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Bon Jovi - Keep the Faith
( 11043 letture )
Tenendo tra le mani Keep the Faith si può contemplare un tassello fondamentale della storia artistica dei Bon Jovi. Era il 1992, ben quattro anni dopo la pubblicazione del magnifico New Jersey, ed il fenomeno grunge aveva intaccato persino l’integrità di un’istituzione come potevano essere i cinque della East Coast in quell’epoca. In realtà nel ’90 era uscito Blaze of Glory, album solista di Jon, colonna sonora di Young Guns II e nell’anno successivo Stranger in this Town del talentuoso Richie Sambora, ma aver saltato gli anni a cavallo tra le ultime due decadi del XX secolo ha imposto al monicker U.S.A. un cambio stilistico alquanto drastico, se pur latore di ottimi risultati. In effetti, per Jon, Richie, David, Alec e Tico, il ritorno sulle scene non fu così scontato. Lo storico manager Doc McGhee venne licenziato e Jon decise di provvedere da sé, creando il Bon Jovi Management. Dopo un ritiro ai Caraibi per discutere del futuro della band, si poté procedere alla composizione dei brani. Venne incaricato della produzione nientemeno che Bob Rock e vennero scritti circa trenta pezzi, dodici dei quali finirono sulla versione definitiva dell’album. Due tracce vedono la collaborazione in fase di scrittura di Desmond Child, una solamente del tastierista David Bryan, mentre il resto è per lo più opera di Jon, in alcuni casi con l’apporto dell’inossidabile compagno di penna Sambora. Le caratteristiche che contraddistinguono in maniera più immediata questo lavoro in studio dai quattro precedenti, infatti, sono la fase di scrittura e quella di missaggio. Il songwriting è più introspettivo, mentre i suoni sono più corposi ed equilibrati. Ma vediamo nel dettaglio il risultato di sette mesi nei Little Mountain Studios di Vancouver.

Il disco si apre con I Believe, canzone ottimista ma con l’intento di convincere l’ascoltatore che non bisogna credere a tutto ciò che si sente dire, specialmente in tv. Non esiste il mondo di Oz, e questo mid-tempo ci tiene a ribadire quanto sia necessario confidare nella volontà di ogni singola persona. Nella seconda posizione della tracklist troviamo il brano che dà il nome all’album. Keep the Faith è, come da titolo, un altro pezzo di speranza, anche se in questo caso la musica è più agrodolce. Dopo un effettato intro di chitarra, è un fenomenale giro di basso che ci prepara all’ascolto di una canzone estremamente ritmata, bluesy e con l’ugola di Jon che raggiunge vette espressive raramente eguagliate (sia nel passato, sia nel futuro). I’ll Sleep When I’m Dead è molto Stones, e stavolta è la batteria di Tico la motrice di questo inarrestabile treno di buoni propositi. Dal vivo è uno dei pezzi più coinvolgenti dell’intera discografia della band. Arrivati ad In These Arms ci si ricorda che i Bon Jovi ebbero un ruolo fondamentale negli 80s. Il brano non sfigurerebbe in Slippery, ma i suoni più moderni ed un testo molto più maturo lo rendono immortale. La prestazione dei musicisti è ineccepibile, ed ancora una volta è il giro di basso di Alec a dare una marcia in più all’economia del pezzo. Come le rose hanno bisogno della pioggia, le stagioni di cambiare ed il poeta del dolore, i fan del quintetto a stelle e strisce hanno bisogno di In These Arms. Dopo questa ballad dal tempo sostenuto, giungiamo di fronte ad un lento terzinato che non si fatica a definire “il lentone” per eccellenza. Non stupisce che Bed of Roses sia una ballata fenomenale, ma la cosa particolare è che si tratta del primo pezzo dei Bon Jovi ad essere in 12/8. Non sarà l’ultimo, ma le canzoni non in 4/4 si contano davvero sulle dita di una mano, quando si scorre la loro discografia. Il testo è lo struggente sfogo di una persona che, stordita dall’alcol, sogna ad occhi aperti di tornare dalla propria dolce metà, ma per il momento indugia in un masochista ed autolesionistico abbraccio di solitudine. Ne è anche stata registrata una versione in spagnolo (Cama de Rosas), ma solo i più coraggiosi possono affrontare tale ascolto. Chiude il lato A della versione in vinile la rocciosa If I Was Your Mother. È il pezzo più pesante del platter, pur non rinunciando ad un ritornello melodico e corale. Per certi versi, l’uso dei power-chords ricorda il grezzo 7800° Fahrenheit, ma in questa nuova veste i Bon Jovi confezionano un brano magistralmente interpretato e ricco di pathos. Non si riesce a non provare un piacevole disagio ascoltando le riflessioni di un amante ossessivo che, spinto dal desiderio di arrivare ad un livello successivo nella relazione con la propria ragazza, si immagina di diventare la madre della suddetta. E poi, la chitarra di Sambora.
