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KREATOR + EXODUS + DEATH ANGEL + SUICIDAL ANGELS - Estragon, Bologna, 15/12/2010
18/12/2010 (5640 letture)
QUALCUNO DISSE 'IL THRASH E' MORTO'
Viaggio di andata verso Bologna scandito dall’ultimo cd dei nostrani Hyades e da riflessioni forse oziose, che si rincorrono da qualche tempo: il 2010 sarà ricordato come l’anno orribile delle dolorose dipartite di tanti protagonisti della scena, oppure, quasi in sordina, è stato l’anno del definitivo ritorno del thrash? Indizi ne troviamo sin a partire dal 2009 a dire il vero. Le uscite nell’ambito si sono davvero moltiplicate: Kreator, Exodus, Death Angel, Forbidden, Heathen, Overkill e le nuove leve Suicidal Angels, Municipal Waste, Toxic Holocaust, gli stessi Hyades, solo per citare i primi che vengono in mente; il Sonisphere Festival ottiene l’evento con l’esibizione dei Big Four e lo rilancia per il 2011; Coroner, Sabbat e Sanctuary annunciano la reunion e così via. In questa grande centrifuga che è l'odierno mondo della musica, forse è tempo di apparecchiare per un vecchio amico che torna a sedersi alle tavole che contano. Un bene, un male, una mossa di un mercato ormai agonizzante o solo un fuoco di paglia, visto che questo ritorno è dato come certo da almeno 10 anni? Difficile rispondere, anche perché è difficile dare una risposta univoca sul perché ormai quasi vent’anni fa il genere sia collassato su se stesso assieme allo storico rivale, il glam. La storia la scrivono i vincitori ma va forse rivista: in fondo questi due generi non sono mai scomparsi del tutto. Sono semplicemente tornati nell’underground dopo la sbornia di successo, per ritrovare la “fame” e l’urgenza che li aveva fatti emergere e oggi sono forse pronti a riprendersi la scena. E’ certo che un tour del genere fino a qualche tempo fa non avrebbe potuto aspirare al grande successo di pubblico che otterrà in questa sua tappa.
L’idea che il ritorno a soluzioni più grezze, più immediate, più genuinamente spontanee, più sinceramente eversive si faccia avanti a causa della stasi dei generi più estremi, death e black in primis, e che allo stesso tempo il lungo trionfo di power, prog e gothic con le loro superproduzioni, gonfie di cori e arrangiamenti pesanti, abbia forse generato una certa stanchezza, specialmente nelle più giovani generazioni metalliche, mi sembra una buona chiave di lettura. Il mondo cambia, cambiano gli ascolti, i giovani imberbi degli anni ’90 sono oggi ultraventenni, i vecchi metallari anni ’80 hanno tenuto la scena fino ad oggi e i nuovi arrivati sono maleducati e appassionati, pronti a prendersi il loro spazio a qualunque costo. Magari affiancando ai dischi di Gamma Ray, Blind Guardian, Opeth ed Epica dei fratelli/sorelle maggiori, roba più eccitante, più veloce, più immediata, più ingenua, più arrabbiata e socialmente incazzata. Non sono più la paura atomica e la guerra fredda ma lo scontro di civiltà, il collasso ecologico ed ideologico, le logiche manipolatrici della religione e della politica che necessitano di qualcuno pronto ad alzare il proprio dito medio per dire “io non ci sto!!!!”. Qualcuno che prenda la scena e svegli tutti dal sonno dorato di draghi, elfi e mondi lontani e irraggiungibili. Riflessioni oziose dicevo, che lasciano il tempo che trovano e che molti non condivideranno.

SUICIDAL ANGELS
Scompaiono di fronte al concerto appena iniziato, quando i greci Suicidal Angels salgono sul palco. L’Estragon non è ancora pieno ma il pubblico è fremente e, come sottolineerà Mille Petrozza più tardi, è composto da tre generazioni di thrashers assatanati, comprese molte ragazze. Un vantaggio che trent’anni fa solo i glamsters potevano vantare! Attivi fin dal 2004 e forti del loro nuovo Dead Again, i Suicidal Angels propongono una spietata esibizione a suon di Slayer/primi Sepultura. Bleeding Holocaust, Violent Abuse, Final Dawn, Dead Again, Beggar of Scorn, ...Lies e la conclusiva Apokathilosis vanno via come schegge impazzite, mentre il pubblico esibisce con convinzione il più classico repertorio thrash, tra pogo, mosh pit, circle pit e tanto headbanging. Sicuramente derivativi e pervicacemente ancorati a sonorità datate, i nostri sono comunque godibili dal vivo, dotati di un tasso tecnico che all’epoca quasi nessun gruppo thrash possedeva e di una presenza scenica rodata e sicura. Ottimo antipasto, gradito dal pubblico che si scalda per la lunga serata, mentre fuori il termometro segna sette gradi sotto lo zero.

