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15/03/25
DARKHOLD + DAMNATION + DEATHOX
DEDOLOR MUSIC HEADQUARTERS, VIA XX SETTEMBRE 33 - ROVELLASCA (CO)
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Allegaeon - Elements of the Infinite
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( 2486 letture )
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A due anni di distanza dalla loro ultima apparizione, le nostre fonti segrete hanno rintracciato nuovamente (se per caso o per errore nessuno lo sa) gli individui della bassa reggiana a noi oramai cari: ecco dunque che, all’uscita del nuovo disco degli statunitensi Allegaeon, Franco e Pino dialogano nuovamente sulle recenti uscite. A voi l’intera telefonata, senza filtro alcuno.
Pino:”Bella, vecchio scalpello ammuffito! Come va li nelle terre del 4/4?...” Franco:”Taci, taci, che sto nel bunker da due settimane in trincea, in religioso silenzio, da tre giorni!” Pino:”Che è successo, scusa? Stai male o hai bevuto troppo lambrusco? Ubriachezza molesta?” Franco:”Ma cosa dici? Tu non capisci, gli Slayer fanno il disco nuovo e ho deciso che non mangio e non mi lavo fino alla sua uscita.” Pino:”Mavaf#@...biiip. (scusate questa censura indispensabile per non impressionare i lettori sensibili), il mondo va avanti e tu tiri indietro. Ma poi sai lo schifo.” Franco:”Taci blasfemo, non iniziare con la solita storia dei gruppi migliori prog-death death-prog-thrash-prog-post-thrash e stupidate di oggi. Mi ricordo, sai, di quando mi raccontasti degli… Alligatore o come si chiamano, quelli, ci ho provato ma è tutta feccia moderna! Poi ho saputo…” Pino:”… che han fatto il disco nuovo, certo certo, preso e triturato nei timpani come l’altra volta: Elements of the Infinite! Ma non volevo dirti di questo, in effetti…” Franco:”Ma sì, l’ho sentito anche io ma è la solita robaccia dove non si capisce nulla, poi sono dei pagliacci, ho visto pure il video sul tubo dove prendono si travestono! Vedi, quella è la dimostrazione che non sanno cosa fare e impiegano di tutto e di più per arrivare ad un vicolo cieco, quanta tristezza e pochezza questi ragazzini di oggi. La cosa che fa più ridere è che suonano thrash vecchia scuola, solamente più cazzuti, gira che ti rigira siamo tutti li!” Pino:”A parte che non ti ho chiamato per loro… Comunque se ci tieni ti posso dire, invece, caro ventilatore di stronzate, che il video di 1.618 è divertente e originale, qualcosa di leggermente fuori dagli schemi.” Franco:”Ti sento triste, che succede? Come non vuoi parlarmi di loro, mi aspettavo la solita tritata di patate e testicoli…” Pino:”No Franco, questa volta sono triste e non volevo parlarti di loro perché sono amareggiato e da giorni ho il broncio, ma posso confidarti il perché del mio disappunto?” Franco:”Mo se, mo se, dai, basta che la smetti, non siamo mica a C’è posta per te!”
Pino:”Il fatto è che non ci sono il feeling, l'ammirazione e lo stupore che mi avevano lasciato l’altra volta, mi sento un po’ sconsolato ad essere sincero.” Franco:”ZzzZzz…Zzz.zz" Pino:”Ah, guarda che tra l'altro James Hetfiled ha avuto un coccolone” Franco:”Che cosa? NO!!!” Pino:”Stuped! Prestami ascolto per un momento. Ti dicevo, è che a volte ho bisogno di un po' più di grezzume e anche se le partiture prettamente tecniche all’interno del disco sono brillanti e dimostrano un’ennesima volta la bravura tecnica del gruppo… ” Franco:”Voglio poi vedere quanto Pro-Tool c’è dall’altra parte: suonano come un apriscatole di ghisa, una trave IPA ti fa più effetto!” Pino:”Appunto, vedi, è l’effetto plastica che emerge in questo disco, non so come io possa darti ragione ma sì, è distante e freddo. Ovviamente questo è da imputare alla volontà precisa di dettagliare ogni secondo come farcito di mirabolanti espedienti, ma alla fine c’è solo la suite finale che ti offre calore.” Franco:”Suite, andom al mer in hotel?” Pino:”No nessi, volevo dire che alla fine del disco c’è Genocide for Praise, una suite di dodici minuti, questa è fondamentalmente la parte migliore del disco, l’unica dove riesco a sentire la potenza e la spontaneità della band.” Franco:”Sì, ma una suite è di una pallosità assurda, che senso ha fare una canzone così lunga?” Pino:”Ha senso perché c’è la volontà di andare oltre i confini prestabiliti, volere provare a creare un unicum delle proprie capacità, cosa che solitamente non viene fatta in questo sottogenere