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14/03/25
STORMLORD + MADVICE + MAULED + IN AEVUM AGERE + DOWNBURST
HYPE LIVE CLUB - CASTEL VOLTURNO (CE)
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Helligators - Road Roller Machine
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22/10/2015
( 2237 letture )
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Amate l’hard rock sanguigno e viscerale, privo di tastiere, ma ricco di quel sound “sporco” e stradaiolo che tanto ci piace? Allora dovete decisamente puntare i vostri occhi e le vostre orecchie sui romani Helligators: nati alla fine del 2009, questi ragazzoni si sono fatti notare con l’esordio autoprodotto Against All Odds, dove si facevano appunto notare per il loro approccio ruvido e carico di groove, vagamente in stile Down ed assimilabile per certi versi ai Black Label Society; forti del successo del primo album, hanno iniziato una instancabile attività live, nella quale hanno reso più raffinato, ma non per questo meno potente il loro stile. Eccoli dunque ripresentarci, a quattro anni dall’esordio, con il nuovissimo Road Roller Machine, prodotto questa volta sotto l’egida della Sliptrick Records. Cosa aspettarsi da questo nuovo album? Naturalmente il classico, vecchio hard ‘n’ heavy di stampo americano di cui la band romana si fa promotrice fin dall’esordio!
Le danze sono aperte da Nomad, pezzo poco hard e molto heavy, sorretto da un muro di chitarre impressionante e supportato a dovere dalla batteria, sulla quale il maligno singer Emanuele “Hellvis” declama il suo personale sermone. Mica da ridere, come esordio! Lo stile vagamente sludge dei nostri emerge più avanti e conferma le influenze dei nostri, ma non per questo la canzone non funziona, anzi porta a scuotere la testa con convinzione. Doomstroyer è aperta da una sorta di presentazione sul ring di questo personaggio (di ispirazione marveliana?) e costituisce un brano più lento e ragionato, basato nuovamente sull’interazione fra chitarra e sezione ritmica, con un'atmosfera più "fangosa" che mai; She Laughs, al contrario dei brani precedenti, richiama molto più l’hard rock, in particolare i Guns ‘N Roses in alcuni passaggi, benché la voce del cantante romano sia decisamente più rauca di quella dell’oggi corpulento Axl Rose! Si torna a pestare duro con Scream, che però ci convince complessivamente meno degli altri brani ascoltati finora, pur trattandosi di una canzone comunque riuscita; va però assai meglio con Snake Oil Jesus, che beneficia di un eccellente lavoro alle chitarre di Mik “El Santo” e Daniele “Kamo”, sia in sede ritmica che solista, nonché di una linea vocale azzeccata. Ci sanno fare, questi ragazzoni, sia quando pestano sia quando ragionano un po’ di più: ne è un esempio Swamp Man Voodoo, dove la sezione ritmica formata da Rob "Goblin" (che ha lasciato la band poco dopo l'uscita dell'album) e Alex è più pesante che mai: unitamente alle chitarre, basso e batteria rendono pienamente onore al titolo del brano, con un mood oscuro e pesante che farà impazzire i fan dello sludge. Indubbiamente uno dei vertici di Road Roller Machine, senza timore di esser smentiti. Badass ci offre un Emanuele più malevolo che mai, mentre la pesantezza dei riff di marca Helligators raggiunge un nuovo livello con Stone Crusher. Come si suol dire, un nome, un programma! Siamo giunti alla fine e, vi chiederete, può mancare la ballad in un disco hard ‘n’ heavy? In teoria no…ma se si è alle prese con questi ragazzoni, la risposta è quantomeno dubbia! Per la verità la traccia finale, intitolata Black Sun, è indubbiamente più lenta e riconducibile ad un southern rock d’annata, ma non ci sentiamo di definirla ballad: parliamo piuttosto di una canzone più rilassata, con chitarre acustiche a sostituire il muro di suono ascoltato finora ed una linea vocale maggiormente melodica. Un ottimo finale, che ci offre la visione del lato più tranquillo di un’ottima band.
Road Roller Machine è, in sostanza, un lavoro più maturo e complesso rispetto all’esordio: gli Helligators si mostrano in tutte le loro sfaccettature, da quelle più veloci e prive di compromessi a quelle più pesanti ed oscure, fino a chiudere con un brano per certi versi inaspettato, ma indicativo delle potenzialità di questa band capitolina. Non siamo ancora alle prese con un capolavoro, stante qualche piccolo passaggio a vuoto, ma l’album è fresco, potente e divertente, ragion per cui ci sentiamo di consigliarne l’ascolto e di promuoverlo con convinzione. In attesa, naturalmente, di un terzo lavoro che possa davvero far fare a questi ragazzi il salto di qualità definitivo, che sembrano meritare.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Nomad 2. Doomstroyer 3. She Laughs 4. Scream 5. Snake Oil Jesus 6. Truckdriver R’n’R 7. Swamp Man Voodoo 8. Badass 9. Stone Crusher 10. Black Sun
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Line Up
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Emanuele “Hellvis” (Voce) Mik “El Santo” (Chitarra Ritmica, Cori) Daniele “Kamo” (Chitarra Solista, Cori) Rob “Goblin” (Basso) Alex (Batteria)
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