Il lato B riparte in sordina, ma solo perché Dry County inizia a volume basso. Questo pezzo, infatti, è forse il capolavoro dell’intera carriera di BJ e soci: quasi dieci primi di pura magia in FA maggiore/RE minore, in cui una ballad dilatata di per sé magnifica si interrompe poco dopo i cinque minuti per offrirci un intermezzo che, dopo un crescendo da pelle d’oca, esplode nel più bell’assolo di chitarra mai suonato da Richie Sambora. Inutile aggiungere che anche la prestazione del resto della band è fenomenale. Proseguendo con l’ascolto si nota che, a parte l’appena citata settima traccia, il seconda lato di Keep the Faith non può nulla contro quello che adesso bacia il piatto del giradischi. I più integralisti snobbano le ultime tracce accusandole di essere solo dei filler, ma diciamoci la verità, dopo una prima parte di così alta qualità, abbassare un po’ i toni non è affatto una scelta controproducente. Del resto l’attenzione non è eterna, e per non gravare troppo sulla concentrazione dell’ascoltatore medio, offrigli dei momenti più easy listening è una mossa davvero intelligente, anche perché ormai sono già trascorsi quasi tre quarti d’ora. Detto questo, ci pensa Woman in Love a farci tirare un sospiro di sollievo. Questa allegra canzone blueseggiante non è per niente marginale, perché rispecchia in modo più esplicito la virata stilistica del combo americano. Il testo è infatti una sentita dichiarazione in cui l’oratore ribadisce di aver bisogno di un amore più maturo, quello di una donna, dopo aver perso tanto tempo dietro ad infatuazioni giovanili. Insomma, una canzone d’amore che è anche l’allegoria della nuova filosofia della band. La successiva Fear propone invece un messaggio di incoraggiamento rivolto a chi si spaventa per ogni piccolo neo al quale la vita ci mette davanti. Musicalmente parlando, il riff trainante ricorda vagamente quello di Enter Sandman, ma il pezzo è completamente diverso. Comunque non è la prima volta che la band del New Jersey prende ispirazione dai colleghi: vi siete mai accorti che l’anno successivo alla pubblicazione di Paradise City (la cui sequenza armonica è I – IV – bVII/IV – I) i Bon Jovi hanno pubblicato Lay Your Hands on Me (I – IV – bIII/IV – I)? In decima posizione troviamo l’altra lenta ballad dell’album, ovvero I Want You. La sua qualità è innegabile, forse il testo è perfino migliore di quello di Bed of Roses, ma la storia ha consegnato l’alloro al terzinato del lato A. Segue la frizzante Blame It on the Love of Rock & Roll, che se non strizzasse l’occhio così tanto ad I’ll Sleep When I’m Dead ne guadagnerebbe in personalità. In ogni caso, la si ascolta molto volentieri. Chiude il disco Little Bit of Soul. Questo è il tipo di canzone che compare su un disco di Joe Cocker, quindi trovarsela alla fine di un LP dei Bon Jovi è alquanto destabilizzante, ma ciò non cambia il fatto che il brano sia un piacere per le orecchie.

