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17/01/25
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HOLLYBLOOD - # 6 - Benvenuti a Zombieland
16/07/2010 (3526 letture)
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“C’era un rullo compressore, ed uno zombie gli cadde davanti e….hai presente quando arrotoli il tubo del dentifricio? Ecco, la testa dello zombie era il tappo.” (Tallahsee – Woody Harrelson)
PREMESSA
In principio fu Romero, George Romero. E’ stato lui per primo a dare cittadinanza riconosciuta allo zombie movie nell’ambito dell’horror cinematografico, colui che prima di tutti ha intravisto nei “non morti” una metafora della vita odierna, un insieme di amenità putrescenti intrise di significati socio/culturali. Da lì in poi l’approccio al putrido filmografico è cambiato. L’insieme si è alimentato di sarcasmo, parodia, metafora, simboli. In seguito, un giovanissimo Peter Jackson, che i più conosceranno solo per la trilogia de “Il Signore Degli Anelli”, provò a deviare dal tema originale, quando ancora regista alle prime armi diresse due capisaldi del gore demenziale: Bad Taste e Splatters - Gli Schizzacervelli. In quel caso l’elemento parodistico veniva dilatato oltremodo, fino a rendere difficoltoso il discrimine tra commedia e gore. Se oggi si è arrivati a girare un film quale Zombieland, e qualche anno orsono opere riuscite come Black Sheep-Pecore Assassine e L’Alba Dei Morti Dementi, il merito va prima di tutto ai riferimenti di cui sopra, che il regista Ruben Fleischer ha fatto propri modellandoli ai tempi odierni.
LA STORIA
L’inizio non lascia spazio all’immaginazione. La voce narrante del giovane protagonista introduce immediatamente la trama. Da quando la terra si è riempita di zombie bisogna seguire determinate regole, pena una fine atroce. I “non morti” non brillano per intelligenza ma sono veloci e maledettamente affamati, se si vuole sopravvivere bisogna seguire alcune regole basilari.
Regola n.1 - Forma fisica: se non corri veloce farai la fine di un hamburger.
Regola n.2 - Doppia certezza: quando spari ad uno zombie assicurati di averlo davvero eliminato, quindi, non risparmiare munizioni e spara anche alla testa.
Regola n.3 – Fare attenzione in bagno: non fatevi beccare con i pantaloni calati.
Regola n.4 - Cinture di sicurezza: allacciatele quando scappate con l’auto, potrebbe essere un viaggio molto... movimentato.
L’enunciazione dei dettami salvifici è raffigurata da immagini che mostrano in maniera chiara e precisa la fine che spetta a chi fa di testa propria. Terminato questo breve intro, le note di For Whom The Bell Tolls (sì, proprio le note di “metallica” memoria) ci accompagnano nel seguito. Poco tempo è trascorso dalla prima contaminazione umana, ed il giovane protagonista, Columbus, è rimasto apparentemente solo in Texas. Si aggira con un fucile in un’area di servizio, pronto per ripartire, quando ecco sbucare dall’angolo due zombie che lo ricorrono. Il ragazzo è giovane, allenato e, fedele assertore delle regole da lui create, dopo un inseguimento tragicomico, riesce a divincolarsi. Rimasto però senza auto verrà raccolto dall’altro sopravvissuto all’epidemia, Tallahasee, un uomo dall’aspetto rozzo, di poche parole e dai modi spicci. Entrambi cercano la sopravvivenza andando ad ovest, entrambi vanno verso un futuro ignoto che è pur meglio di un presente a breve conservazione. Una coppia particolare, due personalità opposte, agli antipodi su tutto, ma unite dalla necessità. Pochi chilometri ed ecco che i nostri baldi eroi si imbattono in qualcosa di più pericoloso dei cadaveri affamati: due ragazze, tremendamente furbe, determinate e dedite al furto. La coppia di sorelle avrà la meglio -più e più volte- sui due esemplari rimasti di uomo medio nordamericano, confermando una mia personale teoria (le donne sopperiscono alla minor forza fisica con un intelletto superiore a quello maschile, ergo, mai sottovalutarle).
Procedere a coppie di due risulta però noioso e ben presto, vuoi per destino, vuoi per volontà reciproca, i quattro proseguiranno il viaggio sulla stessa auto. Durante l’itinerario, sarà fondamentale la voce narrante del protagonista, tesa a ricostruire, attraverso flashback sporadici, la personalità di ciascuno dei protagonisti. Si capirà il perché della malinconia dipinta sul viso di Tallahasee, emergeranno le ragioni della diffidenza di Wichita e dell’ottimismo della giovanissima Little Rock, e soprattutto si scaverà nella vita di Columbus, delineando l’emblema vivente dell’imbranato paranoico (“Quando hai paura di tutto smetti di uscire; questo succedeva a me già prima di Zombieland. Venerdì sera chiuso in casa nel mio maestoso mondo online, World Of Warcraft, accompagnato da montagne di scatole di pizza e bicchieri di cioccolata. Autostima: assente. Dignità: persa. Verginità: assolutamente giustificata dal mio aspetto”).
