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23/11/24
VALLE CAUDINA METAL FEST IV
UDITORIUM PRESSO SCUOLA PRIMARIA - BELTIGLIO DI CEPPALONI (BN)
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IRON MAIDEN - Le interviste del Rock in Rio
10/10/2002 (7517 letture)
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Steve Harris
Che ci crediate o no, stiamo andando alla finale di Coppa. Siamo a Rio per
suonare al festival, ma stiamo andando a vedere la finale. Le squadre sono il
Vasco da Gama, che è la squadra più forte, ha un sacco di soldi, cose del
genere, contro Sao Caetano, una squadra di serie B. Il problema è che Eddie è la
mascotte di Vasco. Ma poiché sono inglese dovrei tifare per gli sfavoriti,
perciò credo che rimarrò neutrale. Non sono mai stato a una partita in Brasile,
quindi sarà emozionante. Non mi sembra di stare lavorando. I Maiden hanno una
loro squadra e in tournèe giochiamo tantissimo. E' stupendo fare qualcosa di
diverso quando hai un giorno libero. In realtà, la nostra squadra non è male.
Per niente male. Abbiamo vinto la maggior parte delle partite. Ci si diverte un
sacco è semplicemente fantastico. Il basso è il solo strumento che abbia mai
suonato. Ho iniziato piuttosto tardi, avevo 17 anni. Volevo suonare la batteria
ma non ero abbastanza pazzo, come Nicko. All'inizio feci combriccola con dei
tipi che frequentavano la mia stessa scuola, giusto per passare il tempo, sai.
Poi tirai dentro una coppia di altri ragazzi... amici di amici. Formammo una
band e facemmo 4 o 5 concerti. Vidi un paio di annunci sul giornale e partecipai
ad un paio di audizioni e entrai a far parte di un gruppo che suonava da un
pezzo. Erano più vecchi di me, per cui avevano più esperienza, che era quello
che volevo, e feci diversi concerti con loro. Ma non volevano proprio farmi
comporre niente. Avevo scritto delle canzoni, ma non volevano suonarle, per cui
me ne andai e formai i Maiden alla tenera età di 19 anni. Ci vollero 4 o 5 anni
per ottenere un contratto discografico. Suonammo in tutti i pub e club della
Gran Bretagna. Fu incredibile il successo che incontrammo fin dal primo album,
diventato disco d'oro in Giappone. Questo ci permise di fare una tournèe europea
con i KISS, suonando di fronte a migliaia di persone. Quella si che fu
un'esperienza. Da allora in poi spiccammo il volo. Non so di quale momento vada
più fiero. Credo che all'inizio si trattasse soprattutto di firmare un contratto
e di pensare che avremmo potuto sul serio incidere un album. Inoltre volevamo
anche suonare al Marquee, perchè era da una vita che cercavamo di farlo. Quando
alla fine ci riuscimmo, fu tutto esaurito in un paio d'ore. Penso che i nostri
fan siano forse i più fedeli al mondo. Non credo che esistano molti altri gruppi
che hanno i fan... La devota schiera di fan che abbiamo noi. Alcuni di loro
sanno più cose di me sul gruppo. Nessun altro gruppo di fan è all'altezza del
nostro. Ci stiamo avvicinando allo stadio adesso. Sarà davvero emozionante.
Tutti sanno che mi piace il calcio.
Dave Murray
Cosa mi ha davvero spinto a suonare la chitarra è l'aver sentito "Voodoo Child"
di Jimi Hendrix. Credo che sia stato ciò che mi ha maggiormente influenzato, i
sentimenti allo stato puro e la spontaneità, e il modo in cui suonava, il
carisma, il Tutto. Non gli mancava nulla. Poi mi appassionai a gente come B.B.
King, Freddie King, Buddy Guy, per cui si trattava soprattutto di blues. La mia
prima chitarra aveva circa 14 anni e mi è costata l'equivalente di circa otto
dollari. Era di legno di balsa e la distanza tra le corde e il manico era di 5
cm. Sono andato avanti con quella per un po', ma dopo aver avuto dita
sanguinanti e grossi lividi sulle estremità delle dita, l' ho effettivamente
distrutta. Poi mia madre mi diede i soldi per una chitarra, una delle venti
migliori di un grande magazzino. Era elettrica, simile a una Stratocaster.
