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27/12/24
EDOARDO BENNATO
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA ENNIO MORRICONE, SALA SANTA CECILIA - ROMA
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NIGHTWISH: Marko Hietala lascia la band
12/01/2021 - 09:14 (3994 letture)
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I Nightwish hanno annunciato, tramite i propri canali social, la separazione dal loro bassista storico Marko Hietala, che ha deciso di ritirarsi a vita privata. La band contestualmente rivela che il tour verrà portato avanti come da programma con la presenza di un session man al basso.
Marko`s resignation has left us with some difficult decisions and choices to be made. After much thought and consideration, we have, in mutual understanding, decided to perform the upcoming 'Human. :II: Nature. -world tour' as planned, but with a session bass player. The live line-up will be announced at a later date. We respect Marko`s decision and wish him all the very best. We will not comment any further." Nightwish
Di seguito potete leggere le sue parole.
"Dear people. I am leaving Nightwish and my public life. For a quite a few years now I haven’t been able to feel validated by this life. We have streaming company big guns demanding 9/5 work from artists of inspiration while unfairly sharing the profits. Even among the artists. We’re the banana republic of the music industry. Biggest tour promoters squeeze percentages even from our own merchandise while paying dividends to Middle East. Apparently some theocrasies can take the money from the music that would get you beheaded or jailed there without appearing as hypocrites. Just a couple of examples here. This past year forced me to stay home and think. And I found myself very disillusioned about these and a lot of things. I found out that I am in need of that validation. For me to write, sing and play, I need to find some new reasons and inspirations. ”My Walden” so to speak. And it’s even in my book that I’m a chronic depressive. It’s dangerous for me and the people around me, if I continue. Some of the thoughts a while back were dark. Don’t worry, I’m fine. I have my two sons, a wife, the rest of the family, friends, a dog and lots of love. And I don’t think that I’ll be gone for good. Conspiracy is the word of the day. For the people who like them I need to say that my 55th birthday is now on 14th of Jan and I’ve certainly done my time for now. Blaming for instance Tuomas is an insult to both him and my free thinking. This is a very sad thing to all of us too. Have a care please. But of course now we’ll know, if some go there on purpose. There are a couple of things agreed on that I will do on 2021. Otherwise I kindly and with respect ask the media, bands, artists projects etc. to not ask me for anything within the next year. I have some reinventing to do. I hope to tell you about it on 2022. It’s not a promise though. I am so sorry about this. Marko Hietala P.S. Tony Iommi is an exception to the “no contact whatsoever”. Childhood hero takes a precedence."
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Fino a "Once" erano una VERA BAND, da li in poi sono diventati una BANDA
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Più che una band ...mi sembra un pronto soccorso....fuori uno dentro un un'altro.....alla fine dei conti le cose migliori le hanno fatte con Tarja....praticamente facevano bene a sciogliersi ai tempi che furono. |
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@tino grazie ahahahahah |
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In parole povere al se rot al bali |
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Perdonatemi ma io non ho mai studiato inglese.. Cosa dice nel comunicato Marko? Una traduzione per gli ignoranti come me (in lingue straniere) sarebbe sempre ben gradita |
