, domani mi vado a confessare...per ora il mio disco thrash preferito è l'ultimo Destroyer 666! |
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Preso stamattina alla Feltrinelli. Appena mi hanno mandato l'sms che mi avvisava che il cd era lì mi sono precipitato Non mi dilungo, perchè sono dei "fuoriclasse assoluti". Altro centro. |
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Mi ha colpito molto la differenza di punteggio.. Io di solito sono allineato con Raven quindi siamo a livelli del precedente... Non lo comprerò a scatola chiusa di sicuro. Ascolterò qualcosa e deciderò |
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Lisa se ti elenco i cd di thrash che (dovrei) acquistare l' anno prossimo prendi paura !! Comprendo la tua felicità nell' acquistare un album di thrash/black/death (nel tuo cado) e la stessa cosa anche per me ( thrash). .... thrash 'til death ..... continua |
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Nonostante sia il mio genere preferito, ho ascoltato su youtube alcune canzoni, e devo dire che mi piacciono molto i suoni: acquisto molto probabile. |
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Ciao Rik..guarda, io compro questo, e poi mi fermo..pianto un chiodo. Sono davvero prosciugata, ma felicissima ogni volta che acquisto un disco che mi piace, perciò ne vale la pena. |
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Se riesco a fare un blitz veloce alla mediaworld o alla comet lo prendo, ma per me il miglior album thrash dell'anno e' arctic Thunder...anni 80 parlando ovviamente, eter che nuclear blast |
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Raven ....daaaaaiiiii ... ti piace scherzare !!! Non voglio essere nei vostri panni. Mi sa che qualche tuo collaboratore ha chiesto in andare in vacanza ?? !!! Comunque vedo che ci scherzate su. Sarà uno spasso leggere i commenti sui ...... |
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Lisa, si è vero, anno spettacolare per il thrash, quasi un 1986 !! Viste le mie disastrate finanze tutti gli acquisti in ambito thrash sono rimandate a data da destinarsi. Comunque ci sono almeno 10-15 album di thrash che quest'anno hanno reso luminoso il nostro mondo. .... si Lisa ..... thrsah 'til dearh !!! |
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No, non abbiamo nulla in programma per gli One Direction. |
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Ciao Lisa, Metal Shock e Doomale (quando commenterà). Ho ascoltato come tutti le anticipazioni che a me sono piaciute. Detto questo, devo ancora leggere le multi revirw ( ottima idea !! ). I voti già dicono tutto o quasi. Si tratta comunque di un buon album e questo è molto imporrante. Metal Shock quoto il tuo commento a riguardo il thrash ( testament e death angel) cioè il thrash puro. Lisa attendo un tuo giudizio .... una piccola cosa : se avete fatto tre review per i testament, quante ne farete per un certo gruppo di miliardari che sta per pubblicare il nuovo album ? |
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Ho letto le recensioni..Son già contenta, ammazza che voti! 88!! Mi arriva a giorni, e finalmente l'ascolto..giuro che non ce la faccio più ad aspettare! Certo che quest'anno in ambito thrash, ne sono usciti di album, molto belli..molto bene! Come dice Rik..Thrash till death! |
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Per legnare, legnano ancora bene, certo che da gente esperta come loro, mi aspetto di più. Dove sono finiti gli arpeggi iniziali, che hanno caratterizzato tanti gruppi del genere?....mi sa che sono troppo legato ai primi 2 album.. |
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Per tutti quelli che trovano questo disco noioso, la solita roba e che si dimentica in fretta, don` worry, il prossimo mese esce il disco thrash dell`anno, pieno di idee nuove e riff originali!!!! |
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Quoto quanto scritto sotto, solita roba, tutto bello ok, ma non credo avrò molta voglia di riascoltarlo nell'immediato futuro. Voto 70 per il compitino ben fatto, come al solito, ma niente di più. |
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Niente di che, roba che si dimentica in fretta, visto che sono stati citati, quello dei Death Angel mi è piaciuto molto, infatti l'ho pure comprato, per questo soldi non ce li spendo! Voto 63 |
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ho ascoltato solo il primo singolo per adesso, quando ascolto tutto l'album lo valuterò, anche se del primo singolo a parte l'assolo non mi ha lasciato molto, pezzo sempre tirato ma niente di più |
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@Obscuresolstice: un complimento da parte tu, cazzo sono emozionato! (Se continuo a rispondere, mi bannano!!) |
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@Metalshock commento n.5: ogni tanto dici una cosa sensata e giusta |
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@D.r.i.: com`e` umano lei (con accento fantozziano!) ahah |
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Per me gran bel disco, assieme ai death angel. Cioè concordo con metal shock è ciò è male |
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Vecktor=techno thrash. Testament=thrash Se ti piace anche il primo e` un conto, ma se vai solo sul puro thrash Testament e Death Angel tutta la vita! |
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Bellissimo album,ma il miglior album thrash é Terminal Redux |
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Lo prendo a busta chiusa |
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Bel disco,probabilmente il migliore da The gathering ad oggi. Bella mazzata non c'è che dire,2016 che si conferma un grande anno ( e canna business titolo dell'anno) |
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Primo commento: disco fenomenale! Uno dei migliori dell`anno, e di sicuro assieme al disco dei Death Angel il miglior disco thrash dell`anno. Per me il miglior disco dai tempi di Pratice..., meglio anche del tanto osannato Gathering! Tante canzoni mi riportano indietro agli anni 80` con quei riff tipici della ditta Peterson Skolnick, con un Billy in forma smagliante ed una sessione ritmica da paura. Il trittico iniziale e` da infarto, con Stronghold da infarto, poi Centuries pezzo tritaossa, Canna Businnes altra mazzata tremenda e gli altri brani dimostrano come si possa fare thrash oggigiorno senza risultare obsoleti. Descrivere tutti i brani non ha senso, ma dieci brani senza filler non sono facili da trovare. Disco mostruoso da 85 e anche oltre. Spiace Trucido, ma nessuno fara` meglio oggi ma di sicuro c`e` chi fara`' peggio, voi sapete chi!!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Brotherhood of the Snake 2. The Pale King 3. Stronghold 4. Seven Seals 5. Born in a Rut 6. Centuries of Suffering 7. Black Jack 8. Neptune’s Spear 9. Canna-Business 10. The Number Game
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Line Up
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Chuck Billy (Voce) Eric Peterson (Chitarra) Alex Skolnick (Chitarra) Steve Di Giorgio (Basso) Gene Hoglan (Batteria)
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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