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17/01/25
SRL + LOCULO + VOX INFERI + NECROFILI
CLUB HOUSE FREEDOM, VIA DI BRAVA 132 - ROMA
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Klone - Here Comes the Sun
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( 3482 letture )
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L'arte è un modo per vincere la paura... Un modo di tentare di finir dentro nell'ignoto, di fermarlo, questo ignoto, in qualche maniera. Ettore Sottsass
È possibile tramutare un disco di musica, qualsiasi sia il genere proposto, in design costruttivo ed intelligente al tempo stesso? Può il minimalismo degli ultimi decenni contemplare al suo interno la volontà di mostrarsi attraverso note e testi musicali? La domanda può sembrare assurda ed al limite del bizzarro, ma pensandoci bene sì, è possibile! Paragonare tangibile ed etereo, costruito ed immateriale, realtà ed immaginazione non par vero in effetti: il design in quanto tale è verificabile, descrivibile, visualizzabile e si mostra per quello che è al mondo senza nessuna forma di concezione personale: così sono, guardatemi. Un album musicale è frutto dell’immaginazione, del pensiero creatore di visioni, che mai e poi mai saranno identiche tra me e te; io non riuscirò mai a sentire il tuo battito durante quella nota, la profondità che spinge la tua mente a vagare o distaccarsi; eppure sì, oggi devo riconfermare a te e non solo che il paragone è divenuto realtà. Ascoltati Here Comes the Sun e sulla lunga distanza potrai andare a comprendere quanto il minimalismo organico contemporaneo è presente a bizzeffe, e quanto per la prima volta la musica sia anche tattile, visibile sotto i nostri occhi, facendo diventare ogni canzone ologramma reale dell’oggetto identificabile nel quadro d’insieme.
I Klone, a distanza di tre anni dal precedente The Dreamer’s Hideaway, ne hanno fatta di strada a livello compositivo, una maturazione ben ponderata e dedita a togliere quello che di superfluo rimaneva in giacenza nei lunghi ascolti che ponevano le basi per una comprensione del totale. La voce, la produzione, gli arrangiamenti: tutto ha subìto una destrutturazione per rimandare al vuoto e al minimal compositivo e per lasciare contemplare all’ascoltatore il non visualizzabile, indirizzandolo verso il percepibile. Il prog oggi non è più quello degli anni Ottanta e Novanta dove necessariamente bisognava spendere tre quarti d’ora ad arricchire un pentagramma di futili note per canzoni da venti minuti in cui il Monsieur Nulla, in termini di emozioni e di visioni, regnava sovrano. Non venirmi a raccontare che provi qualcosa mentre ciofeche moderne sviscerano gli anni Settanta attraverso un amplificatore Orange, tanto va di moda, e si riservano la nobiltà di mentire attraverso frasi fatte come "È un percorso che sentivo dentro da molto tempo, solo prima non avevo le capacità compositive”; la realtà è che il commercio ha la madre sempre incinta e quelle sono solo pallide e comuni frasi fatte. L’evoluzione è spontanea, nasce dall’interno, dalla irrazionalità e dal voler andare oltre i limiti, l’evoluzione non viene gestita né dal danaro né dalle necessità di terzi.
Andare oltre, non volere accontentarsi mai di se stessi e soprattutto mai assecondare i desideri di nessun altro. Probabilmente avrò scritto, seppur in maniera differente, queste frasi decine e decine di volte applicate a diversi altri gruppi là fuori; ma in certi casi, in questo caso, mio caro, ascoltati Gone Up in Flames dove il prog moderno e di tipica scuola francese si mischia al classico stile dei Police: in certi momenti pare che Sting stesso sia dietro a quel microfono. Prova ad addormentarti sulle note di Drifter con quel suo ritmo tribale contaminato dal tocco dei Riverside che non fa mai male, anzi, addolcisce rilassando attraverso il nichilismo spirituale disturbato dall’acqua di quel lago su cui sei appeso, come un filo di lana nella tormenta. Vatti a guardare la cover da vicino, analizza i dettagli, seppur minimi, e quei corpi ipostatici, ciondolanti ed ultraterreni a penzoloni su un trespolo nel lago... in fin dei conti la vita non è così? Cerchi un appoggio per le sicurezze verso il cammino da intraprendere, controlli negli occhi i tuoi cari, ma alla finesarai una penisola dove l’unico allaccio col mondo è la fiducia. Così Grim Dance ti ricorda che le acque si agitano ad ogni sguardo, al passaggio di una esperienza di vita, al fallimento occorso o al raggiungimento del sogno a lungo sperato; le chitarre tremano allo scorrere del tempo, il synth equalizza le vibrazioni del cuore e Yann echeggia il ricordo del labirinto degli orrori che tendi a nascondere... tu lo preservi?
La creatività è un tentativo di risolvere un conflitto generato da pulsioni istintive biologiche non scaricate, perciò i desideri insoddisfatti sono la forza motrice della fantasia ed alimentano i sogni notturni e quelli a occhi aperti. Sigmund Freud
Prendere in considerazione il mastro burattinaio dei sogni equivale a dichiarare guerra alla razionalità interiore. Ora che ti ho non descritto il disco, come pensi di approcciarti, sempre che tu mi abbia letto? Decidi di rischiare attraverso le millesimali note dei Klone, oppure preferisci percorrere la tortuosa strada del prodigioso barocchismo, senza alcuno scampo dalla noia più assoluta? Dove sta il genio: nel facilitare semplificando, come sopra abbiamo detto del design, oppure nel completare il superfluo con copie di artisti maggiori? Mies Van der Rohe progettò il padiglione a Barcellona come oggetto, non tanto quale luogo pubblico di condivisione: tre muri i vetri e l’open space prendono vita in uno scheletro semplice e sottile; da quel momento il mondo dell’architettura cambiò, il design si è adeguato successivamente poiché il chester inglese era sproporzionato e fuori luogo. Ti saluto, non mi dilungo e ti lascio riflettere, come Morpheus ti offro le due pillole: pillola blu, torni a premere play sull’ inadeguato passato, pillola rossa guardi in alto Ecco che arriva il sole.
Less is more. Mies Van Der Rohe
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5
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Il loro miglior lavoro: maturo, calibrato, c'è tutto... Solo due pezzi, prima del gran finale, sono inferiori... Voto 88 |
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4
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Band che ho scoperto di recente, questo cd mi sembra davvero ben fatto, di alta qualità! |
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2
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Super d'accordo con il recensore. Ottimo ottimo disco. 85 più che meritato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Immersion 2. Fog 3. Gone Up In Flames 4. The Drifter 5. Nebulous 6. Gleaming 7. Grim Dance 8. Come Undone 9. The Last Experience
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Line Up
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Yann Ligner (Voce) Guillaume Bernard (Chitarra) Aldrick Guadagnino (Chitarra) Jean Etienne Maillard (Basso) Matthieu Metzger (Sax, Sintetizzatore) Florent Marcadet (Batteria)
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