In definitiva, un disco diverso dai precedenti perché i Bon Jovi erano diversi. Più maturi, più equilibrati, ma anche più consapevoli che ormai il salto di qualità era stato affrontato con successo. Nel 1994 uscirà Cross Road, un greatest hits per festeggiare i dieci anni della band, mentre l’anno dopo vedrà la luce These Days, un disco controverso contenente dei capolavori ma anche il germe dell’eccessiva commercializzazione che farà dei Bon Jovi la versione d’oltreoceano di Ligabue. Godiamoceli dunque nella livrea anticata che li vede uniti ed affiatati con le mani una sopra l’altra come dopo un time out del basket. Stravolti ma vincenti nel ’92, ruffiani ma impeccabili nel ’94, ispirati ed introspettivi nel ’95. Ciò che accade in seguito è la storia di un’altra band, della quale per altro ci interessa poco o niente.



VOTO RECENSORE
86
VOTO LETTORI
90.83 su 126 voti [ VOTA]
GIANLUCA
Giovedì 15 Luglio 2021, 9.33.23
45
Vita si può dire anche che Bed of roses abbia smarmellato i maroni per mesi interi per quanto la passavano in TV??? Con Always si sono raggiunte vette inarrivabili. Cmq io rimango troppo legato a N.J. , di quest'album ascoltavo solo Dry ...
David D.
Mercoledì 14 Luglio 2021, 22.41.17
44
Uno degli album della mia vita, assoli di Sambora da capogiro (quello di Dry County da brividi), ballad sensazionali, e un Bon Jovi nella sua miglior forma vocale. Il giusto incrocio fra il rock più stradaiolo dei due dischi precedenti e le sonorità "nuove" diciamo di These Days. Per me il miglior disco dei Bon Jovi, e uno dei dischi AOR/Hard Rock di sempre. 100.
Vitadathrasher
Giovedì 2 Luglio 2020, 0.28.33
43
Ma si può dire che bed of roses abbia leggermente ispirato certe notti?!
cowboy big 80
Lunedì 6 Gennaio 2020, 0.32.19
42
ma... questo album deve molto al primo di Sambora, Third Eye ed altri che ti diranno che il rock e' 70, e per produzione anni 80, poi?
Aceshigh
Martedì 22 Maggio 2018, 10.40.52
41
I Bon Jovi che ci vengono restituiti all'inizio dei 90s sono una band che ricorda molto poco quella che avevamo lasciato con New Jersey. I tempi erano cambiati (non solo quelli musicali!), il '91 era stato l'anno di Nevermind, del Black Album ma anche di Achtung Baby per esempio. Bisognava cambiare per forza, non farlo era un rischio... cosicché qui su Keep the Faith troviamo un gruppo completamente rinnovato (anche nel look, pensiamo al nuovo taglio di capelli di Jon per esempio). La spensieratezza del precedente decennio qui la ritroviamo veramente poco (Woman in Love e I Want You), soppiantata da un songwriting più impegnato, più serio e in qualche caso anche triste (come nella meravigliosa bonus track Save a Prayer); basi ritmiche a volte inusuali per la band e più al passo coi tempi (come nella title-track), addirittura un breve inserto di archi (in If I Was Your Mother), in generale un nuovo sound (ascoltate la batteria in Fear e fate un raffronto con altri due album prodotti da Bob Rock in quegli anni, ovvero il Black Album e l'omonimo dei Mötley Crüe). Ciononostante quello che è rimasto dei vecchi Bon Jovi è la capacità di scrivere delle canzoni strepitose, qualità che basta da sé a rendere Keep the Faith un capolavoro, l'ultimo capolavoro. Dopodiché l'allontanamento "strano" di Alec John Such, la consacrazione presso pure mia nonna con Always e un calo compositivo veramente tragico (malgrado qualche piacevole raro spunto) hanno portato la band ad essere quello che è oggi : un gruppetto pop. Ma qui su Keep the Faith erano ancora eccezionali!!! Di ciò Dry County (eleggo questa a rappresentare tutto l'album) ne è palese dimostrazione. Voto 93
Rob Fleming
Sabato 22 Aprile 2017, 10.58.48
40
Dopo questo album ho smesso di ascoltarlo se non i singoli che ha continuato a sfornare. Ma qui ci sono almeno tre pezzi, i soliti mi rendo conto, che sono superlativi: Keep the faith; Bed of roses e Dry county (gran chitarrista Sambora, altroché!). Il resto è rock più o meno duro; più o meno melodico, più o meno valido. 78
Third Eye
Venerdì 3 Marzo 2017, 13.25.48
39
Certo, si dice sempre così… Ci sono persone che ritengono che, da un punto di vista musicale, gli anni ’70 siano stati irrepetibili, e immagino ve ne siano altrettante convinte del fatto che ad essere unici siano stati gli anni ’60.
