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Shakra - High Noon
28/03/2016
( 1494 letture )
Déjà-vu: fenomeno psichico tale per cui, attraverso un fenomeno di alterazione dei ricordi il soggetto ha la sensazione di aver già vissuto (letteralmente “già visto”) determinate esperienze o sensazioni; anche se, in realtà, non le ha mai effettivamente provate. Sin dalle prime note di High Noon, ultima fatica discografica degli svizzeri Shakra (attivi sin dal 1997 e con già dieci album all’attivo), il concetto sopra definito ci si è stampato letteralmente nella testa; anche se, in realtà, più che di “déjà-vu”, si dovrebbe parlare di “déjà-entendu”, già sentito. Il dubbio era: dove li abbiamo già sentiti?

Se facessimo un esperimento, ossia far sentire questo disco a dieci appassionati di hard rock, specialmente quello di matrice 80-primi 90, senza dichiarare loro di chi si tratta, e chiedendogli di indovinarne gli autori, sono certissimo che avremmo dieci differenti risposte differenti. Ma siamo altrettanto certo che tutti e dieci dichiarerebbero con convinzione di averlo già sentito, e più volte. Il motivo è presto detto: questo quintetto svizzero, seguendo la strada già nitidamente tracciata dai loro conterranei Gotthard, unisce splendidamente tutte le migliori influenze hard rock e metal degli ultimi venti-trenta anni; ma le riprende talmente bene che non c’è brano in questo album che non sembri una sorta di copia quasi perfetta di quanto già fatto da altri gruppi più celebri. Prendete Scorpions, Bon Jovi, Europe, Def Leppard, Mr. Big, Extreme (solo per citare i più celebri…), shakerateli insieme con dosi a piacere, metteteci un po’ di sano pragmatismo tipicamente teutonico (leggi produzione perfetta, sezione ritmica solida e quadrata e chitarre ficcanti ed incisive) ed eccovi servito il “perfetto album hard rock” per l’anno 2016. Peccato che non ci sia una sola nota che sembri un frutto originale dei nostri…preso in sé, il disco è assolutamente valido; anzi, per quanto sentito sinora, si candida tranquillamente per essere uno dei dischi dell’anno 2016, quantomeno in ambito hard rock classico.
Ne sono esempi brillanti l’iniziale Hello, brillante e ruffiana quanto serve, e non a caso scelta come singolo di riferimento, la trascinante Into Your Heart, davvero riuscitissima sia nelle strofe ficcanti sia nel ritornello da cantare a squarciagola, la funkeggiante Eye To Eye, il mid-tempo Is It Real, e la classicissima ballata Life’s What You Need, introdotta da una sognante chitarra acustica e poi pronta a lanciarsi nel ritornello corale. Ma l’aspetto probabilmente più piacevole del disco è che mancano del tutto brani deboli o scadenti: tutte e dodici le tracce sono assolutamente riuscite, e potenzialmente adatte a fungere da singoli per le radio di settore. Eppure, malgrado le indubbie doti delle canzoni, e dei musicisti che le hanno composte ed incise, fra i quali menzione d’onore va al vocalist Mark Fox, la cui voce è ruvida, graffiante e melodica come il genere vuole, alla fine dell’ascolto rimane un senso di incompletezza, di mancanza di qualcosa che renda davvero indimenticabile questo lavoro. E, a pensarci bene, ciò che manca è la personalità: gli Shakra non si muovono di un millimetro dalle coordinate musicali, ma non solo (anche testuali, vedasi titoli dei brani e testi tipici del settore), che i grandi nomi dell’hard rock degli anni 80 e 90 hanno tracciato e definito, senza metterci, almeno all’apparenza, nulla di originale e di proprio. Intendiamoci: non sono certo i soli; come detto prima, i loro più celebri conterranei Gotthard hanno fatto in più occasioni la stessa cosa; e discorso simile si potrebbe are per molte band di questo specifico genere.

I Gotthard però lo hanno fatto quindici anni fa, e per di più con un gusto ed una classe esecutiva che gli Shakra solo in alcuni frangenti riescono ad eguagliare; resta quindi un po’ di rammarico per un album che, con pochi accorgimenti ulteriori, avrebbe potuto davvero spiccare nel firmamento hard rock. Così com’è invece rimane valido se preso a sé stante, ma poco significativo a confronto con i capisaldi del settore; dategli un ascolto interessato, potrebbe piacervi anche molto. Ma poi, se già non li conoscete a memoria, fiondatevi a riscoprire gli ispiratori del quintetto elvetico: gli originali sono sempre meglio delle imitazioni.



VOTO RECENSORE
67
VOTO LETTORI
78 su 5 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2016
AFM Records
Hard Rock
Tracklist
1. Hello
2. High Noon
3. Into Your Heart
4. Around The World
5. Eye To Eye
6. Is It Real
7. Life’s What You Need
8. The Storm
9. Raise Your Hands
10. Stand Tall
11. Watch Me Burn
12. Wild And Hungry
Line Up
Mark Fox (Voce)
Thom Blunier (Chitarra)
Thomas Muster (Chitarra)
Dominik Pfister (Basso)
Roger Tanner (Batteria)
 
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