Facevo svariati lavori, l'elettricista, il meccanico, in poche parole, di tutto.
Poi quando firmammo un contratto e diventammo professionisti, mio padre mi
domandò:"E la tua pensione?". Pensava a lungo termine, poichè il mondo della
musica non è dei più stabili, ma è diverso se credi in qualcosa, e io ero
ciecamente motivato da quando mi ero messo a fare musica. E' questo quello che
ci vuole, devi crederci con tutto te stesso e talvolta è come non vedere oltre
la punta del proprio naso. Ma quando ti concentri su qualcosa tutto è possibile
e quel che conta di più è divertirsi. Quando sei in tournèe passi molto tempo in
viaggio e questo ti sprona a lasciare l'hotel per immergerti nella natura
stupenda. Nulla sarebbe possibile senza i fan. E' grazie a loro che sei dove
sei, per cui continuiamo a mantenere un certo contatto. Firmiamo autografi.
Anche se ce ne sono 50 da fare, li facciamo tutti. Questo fa parte del lavoro.
Del resto ti danno così tanto. Non lo scambierei con nulla al mondo. Sai, questi
vent'anni, tutto il tempo che siamo stati insieme, si è spiegato come un sogno,
è stata magia pura. La figura più imbarazzante? E' stata... in tutti questi
anni, credo... lo sbattere contro Eddie un paio di volte. Una volta ha oscillato
il braccio e a dire il vero mi ha colpito dritto sulla faccia per cui, sai,
sangue, labbro tagliato e tutto il resto. E' stato imbarazzante. E un'altra
volta, sono saltato giù dalla piattaforma e mentre saltavo ho sentito una fitta
e mi sono strappato i legamenti del ginocchio destro. Così ho dovuto suonare e
finire la tournèe, circa 12 concerti, con la gamba ingessata. E siccome dovevo
salire su una piattaforma inclinata, dovevo essere portato su e già dal palco.
Fu un momento imbarazzante. Me ne verrà in mente un altro fra un minuto. Blood
Brothers è fantastica perchè ci sono così tanti cambiamenti di tempo. Ha un
tempo molto forte, è molto melodica. In un certo senso, offre un piccolo
assaggio degli Iron Maiden. Sul palco l'adrenalina aumenta e dai tutto te
stesso. Nel caso dei Maiden, tutte le canzoni, tutti fanno il massimo e ognuno
si sforza al fine di tirare fuori quel qualcosa in più che vive in noi. Per cui
può essere stimolante. Ma è questo il bello di questo gruppo, il potersi
esprimere dal punto di vista creativo e concedersi fino in fondo. C'è una
maturità e suoniamo insieme da anni. Abbiamo suonato Run to the Hills per la
prima volta dopo anni. Ci siamo messi a suonarla ed è venuta benissimo. Credo
che non ci si stanchi mai delle canzoni perchè non facciamo controlli audio, ci
facciamo vivi e basta. E sebbene conosciamo la scaletta, la spontaneità gioca un
ampio ruolo. L'audio cambia un po' tutte le sere. Non ci si stufa mai di
suonarle. C'è un diverso tipo di emozione, un pubblico diverso. La maggior parte
delle volte i fan vengono al concerto con un buon stato d'animo. Sali sul palco
e se si sentono aggressivi possono davvero scaricarsi. E' questo il bello,
possono lasciarsi andare e cantare. Per cui se c'era della rabbia, svanisce del
tutto. L'aspetto positivo di questa musica è che può essere liberatoria.
