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LOCOMOTIV CLUB, VIA SEBASTIANO SERLIO 25/2 - BOLOGNA

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Revocation - Empire of the Obscene (Reissue)
29/11/2015
( 2327 letture )
Diciamo la verità: imbattersi al giorno d'oggi in qualcosa che possa essere classificata come vera, autentica novità in senso stretto è davvero improbabile. Capita però che, sapendo miscelare con estrema sapienza ed altrettanto gusto alcuni ingredienti già usati da altri ed integrandoli con qualche spezia musicale tratta da generi non certamente metal, la pietanza che ne viene fuori sia davvero gustosa. Questo oculato lavoro di ricerca, ibridazione e reinterpretazione è svolto in modo assolutamente egregio da una delle band più interessanti partorite dal mondo thrash/death/prog degli ultimi anni, i bostoniani Revocation. Autori nel 2008 di Empire of the Obscene, primo album autoprodotto facente seguito ad alcuni demo e, prima ancora, ad una breve carriera come Cryptic Warning con un album all'attivo intitolato Sanity's Aberration, l'ex trio è ormai una garanzia assoluta nel settore. Tuttavia, quel primo, eccellente lavoro edito senza l'ausilio di una casa discografica, non era mai stato ristampato ufficialmente fino ad oggi. La grave pecca è stata adesso fortunatamente colmata dalla Metal Blade, che lo ripropone a chiunque non sia nel novero dei fortunati possessori dell'originale edito in 1000 copie, corredandolo anche dei tre pezzi presenti sul demo del 2006.

Come sempre accade in questi casi, le canzoni che compongono la scaletta sono state rimixate e rimasterizzate in modo da essere rese adatte ad una pubblicazione che possa portare l'etichetta di una casa discografica ufficiale. Il rischio di queste operazioni, pur necessarie, è quello di snaturare la musica del gruppo, rendendola diversa da come era stata pensata, ma per fortuna c'è ancora chi sa condurre i lavori in questione in modo adeguato. In questo caso, l'opera di Pete Rutcho (Armory, Bloodwitch, Vomitron e svariate altre band) è stato assolutamente corretto, ed il suono ottenuto per questa ristampa di Empire of the Obscene è assolutamente coerente rispetto a quello normalmente proposto dai Revocation, inserendosi quindi in maniera credibile nella loro discografia. Quello che ne viene fuori è un CD elettrizzante, vario, tecnico, pesante, insomma: un disco assolutamente ottimo. Se nei momenti più tipicamente thrash/death (Unattained, Trail From the Crypt) i Revocation vengono fuori "solo" come una band tritaossa, è nei pezzi dall'impronta più marcatamente più thrash che emergono le loro qualità migliori, almeno relativamente al periodo in cui il disco fu scritto. Exhumed Identity, Fields of Predation, Alliance and Tyranny, solo per citare alcuni pezzi seguendo l'ordine della scaletta, non solo si basano su riff molto validi e presentano innumerevoli cambi di tempo al loro interno dai quali una band media avrebbe tratto almeno altri due o tre pezzi, ma anche qualità tecniche eccellenti che trovano la loro migliore espressione negli assoli di David Davidson. Anche qui è il caso di aprire una parentesi. Non è affatto raro ascoltare dischi dei più disparati generi nei quali la velocità esecutiva viene considerata come sinonimo di qualità. Ebbene, non solo questo assunto non corrisponde a verità, ma spesso i suoi risultati vanno a detrimento proprio di quella qualità che vorrebbero evidenziare. Negli assoli contenuti in questo album (ma il discorso potrebbe essere applicato alla loro discografia in toto), la velocità non è certo assente, ma la tecnica di estrazione jazz evidenziata dal chitarrista produce spesso e volentieri risultati nettamente superiori alla media, in cui la poliritmia domina la scena e si fonde col lavoro al basso di Anthony Buda e, pur in misura leggermente minore, con quello di Phil Dubois-Coyne alla batteria, ambedue ora non più nel gruppo. Non mancano aperture melodiche al limite dell'hard rock che, lungi dallo spezzare la tensione, contribuiscono invece a tenerla alta enfatizzando il successivo ritorno su ritmi elevati sui quali agiscono le devastanti parti vocali in growl e/o in scream. Volendo trovare il classico pelo nell'uovo, proprio i passaggi più "scarichi" sui quali si adagia una vocalità quasi in pulito, evidenziano come questo sia decisamente perfettibile, ma siamo ai dettagli. Bello perfino l'intermezzo soft acustico di Stilness, altro breve sfoggio di eleganza formale prima di tornare alla consueta ferocia con Age of Iniquity, altro pezzone sia dal punto di vista "costruttivo" che esecutivo, contenuto da un album senza pecche evidenti. Le versioni demo 2006 di Summon the Spawn, Unattained e Suffer These Wounds ed una rinnovata cover completano il pacchetto Empire of the Obscene, un disco in cui il thrash era ancora la parte imperante della musica dei Revocation.

La band troverà in seguito una dimensione ovviamente più matura, progredendo verso i lidi più prettamente prog/death di Deathless, ma, pur essendo inferiore a questo per qualità della scrittura, Empire of the Obscene si colloca ai piani alti della scala produttiva che riguarda il gruppo e, per soprammercato, questa edizione va a colmare un buco che ogni fan della band e del thrash tecnico arricchito dalle influenze sopra segnalate, non deve lasciare scoperto. E' sempre più difficile scovare dei veri e propri "must have" nell'asfittico panorama attuale, ed Empire of the Obscene spicca forse ancor di più proprio per questo, ma la musica dei Revocation brilla comunque di luce propria.



VOTO RECENSORE
79
VOTO LETTORI
72.16 su 6 voti [ VOTA]
Doom
Lunedì 13 Marzo 2017, 9.05.11
5
Ecco questo e' un gran bell'album...e di sicuro sono i Revocation che preferisco. Anche se sicuramente...anzi forse...tecnicamente faranno meglio dopo.
d.r.i.
Mercoledì 23 Novembre 2016, 13.16.12
4
Arrivato oggi, gran cd per un grande gruppo
Steelminded
Venerdì 25 Dicembre 2015, 21.29.10
3
Qui concordo con il recensore, per giudizio e voto. Davvero un buon album.
AL
Lunedì 30 Novembre 2015, 11.56.55
2
molto bravi. questo devo ancora ascoltarlo. per ora mi sono ascoltato existence is futile ed è molto bello
Carlos Satana
Lunedì 30 Novembre 2015, 9.41.08
1
Band assolutamente eccezionale, finalmente la ristampa dell'esordio.
INFORMAZIONI
2015
Metal Blade Records
Death / Thrash
Tracklist
1. Unattained
2. Tail from the Crypt
3. Exhumed Identity
4. Fields of Predation
5. Alliance and Tyranny
6. Suffer These Wounds
7. Summon the Spawn
8. None Shall Be Spared (All Shall Be Speared)
9. Stillness
10. Age of Iniquity
11. Empire of the Obscene
12. Summon the Spawn (demo 2006)
13. Unattained (demo 2006)
14. Suffer These Wounds (demo 2006)
Line Up
David Davidson (Voce, Chitarra)
Anthony Buda (Basso, Voce)
Phil Dubois-Coyne (Batteria)
 
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