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Godflesh - A World Lit Only By Fire
( 4029 letture )
L'industrial ha una peculiare caratteristica che va in controtendenza rispetto a tutte le altre produzioni in ambito metal: con l'avanzare delle conoscenze in campo tecnologico e delle tecniche di produzione i puristi non trovano terreno fertile per lamentarsi. Iperproduzioni plasticose e bombastiche non sfiorano la scena, mentre le nuove tecniche vengono costantemente piegate alla volontà del genere, per catalizzare e rendere al meglio l'obiettivo finale di ogni artista industrial: distruggere il mondo con il suono.

Tra coloro che sono andati più vicino a questo obiettivo ricordiamo i Godflesh, i cui membri da trent'anni a questa parte proseguono, insieme o separati, la loro ricerca dell'equivalente sonoro di uno scenario post-apocalittico nucleare. Sorge qui un parallelo, apparentemente azzardato, con un'altra band molto diversa e allo stesso tempo accomunata da una simile ricerca: gli svedesi Meshuggah, fautori da anni di un simile processo di "piccole variazioni sul tema" per evolvere un suono rendendolo in diverse maniere il più lesivo possibile.
Dopo tredici anni di silenzio, dunque, il duo torna a far parlare di sé con un nuovo full length, portando il discorso intrapreso fin dagli esordi ad un livello di perfezionismo sonoro superiore: i tempi di Streetcleaner sono lontani, certo, come pure è cambiato tutto il panorama che ruota intorno alla band. Consapevoli che la loro proposta non ha più modo di sbigottire come una volta, Broadrick e Green si concentrano in toto sulla cura del suono, procedendo ancora oltre quanto appena fatto nell'EP Decline & Fall, dai suoni saturi e secchi. Un primo aspetto da notare è la scelta della batteria elettronica, inaspettatamente "umanizzata" rispetto al passato anche recente (Hymns del 2001) che naturalmente mantiene il suo marziale martellare portante, ma con un suono molto meno sintetico rispetto ad esempio al Ray Herrera del periodo Fear Factory. Il sound più ovattato delle percussioni le relega in un piano leggermente più defilato in confronto alle produzioni precedenti, a favore delle chitarre, che acquistano una dimensione nuova, più invadente e corposa, con un'aggiunta di bassi che aumenta l'impatto in confronto al recente EP "antipasto".
Se fino ad ora mi sono limitato a descrivere la parte puramente sonora del platter è perché essa costituisce la fondamentale novità ed evoluzione della band rispetto al passato; le composizioni in sé non portano marcate novità al suono dei Godflesh: le linee di basso contorte e ossessive di Green fanno da spina dorsale all'interminabile avanzata di riff simili a presse idrauliche a cui si aggiunge talvolta il growl urlato di JK Broadrick (che in alcuni punti, come ad esempio in Life Giver Life Taker, sembra riprendere lo stile adottato da Tom G. Warrior nei Triptykon), in caso la band voglia semplicemente massacrare la mente dell'ascoltatore. In alternativa viene utilizzata la voce pulita, filtrata come attraverso un sistema di tubature, volta a disorientare la "vittima" con linee melodiche deviate ripetute come mantra, allo sfinimento.
Una descrizione delle singole tracce, oltre che più estenuante del disco stesso, si rivelerebbe inutile: A World Lit Only By Fire non è un insieme di canzoni, è un unico, immane monolite, e ascoltarlo nella sua interezza non permette in alcun modo di rendersi conto dello scorrere delle canzoni.
Il disco è in fondo esattamente ciò che ci si aspetta dai creatori di Streetcleaner : una inarrestabile spirale di violenza sonora, distribuita con metodica, chirurgica pianificazione, fatta di interminabili riff ripetuti all'infinito, penetranti ogni volta un pochino di più nella corteccia cerebrale fino ad impadronirsene del tutto. Alla fine del viaggio la band ci fa riemergere lentamente, con un diminuendo che ci riporta alla realtà come il risveglio da un freddo incubo.
I testi, sintetici all'estremo tanto da sembrare frammenti scritti in momenti di delirio, non perdono la fondamentale vena negativa che da sempre accompagna la band, impegnandosi a mostrare all'ascoltatore brevissimi scorci di scenari oppressivi e disperati, situazioni in cui il singolo non ha alcuna speranza, schiacciato dal potere assoluto di crudeli padroni.