DEATH ANGEL
Veloce cambio palco, ne approfittiamo per trovare una posizione più centrale mentre il locale si riempie via via e siamo già al cospetto dei grandissimi Death Angel. Confesso che questa per me era l’esibizione più attesa, l’ultimo Relentless Retribution non mi ha esaltato ma non vedevo l’ora di vederli dal vivo e testarne l’impatto. Attesa più che ripagata!! Del gruppo che incise l’ormai leggendario The Ultra-violence, restano solo il frontman Mark Osegueda e il chitarrista Rob Cavestany. I fratelli Pepa (Dennis e Gus) sono oggi sostituiti da Ted Aguilar alla chitarra e Damien Sisson al basso mentre al posto del grande Andy Galeon dietro le pelli troviamo Will Carroll. L’esibizione parte proprio con la title-track del loro ultimo lavoro e l’attacco è devastante. Sembra proprio che in quaranta minuti vogliano tirare giù il locale! Il gruppo è in forma smagliante, Mark Osegueda è un ossesso sul palco e strilla come un aquilotto. Al solito, uno dei migliori frontman in circolazione. Purtroppo, i suoni non sono nitidi e in effetti per tutta la loro esibizione sarà praticamente impossibile udire una sola nota di basso, mentre la batteria sovrasta gli altri strumenti. Un vero peccato a dire il vero, perché sentire il basso Rickenbecker di Sisson mi incuriosiva non poco in una formazione così tecnica e pulita. Al momento è possibile valutarne solo l’ottima presenza scenica. I Death Angel pescano dall’ultimo album anche il singolo Truce, la più melodica I Chose The Sky e la feroce River of Rapture, ottima. Come era auspicabile, dal vivo anche questi pezzi assumono un’altra veste ma è il repertorio più datato a ricevere gli applausi e l’entusiasmo maggiori: Voracious Souls, Mistress of Pain e Seemingly Endless Time confermano il loro valore assoluto, se mai ce ne fosse stato bisogno. La prestazione del gruppo è veramente notevolissima, probabilmente da un punto di vista tecnico la migliore della serata, come era lecito attendersi. Unico appunto forse proprio a Mark Osegueda che sceglie un registro fin troppo aggressivo e snatura il cantato delle songs più datate, togliendo un po’ di fascino a questi pilastri del thrash evoluto di seconda generazione. Chiude una indiavolata e violentissima Thrown To The Wolves, anticipata dall’introduzione di The Ultra-Violence che scatena entusiasmo tra gli spettatori, con un Carroll assolutamente ottimo e la coppia Cavestany/Aguilar su livelli eccelsi. Lo stesso Aguilar si aggira poi tra il pubblico e sarà letteralmente assaltato e assediato dai fans per le classiche foto di rito.

EXODUS
Altro cambio di postazione e ha inizio il concerto più infuocato della serata. Gli Exodus rovesciano su un Estragon pieno ed eccitatissimo un torrente in piena di fiammante thrash old-style. Un’ora circa di violenza affilata e iperveloce, guidata dalla rinomata coppia di chitarre ora affidate all’inossidabile leader Gary Holt ed a Lee Altus, membro anche dei riformati e grandiosi Heathen. Il singer Rob Dukes sfoggia una maglietta dei Dead Kennedys, icona hardcore ed evidente ispirazione per una generazione intera di thrashers anni ’80. La lunga carriera e gli ultimi ottimi tre album consentono al gruppo di San Francisco di scegliere una scaletta assolutamente devastante che a fianco delle solite A Lesson In Violence, Bonded By Blood, Toxic Waltz e Strike of The Beast, aggiunge nuovi classici tra cui la trascinante War Is My Sheperd, urlata da tutto il pubblico, l’ottima Blacklist e la nuova opener The Ballad of Leonard And Charles. Rob Dukes non è il miglior cantante del mondo ma è un animale da palco, un pazzo invasato che guida un pubblico assolutamente protagonista in una lunga serie di mosh pit e poghi devastanti. Che la serata stia arrivando ai livelli dell’evento è sempre più evidente. Da anni non assistevo a scene del genere, a una partecipazione così sentita e attiva, applaudita da tutti i gruppi che forse non si aspettavano tanta foga dal pubblico italiano. Gary Holt osserva con un apparente distacco da vero sornione, mentre assolutamente più coinvolto sembra Lee Altus. I due sono assieme una vera macchina da guerra, marchio di fabbrica degli Exodus da sempre (quando però al fianco di Holt c’era Rick Hunolt) e stasera sciorinano una prestazione con i fiocchi, chirurgica ed energica. La sezione ritmica di Jack Gibson e Tom Hunting, pur meno tecnica di quella omologa dei Death Angel, garantisce impatto e precisione nonostante i problemi di livelli già segnalati. Alla fine i nostri sembrano un po’ a corto di fiato e rallentano la sequenza dei brani, chiudendo con Good Riddance una prova devastante che fa pensare a quale intensità dovessero raggiungere i loro concerti nel periodo d’oro.

