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Insomnium - Shadows of the Dying Sun
( 11673 letture )
Quando ebbi modo di conoscere gli Insomnium rimasi piacevolmente colpito e sorpreso. Innanzitutto, ho ammirato i loro testi. Delineate da un profondo tocco di sublime poesia, tetri, lugubri e oscuri, degni della scuola romantica tedesca, di Novalis, dei componimenti più illuminati di Hölderlin e Goethe, e dei poeti simbolisti e decadenti dell’Ottocento, come Clark Ashton Smith, David Park Barnitz, Arthur Rimbaud e Edgar Allan Poe, le parole di Niilo Sevänen si addentravano nell’astratto, sondavano nel profondo le più intime fra tutte le passioni e sconvolgimenti che nutrono l’animo umano, mettendo in parole quelle voci che tormentavano la sua mente. Poi, vi era la trama musicale: delicata alle volte, appena un palpito, poi furente ma sempre, in ogni sua componente, intensa e attenta a ben sottolineare la bellezza non solo delle parole, ma dei sentimenti di cui esse si facevano scrigno.

Il loro primo album, In the Halls of Awaiting, è per me un piccolo tesoro, sebbene non sia che una pietra scheggiata in maniera grossolana, con ancora molte imperfezioni ad accompagnare la bella e candida levigatura.

Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l’effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte.
(Muriel Barbery)


Quella stessa bellezza, le cose che più si sono ammirate hanno contribuito a nascondere la verità insita nel gruppo stesso: una tremenda e terribile incapacità di rinnovare se stessi, di muovere la propria poeticità verso altri lidi e la propria intelligenza verso nuove esperienze. Come Narciso che, specchiandosi nelle acque di una bianca fonte, incantato e innamoratosi della propria immagine, preso dalla disperazione e sopraffatto dalla follia, impugnò la spada che aveva donato al giovane pastore Aminta e si tolse la vita, così gli Insomnium continuano a specchiarsi in vuoti oggetti di umana vanità fin dal loro secondo lavoro, Since the Day It All Came Down, passando, certo, anche per ottimi momenti, ma intraprendendo una lenta e rocambolesca discesa verso l’oscurità.

Shadows of the Dying Sun si schiude lentamente, sulle note di The Primeval Dark. L’evolversi della trama non è molto dissimile dalle altre ouverture offertici dal gruppo finlandese nelle precedenti release, come The Gale, Equivalence o Inertia. Si tesse un tema, sul quale le chitarre, il basso e la batteria vanno a imbastire il muro ritmico, mentre i sintetizzatori, inframmezzati da una chitarra distante, ripropongo il suddetto tema variandone di quando in quando gli accenti, evolvendolo o svolgendolo. La totale assenza di qualche contrappunto, rende la traccia un continuo ripetersi di situazioni già sentite. La voce di Niilo Servänen, gutturale, ora presente, ora un sussurro distante, non riesce a smuovere la monotonia dalle corde della canzone che, anonima com’è nata, anonima si chiude. La seguente While We Sleep, invece, si apre con un’armonia intrigante e malinconica, perfettamente inquadrata, resa ancora più meravigliosa dall’armonizzazione delle chitarre. A tale grandiosità, fa da contraltare la strofa: vuota, misera e abbandonata a un arpeggio lontano delle chitarre distorte, in cui la voce di Ville Friman non riesce a risultare che stucchevole e triste appannaggio dell’apertura e, soprattutto, dello stupendo e tormentato sussurro della voce profonda di Sevänen. Pur non essendo un caso che la canzone si riprenda proprio con il ritorno sulle scene del cantante, ma l’evolversi della stessa non dà alcun sussulto, perdendosi nelle pieghe di un modello a cui per troppo tempo ci si è appoggiati e che ora sembra essere un arido deserto, un vuoto abisso privo di emozioni e di sentimento. S’un dolce arpeggio, etereo e distante, flebile voce di un passato gioioso, s’infrange il tuono e la violenza del desiderio. Revelation è un pezzo multiforme, cangiante e degno del miglior genio degli Insomnium. La strofa è di un’inquieta bellezza, stupenda in ogni suo più piccolo particolare, cesellata come un mosaico: l’arpeggio principale è ripreso e ripetuto, mentre la voce di Sevänen s’intreccia ad esso prima come un sussurro, poi, con l’arrivo delle chitarre distorte, esplode nella sua rabbia e malinconia. Il chorus è un continuo intreccio di melodie, di sensazioni e di forti emozioni: la chitarra tesse, la ritmica ora sottolinea, ora appesantisce, il cantato è tormentato e possente.

L’interludio riesce a non risolversi un coacervo di banalità, ammalia l’ascoltatore come ai bei tempi, trascinando la sua mente in luoghi lontani e accompagnandolo nelle profondità e nelle intime pieghe dell’animo. A conclusione un ottimo solo di chitarra, come al solito esente da tecnicismi ma votato a un preziosismo melodico, che ci accompagna verso la conclusione, dalle cui note si evolve la successiva Black Heart Rebellion. L’oscura atmosfera tratteggiata dal gruppo è un nero sentimento di oppressione. Non lontana dalla maestosità di Hades dei Kalmah, si tratteggia agli occhi dell’ascoltatore una prigione orribile, fiammeggiante come una grande fornace e dalle cui fiamme, tuttavia, non brilla alcuna luce se non un’oscurità trasparente; una tenebra in cui si scorgono regioni di dolore e ombre d’angoscia, bagnata da una pioggia di fiamme sulfuree eternamente ardente. La voce di Lucifero si fa possente nelle corde di Sevänen, accompagnata dallo splendido ordito delle chitarre e delle ritmiche.

Cold is the night for the ones born of shadows,
Solemn is the way for the ones never restless;
Cold is the night for the ones drawn to darkness,
Desolate is the path of self-believers.

Never bow to anyone; never give in!
Never surrunder to anyone; never go astray!

Fredda è la notte per coloro che son nati dalle ombre,
solenne la strada per coloro che non son mai soddisfatti;
Fredda è la notte per coloro che son attratti dalle oscurità,
desolato il sentiero per coloro che credono in se stessi.

Non inchinatevi mai a nessuno; non cedete mai!
Non arrendetevi mai a nessuno; non disperdetevi!


La sezione strumentale è un continuum senza posa e senza riposo. L’armonia delle chitarre s’intreccia, si rincorre e si muove, mutando se stessa, rinnovandosi e perdendosi in se stessa. Gli artigli del gruppo si conficcano nelle pieghe della canzone, lacerandola e squartandola con violenza e rabbia, in un crescendo che, man mano, tende a diventare più leggero e distante, trasferendo la mente dell’ascoltatore da Pandaemonium al Giardino dell’Eden, dove ogni delizia e ogni piacere sono corruzione, l’ignoranza un dolce sonno d’oblio e benedizione, e la conoscenza nient’altro che un frutto proibito. La musica si svolge, ora, non più sul tagliente e aggressivo ordito precedente, ma su dolci e leggeri arpeggi, prima di tornare ad assalire l’ascoltatore, trascinandolo tra le schiere celesti, nella perdizione del peccato e nella disperazione dell’esilio. Black Heart Rebellion rappresenta, senza dubbio, uno dei punti più alti della carriera degli Insomnium. Tuttavia, la seguente Lose To Night, tende a risolversi in un coacervo di banalità e di cliché. Convince pochissimo la parte pulita di Ville Friman, che risulta ancora una volta troppo fredda; il tessuto strumentale consiste in un continuo mutare di melodie, ma nessuna riesce ad attrarre e ammaliare l’ascoltatore, perdendosi l’una nelle pieghe dell’altra. Collapsing Words è un pezzo melodico nella sua velocità, un po’ come Dying Chant e Mortal Share; ma rispetto ai due pezzi citati, non è contraddistinto dalla solita carica e dalla solita forza. Il pezzo è prevedibile in ogni suo movimento, in tutto il suo evolversi. L’interludio melodico (che mai può mancare!) non è altro che un tacito e flebile palpito d’inconcludenti armonie che non riesce ad aggiungere quel sentimento di bellezza e di poesia capaci di risollevare e dare anima alla composizione. Troppo a lungo il gruppo finlandese si è specchiato nella bianca fonte, troppo a lungo è rimasto fermo a rimirare la propria bellezza per poter ora riuscire, col proprio ingegno, a creare nuovi simulacri di sublime armonia invece che vuoti templi barocchi ricchi di dorati ornamenti, ma privi di un’anima capace di darvi luce. Esempio di ciò è la lunga The River e The Promethean Song. Le tracce, in ogni loro componente, nella struttura e nell’atmosfera, son volte a riproporre la stupenda In the Halls of Awaiting, riuscendo però a dimostrarsi solamente vuoti orpelli di preziosismi melodici e armonici. Ephemeral è un buon pezzo, senza troppe pretese, che ricorda un po’ quel death metal melodico veloce e poco sperimentato dal gruppo, tipico soprattutto dei primi due album, mentre la title-track, Shadows of the Dying Sun, è il lento muoversi di un fiume fangoso, chiudendo così l’album tra l’insoddisfazione e gli sbadigli.