alifac
Venerdì 3 Marzo 2017, 11.54.05
38
@lisa... hai detto bene... "epoca irripetibile"!
lisablack
Venerdì 3 Marzo 2017, 9.53.34
37
Sono d'accordo con il post qui sotto. Pur amando il metal più estremo, ho sempre pensato ai Bon Jovi come una band valida, almeno gli album storici come New Jersey o Slippery. Erano bei tempi quelli, con Guns, Mötley, Skid Row, Europe e altri, sono usciti dischi strepitosi, figli di quell'epoca irripetibile.
HeroOfSand_14
Venerdì 3 Marzo 2017, 9.08.31
36
Addirittura fra i peggiori rocker di sempre? Io credo che in quegli anni credeva in quella che cantava e faceva, cosi come il resto della band. Poi i soldi e la fama hanno fatto diventare il gruppo quello che è oggi, ossia una band essenzialamente pop che cerca la canzone strappacuori diretta e senza tanti ghirigori. Per me questo è un altro grandissimo disco della loro carriera (mettiamo fino a These Days) che contiene pezzi immortali quali Bed Of Roses (scriveranno mai più ballad simili? Dubito), la titletrack adrenalinica, If I Was Your Mother (che ha pure un bel testo) e la magica Dry County, probabilmente uno dei loro apici compositivi, in cui spicca l'interpretazione enorme di Jon e il solito lavoro ottimo di Sambora. Un disco da avere per gli amanti del genere, per coloro che non disprezzano un pò di melodia anche "facile" a volte ma mai fine a se stessa.
Mulo
Venerdì 20 Gennaio 2017, 11.11.07
35
Cioè se non piace Bj in automatico non piace o l'hard rock, il glam, il punk, il rock n roll? Che poi Bj (almeno all'inizio)era pop con la chitarra distorta e la probuzione iper/pompata (da keep...ha tolto pure quelle)... BJ è una bandieruola che ha sempre suonato il genere di rock che andava x la maggiore...Oltretutto ha evidenti limiti vocali (durante il tour di slippery perse la voce e cantò di merda x tutta la tournee,ho visto un sacco di filmati in youtube),a fine anni '80 era roba da deejay television questa qua.....Fra i peggiori "rocker"di sempre.
Galilee
Martedì 17 Giugno 2014, 12.41.21
34
Third eye, Una critica costruttiva ma anche una stroncatura causata da gusti non compatibili è ben distinguibile da un'attacco denigratorio intriso di ignoranza Metallica. Bon Jovi ti fa schifo? Bene Ti fa schifo l'hard rock, il glam, il punk, il rock n roll(tutti generi che vanno a braccetto). Non c'è problema, ma evita di cercare di far passare quello che non ti piace come un qualcosa di meno valido o meno importante solo perchè non rientra nelle tue corde.
Thid Eye
Venerdì 13 Giugno 2014, 18.07.05
33
@ VomitSelf: che "certi" metallari siano chiusi è vero ma non ci si deve spingere oltre tentando di far passare l’idea che la critica nei confronti dei Bon Jovi sia il risultato di una mancata comprensione della sua arte (?). E perchè mai?! Fra l’altro, io li ascoltai per la prima volta quando ero adolescente per cui a distanza di tanti anni mi sento legittimato ad esprimere un giudizio negativo senza che a qualcuno venga però il sospetto che io voglia denigrarlo per ignoranza.
VomitSelf
Venerdì 13 Giugno 2014, 13.32.14
32
Ho il disco in questione in vinile, comprato alla sua uscita..non mi piace questa roba, loro non mi piacciono, non mi sono mai piaciuti quindi mi astengo dal votarlo. Però, per molti versi, concordo con Galilee su "certi" mettallari. Anche io ero molto chiuso, se non era Thrash bay area era merda. Quando avevo 15 anni però....nel '90 XD
Galilee
Giovedì 12 Giugno 2014, 18.14.16
31
Il mondo è bello perchè è vario, e grazie a questo la musica ha mille sfaccettature. E ognuno può ascoltare quello che vuole. Ai metallari però piace denigrare ciò che non riescono a capire.
