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27/12/24
FAST ANIMALS AND SLOW KIDS
CASA DELLA MUSICA – NAPOLI
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Claudio Simonetti`s Goblin - Profondo Rosso
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11/11/2015
( 4200 letture )
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Helga Ulmann è una sensitiva tedesca che a Roma, durante un congresso di parapsicologia, afferma di percepire tra il pubblico del teatro l'inquietante presenza di un assassino. A congresso finito, la medium rivela allo psichiatra Giordani di conoscere l'identità dell'assassino; i due però non si accorgono che il serial killer è ancora nel teatro e li sta osservando...
La realtà e la fantasia spesso si confondono come un cocktail di cui non riesci a distinguere i sapori. Basterebbero queste poche righe cinematografiche per capire di cosa stiamo parlando. Musica e cinema che vanno a braccetto, poesie di cuori infranti e anime perdute. Vite spezzate e i sogni di celluloide sciolti nel tempo remoto. Quarant'anni e non sentirli, quarant'anni e immaginarli, quarant'anni e celebrarli nel migliore dei modi, con la casa discografica Rustblade Records che entra in gioco mostrando i muscoli e presentandoci una versione ri-aggiornata e risuonata della celebre colonna sonora (OST) di ''Profondo Rosso'', fenomenale e terrificante pellicola di Dario Argento. Cinque nuove versioni per questa chicca del progressive rock atmosferico: cd standard, vinile colorato, box-set, deluxe box-set da 100 copie e, ultima ma non ultima, una versione veramente eccezionale ai limiti del feticismo da collezione: la Mad Puppet Edition, box di lusso contenente niente meno che la riproduzione del mad puppet fosforescente. Insomma, grandi cose per questo anniversario meritato e coinvolgente, tetro e spossante. La nuova versione registrata dai Claudio Simonetti`s Goblin è ovviamente un auto-tributo di pura celebrazione. Oltre i classici brani originali ritroviamo delle versioni alternative (Death Dies), pezzi registrati dal vivo nel corso dell'ultimo biennio (School at Night, Mad Puppet e Profondo Rosso) e la rock version della titletrack. Partiamo proprio da quest'ultima per carpire appieno l'analisi del succitato album strumentale. Interessante l'incipit di sintetizzatori dal taglio freddo e moderno. Dopo un coro d'accompagnamento in sottofondo, il maestro Titta Tani fa il suo ingresso dietro le pelli, mentre il bravo Bruno Previtali non lesina energie con la sua sei corde, accompagnando la melodia principale con riff potenti ma non invasivi e da fraseggi solisti. Ovviamente il ''palco'' è quasi tutto del buon Claudio Simonetti che si diverte a rigirare il coltello nella ferita con il suo celeberrimo motivo di tastiera. La versione è molto simile al materiale prodotto dal progetto Daemonia, sempre dello stesso Simonetti, con un bridge strumentale eccelso, portatore di assoli incrociati dal retrogusto 70's, con chiare influenze di matrice Andrew Latimer, tanto per rimanere in tema prog. La versione ''horror project'' di Death Dies è sostanzialmente differente da quella originale. Qui l'atmosfera è più aperta e, in qualche modo, meno oppressiva (a discapito del sottotitolo), con le tastiere in primissimo piano e il basso che accompagna l'intera struttura portante in modo efficace. Il bridge assottiglia il confine sonoro tra Simonetti, i vecchi b-movie e il celebre tocco di Vangelis. Il terribile e spaventoso intro cinematografico di School at Night introduce la versione live della ossessiva, pulsante e perpetua Mad Puppet, con il basso ad inseguirci in tutte le camere della casa, senza sosta e senza tregua. Ci sentiamo perseguitati da qualche strana e deviata minaccia fantasma. Un qualcosa di sibillino e malvagio. E mentre mister Titta Tani accompagna la marcia oscura con sferzate di batteria, il sempreverde compositore dei Goblin ci punisce con la maledetta melodia traversale e squisitamente seventies. La versione live del brano è leggermente più corta, sprovvista in parte del paranoico intro rumoristico della versione studio, che rimane comunque impareggiabile e incredibilmente affascinante. Campionamenti tratti dalla pellicola di Dario Argento introducono un breve assolo di Simonetti che apre così la versione dal vivo della gloriosa e iper venerata titletrack dell'album, quella Profondo Rosso sempre ammaliante ed epica nel suo incedere horror ed elegante. Mura bianche in una casa notturna di Torino, capitale italiana del brivido e seconda casa del regista romano. Ovviamente l'efficienza in concerto di un pezzo importante come Profondo Rosso rende al meglio, con i riff sferzanti e decisi di Previtali e la batteria heavy di Tani che si concede addirittura un passaggio in doppia-cassa prima del bellissimo bridge solista, in un tripudio di progressive rock metallico e inumano in quanto a perfezione. Improvvisamente veniamo colti da immagini storiche ed encomiabili, con le atmosfere in bilico tra onirismo e thriller, le voci di Helga, Marc, Gianna, Carlo e Giordani a ricordarci che il lasso di tempo che divide questa riedizione dalla nascita dello storico film è più che altro un pro-forma temporale che un dato di fatto vero e proprio.