Gli Insomnium continuano, dunque, anche in quest’ultima loro fatica, sulla stessa strada da loro tracciata dal 1999. Il disco, insomma, è il riflesso del lavoro compiuto in quindici anni di carriera musicale e rivela l’incapacità del gruppo di saper reinventare se stessi e un genere che ha già esaurito la sua vena da molto tempo. Sarebbe un crudo epitaffio, questo. Un crudo e, soprattutto, immeritato epitaffio per un gruppo che è stato capace di rivitalizzare la vena di bellezza, inquietudine e disperazione tipica della poesia dell’Ottocento e del primo Novecento e soprattutto di unirla a quelle rare e uniche melodie che la musica metal riesce ad offrire con un tale gusto e una tale passione.



VOTO RECENSORE
53
VOTO LETTORI
89.32 su 112 voti [ VOTA]
Giacomo
Mercoledì 22 Gennaio 2025, 19.49.35
88
Il recensore spero sia stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico
Giorgio
Lunedì 19 Febbraio 2024, 23.34.30
87
Ragazzi ma quando la facciamo una review della rece di questo album? È vergognoso leggere un simile voto su un CD davvero incredibile, posso capire se per me è 90, per uno è 80 e per un altro ancora 75, ma bocciare questo disco è vergognoso. Porti persone a evitarne l\'ascolto e magari si perdono uno dei migliori diamanti della discografia di una band immensa!
LUCIO 77
Venerdì 22 Ottobre 2021, 21.57.38
86
E' lo stesso Recensore che ha dato 45 agli Ebony Tears..
Andrea
Venerdì 22 Ottobre 2021, 11.22.06
85
53????? Ma avete bisogno di uno che vi controlli eh... ma uno bravo! Disco spettacolare: voto 90
Salvo
Venerdì 13 Agosto 2021, 11.19.42
84
53 a questo disco? O mio Dio...
AL
Mercoledì 20 Maggio 2020, 14.15.14
83
disco di buon valore. secondo me il recensore ha preso un abbaglio. per me un 75 ci sta tutto. Non è ai livelli dell'ultimo Heart like a grave ma comunque disco godibilissimo
Ferro
Venerdì 24 Aprile 2020, 22.04.38
82
Dare un voto del genere temo sia figlio di una insofferenza del recensore verso il genere del death melodico scandinavo. Io credo che gli insomnium siano, tra gli epigoni di dt e in flames, gli unici ad avere un vero talento per linee melodiche intime, intense, malinconiche ma anche dinamiche con testi interessanti.A me questo disco piace moltissimo (in particolare while we sleep e disengagement), così come quasi tutte le loro produzioni che trovo molto buone. Bravi! Per me vale 85.vae victis !Ferro
Robert 71
Mercoledì 15 Aprile 2020, 22.45.40
81
Mi sono da poco avvicinato al genere simphonic death metal....oggi ho acquistato questo CD dei finlandesi e sono piacevolmente sorpreso. Voto 80!
Scavenger
Lunedì 23 Settembre 2019, 20.06.03
80
53 per questo disco? Voi state male ragazzi...
Silvia
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 11.36.41
79
Sono ri-d'accordo con Macca e aggiungo anche Lose to Night e Black Heart Rebellion, intrise delle melodie malinconiche di cui loro sono maestri. Da citare anche il lavoro nei testi che secondo me completano alla grande le musiche e non si possono trascurare durante l'ascolto. Va da se' che l'ombra dei grandissimi Dark Tranquillity si sente in molti passaggi
Macca
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 10.38.35
78
Riascoltato stamattina, confermo che il 53 proprio non ci sta e alzo il mio precedente voto: un ottimo album di Death melodico, suonato in pieno stile Insomnium con un gusto particolare, come da loro abitudine, verso le melodie e le atmosfere eteree. Ottimi anche produzione e arrangiamenti, The Primeval Dark, While We Sleep, Ephemeral e la title track sono davvero stupende. Voto 80
Mick&LOzzo
Mercoledì 24 Ottobre 2018, 14.34.51
77
Comunque pare che lo facciate apposta. I preceenti album degli Insomnium sono stati massacrati, e finalmente un recensore che viceversa li aveva tanto apprezzati adesso si dichiara delusissimo dalla loro (pen)ultima fatica.
Silvia
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 22.23.43
76
Voce bellissima fra l'altro, growling cupo e al tempo stesso malinconico, uno dei miei preferiti
duke
Mercoledì 17 Ottobre 2018, 21.28.41
75
a me sembra davvero un buon disco con un certo gusto per la melodia...voto del recensore un po' troppo basso...
Thrash Till' Death
Venerdì 11 Agosto 2017, 11.02.17
74
Per me il capolavoro della band, mi fa letteralmente viaggiare con la mente verso le gelide lande desolate scandinave, pochi dischi mi fanno emozionare e sognare come questo. While We Sleep poi è una delle migliori canzoni melo-death mai scritte. Le tracce che preferisco sono appunto While We Sleep, Collapsing Words e la title-track, ma potrei citarle tutte. Un vero masterpiece che non ha nulla da invidiare ai migliori album del suo genere. Per me si merita un bel 90
Silvia
Martedì 25 Luglio 2017, 0.24.20
73
Anch'io preferisco In the Halls of Awaiting però trovo il voto assolutamente troppo basso. È vero, in alcuni punti pare di sentire sfacciatamente i Dark Tranquillity di qualche anno fa e x il mio gusto personale le tastiere sono troppo alte però comunque l'album è ben suonato e ha molta classe. Inoltre una piccola considerazione personale, a me Ephemeral non pare un pezzo tipicamente melodeath, anzi sembra che proprio li' i ragazzi abbiano voluto provare qualche altra soluzione meno drammatica di quelle che usano di solito.
Fabio
Lunedì 24 Luglio 2017, 20.52.39
72
Tu ti droghi.......dico al recensore......ed in genrale ai recensori dei loro Dischi su questo sito........PUNTO
andreastark
Mercoledì 19 Luglio 2017, 16.54.57
71
levate sto 53 perfavore....è ignobile,indegno e poco serio....
andreastark
Mercoledì 19 Luglio 2017, 16.54.05
70
che problema ha il recensore??????????.....folle
Make Metal Great Again
Giovedì 25 Maggio 2017, 21.10.47
69
Ho la sensazione che gli Insomnium non siano proprio benvoluti su questo sito. A parte che manca la rece di One Of Sorrow, album del 2011 tra l'altro, questa e quella di Across the Dark sono decisamente ingenerose. Invece sono tutti album di gran classe, tensione emotiva ed efficacia. Non inventano nulla, ma reinterpretano molto bene il genere. A me basta così.
Daniele
Mercoledì 3 Maggio 2017, 20.43.36
68
Quello che mi conforta è la media voto dei lettori ,che credo sia il voto giusto per questo album . Il 53 che invece leggo è un voto da rispettare ,ma resta pur sempre un parere personale.
Andrea
Lunedì 1 Maggio 2017, 16.39.50
67
Tappi nelle orecchie?