Janick Gers
Perchè gli Iron Maiden hanno dei fan a livello internazionale? Credo che sia
perché suoniamo in tutti questi paesi. Se vuoi avere dei fan in un certo paese,
devi andare sul posto a suonare. Numerosi sono i motivi della longevità degli
Iron Maiden. Il sostengo dei fan è stato incredibile in questi anni. Sono stati
davvero fedeli. Non solo in un luogo in particolare, ma ovunque. In Sud America,
Europa, Inghilterra, Regno Unito, Scozia, Galles, ovunque. Persino in America
abbiamo avuto un seguito accanito. E forse ci sono delle ragioni precise. Una di
queste è che non transigiamo mai su quello che facciamo. Le mie influenze da
bambino... i Beatles hanno influenzato tutti, soprattutto John Lennon. Poi è
stata la volta di Jimi Hendrix. Poi di gruppi come i Free i Deep Purple e poi
sono approdati i Led Zeppelin e gente come Jeff Beck, che suona la chitarra in
un modo totalmente diverso. Era quasi come partire per lo spazio, in una
dimensione del tutto diversa. Era semplicemente... Mi ha tolto il fiato. E
quello mi ha fatto appassionare alla musica. La gente a volte cerca di
criticarci, dicono che tutti i nostri album sono simili. Beh, se ascoltate
ciascun album troverete che ogni album è diverso. Ma c’è un filo conduttore che
li lega, l'essere Iron Maiden, la personalità dei membri del gruppo e tutte le
volte che suoniamo insieme, questo è Iron Maiden. Esploriamo percorsi diversi
all'interno della nostra musica, come un albero con tanti rami. Ma non scendiamo
mai a compromessi. Uno dei motivi per cui i giovani ci amano è che sanno cosa
gli aspetta. Non li tradiremo scrivendo una canzone commerciale che venderebbe
16 milioni di album. Non faremo mai una cosa simile. Da piccolo ho viaggiato
molto. Tutto quello che immagazzini, in qualche maniera lo rigetti. Lo
immagazzini durante un tournèe e all'incirca due anni dopo ripensi a quei posti
e questi ti tornano alla mente in modi diversi. Ci sono tre chitarre nel gruppo
che ci offrono svariate possibilità all'interno della musica, e ciò ci dà la
possibilità di suonare dal vivo pezzi previamente incisi su un album. Talvolta
usi cinque o sei chitarre in un album e devi scegliere quella che vuoi suonare
dal vivo. In questo caso, tre sono le chitarre che possiamo suonare dal vivo. E
puoi fare delle ottave - un accordo può essere forte, un altro può avere un
ritmo staccato, e un altro suonare la melodia. E' così che ottieni più ricchezza
musicale. Ha dato al gruppo maggior intensità, più consistenza, e credo che
abbia funzionato alla grande con sei strumenti in tournèe. Parteciperemo a Rock
in Rio domani, per cui significa che qualcosa funziona.
Adrian Smith
Cerco di andarmene appena posso. Potrebbe essere un'ora prima di un concerto da
qualche parte o magari un giorno di vacanza in qualche posto o...Di solito mi
porto dietro le mie cose. Ero perfino solito tenere i vermi sul pullman, ma il
resto del gruppo si è lamentato per cui ho smesso. La miglior pesca che ho fatto
è negli stati Uniti. Quando pesco tendo a pensare esclusivamente alla pesca.
Qualcuno ha detto che è come meditare ,sai? Ecco perchè è così rilassante,
perchè ti lasci assorbire. In un certo senso ti dimentichi di tutto il resto. E'
questa la cosa bella. Per cui non penso alla musica. Mi sa che avevo circa 15
anni quando ho sentito i Deep Purple per la prima volta e un gruppo inglese
chiamato Free. Credo che quello mi abbia spinto a fare della musica, quei
gruppi. Ho smesso di pescare quando mi sono appassionato di musica, a 15 anni.
Non ci sono più andato per circa 10 anni. Non pescavo, la musica era la mia
unica ossessione. Appena ho fatto della musica la mia carriera, ho ripreso a
pescare, così da bilanciare le stravaganze della tournèe e di quel tipo di vita.
Il mio primo strumento è stato quella che è conosciuta come la chitarra di
Woolworth, era chiamata Top 20, era di un rosso pallido. Le corde erano troppo
sollevate. A dire il vero l' ho comprata da Dave Murray. E l' ho pagata 5
sterline. E' stato il mio vanto per 5 anni. Ho imparato a suonare con quella.