Third Eye
Giovedì 12 Giugno 2014, 17.58.52
30
Io "ringrazio la divinità" (qualunque cosa sia) che mi ha tenuto lontano da certi obbrobri musicali!!
Galilee
Giovedì 12 Giugno 2014, 17.19.11
29
X Roby Ma perchè gli Europe e tutte queste band non dovrebbero suonare i loro classici dal vivo? Piacciono ad unsacco diu gente e non devono piacere a loro? Ma poi cosa ti metti a fare il giudice della musica buona e non buona. Per me questa è gran musica, è commerciale è easy listening, ben venga e ringrazio la divinità che ha fatto si che al mondo esistesse questa musica. Come se tra l'altro fosse musica facile da comporre, da suonare e da cantare, Tutt'altro. Negli anni 80 le case discografiche mettevano tantissimi gruppi thrash e glam sotto contratto perchè erano generi che andavano di brutto quindi è normale che nel calderne ci fossero gruppi del cazzo. Succede da 20 anni col black metal , il death metal e il power metal. Ah ma questo è metal. Poi dal vivo fan tutti cacare, perchè la batteria è creata in studio, le voci pure e cosi via. Quando vedrò dal vivo una band anni 80 avere meno personalità di qualsiasi altra uscita negli ultimi 10 anni ti do ragione, per il momento tutte le band che ho visto dal vivo di quel periodo hanno classe da vendere. dagli Europe, ai Twisted Sister, ai Ratt, agli Ski Row, ai Tigertailz, Quireboys, Cinderella e potrei andare avanti giorni...
Robysus2
Giovedì 12 Giugno 2014, 2.07.37
28
@Bj81: si capisce che l'inizio (intro e strofe) è nel modo lidio in quanto il centro tonale (l'accordo principale) è Sib, che come alterazioni in chiave avrebbe Sib e Mib. Invece già si nota sullo spartito che c'è soltanto l'alterazione di Sib, quella di Mib non c'è. Infatti Sambora nel solo e poi il cantato ha tutti Mi invece di Mib. Il Mi è la quarta aumentata della scala di Sib, e la quarta aumentata è la nota caratterizzante del modo lidio. Il lidio ha la caratteristica di essere riflessivo/introspettivo..è molto usato da Satriani / Steve vai per i pezzi lenti. Un classico esempio di modo lidio è il tema di Flying in a blue dream di Satriani. (Do lidio, infatti usa il fa#, caratteristico del lidio anzichè il fa) Spero di esserti stato d'aiuto
BJ81
Mercoledì 11 Giugno 2014, 23.38.05
27
scusa robysus2, mi dici perpiacere perchè Bed Of Roses è nel modo lidio? da cosa lo capisci? che tipo di sonorità volevano cercare i bon jovi utilizzando questo modo? ci sono altri pezzi con l'utilizzo dei modi? thanks
Robysus2
Mercoledì 11 Giugno 2014, 17.02.47
26
p.s. giusto per completare la lista di "mani esterne" in un disco a livello di produttori, scrittori, ingegneri del suono, dando un'occhiata sulle schede dei dischi, parlando sempre di hard rock 80s, ho trovato: Leather boyz dei pretty boy floyd: 11 collaboratori... Invasion of dei Ratt: 6..Appetite ben 11..Hysteria ben 8...Pride dei W.Lion: 3 ma la band girò mazzo mondo, andò pure in Germania per farsi sistemare i pezzi e trovare il suono adeguato..i demo infatti suonavano diversi, pure i soli di V.bratta
Robysus2
Mercoledì 11 Giugno 2014, 16.11.24
25
@Galilee: Lo stesso norum affermò che se ne andò via dagli europe per il look e la musica che non rispecchiava più gli europe degli esordi ed era diventata commerciale. Suonano dal vivo ancora quei brani perchè devono suonarli, non so se ne potessero fare a meno se li suonerebbero ancora..tipo carrie e the final countdown..io penso di no. Pretty boy floyd non costruiti a tavolini ma ben pompati dalla scuderia MCA all'epoca come nuovo gruppo glam quando ormai il mercato era già saturo. Così i Warrant, che si fecero pure suonare i soli da un turnista (mike slamer che poi formò gli Steelhouse lane) per rendere l'album più appetibile. . Io mi chiedo: perchè nessuna band di quell'epoca arrivò più a ripetersi a quei livelli qualitativi dopo il declino del genere di inizo anni 90? Vedi i Warrant con un ritorno alle origini con un Born again scialbo, Pretty boy floyd che vivono di luce riflessa di Leather boyz...il ritorno dei White lion, ecc.. A parte rare eccezioni sono convinto che all'epoca questi gruppi avessero ben più di un aiutino per confenzionare il prodotto vincente ma che poi quanto ci mettessero del loro è tutto da verificare... Stavo guardando l'altro giorno gli ingegneri del suono che avevano le Vixen per Rev it up...7 ingegneri del suono...1 tecnico della chitarra..2 produttori..1 che ha fatto il mixaggio...1 masterizzatore dell'editing finale...+ 7, dico 7 scrittori dei pezzi...totale= DICIANNOVE PERSONE ALLE SPALLE!! E le altre band uguale (Warrant del primo disco= 6 persone aggiunte in vari ruoli) e poi uno si chiede perchè ste band non riescono più ad azzeccare un disco a quei livelli....