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Prendendo spunto dall’ultima parte del commento di fab (n. 42) dico che, sebbene io sia d’accordo con lui sul fatto che Spotify rappresenti un problema per gli artisti, non credo che “dietro” ci si sia necessariamente una “mafia”. La questione, dal mio punto di vista, non riguarda nello specifico l’azienda e chi la gestisce, ma è assimilabile per certi versi a tante altri fenomeni e tendenze che caratterizzano il web e il suo popolo (ovvero, tutti noi) e costituisce quindi, in sostanza, una vicenda tra le tante. Parliamo di pura consuetudine. Spotify, così come altri colossi del web, punta sull’effetto gregge che riguarda prima di tutto il pubblico e poi gli artisti, molti dei quali sono costretti, loro malgrado, a rendere disponibili i loro cataloghi musicali per non rischiare di rimanere fuori da una logica di mercato che, per chi l’ha creata, si è rivelate essere vincente. I musicisti, insomma, piuttosto che non ricavare nulla dalla produzione dei loro dischi, si accontentano di raccogliere le briciole che qualcuno gentilmente gli offre (con la complicità di un pubblico che è convinto di fare cosa buona e giusta). Che poi si tratti o meno di “mafia”, se ne può discutere, ma è la stessa mafia che sottintende e caratterizza l’operato dei colossi del web (Facebook, Amazon, e così via) e, più in generale, un mercato economico fondato sui monopoli di aziende o società che inglobano quelle più piccole e fanno tabula rasa attorno a loro. E in mezzo a questo letamaio c’è chi come fasanez sostiene che il “il music business… dovrà purtroppo riadattarsi o reinventarsi” (n. 41), il che appare per certi versi condivisibile, ma non credo si tratti di una strada del tutto percorribile o che possa portare necessariamente a dei buoni esiti. Se parliamo di pop/rock e più in generale di mainstream, le logiche commerciali che sorreggono quel mondo sono tranquillamente adattabili alle nuove tendenze, ma dubito che il metal, nella sua incarnazione più autentica e viscerale, possa incanalarsi in strade che non sono sue e che finirebbero per snaturarlo più di quanto non sia stato fatto fino ad ora. |
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@Rob: già, vero, che scemo che sono🤣 |
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Ma scherzi @Shock?!? I CD costano, non lo sai? Ne puoi prendere solo 6 o 7 con il costo di un biglietto per un Grande Evento all'autodromo di Imola dove da 100 metri dal palco, dalla Rivazza, puoi godere dei maxischermi. E poi, dai, cosa fai? Riprendi con il cellulare lo stereo mentre il disco suona?!? |
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Comunque, al di là di chi pensa cosa: il 2020 e buona parte di quest'anno non vedranno concerti, quindi una grossa perdita per i gruppi; ma mi chiedo: se la gente non va ai concerti, non può mettere quei soldi per comprare i dischi e quindi sostenere i gruppi? Se uno risparmia 100 euro per i concerti di Metallica, Guns, Iron, Purple eccetera (gruppi a caso....) non può investirli in cd di più gruppi diversi?? |
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Senza tante menate e dietrologie varie,
seghe mentali che qui leggo a iosa, quest'uomo si è semplicemente preso il classico anno sabbatico (che potrebbe essere anche di più come lascia intendere lui stesso). Nelle sue parole ci leggo un'analisi lucidissima e anche parole di denuncia piuttosto rilevanti e importanti nei confronti del music business (ma non solo).
Nella citazione che fa di Thoreau, nel contesto di cui scrive, ci leggo una certa dose di elevatezza interiore individuale e di piena consapevolezza. C è chi ci arriva a 20...chi a 30...chi come lui a 55. L'importante è arrivarci.
In bocca al lupo Marco e tanti auguri per il tuo 55esimo compleanno. |
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Alla fine non lo sapremo mai quanto c'è di vero o meno...si va dalla star viziata che sclera se non trova lo yogurt macrobiotico nel camerino al poveraccio che non si lamenta nemmeno se dorme sul pavimento del tourbus...ai livelli dei Nightwish credo che i problemi più che economici siano artistici, sommando depressione e pandemia si sarà visto con le spalle al muro e ha preferito mollare. Semma mi stupisce come finora nessuno sia riuscito a pretendere royalties più dignitose da Spotify, credo che ormai il vero problema sia li...deve esserci una bella mafia li dietro. |
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nota generale e la chiudo veramente, scusate. come i negozianti si sono adattati ai supermercati, a Bezos e agli altri siti ecommerce, come tutte le aziende si sono dovute riorganizzare per far fronte ai nuovi mercati, al mondo social, anche il music business si è adattato allle nuove regole, piaccia o non piaccia, facile o difficile che sia.
Ed Sheeran, ad es., che fa dei numeri da paura è venuto fuori col "nuovo mondo", esistono i reality che hanno dato visibilità a tante band.