Jorg
Domenica 2 Aprile 2017, 23.31.29
66
A quando l'aggiornamento della rece? Vedere quel 53 è veramente rivoltante
Jorg
Domenica 2 Aprile 2017, 23.31.27
65
A quando l'aggiornamento della rece? Vedere quel 53 è veramente rivoltante
Jorg
Domenica 2 Aprile 2017, 23.31.26
64
A quando l'aggiornamento della rece? Vedere quel 53 è veramente rivoltante
Fabio
Domenica 13 Novembre 2016, 20.26.58
63
Disco Ottimo voto 90.....53?!?!?....53 lo puoi dare ai Metallica,Iron Maiden,Sonata Arctica,In Flames,Ac/Dc,Opeth,Pain of Salvation......Bands morte da tempo immemore ,anche se alcune di queste,grandi in passato....questi ragazzi invece non hanno mai sbagliato un colpo, e l'ultimo Winter's Gate dimostra lo spessore della loro proposta.....se gli avessi dato un 70 mi sarei meravigliato ma avrei pensato " non gli piace il genere" ....53 invece  e' una presa per i fondelli...lo darei io a tutta la discografia dei Metallica visto che mi fanno schifo e proprio per questo non mi azzarderei a recensirli visto che non sarei obbiettivo....
Jorg
Sabato 5 Novembre 2016, 8.05.43
62
Dopo vari ascolti ho deciso di dare 90. Ora manca solo la recensione dello stupendo one for sorrow
Jorg
Venerdì 4 Novembre 2016, 0.26.37
61
Mi unisco al coro delle persone insoddisfatte dal voto della recensione. Anche secondo me un 75 come minimo ci può stare. Un album molto gradevole da ascoltare. Come gruppo gli Insomnium meritano di più
Matteo
Martedì 25 Ottobre 2016, 14.44.35
60
Band molto più che valida! Aspetto con ansia la recensione del loro nuovo album "winter's gate".
theblackwizard
Venerdì 14 Ottobre 2016, 11.45.56
59
@Daniel adesso aspetto solo di vedere cosa si inventeranno pur di screditare winter's gate
Daniel
Lunedì 10 Ottobre 2016, 3.48.05
58
Sarà banale piatto prevedibile, troppo melodico, confezionato per piacere un po' a tutti, avrà mille difetti (che io non sento) ma non riesce a stufarmi, mi è piaciuto fin dall'inizio e così continua. Altri dischi come quelli degli Alcest, che qui hanno ottime recensioni, dopo averli ascoltati a lungo adesso non so più dove li ho messi e non li cerco nemmeno!
Sentenza
Lunedì 19 Settembre 2016, 0.22.04
57
Non capisco: spesso chi si reinventa viene linciato dai nazifans accaniti... qualsiasi cosa faccia di diverso viene definita merda a prescindere. Finalmente un gruppo non osa farlo e cosa dite? Che sbaglia? E allora ciao! Accontentatevi. Seguo il trend del sito: ciò che vi fa schifo spesso mi piace e viceversa quindi magari mi potrebbe piacere
Sentenza
Lunedì 19 Settembre 2016, 0.22.03
56
Non capisco: spesso chi si reinventa viene linciato dai nazifans accaniti... qualsiasi cosa faccia di diverso viene definita merda a prescindere. Finalmente un gruppo non osa farlo e cosa dite? Che sbaglia? E allora ciao! Accontentatevi. Seguo il trend del sito: ciò che vi fa schifo spesso mi piace e viceversa quindi magari mi potrebbe piacere
Macca
Domenica 4 Settembre 2016, 21.15.02
55
Secondo me 53 proprio non ci sta, almeno un 75 per la qualità della musica proposta. Capolavoro no, in alcuni punti è decisamente derivativo ma ha delle ottime canzoni e dei picchi qualitativi notevoli. Inoltre è tecnicamente molto buono. Bello, lo comprerò.
Er Trucido
Mercoledì 21 Ottobre 2015, 11.03.24
54
Comunque per la cronaca, Renaz è stato uno dei fondatori oltre che responsabile per anni di Metallized, quindi un po' di rispetto verso una persona che ha contribuito alla crescita ed allo sviluppo del sito di cui si usufruisce sarebbe gradito.
Francisarbiter
Mercoledì 21 Ottobre 2015, 10.21.04
53
@Aluba Buongiorno. Si può essere d'accordo o meno con una recensione, ma quel che è sicuro è che non si può né velatamente né apertamente criticare la persona che l'ha scritta. Come ha detto, le recensioni sono veicolate da una sensazione del tutto personale. Il mio collega, come io per questo stesso album, abbiamo scritto riguardo quello che abbiamo sentito come sensazione personale e cercando di essere il più oggettivi possibili. Se lei pensa che sia ridicolo quanto scritto dal mio collega (o da me), le faccio presente quanta poca oggettività traspaia dal suo modo di scrivere e di rivolgersi al pubblico. Perciò, la invito ad abbassare i toni. Se a lei i dischi in questione sono piaciuti, apra un confronto costruttivo e nel caso questa recensione le abbia lasciato dei dubbi, sarò felice di parlarne con lei in qualsiasi momento, a patto che abbassi i suoi toni. Buona giornata!
Aluba
Mercoledì 21 Ottobre 2015, 10.09.11
52
Ah, dimenticavo...la recensione di cui parlavo era relativa a Since the Day It All Came Down e fu scritta da un certo "renaz" (chi e'?)... a rileggerla viene da ridere, o da piangere a seconda di... Ridicolo!
Aluba
Mercoledì 21 Ottobre 2015, 9.32.14
51
Curioso e al tempo stesso sconcertante, quanto positivamente o negativamente un gruppo musicale possa essere recensito... Qualche album fa agli stessi insomnium venivano battezzati piuttosto impietosamente con un 4,5! Per cui non prendiamo come oro colato una recensione, che non e' altro che una sensazione del tutto personale... oltre che per antipatie o simpatie per cosi' dire viscerali che al lettore poco interessano... Comunque buon album.
mardonziak
Giovedì 23 Luglio 2015, 0.00.08
50
a me sta piacendo molto.... anche se però non tanto faccio testo perchè è praticamente il primo album con cui sto conoscendo questa band, ed ancora non conosco le produzioni passate. Unico neo lo riscontro nelle chitarre in cui avverto una forte sensazione di deja-vù che mi riconduce agli ultimi Omnium Gatherum di "beyond" (connazionali e amici di un recentissimo tour passato insieme) ed anche a livello di atmosfere non siamo molto lontani e differenti; però gli INSOMNIUM sembrano dalla loro avere un approccio più pacato & riflessivo. Comunque considerazioni mie (molto relative!) a parte.... spero che a breve possa apprezzare anche la restante discografia passata, perchè alcuni buoni presupposti appaiono già esserci (e poi io.... gli Omnium Gatherum li adoro )
ErnieBowl
Mercoledì 25 Marzo 2015, 11.27.17
49
Ecco che ritorno dopo un po' di tempo a commentare questa recensione... e in parte a contraddirmi. Diciamo che ultimamente do giudizi troppo affrettati e capita spesso di ritornare a commentare dopo un po' di tempo, beh per quanto riguarda quest'album da quanto si evince dai miei commenti passati mi pare chiaro che il voto fosse decisamente positivo. Beh, purtroppo il disco continua a scendere e non so veramente perché... forse a causa della monotonia del sound generale, anche se è risaputo che l'originalità non è il loro forte, ma qui è più accentuata o forse manca di classe... insomma, lo piazzerei come il peggiore della discografia (e questo lo pensavo anche prima) ma forse per considerarlo brutto ce ne vuole ancora. Li ho visti anche in live in un'occasione dove il soundcheck e eventi correlati non gli hanno reso giustizia, peccato. Fermo restando che non ho ancora bene le idee chiare...