deedeesonic
Mercoledì 11 Giugno 2014, 13.42.08
24
@Galilee, non ho detto che De Andrè in vita non aveva seguito, ma che non era cagato dai media. Credo sia diverso
enri sixx
Mercoledì 11 Giugno 2014, 13.36.11
23
la fine del vero bon jovi
Galilee
Martedì 10 Giugno 2014, 23.20.21
22
Comunque Fabrizio de Andrè in vita ha sempre avuto un successo enorme. Io l'ho anche visto un paio di volte e c'era il mondo. Non ai livelli di un Vasco ovviamente.
Galilee
Martedì 10 Giugno 2014, 23.16.18
21
Mah, veramente i Pretty Boy floyd non sono stati creati a tavolino. Gli Europe fanno altro perchè sono cresciuti e hanno voglia di suonare altra musica, ma è un processo evolutivo iniziato col primo disco. Dal vivo suonano tutto il materiale. Non spacciamo per boyband o prodotti del mercato gruppi che si sono fatti da soli. Può non piacere la proposta ma non per questo non possono essere genuini.
Robysus2
Martedì 10 Giugno 2014, 23.03.32
20
quoto deedeesonic, sono d'accordo. Tanti gruppi sono stati creati a tavolino o plagiati a immagine e somiglianza del mercato di riferimento..vedi gli Europe di the final countdown che rinnegano loro stessi quasi quel periodo e sia prima che dopo di fare il genere musicale che li ha resi noti, hanno fatto e stanno facendo tutt'altro
deedeesonic
Martedì 10 Giugno 2014, 19.01.29
19
1) Non sono d'accordo sul fatto che internet non faccia parte dei media. Anzi! Oggi come oggi è il mezzo mediatico per antonomasia (o perlomeno dovrebbe esserlo in un paese "evoluto". 2) Non sono d'accordo neanche sul fatto che negli anni 80 non c'erano "prodotti" fatti a tavolino per inserire nel mercato (Pretty boy Floyd?). 3) I media da sempre stanno "dietro" alle "sensation" del momento e non a chi merita davvero. Basti pensare a tutti quelli che diventano famosi dopo la loro morte e in vita non venivano quasi mai cagati (un esempio fuori dal metal è Fabrizio De Andrè, che da vivo non aveva praticamente mai spazio e dopo morto viene "usato" per qualsiasi tipo di manifestazione pseudo-culturale). Per quanto riguarda i Bon Jovi, sicuramente meritavano per qualità (mi piacciono fino a New Jersey), ma non si può dire che non abbiano "cavalcato" a loro volta un fenomeno mediatico.
Galilee
Martedì 10 Giugno 2014, 18.20.38
18
X Argo....... I media stanno dietro alle band che valgono, ma si aprla di anni 80. Ai tempi per aver successo dovevi essere bravo, o comunque dovevi piacere. Non esistevano prodotti fatti apposta per il mercato. I Bon Jovi comunque sono una super band, vorrei vedere il pirla che non li avrebbe supportati. Dico che me li sarei andati a cercare come sono andato a cercare altre band glam e street che ritengo altrettanto valide ma non hanno avuto lo stesso successo. Se i Bon Jovi avessere venduto 4 dischi in croce uno di quei 4 acquirenti sarei io. Di sicuro.