Ovviamente si parla principalmente di Extra metal, ma esiste anche
Giacomo Voli.
Il Covid ha dato una gran botta a tutto il sistema e la sta dando ancora,
visto che ha di fatto annullato i tour, che erano e sono la principale fonte
di guadagno vista la non vendita dei supporti fisici.
Ora, il music business, come chi ha attività che si basavano sul contatto delle persone, penso a locali, ristoranti, discoteche, night, bordelli, casinò, ecc., dovrà purtroppo riadattarsi o reinventarsi come hanno fatto alcune di queste attività.
Un tempo c'erano le librerie per bambini, che adoro essendo un quasi collezionista di libri (e vinili), oggi ci sono Lui e Sofì... chi si è adattato è sopravvissuto, chi non l'ha fatto ha chiuso. |
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La chiudo qua.... comunque non ho mai sostenuto come vive marco semplicemente perchè non lo so. Ho fatto l'esempio di Floor e ho fatto l'esempio di numeri.
Sinceramente, conoscendo la realtà operaia molto bene, ho fatto notare che, secondo me, i musicisti di un certo calibro hanno problemi "diversi".
Ho condiviso il fatto che lo streaming è stato un danno enorme per il business e una possibilità per pochi, come le enormi difficoltà per le PICCOLE band, che conosco abbastanza bene.
Mai sostenuto di vedere soldi da tutte le parti.
Comunque, sono OT ed è il mio punto di vista assolutamente personale e non condivisibile. ad maiora. |
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Bene.. Quindi abbiamo capito che il bassista dei nightwish vive in maniera agiata, e che era un discorso dettato dalla depressione, e che Daniel liljkvist ex dei katatonia non è vero che facendo il batterista, non aveva problemi a pagare le bollette ma voleva fare il brillantone piangendo miseria... Tutte quelle altre cifre in milioni di euro per guns e metallica.. Sono somme che partono da basi costruite negli anni 80(metallica)e primi 90 guns and roses, quando ancora c'era il soldo.... Cmq beati voi che nella musica vedete soldi da tutte le parti |
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Può benissimo non essere vero quello che ho sostenuto, ed era una forzatura dettata da semlici filmati reperibili in rete, ma soprattutto da qualcuno che sostiene l'esatto contrario, evocando parole come operaio.
Conosco bene le conce della mia zona o le catene di montaggio e per quanto i servizi di treaming e compagnia abbiano abbassato se non azzerato i ricavi per molti, credo che per band del calibro dei nightwish non si pongano i problemi di quelli che lavorano in catena di montaggio. Il tutto, ragionevolmente, senza essere il loro commercialista.
Quindi, non conoscendo i numeri siamo tutti, o quasi, parlando del nulla, però rimarco il fatto che stiamo parlando di artisti, nella fattispecie, di nomi importanti e non di operai o di giovani band emergenti.
Comunque, se navighi un po' su forbes, puoi facilmente vedere come i guns nel 2018 abbiano incassato 71 milioni di dollari e i metallica 46, Nel 2019 le stesse band hanno incassato 44 e 68 milioni.
Certo, saranno lordi, saranno da dividere in un sacco di persone, e ovviamente si parla del top, ma sono cifre comunque decisamente rilevanti, e credimi, conosco bene le difficoltà con le quali le giovani band sono costrette a convivere giornalmente...