Jambo11
Venerdì 1 Agosto 2014, 19.49.03
48
Esatto, concordo. I libri non si giudicano dalla copertina e manco i commenti o quello che volete. D'accordo con chi ha scritto prima di me, questi sono comunque il meglio della scena melodic attuale, tra i più conosciuti e venduti in Finlandia (dove mi pare che la gente se ne intenda). L'album l'ho apprezzato dieci volte di più ascoltandolo ripetutamente e captandone al meglio significato e intensità.
spiderman
Giovedì 31 Luglio 2014, 21.40.39
47
Poeti e poema un par de ciufoli!e saranno belli quelli de du righe,ahah che risare!ognuno si limiti a dire o si faccia li commenti sui,please! Io confermo il mio 90,se non e' un capolavoro poco ci manca,sicuramente tra i dischi papabili dell' anno per me,poi ognuno pensi quello che vuole ma senza scomoda' i commenti altrui.
Manilla
Giovedì 31 Luglio 2014, 8.55.04
46
DRI : Sono poeti del metal , invece di scrivere un commento scrivono un poema , disco carino ma niente di particolare .
d.r.i.
Giovedì 31 Luglio 2014, 7.58.03
45
Gli altri commenti sono lunghi mi limito ad un voto: 75. Più introverso e meno diretto degli altri ma sempre di alto livello!
Jambo11
Giovedì 31 Luglio 2014, 2.08.04
44
Gli Insomnium sono il mio gruppo preferito, ho ascoltato e amato alla stessa maniera ogni loro lavoro, e forse, lo ammetto, in maniera incondizionata. Quando mi sono ritrovato al primo ascolto di "Shadows of the Dying Sun" avevo quasi paura di un tonfo colossale, ma forse sono uomo di poca fede dato le perle che hanno sempre saputo sfornare, in ogni caso mi sono ricreduto, anche se non interamente. E' chiaro che un'identità e uno stile cedono col passare dei tempi. E questa band, forse anche per emergere (come merita) e stare al passo, era chiamata ad un salto che, forse per i più tradizionalisti, non è necessariamente definibile 'di qualità'. Brevemente, si sente, seppur minima, una leggera involuzione da due album a questa parte: si va verso altre strade, per poi tentare il dietro front in alcuni pezzi (guarda caso quelli più conformi alla 'old school' sono scritti da Niilo), ma non con la stessa impronta di un tempo. A modo mio, ho comunque amato questo 'piccolo' capolavoro, che resta comunque inferiore a diamanti come 'In The Halls of Awaiting' e quello che al meglio ha sintetizzato il 'moderno' col 'nuovo' ossia "Above the Weeping World". Sulla recensione, che nel complesso approverei, chiedo solo di rimettere in discussione alcune tracce centrali del disco, apparentemente riempitive: "The River" è forse il pezzo strutturalmente più vario e completo, solo per fare un esempio. A sostenere la critica invece, dico che l'album in sè ha bisogno di essere ascoltato più e più volte, per coglierne l'intensità, che è sempre presente e forse è la cosa che più ho amato tra le peculiarità degli Insomnium. Totalmente d'accordo invece sulle clean vocals. Palesemente filtrate (basta fare un confronto con quelle di "One For Sorrow") e brutte. Del resto Ville non è il massimo nemmeno nei live, lo limiterei al lavoro di composizione. AH! Dimenticavo, grande nota positiva la new entry Vanhala: ingresso non facile, ma componente perfetto per la band, il suo influsso non ha snaturato per niente il sound, ma il bello lo vedremo a partire dai prossimi lavori, quando il feeling aumenterà e permetterà anche di sperimentare, senza esagerare si intende.. anche io sono un tradizionalista della old school, ma non disdegno la new wave se inserita bene nel contesto, perciò sì, mi piacerebbe che tornassimo a sentire qualcosa di più simile ai loro primi tre album, fermo restando che sono soddisfatto dell'intera discografia!
Alex
Giovedì 24 Luglio 2014, 18.02.27
43
Mah la recensione è scritta ottimamente e la rispetto ma non sono d'accordo. Semplicemente perchè gli Insomnium, con questi due ultimi album hanno trovato il proprio stile, l'unicità. Ora ascolto i loro pezzi e sono in grado di riconoscerli subito. Per non parlare del fatto che compongono e scrivono musica comecpochi sanno fare.
Dan8
Sabato 21 Giugno 2014, 23.05.27
42
Rispetto il giudizio del recensore ma non mi trovo d'accordo. Questo è stato il primo album che ho sentito di questo gruppo e nel giro di una settimana li ho sentiti tutti proprio perché mi sono innamorato di quest'album. Ed è proprio sentendo tutti gli album posso dire, dopo attenti ascolti, che questo è un ottimo album. Ho preferito in modo particolare il fatto che in questo sia molto più presente una radice "melodic" a discapito di quella "death" presente nei primi album che non ho apprezzato particolarmente. Le prime due canzoni e le ultime quattro sono meravigliose, non ho altre parole per descrivere. Ottimi i testi, le melodie, la produzione. Un ottimo album e collegandomi a qualche altro commento, in un album cerco empatia non una capacità di rinnovarsi o rivoluzionarsi e questo emotivamente mi ha coinvolto tantissimo. 80, rispettando comunque l'opinione della critica, del resto ognuno ha i suoi gusti!
Since the cloud...
Sabato 24 Maggio 2014, 12.45.39
41
Letto tutto sia pareri che recensione. rispetto in primis ma è stato anteposto il volere soggettivo, proporzionato alle esperienze personali basate sui dischi precedenti, rispetto ad un valore oggettivo dell'opera in quanto tale. Il recensore nel suo essere deve mantenere un'obbiettività che in questo caso è andata svanendo. può capitare ma la recensione risulta poco credibile se ricollocata al disco in questione, lo si evince anche dai commenti di molteplici utenti. In questo caso si può utilizzare il detto: l'eccezione conferma la regola. parere personale un 75 più che necessario oltre che meritato.
Capitan Metal
Sabato 24 Maggio 2014, 11.39.45
40
Massimo rispetto per questo ragazzo e per la sua recensione che è ben scritta e ben argomentata, devo però dire di non essere per nulla d'accordo con la sua valutazione finale. Senza scendere nei dettagli, che sono stati ampiamente discussi nei precedenti commenti, la mia personalissima opinione è che questo è un'ottimo album di un gruppo fin troppo sottovalutato e che almeno per il sottoscritto rappresenta una piccola boccata d'aria in un genere in caduta libera come il metal, affossato com'è da gruppi inutili e sopravvalutati con la frontgirl gnocca di turno o che non fanno altro che infarcire le loro opere di inutili orpelli e orchestrazioni per coprire la pochezza che li contraddistingue. Ovviamente IMHO e nel rispetto dei gusti e delle opinioni di tutti che son sacri e insindacabili.
Franco73
Giovedì 22 Maggio 2014, 19.48.55
39
Bello, emozionante, evocativo. Nulla di nuovo ed innovativo.......e chi se ne importa ! 53 voto giustissimo (se ci aggiungiamo 30).
Kuru
Giovedì 22 Maggio 2014, 18.17.37
38
Ma assolutamente no, non potrei esser meno d'accordo Il disco scorre, esalta ed è poetico e vario quanto poca roba da loro prodotta. Per me anzi è probabilmente una delle loro migliori manifestazioni. Insufficienza completamente immeritata Pezzi come Collapsing Word, Black Heart Rebellion ed Ephemeral valgono l'acquisto del disco. E io il melodic death metal deve assumerlo con il contagocce perché il resto mi annoia in 20 secondi come il 90% del metal. Io negli Insomnium ci ho sempre visto questa vena un po' doom e intima, che non si limita a sfornare un riff carino e orecchiabile, ma sviluppa, intreccia e mescola suoni e melodie in maniera personale. Perché il più grande pregio di questa band è che il loro sound è immediatamente distinguibile e Shadows of The Dying Sun non è un eccezione.
freedom
Giovedì 22 Maggio 2014, 0.27.26
37
Non amo il genere e non sono un loro fan, ma secondo me almeno la sufficienza la meritava. Non vedo capolavori però sinceramente...