Robysus2
Lunedì 9 Giugno 2014, 14.17.14
17
a me pare Bed of roses in 6/8. Bellissimo l'inizio in Bb lidio che gli dà un che di molto riflessivo/introspettivo
Robysus2
Lunedì 9 Giugno 2014, 13.57.59
16
voto secondo me un po' altino, soprattutto se confrontato con Slippery e l'omonimo ( a cui date 88 e 85) e invece sicuramente gli sono ben superiori. Grandi pezzi comunque, Dry county su tutte, ma anche la poco valorizzata I want you. Qualche filler di troppo che negli album precedenti non c'era (escluso 7800 Fahreneheit). Voto per me: 75
BJP
Domenica 8 Giugno 2014, 20.31.21
15
Innanzitutto vi ringrazio per aver pubblicato questa recensione. Pensavo che quest'album venisse bistrattato! Ne possiedo una copia in CD e una in musicassetta: mi piace. Diverso da 'Jersey, ma interessante. Inutile dire che Dry County vale il prezzo dell'album! Per quanto riguarda la produzione, sono convinto che si è seguita la prassi di mixare la chitarra elettrica a volume più basso rispetto agli altri strumenti (cosa che ho notato a partire da 7800° Fahrenheit).. Non so voi come la pensiate
Matocc
Domenica 8 Giugno 2014, 14.26.54
14
internet è uno dei nuovi media -non lo dico io, è catalogato così- la tv è un media più tradizionale così come le riviste di musica metal, che negli anni 80 erano l'equivalente delle webzine di oggi. mezzo di comunicazione di massa = mass media
Andrew Lloyd
Domenica 8 Giugno 2014, 14.24.11
13
Non scherziamo la band è arrivata dove è arrivata perché valeva. Non si arriva in alto per caso, ricordatelo. Jon Bon Jovi sa cantare, Sambora ha un gusto chitarristico con pochi eguali ( e tra l'altro canta molto bene),. Dave Bryan come tastierista non di discute, Tico Torres e Such erano una solida ef efficace sezione ritmica. Il fatto che siano soppravissuti al ciclone Grunge, nonostante KTF negli USA vendette pochissimo, dimostra la capacità della band di rinnovarsi. Certo, nessuno nega che molto è stato pianificato a tavolino dal look al nuovo approccio alle canzoni ( la title track è esplicativa in tal senso). Fu praticamente il loro canto del cigno perché anche se These Days ha 4-5 pezzi di valore, quella era già un'altra band.
Argo
Domenica 8 Giugno 2014, 11.44.35
12
Secondo me internet non fa parte dei media, anche perchè comunque negli anni 80 non esisteva... internet non ti spiattella tutto in faccia come potrebbe fare la tv o quando accendi la radio.
Matocc
Domenica 8 Giugno 2014, 11.13.13
11
comunque anche internet fa parte dei mass media e pure le riviste cartacee
Argo
Domenica 8 Giugno 2014, 11.02.11
10
Galilee, guarda, sono d'accordo cone te riguardo a questo disco, però hai scritto che "i media ti stanno dietro se hai qualcosa da dire non se sei un bluff"... ecco, perdonami, ma questa è una cazzata micidiale che in pratica "annullerebbe" tutto il mondo metal e rock, visto che i "media" (parola agghiacciante), non si degnano (fortunatamente) nemmeno a sfiorare il metal. I media vanno dietro alle mode di gente media che di musica capisce poco o un cazzo, visto quello che passa in tv o per la radio. Non voglio dire che noi metallari siamo superiori ad altri, però mi permetto di dire che forse di musica ne capiamo un pò più degli altri. Poi ti contraddici dicendo che se non avessi conosciuto i BJ grazie ai media te li saresti andati a cercare... in fondo la nostra passione musicale vive tramite "passaparola" e al momento grazie a sito come questo e pochi altri, non di certo grazie a tv o radio, e ripeto, per fortuna!