Così, colti da tetra nostalgia patriottica torniamo indietro alla traccia n.2, ascoltandoci la versione ''originale'' di Death Dies con i suoi sali-scendi ritmici, jazzati e incalzanti. Tu hai già ucciso e sento che ucciderai ancora!, siamo nel bel mezzo dell'azione e non possiamo muoverci dalla nostra amata poltrona del salotto temporale. Incatenati dai ricordi e dalla voglia di ripercorrere il percorso a ritroso nel tempo, continuiamo l'ascolto di sabbia e polvere a cavallo tra desiderio di viaggiare nel tempo, rivivere e riaccendere fiamme sopite e quello di scappare a gambe levate nel corridoio più vicino e illuminato. Troppo tardi, perché la splendida Deep Shadows ci assale con una lama fredda e progressiva, coadiuvata da una chitarra smaliziata e da un continuo susseguirsi di trame di puro rock tinto di jazz e avanguardia. Il bridge ''da camera'', supportato dalla gran cassa e dal basso solista, contrappuntato e funambolico nel suo incedere rimbalzante, ci ricorda quanto sia bello farsi travolgere dal trame soft e nel contempo ''pesanti'' e pensanti.
Le sensazioni sono flussi di pensiero incontrollato e incontrollabile, così la chitarra space-y e solista tinta di noir e barocchismi del bravo Previtali ci consegna l'assolo centrale, strutturato e profondo, sorretto dal loop tastieristico di Simonetti, deciso a non lasciarci più andare via, non prima almeno dello stacco di batteria in levare, dove Titta Tani sfodera il suo gusto per il poderoso assolo, prima che il codino strumentale sfoci in un synth impazzito, destinato a farci ancora una volta paura nel bel mezzo della notte. Guardiamo l'orologio con la salivazione azzerata e il fiato sospeso, cuore in gola e palpitazioni. Ma il tempo a nostra disposizione scade improvvisamente e ci troviamo soli, al buio, tra pellame, tappeti persiani, parquet e mobilia d'antan. Vivi, ancora per un po'.
Brindo a te vergine stuprata!. La riedizione di Profondo Rosso è tutto questo e niente di più, un vero compendium per gli amanti dell'horror italiano e, in generale, della buona musica. Edizione che, se escludiamo l'originale traccia numero ''7'' (Gianna), ricorda molto da vicino la prima, immortale versione registrata nel 1975 dai Goblin. Rimangono gli extra, le edizioni limitate e profumate, la propensione al mito e la bellezza sorprendente di un cult-movie senza tempo con una meravigliosamente fiera colonna sonora a base di progressive rock. Buon compleanno Storia.
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8
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Grandi musiche per una gemma,forse più apprezzato all\'estero che da noi,dove il cinema di genere non è mai stato realmente rispettato.A torto. |
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7
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Quando uscì Profondo Rosso ero proprio un infante, ma ricordo con chiarezza il terrore misto a grande fascino, che quel motivo esercitava. Un assemblamento di note talmente inquietante, che dire geniale è essere banali. La canzoncina di Natale... Il finale in maggiore di Profondo Rosso, omaggio a BACH, è infine liberatorio. Quando vidi il film in televisione, dormii con la luce accesa. Da grande poi era poco + di un giallo. E' indubbio che Dario Argento abbia beneficiato assai del genio di CLAUDIO SIMONETTI e dei suoi GOBLIN. Stanno al thriller/horror come FRANCO MICALIZZI al poliziottesco, i DE ANGELIS ai sceneggiati Sandokan e ai film di Bud Spencer, gli ACTARUS di TAVOLAZZI e TEMPERA ai cartoni, PIERO PICCIONI ad Alberto Sordi, MORRICONE allo spaghetti Western, MARIO MEROLA alla sceneggiata ... Tutto orgoglio italiano assai riconosciuto anche all'estero, e sovente denigrato in patria, o rivalutato tardivamente. |
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6
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Roller è veramente un gran bel disco |
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5
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e sepre per stare nel genere consiglio,a parte "suspiria",l'intero cd "roller" |
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4
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Scrive bene Metalraw quando dice che questo brano e' un cult movie senza tempo. Bellissima riedizione di Profondo Rosso, grande prog rock di casa nostra. Forse dovremo diventare un po' più nazionalisti e riconoscere più meriti ai nostri musicisti. Inquietante ma sempre d'effetto. Un brano senza tempo, ne' spazio. Ti prende dentro e non ti lascia più. Bravo Simonetti. |
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3
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Cercando su ebay "claudio simonetti's goblin profondo rosso 2015" è il primo che salta fuori |
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2
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Qualcuno sa indicarmi uan eventuale data di uscita? Non riesco a trovarlo nè su Amazon nè su Spotify & co. |
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1
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Ho avuto il piacere di ascoltare dal vivo Profondo Rosso eseguito da Simonetti e la sua band. Oggi, dopo quarant'anni dalla sua uscita, questo brano riesce ancora ad inquietarmi, prog rock nostrano di classe, suonato in modo eccelso. Molto azzeccata la chiusura della recensione di Metalraw, con la frase buon compleanno Storia, perché questa musica è anche Storia e, perché no? Un pezzo della nostra Storia. Saluti. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Profondo Rosso 2. Death Dies 3. Mad Puppet 4. Deep Shadows 5. School at Night (Live) 6. Mad Puppet (Live) 7. Profondo Rosso (Live) 8. Death Dies (Simonetti Horror Project version) 9. Profondo Rosso (Rock version)
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Line Up
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Claudio Simonetti (Tastiera) Bruno Previtali (Chitarra, Basso) Titta Tani (Batteria)
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RECENSIONI |
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