spiderman
Mercoledì 21 Maggio 2014, 23.43.39
36
A me l'album e' piaciuto tanto,e forse saro' eretico,ma per i miei gusti personali loro insieme ai Be' Lakor,Omnium Gatherum,e possibilmente anche i Kalma sono le band death della nuova era."SOTDS" per me e' un album stellare,per quanto riguarda le canzoni,quasi tutte spiccano.The Primeval Dark e' ottima per aprire il disco,di breve durata ma che si sviluppa lentamente crescendo poco a poco,per incorporare suoni e voci congiunti a un riff molto melodico che genera molta atmosfera,che serve da ponte(come fosse una canzone sdoppiata),poi per introdurre While We Sleep,che per la bellezza non riesco a farmi uscire dalla mia testa per quanto mi ha preso,con le sue voci soavi e il bel riff prima della voce di Niilo e' qualcosa di spettacolare,con i suoi cambi e variazioni,batteria echitarra quasi jazz tornano a elevare L'apice di intensita' nell' ultimo minuto e mezzo,fanno di questa canzone una prova magistrale.Bella anche The River,un esperimento interessante che attacca con forza all'inizio per poi cadere in un insolito ritmo e in una mutevole maconvincente melodia.Degne di nota anche Revelation bella e classica canzone melodeath,dove il "melo",supera il "death",mescolando voci e cambi di ritmo,fortemente espressiva di sentimenti e sensazioni di rabbia e dolore allo stesso tempo.Da incorniciare Black heart Rebellion dove le due chitarre si sfidano a duello creando davvero uno scenario epico.Chiude la magnifica e suggestiva Titletrack,che non poteva avere intro migliore con la frase"we are nothing more than shadows,ligh scatter of the dying sun",e' dunque un altro tema drammatico e struggente che tende verso il lato sperimentale,ma che poi si erge in grandezza,esplodendo in un magnifico mix di forza e rabbia.Album veramente convincente che si gusta e si fa apprezzare in toto,tranne qualche comprensibile sbavatura.Bravi Insominium,avete dimostrato la vostra classe indiscutibile.Voto 90.
EdoHard
Mercoledì 21 Maggio 2014, 22.39.40
35
io vorrei capire chi caspita è sto @Marquis de fremont...un pò parla di vini ora pare di titoli nobiliari...mah...personaggio irritante con quei francesismi ma curioso e sicuramente non scontato...peccato che a me non risponda mai...
ErnieBowl
Mercoledì 21 Maggio 2014, 21.17.14
34
In sostanza, Marquis, ti potevi risparmiare il "questo qua, da dove è uscito" per il resto potevi pensare qualsiasi cosa di sto disco. Non se l'è presa per l'opinione discorde ma, giustamente, per come l'ha giudicato.
CrimsonDart
Mercoledì 21 Maggio 2014, 20.08.09
33
@wild wolf è che parlare in inglese fa figo
Wild Wolf
Mercoledì 21 Maggio 2014, 16.41.33
32
Non è che voglio stare qui a mettere i puntini sulle i, anche perché la discussione mi pare bella lanciata, ma....sto cavolo di "self-minded" da dove esce fuori? narrow-minded, small minded, self-centered sono parole inglesi. La prima non mi pare esista, e nessun dizionario inglese serio la riporta (al più, quando raramente esce su inet, ha il significato di "egoista" o "uno che pensa solo a sé stesso"). Scusate per l'intrusione.
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 21 Maggio 2014, 15.28.50
31
Lei è Francesco Fambrini e Francisarbiter è il suo nick. Io ho 15 nomi e Le Mqrquis(e) de Fremont NON è il mio nick ma il mio titolo (o nome più usato). Lei che è un fan degli Insomnium e "In the Halls of Awaiting" e "Above the Weeping World" come suoi preferiti, lo ha ripetuto su ogni commento (tranne quelli rivolti a me) in modo pedissequo. Poi ho chiarito: giudico il disco Shadows of the Dying Sun non la carriera o l'evoluzione degli Insomnium. Noto spesso questo tipo di commenti: non si sono evoluti, si ripetono, siamo sugli stessi standard. Ma il disco è bello o non è bello? Ha delle ottime canzoni?. Per me, questo degli Insomnium si. I Sonata Arctica dell'ultimo Pariah's Child no (o solo alcune). Io ho solo scritto il MIO commento e citato una recensione con la mia stessa opinione. Lei se l'è presa, sorry e questo mi fa pensare che sia self-minded (chiuso mentalmente). E noblesse oblige dice di non esporsi (pour moi). Au revoir.
Francisarbiter
Mercoledì 21 Maggio 2014, 13.23.33
30
Citoyen*
Francisarbiter
Mercoledì 21 Maggio 2014, 13.16.14
29
Si è permalosi quando, pubblicamente com'è avvenuto, si manca di rispetto alle persone. Non ha sicuramente ricordi lontani di me, dal momento che è nemmeno un anno che svolgo quest'attività ma, sicuramente, ciò comunque non le dà il diritto di controbattere a una mia opinione sminuendo la mia persona. Come avrà avuto modo di vedere, a chiunque avesse mosso dubbi o preoccupazioni in merito alla recensione, ho risposto cortesemente e con educazione proprio perché gradisco che si commenti a una posizione che ho preso e, soprattutto, perché intendo difendere la mia posizione, spiegarla e far sì che venga compresa, in modo da non lasciar dubbi e, così, facendo, rendendola accettabile anche per chi non è d'accordo. Questo fa una persona che si espone e che si prende la responsabilità delle sue idee. Il fatto che abbia risposto "pedissequamente"... mi scusi e mi permetta la parentesi: l'avverbio è usato in maniera incorretta dal momento che, derivando dall'unione delle parole latine 'pedis' e 'sequi', rispettivamente 'piede' e 'seguire', esso indica qualcuno che esegue qualcosa senza apportare modifiche, come sottoposto a una sudditanza psicologica, ripetendo e/o seguendo azioni altrui (non a caso l'avverbio inglese corrispondente è 'slavish'...). Confido che Lei non volesse dire questo, ma semplicemente notare che a questa recensione ho risposto CONTINUAMENTE, in maniera continua, o FREQUENTEMENTE, con frequenza. Lo so, non sono altrettanto altisonanti, ma tuttavia sono corretti. Io ho giudicato secondo la mia convinzione questo disco, lei secondo la sua. Ribadisco, ancora, il suo diverso modo di giudicare non Le permette di esprimersi in questi termini verso la mia persona, soprattutto dal momento che ho dimostrato di non essere 'self minded'. Dal momento che lei si firma con un nickname francese, devo dedurre che, oltre al latino, non conosca bene l'inglese perché quel termine indica, appunto, una persona egoista, chiusa mentalmente e di strette vedute. Quindi, come vede, io mi sono esposto, mi sono preso la responsabilità del voto e delle mie idee, le ho spiegate e queste sono state accettate. Vorrei, inoltre, farle notare che "noblesse oblige" sottointende che con ricchezza e potere, giungono anche le responsabilità. Quindi, avrebbe fatto più bella figura a scrivere delle scuse, piuttosto che giustificazioni. Inoltre, dal momento che lei si firma come 'Marchese di Fremont', la invito a chiamarmi citoyan Maximilien de Robespierre.
Le Marquis de Fremont
Mercoledì 21 Maggio 2014, 12.39.14
28
Well, well, well, Monsieur Francisarbiter è moooolto permaloso ma ha ragione su un punto: non ho controllato la sua biografia, prima di commentare. Ma di dani66 sono anni che leggo le recensioni, mentre di lei non ho ricordi così lontani. Ho visto che ha recensito anche Hypocrisy e Amorphis che mi saranno sfuggiti. Sorry ma non leggo proprio tutto. Ho inoltre notato che nelle altre recensioni, non risponde pedissequamente ai commenti come in questa, segno che si è accorto di averla fatta "fuori dal vaso". In realtà qui stiamo parlando e valutando un album, non una carriera o un motus in evoluzione. Se premo play e il disco mi piace, mi emoziona, non ha filler, dal suo punto di vista, me lo gusto o vado subito a vedere se si sono evoluti o disevoluti o sperimentano o cos'altro? Ecco una spiegazione (un petit easy, si intende) di self-minded. Un auto (self) modo di giudicare. Tutti "dovrebbero", "potrebbero" ma di solito io valuto le cose per come sono. Qui, il disco è, per me, come l'ho descritto con i miei aggettivi. Infine, je m'excuse ma non lascio indirizzi mail (noblesse oblige) e non faccio il correttore di bozze. Commento. E se non gradisce, non si esponga. Au revoir.