dove si punta sempre e solo alla velocità miscelata alla brutalità, alla serie di note senza capo né coda.” Franco:”Mi stai dando ragione! Vedi, vecchia quaglia d’abbattimento, esistono limiti ed esisitono vincoli in ogni genere; non criticarmi sempre ma il progressive stesso ha dei vincoli per essere definito tale.” Pino:”Non proprio, direi al 50%, perché stacchi e assoli sono geniali, fuori dai canoni classici, prendi il singolo del disco…” Franco:”Sì l’ho visto, una miseria di canzone con dei pagliacci che fan le movenze per apparire fighetti!” Pino:”Invece è geniale, perché il video di 1.618 non è la solita band che suona davanti ad una telecamera, non bisogna mai prendersi troppo sul serio.” Franco:”Zzzz…” Pino:”Mustaine è calvo!” Franco:”FOLLE!!!” Pino:”Ecco, se sei di nuovo sveglio voglio solo dirti che oggi mi sento un po’ giù di morale perché a conti fatti tantissimi dei dischi che ascolto oggigiorno si rivelano identici gli uni all’alti e anche gli Allegaeon si sono unificati nel suono e nelle movenze ad altri del genere, come se ci fosse una una standardizzazione del suono! Mancano la pacca e la voglia di contorcersi. Non sono le parti melodiche e i tratti acustici che rendono quest’opera innovativa quanto basta per andare oltre i paletti posti con la precedente uscita. Mancano l’ispirazione e la canzone che offre la botta giusta.” Franco:”Insomma, tirando le somme mi vuoi dire che hai voglia di tornare ai vecchi classici anche tu, che questo disco nuovo non ti sconfinfera più di tanto e che dai ragione al vecchio Franco! Vieni qui in cripta con me ad aspettare il nuovo culto degli Slayer” Pino:”Questo mai, piuttosto compro un set di pentole della Mondial Casa da Mastrota! Ammetto però che se ci fosse stata meno dedizione al barocchismo fine a se stesso e piuttosto una maggiore concretezza lo avrei gradito di più.”
Franco:”Vuoi che ti tiro su di morale?” Pino:”Come potresti, fagiano delle praterie del sud dakota?” Franco:”Esce il nuovo disco degli Slayer!” Pino:”Chiudiamola qui dai, sei di aiuto come la trama nei film porno, contento sì ma a metà, perché sono in attesa di certi album che potrebbero risollevare le sorti del genere di quest'anno, che ha vissuto pochi momenti altisonanti. Certamente hanno provato a fare il passo più lungo della gamba ma la suite rimane l’unico pezzo che ricorderemo del disco. Tutto il resto è normale amministrazione, diciamo che per chi come me è un fan del genere rimarrà una ottima uscita ma senza gridare al miracolo.” Franco:”Sei una fighetta che non sa quel che vuole.” Pino:”Sigh, sigh…”
La telefonata si chiude in lacrime.
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3
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i precedenti a mio modesto parere avevano un qualcosa id più fresco. si distingueva una personalità ed un che di nuovo nel modo di proporre musica suonata molto bene. In questo ultimo lavoro, non c'è nulla che mi spinga ad ascoltarlo e riascoltarlo come ho fatto con formshifter o fragments.... Poi i gusti son gusti ma mi sono sembrati a corto di idee. |
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2
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Semplicemente fantastico, ma non capisco perché il recensore parla di uniformazione del suono. A me anzi sembra che abbiano trovato un loro stile proprio e anche abbastanza riconoscibile. Di band che sono riuscite a creare un mix di techno, melodic e brutal a questi altissimi livelli non ne ho viste mica tante (per quanto ossimorico possa essere un mix tra melodic e brutal). |
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1
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Buon disco, bene o male ai livelli del precedente. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Threshold of Perception 2. Tyrants of the Terrestrial Exodus/font> 3. Dyson Sphere 4. The Phylogenesis Stretch 5. 1.618 6. Gravimetric Time Dilation 7. Our Cosmic Casket 8. Biomech II 9. Through Ages Of Ice - Otzi's Curse 10. Genocide for Praise - Vals For The Vitruvian Man
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Line Up
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Ezra Haynes (Voce) Greg Burgess (Chitarra) Michael Stancel (Chitarra) Corey Archuleta (Basso) Brandon Park (Batteria)
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RECENSIONI |
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