KREATOR
Ultimo cambio palco e si nota che i Kreator per festeggiare i venticinque anni dall’uscita di Endless Pain hanno fatto uno sforzo in più: la batteria è sopraelevata rispetto al resto del palco e le pedane ai suoi lati sono attrezzate con due microfoni e due scale, mentre un megaschermo viene approntato alle spalle di Jurgen “Ventor” Reil. E’ chiaro che il pubblico attende con ansia il gruppo tedesco. Sinceramente non so cosa aspettarmi da loro: le ultime uscite discografiche, pur buone, mi sono sembrate forzate, un chiaro tentativo di riconquistare una credibilità metal dopo la svolta evolutiva iniziata con Renewal e conclusasi col contestato Endorama. Ho la sensazione che il buon Mille Petrozza, mastermind assoluto del gruppo, sia stato costretto a tornare sui suoi passi dopo il fallimento commerciale di album probabilmente molto più sentiti di quanto lo siano quelli prodotti da Violent Revolution in poi. L’attesa del pubblico è comunque indice della stima che il gruppo raccoglie. Petrozza accentra su di sé tutte le attenzioni e con la sua voce squillante e cartavetrata sembra quasi un Blackie Lawless del thrash! Lo show è sicuramente il più variegato e visivamente interessante, con i membri del gruppo che girano per tutto il palco e si avventurano spesso sulle pedane rialzate, mentre le copertine dei loro album e altre immagini vengono proiettate durante l’esibizione. La scaletta proposta è sicuramente la più “matura” tra quelle presentate stasera, conferma che i Kreator hanno raggiunto un livello “superiore”, che ne ha allargato la base di utenza. A mio avviso, si tratta di un fattore positivo che se da un lato delude un po’ i fan della prima ora (memorabile l’urlo di un ragazzo dietro di me durante l’arpeggio iniziale di Voices Of The Dead: “VafainmoccaMille, vulim’azuzzeria!!”), dall’altro conferisce al concerto dei Kreator uno spettro di emozioni sicuramente superiore. L’intro è una canzone country, se non erro Johnny Cash, una scelta quanto mai curiosa ed apprezzabile, e appena parte The Patriarch/Violent Revolution il pubblico è già conquistato. La scaletta ignora completamente i dischi della svolta e si concentra sugli ultimi album, da cui vengono estratte almeno metà delle canzoni proposte -cito Hordes of Chaos e Destroy What Destroys You, poi Enemy of God e Voices of The Dead, a cui si affiancano la classica Betrayer e ancora People of The Lie e Coma of Souls, con tanto di mosh pit ed Endless Pain. Mille ripete che il tour è stato fantastico, ringrazia gli altri gruppi e il pubblico e si lancia in un divertente e un tantino blasfemo siparietto ripetendo più volte una nota bestemmia italiana. In particolare, ricorderò a lungo la quarantina di volte che ha urlato “Bologna!” in maniera sempre più invasata, invitando ripetutamente il pubblico al massacro collettivo. Arriviamo alla conclusione del concerto con Pleasure To Kill e Choir of The Damned/The Pestilence, che ci ricordano quando i Kreator erano, assieme agli Slayer, il gruppo forse più estremo del thrash. Dopo aver indossato la maglia da hockey del suo gruppo, ecco che Petrozza ci invita ancora ad alzare la “bandiera dell’odio” e si chiude con la consueta devastante accoppiata Flag of Hate/Tormentor. Ventor scende dalla pedana, Christian Giesler si rialza dalla sua costante posizione protesa in avanti e l’ottimo Sami Yli-Sirnio si prende i meritati applausi dopo il prezioso lavoro svolto alla causa della “favourite german band” (secondo Petrozza, almeno).