EdoHard
Martedì 20 Maggio 2014, 22.15.42
27
@le marquis di sta minchia...hai rotto con quell'aria da pseudo intellettuale...e quando sminuisci una persona,in questo caso il recensore abbi almeno l'onestà di controllare un eventuale risposta e sopratutto a tua volta di rispondere..."recensore conosciutissimo" quindi? anche gigi D'alessio è conosciutissimo...detto questo per ora non i pronuncio sul disco che ho ascoltato un paio di volte...
Lontano
Martedì 20 Maggio 2014, 20.14.48
26
Continuo ad ascoltarlo e "cresce" ad ogni ascolto. Penso siamo tutti d'accordo nel dire che quest'album non aggiunge niente di niente al panorama melodic death, però caxxo se "prende" bene!
Francisarbiter
Martedì 20 Maggio 2014, 19.21.14
25
@Mickelozzo Ciao ! Premetto, io personalmente non ce l'ho con loro, anzi sono un loro grandissimo fan. Li seguo fin dai primi album e, anzi, ho sempre ritenuto che fossero leggermente sottovalutati. Il loro debutto, "In the Halls of Awaiting" e, soprattutto, "Above the Weeping World" sono dischi che ho divorato in maniera quasi febbrile. Come ho già avuto modo di dire, la mia non è una stroncatura al disco, quanto piuttosto alla filosofia che l'ha composto: ovvero, ribadisco, l'incapacità del gruppo di sapersi reinventare. Il gruppo, sempre secondo il mio spassionato parere, beninteso, in oltre un ventennio non ha mai veramente provato a cambiare pur avendone le qualità dal momento che i testi, le atmosfere ed ogni cosa che caratterizza gli Insomnium, è quasi un unicum nel panorama. Sostengo, anzi, che il disco in sé sia ottimo, solo che arriva, forse, con circa 5 anni di ritardo. Sarebbe stato perfetto, insomma, come summa di chiusura dopo "Above the Weeping World". Invece, da qual momento, il gruppo finlandese, per me, non ha fatto altro che continuare a ripetersi all'infinito in situazioni e tematiche già affrontate e studiate, ma soprattutto in questa direzione ha pubblicato altri due album, "Across the Dark" e "One for Sorrow". Il 53 è dovuto soprattutto a questo. Se hai altri dubbi o vuoi altre delucidazioni, non esitare a chiedere !
Mickelozzo
Martedì 20 Maggio 2014, 18.26.02
24
ma dopo varii riascolti, a proposito delle singole composizioni ... errata corrige, sorry
Mickelozzo
Martedì 20 Maggio 2014, 18.24.52
23
E arriviamo a Shadows of the Dying Sun: già il titolo era da latte alle ginocchia, la copertina agghiacciante, il festival del già visto, banale da morire. "Il disco, insomma, è il riflesso del lavoro compiuto in quindici anni di carriera musicale e rivela l’incapacità del gruppo di saper reinventare se stessi e un genere che ha già esaurito la sua vena da molto tempo." quasi ineccepibile, creatività e innovazione ce ne sono pochine, ma dopo varii a proposito delle singole composizioni non ne trovo una mediocre. Quanto conta l'originalità? Non poco, secondo me. Eppure gli Insomnium, pur muovendosi entro coordinate musicali conosciutissime, raramente riescono a stancare, sarà che sono tremedamente "catchy", sarà che comunque il loro sound un minimo di particolarità lo sta acquistando, sarà che la qualità compositiva di ogni canzone è ben superiore alla media e che, nuovamente, ognuna ha una sua personalità ben definita... Insomma, risaputo ma bello o bello ma risaputo? Per me, risaputo ma bello. 53, proprio no. Anche volendo considerare la poca o nulla originalità un peccato grava, almento un 70ino poteva pure starci, dai. Poi oh, de gustibus. Voto: 85 (sbulacco abbestia).
Mickelozzo
Martedì 20 Maggio 2014, 18.06.02
22
53??? ma no, dai! Ce l'avete con loro, poveri :,( Ora, gli album precedenti li avete massacrati, e vabbé, il debito di originalità con i Dark Tranquillity era innegabile e pesantissimo. Come gruppo non mi è mai piaciuto granché... fino a One For Sorrow. Derivativo? Ok, ammettiamolo. Diceva qualcosa di nuovo nell'asfittico e supersaturo panorama melodeath? Ma assolutamente no, siamo tutti d'accordo. Però, pur non reinventando assolutamente nulla, avevano confezionato un album con SOLO belle canzoni, atmosfera tetra, malinconica (un po' un tanto al chilo ma chissene) ben suonate, dotate ognuna di proprie peculiarità, che ti si stampavano subito in testa e non stancavano neppure dopo lunghi riascolti. Non saranno i padri fondatori del genere, tutt'al più onesti gregari, ma su queste stesse pagine ho visto trattare con magigor indulgenza altri gruppi che si inserivano tranquillamente nella scia di un genere e facevano uscire prodotit belli ma risaputi, - oppure risaputi ma belli, fate un po' voi. Ecco, dov'è la recensione di One For Sorrow? Mi farebbe piacere che lo recuperaste, giusto per aver eun parere.
ErnieBowl
Martedì 20 Maggio 2014, 13.29.48
21
A parte che se altre webzine danno voti alti non significa che debba essere un album eccellente per forza e a parte che l'oggettività non esiste nell'arte, ognuno ha le proprie opinioni, c'è chi pensa come in questo caso che percorrere la stessa strada intrapresa senza nemmeno cambiare corsia sia una cosa indegna per una band di questo calibro e chi invece guarda più al lato prettamente tecnico aldilà dello stile e del cambiamento. A me ad esempio del lato tecnico non frega nulla perché sono dell'idea che arrangiamenti, produzione e preparazione tecnica non sono niente in confronto all'attitudine. Per questo motivo per me 'sto disco merita la sufficienza ma non mi accanisco contro il recensore se quest'ultimo da più importanza ad altri fattori come ha già riportato decine di volte nei commenti. Non mi riferisco a te HyperX visto che oltre a incontrarci in certi punti, sei stato anche gentile.
Francisarbiter
Martedì 20 Maggio 2014, 10.47.21
20
@HyperX Ti ringrazio per il suggerimento, molto valido, riguardo la votazione. Alle volte, effettivamente, diventa difficile dare un voto proprio per le ragioni da te elencate. Cercherò, prossimamente, di tenere bene in mente il tuo suggerimento.
HyperX
Martedì 20 Maggio 2014, 10.43.53
19
@Francisarbiter Grazie Francesco per la risposta, esaustiva e cortese. Alla fine ognuno si scontra con le proprie aspettative, sia nella vita che più semplicemente ascoltando un disco metal. Capisco quindi il tuo punto di vista. La mia aspettativa era relativamente bassa per questo album: ascoltare del buon death melodico, di classe, suonato bene e prodotto alla grande. E sono rimasto piuttosto soddisfatto. L'unica cosa che mi sentirei di suggerire a Metallized è di suddividere il voto in categorie (es: produzione, melodia, originalità, testi, longevità...) con alla fine una bella e semplice media matematica. Sarà un po' retro, ma almeno si darà un po' di giustizia ad un disco magari non originale e sotto le aspettative, ma comunque suonato con classe e perizia. Questo perché troppe volte ho visto disparità di voto allucinanti tra prodotti oggettivamente comparabili per qualità. E' vero che non si dovrebbe guardare solo quello stupido numero in basso ma, che ci volete fare, per molti di noi può fare la differenza nel decidere se dare una possibilità ad una band o passare oltre. In alcuni casi, con sommo peccato. Grazie ancora, alla prossima.
