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10/01/25
DIAFRAMMA
DRUSO, VIA ANTONIO LOCATELLI 17 - RANICA (BG)
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18/04/2016
( 1086 letture )
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I Dakesis sono un gruppo inglese formatosi a Birmingham nel 2008 e già resosi famoso nel nord Europa soprattutto grazie alle esibizioni in veste di band di supporto a Thunderstone, Edguy e Pagan's Mind. Dopo avere pubblicato nel 2011 il loro primo disco da rookie, Trial by Fire, i nostri prog-metaller inglesi devono essersi dati davvero un bel da fare per registrare e promuovere il loro secondo album, The New Dawn, frutto degli sforzi esclusivi dei membri della band data la mancanza di supporto da parte di label e case discografiche. Un'etichetta dietro ai nostri ci sarebbe anche: ci riferiamo alla CapsAArx che però nasce da e per i Dakesis. Come ci informano gli stessi membri della band attraverso il loro sito web ufficiale, il loro album da sophomore (e qui si chiude con l'utilizzo di termini più adatti a un NBA All Star Weekend) è stato registrato in ogni sua parte presso i Carbon Studios di Birmingham ma, per quanto riguarda la rifinitura e il mixaggio, i progger britannici hanno optato per richiedere l'aiuto di Nino Laurenne, chitarrista dei sopracitati Thunderstone e manager dei Sonic Pump Studios di Helsinki, casa di produzione che ha già collaborato, tra gli altri, anche con Elvenking, Sonata Arctica ed Ensiferum. Il risultato è quello di un prodotto che, fatta eccezione per alcune scelte sonore, non odora assolutamente di auto-produzione casalinga e inesperta: insomma, l'intervento di Laurenne si sente eccome e valorizza tutto il lavoro non così eccelso svolto dai colleghi inglesi.
The New Dawn ci si presenta confezionato in una coloratissima cover-art, in cui ci è presentata un'imminente collisione fra pianeti, probabile preludio a un disastroso evento naturale e sfondo del racconto science-fiction-inspired che i Dakesis ci propongono. In realtà, la narrazione che viene fatta attraverso le lyrics dell'album è tutto fuorché originale e racconta le vicende dell'ennesimo popolo che vive sotto il giogo dei potenti e che si organizza per l'ennesima ribellione sanguinosa et sanguinolenta. Ormai nella storia della musica non si contano più questo genere di concept: sarebbe necessario fare una petizione perché qualcuno ce ne liberi in via definitiva. Ma adesso è arrivato il momento di chiederselo: come suona questo secondo disco della misconosciuta band britannica? Le influenze maggiormente percepibili derivano per lo più dalla scena symphonic metal, anche se spesso e volentieri i nostri cedono alle lusinghe del prog-metal, il che tende a rendere l'insieme vicino alla cifra stilistica dei Symphony X. Certo, il paragone è forse un po' azzardato, soprattutto considerando il fatto che la band di Romeo, Allen e compagni ha dalla sua anche una presenza e un impatto sonoro che i Dakesis non riescono nemmeno lontanamente a pareggiare: le composizioni dei britannici sono infatti di gran lunga meno dirompenti e forse troppo poco incisive in quei momenti che dovrebbero essere quelli topici all'interno della release, soprattutto nella sua prima metà. Ecco, qui si arriva all'argomento principale dell'opinione di chi scrive: questo The New Dawn è un disco il cui ascolto è destinato ad andare in salita, poiché alla quasi banalità delle prime tracce si contrappone una seconda sezione (a partire dall'ottava composizione, Judgement Day, fino ad arrivare alla conclusione) decisamente più convincente. L'unico appunto veramente negativo si trova nel primo brano, Overture: The Darkest Hour, in cui il sentore di VST Instruments è veramente troppo forte: la viola cui è affidata l'apertura delle danze non è reale ma digitale e si sente. Non vogliamo giocare il ruolo dei puristi dei suoni – anche i "tastieroni" dei Rhapsody non suonano certo come un'orchestra vera, eppure fanno sempre la loro ottima figura – ma utilizzare un suono campionato singolarmente non riesce a nasconderne l'artificiosità. Dalle note negative tuttavia, è giusto anche passare a quelle positive, poiché fatta eccezione per le già citate minuzie dell'overture, The New Dawn non presenta grosse criticità: non tocca mai gli apici del genere cui i suoi autori fanno riferimento e non lascia mai a bocca aperta, ma ha anche i suoi momenti godibili, soprattutto nel binomio The Sacrifice e Autumn.
Insomma, The New Dawn è un disco che possiamo definire, in termini danteschi, "sanza nfamia et sanza lodo", in cui i Dakesis non riescono mai ad incidere a fondo sulla percezione sensoriale dell'ascoltatore. Chi scrive non condivide pertanto i toni entusiastici con cui la stampa e le webzine inglesi ha accolto il lavoro dei conterranei, ma nonostante ciò non si sente nemmeno la necessità di stroncarlo integralmente: ci troviamo dinanzi a un album la cui fruizione risulta godibile -ma non di più- e difficilmente inviterà ad ascolti ulteriori.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Overture: The Darkest Hour 2. The New Dawn 3. Betrayal 4. Destined for the Flame 5. The Great Insurrection 6. To Conquer or Die 7. Intermezzo: Meridian 8. Judgement Day 9. The Sacrifice 10. Autumn 11. The Seventh Sky 12. Call to Freedom 13. By the Fading Light
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Line Up
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Gemma Lawler (Voce) Matt Jones (Chitarra) Amy Chatterley (Basso) Adam Harris (Batteria)
Musicisti Ospiti Matt Gore (Voce) Jacob Underwood (Tastiere) Birmingham Rock School Choir (Cori)
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