Galilee
Sabato 7 Giugno 2014, 21.14.42
9
Beh Lambruscore va a gusti. Hanno avuto successo grazie ai media. Guarda che i media ti stanno dietro se hai qualcosa da dire non se sei un bluff. E poi non si parla di adesso. Allora erano altri tempi. Le canzoni dei primi dischi dei BJ per me sono stupende, se non li avessi conosciuti grazie ai media me li sarei andati a cercare.
Andrew Lloyd
Sabato 7 Giugno 2014, 20.34.21
8
Jon Bon Jovi capì subito che i tempi erano cambiati e che loro dovevano necessariamente cambiare per non sparire. Il titolo dell'album , è programmatico in questo senso... Cambio di look, molto più sobrio e "urbano" lontanissimo dai lustrini e paillettes degli Eighties e cambio di sound, più moderno e maturo "If I Was Your Mother" è illuminante in tal senso. Anche secondo me Dry County è la loro miglior canzone in assoluto, la loro Stairway to Heaven. Pecca di questo full length, è una seconda parte sotto tono.
Shred
Sabato 7 Giugno 2014, 20.22.43
7
Album magnifico e bellissima recensione. Sicuramente è una dura "lotta" con These Days, ma si tratta comunque di due album straordinari; infatti, a mio avviso, Dry County è senza dubbio il miglior brano dei Bon Jovi, con un ottimo lavoro di David e Tico, senza contare ovviamente il magistrale assolo di Richie. Anche le ballads sono stupende e anch'io penso che "I Want You" meriti un successo pari alle altre due. Ancora complimenti per la recensione!
LAMBRUSCORE
Sabato 7 Giugno 2014, 15.35.08
6
Cioè ,volevo dire, per me pessime canzoni, in ogni disco che ho sentito, non certo i musicisti...
LAMBRUSCORE
Sabato 7 Giugno 2014, 15.32.45
5
Per me questo gruppo ha avuto successo grazie ai media, certo sanno suonare, però ricordo che quando avevo 15 anni, più meno ,quando era uscita quella famosissima, SHA TU DA HAAA EN IOR TU BLEEEM GANA YU GHILLOOO A BE NNEEEMMM... anch'io ci andavo matto, poi hanno cominciato a starmi sui maroni, band pessima...
Galilee
Sabato 7 Giugno 2014, 14.47.07
4
Forse è il disco dei Bon Jovi che ho ascoltato di più. Molto bello.
Argo
Sabato 7 Giugno 2014, 13.29.00
3
Amo questa band, per lo meno fino a Crush, dopo sinceramente ho ascoltato poco o niente... Riguardo questo cd all'epoca rimasi leggermente spiazzato, poi con gli anni l'ho apprezzato maggiormente, la produzione di Bob Rock è un valore aggiunto. Un cd che adesso adoro ascoltare e che inevitabilmente mi porta indietro nel tempo in un periodo felicissimo della mia vita..
Radamanthis
Sabato 7 Giugno 2014, 12.03.29
2
Un grande disco pieno di ottimi brani. Poco da dire se non: quanto rivorrei questo Bon Jovi!!!! Voto 88
krendur
Sabato 7 Giugno 2014, 8.52.10
1
questo è l'ultimo buon disco "rock" di Bon giovanni, dove "dry country" ne è senza dubbio il fiore all'occhiello.... poi purtroppo dall'uscita del singolo "always" in poi (passando per l'accettabile ma già super- melenso "these days") purtroppo appenderanno definitivamente le palle al chiodo; imboccando inesorabilmente la via del tramonto
INFORMAZIONI
1992
Mercury
Hard Rock
Tracklist
1. I Believe
2. Keep The Faith
3. I’ll Sleep When I’m Dead
4. In These Arms
5. Bed of Roses
6. If I Was Your Mother
7. Dry County
8. Woman in Love
9. Fear
10. I Want You
11. Blame It on the Love of Rock & Roll
12. Little Bit of Soul
Line Up
Jon Bon Jovi (Voce, Chitarra)
Richie Sambora (Chitarra, Cori)
David Bryan (Tastiere, Cori)
Alec John Such (Basso, Cori)
Tico Torres (Batteria, Percussioni)
 
RECENSIONI
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