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Non sono un fan del gruppo, per cui non ho nulla da dire in merito al cambio di line-up, però leggendo le parole di Hietala si percepisce una certa delusione legata alle criticità del mondo musicale che unita ai suoi problemi personali (che non dipendono certo dall’essere finnico come ipotizza qualcuno) probabilmente lo hanno spinto a prendere una simile decisione. Il fatto che si lamenti delle ingiustizie perpetrate ai danni dei musicisti è una cosa che purtroppo non mi sorprende affatto, non sono infatti infrequenti i casi di artisti che (a rischio di diventare impopolari) puntano giustamente il dito contro i servizi di streaming ed altre storture che deteriorano l’ambiente musicale; a meravigliarmi piuttosto è il cinismo e la superficialità con cui molti ascoltatori trattano questi argomenti rimproverando addirittura ai protagonisti di lagnarsi o peggio ancora di vivere nel lusso (come se costoro avessero libero accesso alle dichiarazioni dei redditi di questo o quel musicista), cosa questa che può essere verosimile solo per pochi fortunati (oggi meno che un tempo visto che vogliamo tutto gratis e nessuno compra nulla). Tralasciando il caso specifico dei Nightwish su cui non mi permetto di dire nulla (non avendo alcun elemento per poter esprimere un giudizio), ma facendo invece un discorso a carattere generale, è chiaro che la maggioranza di chi si muove nell’ambiente metal lo fa tra mille difficoltà e con scarse possibilità di ottenere ingenti ritorni di tipo economico, spinto essenzialmente dalla passione per la musica. A quanto pare, però, persiste ancora nell’immaginario collettivo (forse a causa dell’età media, piuttosto alta, del pubblico) questa idea del musicista che, a conti fatti, i suoi bei guadagni li ottiene (e può campare beatamente grazie alla musica che produce), complice forse anche un’idea romantica, anacronistica ed un po’ adolescenziale della rockstar che fa la bella vita e vive nel lusso, ma che ovviamente mal si concilia con il genere metal e quelle che sono le sue peculiarità. |
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Non capisco cosa ci sia di strano se ad un certo punto della vita, uno decida di reinventarsi e di cambiare, lo fanno anche le persone "normali" . Il problema dei fan è che vedono le band come dei cartoons. Se lui sta bene economicamente e vuole rallentare è comprensibile e lo condivido in pieno. E' un lavoro! può essere bello, meno bello, bellissimo, ma pur sempre un lavoro che ti ruba tempo. Bravo Marko, lascia sto baraccone! |
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Ragazzi... va bene tutto, ma evocare miseria e operai per i musicisti di questo livello mi pare francamente un po' eccessivo.
andate sul tubo e carcate "Building & Working - STORYTIME #2"
mi sembra che casa e contorno non siano proprio da operaio... daccordo, i soldi potrebbero essere di famiglia, però qualche dubbio mi viene.
Gli operai che conosco io hanno tutt'altri problemi e vivono tutt'altri contesti.
Magari sono daccordo sui gruppi giovani e le nuove leve ma a questo livello imho siamo sul "decisamente più che benestante".
tra l'altro su queste pagine in coda a una notizia si vociferava di patrimoni di band estreme con cifre a molti "zeri"..
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Al netto delle problematiche personali di Hietala che vanno assolutamente rispettate, le critiche al show business fatta dall'artista in questione, lasciano il tempo che trovano. Non so, i Nightwish hanno sempre fatto parte di quel carrozzone di gruppi appoggiati da case discografiche importanti, i quali si sono sempre adattati agli ordini impartiti dall'alto e le critiche a questo sistema arrivano solamente ora.