"PAGELLE CONCLUSIVE"
Suicidal Angels: bravi e giovani, prima o poi cresceranno. Magari al quarto album non sarebbe male se si decidessero a farlo! Comunque, buon concerto.
Death Angel: la miglior esibizione della serata, il gruppo tecnicamente più preparato, grandissimi performer... Quando vi deciderete a fare un album grandioso?
Exodus: una vera bomba -è il caso di dirlo- uno spietato show speed’n’thrash senza esclusione di colpi. Sono -nel bene e nel male- un’istituzione, veri testimonial del cambio di generazione.
Kreator: lo show più completo e classicamente metal, hanno una carriera chiaramente divisa in due: quando decidono di pestare sull’acceleratore non ce n’è per nessuno, e il dubbio che siano costretti a fare i cattivi a tutti i costi, resta. Comunque, buonissima performance da headliner.

Un applauso all’Estragon, che sta rapidamente diventando il tempio live del centro Italia, per l’organizzazione di questo “piccolo” evento: spazioso, comodo, buona acustica, facilmente raggiungibile, alla portata di tutti, bel palco, ottima programmazione, parcheggio... Se si decideranno a dare una birra come si deve per qualità e quantità per quattro euro, diventeranno molto difficili da superare.
A chiusura di questo lungo report torno a quanto detto nell’introduzione: il pubblico era in gran parte costituito da ragazzi che nell’epoca d’oro del thrash non erano ancora nati, ma vista la grandissima partecipazione fisica non c’è da dubitare della loro passione e del coinvolgimento. Una prima risposta arriva così. Ecco cos'era mancato in tutti questi anni: il pubblico! Ora che una nuova generazione ha raccolto il testimone, c’è da credere che il thrash possa riprendere il posto che merita. Se sia una causa sociologica, piuttosto che la semplice fame di buona musica, nessuno può dirlo con certezza. Una cosa sicura invece è che stasera si è consumato un evento importante, uno di quelli da ricordare per i prossimi anni. Se poi abbia un senso che formazioni nate dopo il 2000 cerchino in tutto e per tutto di assomigliare a gruppi che suonavano quando loro non erano ancora nati e che ragazzi di 15-20 anni vadano a ricercare stimoli e purezza in rituali che hanno quasi trent’anni, invece che provare a creare qualcosa di nuovo e solo loro, è un dubbio a cui ognuno di noi può dare la risposta che ritiene migliore. In fondo, quello che conta è che sia buona musica, suonata con passione, e in questa bella serata ne abbiamo goduta molta.

2010 anno del thrash? Ai posteri l'ardua sentenza. Noi, comunque, c’eravamo.