I quattro sopravvissuti finalmente termineranno il proprio viaggio nella abnorme villa del celebre attore Bill Murray (Ghostbusters), anch'egli scampato ad una fine da hotdog e che, mimetizzato da zombie, continua la sua vita ricca e tranquilla da star Hollywoodiana. Quando tutto ormai sembra procedere al meglio ecco che sopraggiungeranno ulteriori rischi, ovviamente sottoforma di carne putrefatta ambulante, fino ad un epilogo che per ovvie ragioni evito di raccontare.
CONCLUSIONI
Benvenuti a Zombieland è un film dannatamente riuscito. Si segue in maniera automatica, da subito. Le trovate che si rincorrono per tutta la visione sono esaltanti e nel contempo caratterizzate da un linguaggio semplice. La storia spazia da tratti puramente demenziali al gore più marcio, dalla parodia al teen movie. Il protagonista, Jesse Einsemberg, col suo fisico e il suo viso, risulta perfetto per il ruolo, tanto da ricordare un giovane Ben Stiller. Woody Harrelson, attore apprezzato per film di ben altro genere, riesce a calarsi perfettamente nella parte del finto duro; sboccato, amante delle armi, volgare fino al midollo, sarcastico e coerente col suo ghigno. Bill Murray è semplicemente se stesso, gli basta una singola espressione per riempire lo schermo. La sceneggiatura è brillante, i dialoghi sono intrisi di humor nero, la battuta è sempre pronta ad emergere prima o dopo uno sbudellamento. Gli zombie sono davvero inquietanti, i dettagli gore sono curati, l’azione c’è quando deve esserci, la colonna sonora rock/heavy è adeguata, il viaggio dei quattro è appassionante, coinvolgente, senza fine. In Zombieland c’è la fuga dalle nostre fobie prima che dagli zombie, dalle paure che abbiamo dentro prima che da quelle che provengono dall’esterno. In questo film emerge la continuazione di un percorso cinematografico che, qualitativamente, si era interrotto troppo presto e che per fortuna è stato ripreso nel migliore dei modi. A dispetto dei tanti, troppi Rob Zombie, contraddistinti dal nome altisonante ma dal piglio dilettantesco, Ruben Fleischer ha dimostrato quanto siano fondamentali la competenza nella regia e nella sceneggiatura per ricavare un gioiellino da una storia semplice raccontata in maniera elastica. Una lezioncina non da poco e che molti dovrebbero tenere bene a mente prima di produrre abomini visivi (ad esempio il remake di Halloween II).
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11
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mah...discretamente simpatico, ma in fatto di demenzialità shaun of the dead è davvero una spanna sopra... |
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10
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Spassoso, il suo lo fa anche se 'Shaun of the Dead' (senza scomodare il primo Jackson) resta insuperato. Il film è appena uscito in dvd anche in Italia. Ah, Emma Stone mi fa sbavare non poco, davvero un bel "fiorellino". |
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9
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Bellissimo film, l'ho visto oggi e mi è piaciuto davvero ma davvero tanto! Bell'articolo Alex! |
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8
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DDiocca, sì! XD Quando si parla di amicizia io divento una fottuta fontana. Poi mi mettete davanti un bimbo che muore di fame e lo prendo per il culo o.ò |
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6
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Visto, sotto consiglio dell'articolo. L'ho amato, alla fine ho anche pianto. |
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5
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è bellissimo sto film!!!! *_* |
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4
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Bell'articolo, ma credo proprio che me lo perderò sto film: questo genere horror-demenziale non mi è mai troppo piaciuto (tolte alcune battute divertenti). |
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3
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Mattia: .... la parte in cui simulano il film Ghostbusters è imperdibile ;D - Pandemonium: sì, vero, però è come confrontare un ottimo disco thrash che esce nel 2010 con Master Of PuPPETS del 1986, i capolavori possono solo fare da fonte ispiratrice, non possono essere superati |
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2
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Bell'articolo come sempre Alex, anche se non condivido il giudizio finale sulla pellicola: troppi cliché a stelle e strisce e scene girate con format da commedia... ma sono un povero illuso che spera sempre di ritrovare splatter movies esilaranti come quelli firmati Jackson d'annata. Obiettivamente, in confronto all'ultimo Romero questo è un capolavoro, non c'è dubbio. |
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1
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Rule Nr one: Cardio Rule nr. 32: check the beck.seats !!!!!!!!!!! BUSINESS IS GOOD!! quello che dice in questo video! tin-tin-tin: zombie kill of the week xD magnifico questo film visto in lingua originale. poi quando fanno i ghostbusters hahah |
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