Boh mi fa abbastanza strano. |
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Rob: la tua chiusa finale è sacrosanta (anche altri hanno affrontato l'argomento). Infatti io penso che a molta gente sfugga che questa gente fa musica per professione, quindi hanno un datore di lavoro (la casa discografica, come dici tu) che pretende e, se non fai i dischi richiesti, ti sbatte fuori senza troppi problemi. Questa cosa, da un lato normale (quindi bisognerebbe capire che certi ideologismi sonoinutili), ha però anche il rovescio della medaglia, cioè che può arrivare a soffocare gli artisti (Amy Lee ha denunciato la sua ex-casa discografica per averle bocciato un disco e ha pure vinto la causa), con conseguenze psicologiche anche devastanti (stresse frustrazione). La condizione ideale sarebbe un giusto equilibrio tra la cassa e l'espressione artistica (un po' utopistico, forse, ma fare arte male perché bisogna dare un prodotto alla major deve essere una cosa estremamente frustrante per un artista, e lo dico da compositore: io non lo sopporterei). |
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Mah...Questo 2020 è stato una botta per tutti. Mi viene da pensare, però, che se tutto fosse stato regolare e quindi se Hietala avesse continuato a fare la vita di prima tutti questi (anche comprensibili) discorsi sui massimi sistemi non li avrebbe fatti. E quindi? Quindi che la pandemia è stata in tal senso utile a farci comprendere "il senso della vita"? (però poi mi vengono in mente i Monty Python e allora la seriosità della riflessione va a farsi benedire). In ogni caso, mi basta che nel 2021 non canti e suoni in nessun disco e almeno sarà stato coerente. E avrà la mia stima - per quel che può valere - anche dal punto di vista umano. Per il resto: gli artisti sono lavoratori. E come tali hanno un datore di lavoro. Tutto questa condanna nei confronti delle etichette o dei tour promoters lascia il tempo che trova. |
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Quando arrivano queste notizie è evidente quanto il lavoro di musicista all interno di un gruppo sia effettivamente ormai un lavoro tra virgolette, pagato una miseria, la cosa sconvolgente e che stiamo parlando dei nightwish , nel suo genere, nel metal, in posizioni alte, come tour, posizione nei bill dei festival etc etc, non stiamo parlando di un gruppo marginale, quindi dici.. See vabbè quanto vuoi che guadagnino questi... Si è avuto la conferma che a grandi livelli, il musicista è un operaio che a fine chiusura dei bilanci suona per un tozzo di pane, e li.. Depressioni, zone oscure, rabbia etc etc.... Ricorda la storia di Daniel lidkjvist ex batterista dei katatonia che mollo' il gruppo perché aveva bisogno di un lavoro per pagarsi le bollette...... Sad story |
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@fasanez, purtroppo scegliere chi supportare è un lusso perché ciò che regola gli acquisti è la disponibilità di denaro dell'acquirente. Se non è molta bisogna x forza comprare dove è più economico |
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Edit: Senza contare le accuse etiche ben indirizzate |
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A me non sembra un discorso generico il suo ma un puntare il dito in una direzione ben precisa: "Biggest tour promoters squeeze percentages even from our own merchandise while paying dividends to Middle East. Apparently some theocrasies can take the money from the music that would get you beheaded or jailed there without appearing as hypocrites." Non conosco i meccanismi dello streaming ma la prima frase è inequivocabilmente riferita ai profitti dei tour. Insomma tutto il discorso mi sembra un'accusa verso qualcuno che ha preso più di quanto abbia dovuto. Non credo che un personaggio della sua caratura le spari a caso senza fondamento. In ogni caso mi accodo a fasanez, la serenità prima di tutto. |
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@Laura ROTFL
@Shock 31 e @Altered24 Dal punto di vista delle piattaforme streaming concordo in pieno. D'altra parte da "piccolo" imprenditore che vende ai clienti finali, mi fanno ridere amaramente quelli che comprano dal sig. Bezos e poi si lamentano che in centro non ci sono piccoli negozi e ora con la crisi covid si preoccupano dei "negozietti".
Scusate se sono OT, sarebbe un discorso molto articolato maagri da approfondire nel forum.
Per Marco, credo che sia molto anche una sua "crisi" personale, magari di mezz'età come capita a molte persone. Mi auguro per lui che trovi la serenità, che a questo mondo è una delle cose importanti. |
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Il settore è in crisi, non si vendono più dischi e gli artisti fanno fatica. Di chi la colpa? Del pubblico. Chi sostiene i musicisti siamo noi, se non si comprano più dischi ma si usano piattaforme che non danno introiti ai gruppi la colpa è tutta del pubblico.
Se poi Marco è andato via, potrebbe essere la fine del gruppo: lo aveva già sostenuto Tuomas. E sarebbe un peccato. |
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Marco se n'è andato e non ritorna più
Il treno delle sette e trenta senza lui
È un cuore di metallo senza l'anima
Nel freddo del mattino grigio di città |
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@fasanez: Penso che il discorso di Hietala non fosse troppo incentrato sulle case discografiche in sé, bensì sui servizi di streaming, ecco, per industria musicale ''contemporanea'' intendevo quella allineandomi al suo discorso.