Francisarbiter
Martedì 20 Maggio 2014, 10.15.46
18
@Hyper X Buongiorno ! Come ho già avuto modo di dire, la mia non è assolutamente una stroncatura al disco, quanto piuttosto a una filosofia che il gruppo sembra aver fatta propria e dalla quale, a mio avviso, non riesce ancora a liberarsi. La preparazione tecnica, gli arrangiamenti, la produzione sono come al solito eccellenti e degni dei migliori Insomnium. Come ho già avuto modo di dire, sono un loro fan da lunga data, li ho seguiti fin dagli esordi e dai primi album. La bellezza, a mio avviso, insita nella creatura Insomnium, è l'unione stupenda tra i testi e la musica, un'unione forte e, soprattutto, unica nel panorama metal. "In the Halls of Awaiting", "Above the Weeping World" sono, a mio avviso, capolavori indiscussi e, purtroppo, oltremodo sottovalutati. Tuttavia, sono dell'idea che un gruppo che ha dimostrato un così grande spirito, capace di scrivere e produrre tali melodie e di unirle a così profondi e stupendi testi, che abbia, dunque, dalla sua un Genio ispiratore così forte, non possa rimanere arenato sul proprio passato. Io, sinceramente, non credo che un gruppo del genere si debba porre dei limiti di genere e/o stile. L'evoluzione che mi aspettavo io, era volta a rinnovare un genere e un modo di suonare proprio della band che, a mio parere, sta scadendo nello specchiamento e, purtroppo, sempre più nell'anonimato, un'evoluzione volta ad ampliare la loro visione, di rendersi meno prevedibili e di sfruttare al meglio il Genio ispiratore di cui sopra. Il valore oggettivo del disco, ancora, stona con l'oggettiva riproposizione di temi e atmosfere già lungamente frequentati e dissezionati dalla band. Insomma, sarebbe di per sé oltre modo sufficiente se fosse stato il seguito di "Above the Weeping World", come summa a chiusa di un ciclo. Sono più che disponibile, nel caso fosse ancora poco chiaro il mio punto di vista, a spiegarmi meglio
HyperX
Martedì 20 Maggio 2014, 9.58.13
17
Questa recensione mi lascia perplesso. Non serve ascoltare il disco più di due volte per capirne il valore oggettivamente ben al di sopra della sufficienza per preparazione tecnica, arrangiamenti, produzione e, ovviamente, per i pezzi, tutti caratterizzati da potenza e melodia come ogni disco di death melodico degno di questo nome. Vorrei chiedere al recensore che tipo di evoluzione si aspettava da questa band, tenendo bene in considerazione il genere a cui si riferiscono. Per curiosità: ho cercato nel web in lungo e in largo, in Italia e fuori, e tra un paio di dozzine di review non sono riuscito a trovare una sola stroncatura e meno di 7 non si trova. Sono più che perplesso.
Francisarbiter
Martedì 20 Maggio 2014, 1.28.41
16
@La Marquis de Fremont Mi è stato insegnato, fin da piccolo, a rispettare le opinioni di tutti e, qualora queste siano diverse dalle mie, che è più costruttivo intavolare una discussione, cercare di capire l'uno le posizioni dell'altro, anziché scagliarsi come belve inferocite su un commento. La mia educazione non si nasconde dietro belle parole, cosa che invece, a Lei, sembra riuscire bene. Quindi, prima di dire "mentre questo qui, chissà da dove arriva...", Le chiedo se almeno sa che persona sono, se è capace di mettersi al mio livello e, soprattutto, se può vantare le mie stesse credenziali. Monsieur Francisarbiter, in poche parole, di cosa è colpelvole ? Definisca meglio self-minded. Forse, nella mia educazione, cercando di definire e spiegare al meglio le convinzioni che mi hanno portato a dare questo voto agli altri lettori, ho accusato qualcuno di essere un cerebroleso ? Credo di aver dato spiegazioni che si sono dimostrate esaustive per più persone e che, alla fine, hanno soddisfatto anche chi era in disaccordo con me. Però, magari, avere un'idea e cercare di spiegarla, per Lei è sinonimo di chiusura mentale. Se è così, i due ragazzi con cui ho intrattenuto la discussione nei commenti, si sono dimostrati ugualmente chiusi, non Le pare ? Sono il primo a dire che la musica deve regalare emozioni e sono contento di che a Lei il disco sia piaciuto, che lo consideri "emozionante, grandioso, evocativo, intenso". Tuttavia, credo che Lei abbia sbagliato il modo di approcciarsi oltre che a me, anche agli altri lettori. In conclusione, spero che mi vorrà lasciare il suo indirizzo email, così, la prossima recensione che dovrò fare, avrò modo di contattarla e fargliela controllare e revisionare, in mdoo da evitare che "questo qui, che chissà da dove arriva..." possa uscire dalla sua visione con i paraocchi e imparare a scrivere finalmente un pezzo decente, come Monsieur Le Marquis de Fremont richiede
Le Marquis de Fremont
Lunedì 19 Maggio 2014, 21.20.48
15
"...completando così un brano-capolavoro che si proietta in alto verso lo zenith, al di là dei generi e dei sotto-generi metal, rappresentando in tal modo una delle cime maestose di “Shadows Of The Dying Sun”. Che, volendo essere glacialmente obiettivi, di questi picchi ne è pieno, a mo’ di catena montuosa himalayana. Anzi, si potrebbe azzardare il concetto che siano tutte sullo stesso grandissimo livello, le dieci tappe del meraviglioso viaggio degli Insomnium". Così commenta un altro sito e un altro recensore (conosciutissimo mentre questo qui, chissà da dove arriva...). In fondo, come qualcuno ha già citato, la musica regala emozioni e non si preoccupa se un gruppo deve "saper reinventare se stessi e un genere che ha già esaurito la sua vena da molto tempo". Chi se ne importa? Cosa devono reinventare? Devono fare musica brutta per fare "dell'altro"?. Questo disco è emozionante, grandioso, evocativo, intenso. Per me (e per altri, noto) un quasi capolavoro. Tra i tre migliori dell'anno, of course. Sorry pour Monsieur Francisarbiter che, si vede dalle risposte, è educato, ma troppo self minded. Au revoir.
MorphineChild
Lunedì 19 Maggio 2014, 15.27.59
14
mi sono bastate le prime 3 canzoni, per cui al disco regalerò tre aggettivi: piatto, noioso, dimenticabile
inflames69
Lunedì 19 Maggio 2014, 12.18.02
13
Francisarbiter Adesso credo mi sia chiaro il motivo per cui il mio giudizio risulta quasi diametralmente opposto al tuo. Personalmente quando mi approccio all'ascolto di un nuovo CD non do particolare valenza agli aspetti da te sotto ben evidenziati.Quello che mi interessa sono le vibrazioni , le emozioni , le sensazioni che i suoni riescono a trasmettermi , ed onestamente reputo che questo disco degli INSOMNUIM sia assolutamente ricco di musica di ottima qualità sia a livello emozionale che sotto l'aspetto tecnico-compositivo. Concordo con te sul fatto che sia presente una certa "ripetitivita" di fondo ormai insita nelle loro ultime fatiche discografiche, e che di certo questo CD non inventa niente di nuovo, ma reputo che ciò non inficia affatto il valore della musica prodotta che resta di livello ampiamente superiore a quanto offerto da molte altre band che non sono in grado non solo di reinventarsi, ma nemmeno di riciclarsi!!!. E' un piacere discutere con te .Ciao
Francisarbiter
Lunedì 19 Maggio 2014, 11.50.38
12
@inflames69 Il voto in calce è frutto proprio di questa mia argomentata recensione. Il disco non è del tutto stroncato, non è una insufficenza senza appello. Tuttavia, non posso esimermi dal notare che gli Insomnium non riescono a reinventarsi, a creare qualcosa di nuovo e che non sia già stato da loro fatto in precedenza. "Shadows of the Dying Sun" non è assolutamente un pessimo disco, ma è un disco che loro hanno già fatto, specchio di una carriera che non riesce a mutare e a spostarsi da quegli stessi binari che stanno calcando ormai da un ventennio. Io, ripeto, ho grande fiducia nelle capacità del gruppo che, secondo me, magari esagerando, sono uniche nel panorama metal. Forse è proprio questa mia convinzione che mi spinge ad aspettarmi di più da un gruppo che so che può dare di più. Nel caso volessi discuterne, sono disponibile
inflames69
Lunedì 19 Maggio 2014, 11.45.02
11
Come sempre premetto che è solo il mio personalissimo parere,ma trovo il voto in calce a questa ottima ed argomentata recensione non congruo alla qualitá compositiva che il gruppo dimostra.Non riesco veramente a capacitarmi di come un disco del genere possa essere quasi del tutto stroncato allontanando magari tanti potenziali ascoltatori. Per quel che puo valere il mio umile giudizio questo Cd ha pochi rivali nel genere di riferimento ed in generale se proprio devo dare in voto NON può scendere sotto 80.Ascoltatelo e giudicate voi.Saluti
Blakcout
Lunedì 19 Maggio 2014, 6.11.27
10
Quoto il primo commento di Kenos e la recensione. I primi due non erano male, specialmente il primo, ma anche quelli non mi facevano impazzire veramente.