Diddi' Verni
Martedì 25 Ottobre 2011, 20.31.47
17
W il thrash!! cmq si chiama tom hunting non rob
Detrox
Domenica 3 Luglio 2011, 17.03.25
16
Io ero davanti a Gary Holt! Gli Exodus sono stati devastanti! I Death Angel eccelsi come i Kreator (memorabile il bestemmione di Mille xD).I Suicidal Angels se la sono cavata bene, anche se il sound li ha penalizzati. Devo dire una cosa però: non ho mai preso così tanti pugni in tutta la mia vita! xD
Luka
Mercoledì 5 Gennaio 2011, 10.02.54
15
Davvero un concertone......sicuramente i DEATH ANGEL sono stati i migliori (è la seconda volta che li vedo nel giro di un'anno e mezzo), EXODUS assolutamente devastanti (nel 1985 li vidi con i VENOM a Torino) e i KREATOR per me sono sempre stati immensi. Grandissimo concerto.........
Lizard
Domenica 26 Dicembre 2010, 19.00.10
14
@Daniele: hai ragione!! Chiedo venia... Anzi ti ringrazio, così mi permetti di citare anche gli Artillery!!! @Matteo Cagnola: immagino che i Venom dal vivo non siano mai stati proprio epocali!!!
Matteo Cagnola
Sabato 25 Dicembre 2010, 20.57.54
13
"Pensare a quale intensità dovessero raggiungere i loro concerti nel periodo d'oro" CONFERMO io ho visto gli Exodus nel 1985 a Milano al Rolling Stone (Atom Kraft+Exodus+Venom) e vi posso garantire che sono stati fantastici (con le due chitarre Gary Holt + Rick Hunolt e Paul Baloff alla voce )))))) ) i Venom dopo di loro sono stati deludenti anche se era il loro periodo d'oro con la formazione Cronos+Mantas+Abbadon.
Daniele
Venerdì 24 Dicembre 2010, 13.57.23
12
cito: "Indizi ne troviamo sin a partire dal 2009 a dire il vero. Le uscite nell’ambito si sono davvero moltiplicate: Kreator, Exodus, Death Angel, Forbidden, Heathen, Overkill e le nuove leve Suicidal Angels, Municipal Waste, Toxic Holocaust... i SODOM dove li hai messi ???????????????? cmq io ho preferito andare a Eindovhen al metal meeting che era 2 gg e c'erano gli Immortal headliner dopo i Kreator..cmq mio parere personale...chi suona dopo gli Exodus ne paga le conseguenze.
Vic
Martedì 21 Dicembre 2010, 12.04.23
11
Tutti promossi! uno dei concerti + belli dell'anno. Death Angel sublimi, Exodus da massacro e i Kreator grandissimi come sempre.... ho perso il conto di quanta gente mi è passata sopra la testa, lì, in prima fila sulla destra \m/
AL
Lunedì 20 Dicembre 2010, 11.45.44
10
peccato fosse a bologna... che concertone che deve essere stato! kreator + exodus.... da star male!!!
Croptic
Lunedì 20 Dicembre 2010, 10.30.32
9
Serata davvero distruttiva! Exodus dominatori della serata. Dopo gli Overkill, ora è toccato ai Kreator: in un concerto thrash nessuno può suonare dopo di loro.
hm is the law
Domenica 19 Dicembre 2010, 13.41.57
8
Deve essere stato un piacevole macello!
Metallico
Domenica 19 Dicembre 2010, 0.32.13
7
Cavolo non sono potuto venire....mi sono perso davvero un concertone.....
Michele
Sabato 18 Dicembre 2010, 21.50.59
6
Kreator immensi! (Detto da uno che adora i Blind Guardian ). Comunque secondo me le nuove leve sono essenziali,e io faccio parte di loro ^^
Hangar1893
Sabato 18 Dicembre 2010, 16.33.17
5
Sicuramente, 2010 anno del thrash. Sono d'accordissimo... tra l'anno scorso e questo sono usciti album thrash sia old school che new wave davvero fantastici. Citerei Gama bomb, Bonded by blood, Vektor (per me a loro lo scettro), l'ultimo dei lich king... senza contare il ritorno di grandi gruppi (e in grande stile!)... la verità è che il thrash, come tutto, sta tornando di moda tra i giovani metalhead incazzati con sta società di merda... al giorno d'oggi più marcia di sempre.
Ghenes
Sabato 18 Dicembre 2010, 14.43.16
4
...sono d'accordo su tutto meno che alla critica al nuovo disco dei Kreator che con Hordes of chaos sono tornati secondo me almeno ai livelli di Coma of souls. i Death angel sono stati una mia fissazione per tanto tempo e li considero una band sfortunata in tutto il corso della loro carriera. Exodus come sempre massicci e incazzati in studio e dal vivo. volevo esserci! peccato...
Lizard
Sabato 18 Dicembre 2010, 14.30.52
3
Verissimo Man_of_Iron!! Quando Dukes ha chiesto che si aprisse una circle pit larga quanto il palco, ho temuto per la vita di qualcuno!!! NIkolas: alla prossima volta allora, magari a qualche festivalone estivo!!
Nikolas
Sabato 18 Dicembre 2010, 14.24.46
2
Fossi stato in Italia non l'avrei perso per nulla al mondo. I Kreator li ho già visti 2 volte e sono sempre grandiosi, tutti gli altri mi mancano e mi attirano... peccato.
man_of_iron
Sabato 18 Dicembre 2010, 14.07.29
1
davvero un bel concerto....gli exodus sono stati i più devastanti....hanno scatenato un paio di circle pit veramente spettacolari....comunque veramente tutti bravi....come ha detto Lizard impressionanti le urla invasate di mille ma anche i rasta roteanti di marc osegueda non scherzavanoXD
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La locandina del concerto
ARTICOLI
18/12/2010
Live Report
KREATOR + EXODUS + DEATH ANGEL + SUICIDAL ANGELS
Estragon, Bologna, 15/12/2010
 
 
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