I meccanismi di chi gestisce lo streaming, ormai il canale di distribuzione musicale maggiore vista la decadenza dei cd, sono imbarazzanti, lasciano agli artisti ben poca possibilità di guadagno economico.
I più fortunati riescono ad ottenere quel poco di visibilità e si costruiscono il proprio pubblico, ma alla lunga, se escludiamo i concerti, il cerchio si restringe ed è deprimente visto che a fare la musica sono anzitutto gli artisti e poi le ''sovrastrutture''.
Mio umilissimo pensiero! |
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Peccato! Premetto che ascolto i Nightwish da Oceanborn, acquistato dopo aver letto la recensione su Metal Hammer. Marco era stato il punto di svolta. A partire da Once i Nightwish avevano personalizzato il loro stile, reso le composizioni più complete e professionali e migliorato notevolmente la produzione. E probabilmente grazie a Marco che aveva portato la sua esperienza decennale. Anche sul palco, aveva un forte carisma e sarà difficile trovare un sostituto (di bassisiti ce ne sono tanti, ma la personalità....). Vedremo.... |
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Quoto in toto @fasanez: nessuno lavora per beneficenza, per assurdo nemmeno le Onlus. |
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Gruppi di vasta portata come i nightwish potrebbero fare a meno delle case discografiche, faccio un esempio i Marillion si sono fatti la loro e si autoproducono. Quindi ci sarebbe da chiedersi: perchè si lamentano e poi restano? Come i gruppi che si lamentano del suono della NB ma poi appena gli mettono davanti un contratto firmano senza porsi domande.
Come mai gruppi minori sono accasati in una casa discografica che da loro 100% di libertà e poi passano ad una che gli permette maggior visibilità ma minor controllo sulla band? Forse fa comodo un pochino ad entrambe le parti? Sull'organizzazione dei concerti sono meno ferrato e non mi esprimo. |
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@Altered 13
Capisco il disagio dei musicisti, ma non è che il discografici siano dei malavitosi che puntano armi alla testa degli artisti. Si prendono anche loro dei bei rischi e investono soldi. Sono aziende, professionisti, che, come tutti, cercano di tirare l'acqua al loro mulino, non sono delle onlus, e nemmeno gli artisti lo sono. Basta vedere case, auto ecc., anche di musicisti decisamente meno famosi degli Stones o di Madonna....
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...mi dispiace....un ottimo musicista.... |
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Voilà, ils commencent à perdre les morceaux e non solo le cantanti... Bien sûr, deve fare un comunicato che punta il dito sui cattivoni delle case discografiche ma forse, in tralice, si legge la disillusione di una produzione discografica e musicale alquanto scadente, negli ultimi anni e negli ultimi ameno quattro album.
Probabilmente se ne è accorto e vuole fare dell'altro. Probabilmente economicamente sta bene ed è il momento di lasciare. Si certo, faranno il tour con un altro bassista (penso non manchino in giro...) e the show must go on. Però è un segnale. Non era un personaggio secondario nella band. Donc? Au revoir. |
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Mi spiace tantissimo...un grande personaggio e musicista. Quoto il commento di mauro Paietta e Painkiller...ormai siamo veramente alla frutta! |
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Siffre di depressione, vuole esprimersi a livello personale in musica (cosa che nei Nightwish non riesce a fare, ed è un anno che senza concerti non entrano soldi. Ci sta, ha fatto le sue scelte. Se non ci fosse stato il Covid forse non lo avrebbe fatto, ma chi lo sa. |
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Mi spiace, l'ho conosciuto dietro le quinte al babylonia a Ponderano (Biella) nell'ormai lontano 98 quando suonava (dal vivo) con i Sinergy. Bravo e talentuoso. |
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Mi dispiace moltissimo, sia dal punto di vista artistico (mi piace parecchio sia il suo stile voce/basso nei Nightwish che quello che ha fatto nei Tarot) ma soprattutto da quello umano perché da questo post traspare davvero una profonda amarezza . Condivido quel che dice Beta sul music business ma io credo che qui Marko si riferisca a qualcosa di specifico e anche molto grosso! Mi complimento con lui x il suo coraggio nel fare certe affermazioni e gli auguro di cuore di riprendersi, nella cupezza dei toni rincuora leggere che cita la famiglia come ancora di salvezza, questo è già tanto! Tra l'altro il lungo inverno nordico sta x volgere al termine e questo non è da poco x chi vive a quelle latitudini e soffre di depressione. Forza Marko, in bocca al lupo! |
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Va via Marko Hietala, membro di una band (che stimo da sempre) ben nota agli appassionati del genere e non.