ObeYM86
Lunedì 19 Maggio 2014, 0.50.17
9
Recensione ingenerosa
Francisarbiter
Domenica 18 Maggio 2014, 18.29.53
8
Sempre pronto e disponibile
ErnieBowl
Domenica 18 Maggio 2014, 18.26.20
7
Ora ho ben chiaro il tuo punto di vista generale che forse non sono riuscito a percepire dalla prima parte della recensione. Punto di vista condivisibile ma che purtroppo mi vede in disaccordo se non per l'ultima frase del tuo ultimo commento che però non rispecchia questo caso: secondo me gli Insomnium non hanno sbagliato un disco ma non hanno nemmeno fatto capolavori, un po' la stessa opinione che ho di band come Devildriver e Anaal Nathrakh. Beh, a ognuno le sue, io ascolterò per la maggiore gli ultimi 3 album e tu i primi 3. :lol: A parte gli scherzi o li ho scoperti recentemente, nonostante abbia ascoltato tutta la discografia diverse volte, quindi capisco che per uno che li segue dagli esordi è un po' una delusione sentire gli stessi album, cosa che mi è venuta in mente solo adesso e che forse giustifica le insufficienze di molte recensioni. Vabbé, come detto prima abbiamo opinioni diverse ma mi è piaciuto discutere.
Francisarbiter
Domenica 18 Maggio 2014, 18.06.27
6
Un po' di difetti, secondo il mio modesto parere, sono presenti anche negli altri album. In ogni caso, a "In the Halls of Awaiting" darei un 80 pieno. Il disco è un ottimo debutto, con canzoni veramente stupende come "Dying Chant", "Medeia" e "The Elder", oltre al capolavoro "In the Halls of Awaiting". "Since the Day It All Came Down", in tutta onestà, non mi ha mai fatto veramente impazzire, ma è un album onesto e credo che meriti una piena sufficienza, un 65-70. Ha ottime canzoni, come "Daughter of the Moon", "Bereavment", "Disengagement" e "Song of the Forlorn Son", ma anche un po' troppe pause. "Above the Weeping World" è, a mio avviso, il punto massimo: 85. Le canzoni dell'album constano dei migliori testi ("Mortal Share" è uno stupendo inno epicureo) e, soprattutto, di una grandissima coesione tra questi e la musica. "Across the Dark" e "One For Sorrow", invece, mi sembrano, come questo "Shadows of the Dying Sun", un deciso passo indietro. Quindi direi: 60 per "Across the Dark", 55 per "One For Sorrow" e, appunto, 53 per "Shadows of the Dying Sun". Essere un fan di un gruppo, secondo me, è inscindibile dal giudicare oggettivamente lo stesso. Non ho mai sopportato chi adora il proprio gruppo e lo giudica infallibile, perché è proprio nella fallibilità di un determinato musicista o di un determinato genere che si può comprendere come meglio svolgerlo o cosa aspettarsi per un suo mutamento
ErnieBowl
Domenica 18 Maggio 2014, 17.48.20
5
Secondo me ci stanno provando senza perdere il loro marchio di fabbrica che resta sempre ben evidente sulle loro opere. Lo dico perché qualcosa è cambiato da One For Sorrow, lo sento, però pur provandoci non ci riescono e a me va bene così perché questo disco mi è piaciuto tantissimo, sperando che duri nel tempo e tu sicuramente come recensore l'avrai ascoltato più di me. Tra l'altro non nego di poter cambiare idea visto che nessuno è statico nelle loro opinioni. Inoltre mi piacerebbe sapere, per curiosità, che voti daresti agli altri album, perché ora che dici di essere un loro grandissimo fan non capisco se lo sei riconoscendo i loro difetti in tutti gli album o solamente in questo ultimo lavoro.
Francisarbiter
Domenica 18 Maggio 2014, 17.36.22
4
Ciao ErnieBowl ! Io sono un grandissimo loro fan, fin dai tempi di "In the Halls of Awaiting". Essenzialmente, la penso come te, che siano molto sottovalutati. Gli Insomnium hanno dalla loro una classe unica nel genere e sinceramente, non li ho mai visti come cloni dei Dark Tranquillity. Tuttavia, è proprio la grande opinione che ho di loro, unito ad un amore viscerale per i loro testi (tra l'altro, sono uno studente di letteratura, quindi potrei anche tediarti lungamente su inflessioni metriche, metafore ecc. ecc. xD) e, soprattutto, per il modo in cui hanno unito questi testi alla musica, che mi fa un po' storcere la bocca di fronte alla loro maturazione artistica. Non so, forse sono troppo pretenzioso, ma alle volte mi sembra, appunto, come nella metafora di inizio recensione, che loro si stiano limitando a specchiarsi, senza cercare una vera e propria evoluzione artistica. Secondo me, ribadisco, hanno un grandissimo potenziale e, in dischi come "In the Halls of Awaiting" e "Above the Weeping World", lo hanno dimostrato. Tuttavia, mi sembra che debbano ancora fare il passo decisivo in avanti. Sono disponibile, se tu volessi, ad approfondire l'argomento ! Francesco.
ErnieBowl
Domenica 18 Maggio 2014, 16.36.26
3
L'ennesima bocciatura immeritata di una band incompresa e sottovalutata fin troppo. "rivela l’incapacità del gruppo di saper reinventare se stessi e un genere che ha già esaurito la sua vena da molto tempo"; Sarò superficiale e malinformato ma io la somiglianza non la sento troppo e inoltre faccio notare quanto il loro percorso artistico si sia evoluto piano piano a partire da Since The Day It All Came Down, cloni dei Dark Tranquillity, insieme ai due successivi che non fanno altro che sottolineare ciò che è stato detto sopra, fino a One For Sorrow nel quale si nota già almeno la voglia di provare a reinventarsi e a quest'ultima opera che per quanto mi riguarda, cloni o non cloni, riesce a farmi emozionare come pochi. Il tutto con classe che pochi riescono a notare perché troppo concentrati a cosa stiano copiando piuttosto che pensare a cosa stiano facendo secondo me. Purtroppo è una band che potrà fare l'impossibile ma verrà sempre accantonata per i soliti motivi che per quanto mi riguarda lasciano il tempo che trovano come con le migliaia di band che fanno la stessa cosa ma vengono comunque apprezzati. Non sto accusando nessuno eh, questa è solo la mia personale opinione. Detto questo la recensione mi è piaciuta, accurata nei minimi dettagli ma purtroppo siamo su due binari diversi.
Lontano
Domenica 18 Maggio 2014, 14.20.10
2
Ascoltato ieri quasi tutta la giornata initerrottamente. Non è un capolavoro e su questo, penso, siamo tutti d'accordo; però merita una larga sufficienza, per da 70
Kenos
Domenica 18 Maggio 2014, 13.34.11
1
Questi fanno lo stesso disco (con gli stessi titoli e le stesse copertine) da una decina d'anni. Bravini(ini-ini-ini) eh, ma già dopo tre canzoni mi vengono due palle così...
INFORMAZIONI
2014
Century Media Records
Melodic Death
Tracklist
1. The Primeval Dark
2. While We Sleep
3. Revelation
4. Black Heart Rebellion
5. Lose To Night
6. Collapsing Words
7. The River
8. Ephemeral
9. The Promethean Song
10. Shadows of the Dying Sun
Line Up
Niilo Sevänen (voce, basso)
Ville Friman (voce pulita, chitarra)
Markus Vanhala (chitarra)
Markus Hirvonen (batteria)
 
RECENSIONI
80
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