Nel titolo, come in New Dark Ages, la band sembra voler alludere all'epoca dell'oscurantismo religioso, "notte della ragione" illuminata solo dalle fiamme di ceri e roghi, ma se dovessi trovare un parallelo storico ai suoni che scaturiscono da questo disco non avrei alcun dubbio: A World Lit Only By Fire è lo stalinismo messo in musica, un freddo, calcolato, meccanico sistema di oppressione, latore di un destino di sofferenza, senza fine e senza speranza.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
81.5 su 12 voti [ VOTA]
Enrico
Venerdì 2 Febbraio 2018, 18.24.48
8
Questo è bello ma il nuovo (Post Self) è anche meglio.
patrick
Venerdì 15 Dicembre 2017, 23.13.00
7
giustamente si da sempre una strada nuova ai figli dei Killing joke , vorrei sapere ke fine ha fatto FOETUS. ma sto disko con le altre cose di Justin mi vanno benone, altri progetti come JESU, THE BLOOD OF HEROS mi sembrano ottimi per capire la visione aperta del nostro
manaroth85
Venerdì 27 Maggio 2016, 11.41.22
6
ottimo disco! li ho scoperti da poco! anni luce dal loro mitico capolavoro di inizio anni 90 ma ancora grandissimi voto 85 giusto!
fallofbecause
Giovedì 2 Aprile 2015, 22.22.15
5
Sara' che sono da sempre estimatore di justin e ben , ma ragazzi questo supera davvero molti dei precedenti dischi, solo streetcleaner e pure sono superiori a livello globale, a livello di singole composizioni trovo che in que in questo disco ci siano dei picchi compositivi davvero notevoli, vedasi "shut me down" , " new dark age" , "imperator", "obeyed". apprezzo la formula "monolite indistruttibile"adottata nelle nuove tracce. Lenti e pesanti come macigni.. Qualche spiraglio da brivido all orizzonte...che dire. Mitici i Godflesh.punto
Unia
Giovedì 27 Novembre 2014, 14.19.38
4
Condivido i pareri di enry, anche per quanto riguarda i voti. Un album marchiato a fuoco "Godflesh" senza particolari innovazioni ma con la stessa carica e aggressività esplosiva dei primi. Buon ritorno!
freedom
Giovedì 20 Novembre 2014, 17.01.19
3
Che disco! Cupo e pesante come pochi. Voto 85 meritato.
Ubik
Mercoledì 19 Novembre 2014, 11.51.32
2
Disco veramente bello, molto Godflesh primo periodo. Bella anche la rece!
enry
Mercoledì 19 Novembre 2014, 6.28.23
1
Poco da aggiungere, la recensione che condivido in pieno dice già tutto. I Godflesh ripartono dalle origini, nessuna innovazione ma disco di buon livello che non deluderà le attese dei fan, soprattutto quelli della prima ora...85 lo trovo un po' alto come voto, io mi tengo sul 77-78 per dirla in numeri, ma voti a parte un bel ritorno in pista, Godflesh al 100%.
INFORMAZIONI
2014
Avalanche Recordings
Industrial
Tracklist
1. New Dark Ages
2. Deadend
3. Shut Me Down
4. Life Giver Life Taker
5. Obeyed
6. Curse Us All
7. Carrion
8. Imperator
9. Towers of Emptiness
10. Forgive Our Fathers
Line Up
JK Broadrick (Voce, Chitarra, Programmazione batteria elettronica)
BC Green (Basso)
 
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