Penso che, al di là del disgusto per i meccanismi dell'industria musicale, abbia prevalso il fattore personale.
Eppure le dichiarazioni raggelano.
Immaginiamo cosa debba significare trovarsi coinvolti in logiche del genere per artisti meno conosciuti e popolari impegnati a farsi le ossa in un mondo tanto marcio e ormai fuori controllo, volto ad arricchire le tasche di pochi a discapito di chi il pane lo produce ed è costretto ad accontentarsi delle briciole.. |
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Infatti. Se anche un membro di una band tra quelle di maggior successo degli ultimi anni molla il colpo....è sintomatico della gravità della situazione. |
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Prima la morte di Laiho, adesso questo. Non mi sarei mai aspettata di leggere una cosa del genere, men che meno adesso, prima ancora dell'inizio del Tour di Human:nature (a cui, peraltro, vorrei assistere). Oltretutto, avevo pensato che ci sarebbe stata verosimilmente una pausa nella band per volere di Tuomas, non avrei mai immaginato una dipartita di Hietala. Comunque devo dire che mi senso di comprendere e, per un certo verso, ammirare Marko: non è il primo artista che si sente oppresso dall'industria discografica e si rende conto che la vita che sta facendo sta lasciando indietro cose importanti (tipo gli affetti e la salute). Rispetto per la decisione e anche stima per le parole di fuoco che ha scritto. Tino: l'industria discografica esiste eccome ed è spietata; poi, che i dischi non vendano più come un tempo, sono d'accordo, ma le case discografiche chiedono molto agli artisti che firmano e spesso sono oppressive e dettano legge in modo dispotico ("Ofai così, o ti caccio fuori e col cavolo che fai 'sto mestiere"). Lo dico perché ho amici nel settore e, anche se non sono a livelli altissimi, le pressioni già si sentono. Posso solo immaginare che cosa la NB e tutto il resto chiedano ad una band come i NW (che, visto il loro "prestigio", devono sempre essere al top). |
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Depressione più Finlandia chissà come mai...fossi in lui mi trasferirei a Tenerife come andi deris |
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Magari si unirà a Tarja, sarebbe bello |
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Ha parlato di depressione....mi dispiace un sacco....spero che trovi l’energia per non lasciarsi andare. Ascoltando l’ultimo disco, nel quale ha poco spazio rispetto ai live ed al passato, pensavo che potesse prima o poi mollare. Ma così no......il cosiddetto music business è sempre più una piovra che sfrutta gli artisti. |
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Quale industria musicale? Non si vendono dischi da anni e non si fanno più concerti. |
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La prova di quanto all'industria musicale delle band non freghi niente, mi spiace molto. |
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Cavolo.... inaspettata.... farà sicuramente un certo effetto vedere la band senza Marco (e per me Tarja, e lo dico da ammiratore di Floor)..
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Certo che fa uno strano effetto leggere della delusione da parte dell'industria musicale anche da chi fa parte di una della più grosse band della scena metal... allora il sistema musicale è proprio alla frutta
Buona fortuna Marco, massima stima |
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Osteria che bomba! (Vita privata?!? Ha ha ha. Conosco solo Vito Bratta che si è realmente ritirato a vita privata) |
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