Siamo cresciuti nello stesso quartiere, a Clapton , a Londra e ci siamo attirati
a vicenda perchè eravamo i soli tipi coi capelli lunghi e i jeans. Avevo sentito
che suonava la chitarra e che lo faceva da un paio d'anni. Quando l' ho sentito
suonare ho pensato: "E' incredibile." Dave era piuttosto in gamba già dopo due
anni. E' lui che mi ha insegnato i primi accordi e credo che in un certo senso
mi sono fatto strada nel gruppo dicendo che sarei stato il cantante. Non avevo
mai cantato prima d'allora, ma pensai che fosse un buon modo di inserirmi con
Dave e il suo gruppo perchè possedevo un microfono. La gente non si rende conto
che pescare è rilassante, ma allo stesso tempo è un'incredibile carica di
adrenalina. Dopo una giornata passata a pescare sono sfinito. Lo trovo
eccitante. Molta gente non lo capisce. Il resto del gruppo crede che sia pazzo.
Mi piace rimanere dopo il concerto per un paio di drink e sono molto più
rilassato rispetto a prima. Mi piace rilassarmi, ma se suoni a un grande
concerto all'aperto, se non te ne vai immediatamente dopo, non riesci a farlo
per ore, e così finisci col fare il fuggiasco. Sali sul pullman subito dopo il
concerto. Scendi dal palco, sali sul pullman e te ne vai in fretta. Dieci minuti
dopo che te ne sei andato ti ritrovi da solo in una stanza d'albergo a guardare
l notiziario. E' un po’ strano. Spesso dopo il concerto ti senti così bene, che
hai voglia di uscire e celebrare. Se lo facessi tutte le sere sarei sfinito in
un paio di mesi. Per cui devi rilassarti. E' come un... Sai, è un lavoro. Il
gruppo è sempre stato fedele ai suoi fan. Nel senso che la musica non è
cambiata...Una lieve diversità ha caratterizzato ogni album, ma in sostanza non
credo che il gruppo sia cambiato e questo spiega perchè facciamo ancora delle
tournèe e perchè andiamo ancora alla grande dopo vent'anni. Ci sono state
occasioni in cui avremmo potuto cambiare strada e vendere più dischi in minor
tempo, ma non saremmo qui oggi se avessimo agito così, e questo è piuttosto
raro. Essendo rimasto lontano dal gruppo per alcuni anni credo di averlo
apprezzato di più di quanto avessi fatto da giovane. L'unica cosa a riguardo
è... si pesca meglio di mattina, ecco perchè il rock'n'roll e la pesca non vanno
d'accordo, perchè non sono una persona mattutina!.
Nicko McBrain
Ad influenzarti erano i Beatles e Ringo Starr. Poi è toccato agli Stones, e io
sono stato influenzato da Charlie Watts. Alcuni batteristi jazz come Joe
Morello, mi hanno indotto a suonare anche se non sono un batterista jazz. Ma lui
mi ha davvero stimolato a voler diventare un batterista. Le mie influenze
musicali hanno inciso sul mio modo di suonare. Quando i Who apparvero e vidi
Keith Moon, dissi:"Quell'uomo è il mio eroe." Influenzò il mio modo di suonare
così come John Bonham. Per cui quei quattro tipi hanno davvero dato forma al mio
stile. Sono sempre stato uno che suona duro per cui il rock era il mio ambiente
naturale. A dire il vero si trattava di blues quando ho iniziato a suonare. I
miei genitori mi regalarono un set di tamburi per Natale nel 1963. Il set John
Grey Broadway. Un set di tre pezzi , una grancassa di 50 cm, un tom-tom alto 30
cm, o forse erano 20, con un solo tamburo e un tamburo militare. Avevo più di un
lavoro, poi mi misi a lavorare in una fabbrica di bottiglie che produceva
contenitori di vetro e bottiglie. Mi mandavano a scuola due sere a settimana e
andai avanti così per 4 anni, ma mentre facevo quello continuavo comunque a
suonare. Il mio sogno era di diventare un musicista di professione. Lo ero
quasi, sai. A 14 o 15 anni suonavo già nei pub e bar. Stavamo provando un pezzo
intitolato Flight of Icarus. Ed ero solito contare "Uno, due..." - Bruce diceva:
"Grida per me." - Grida per me ,Brasile!. Era la terza serata all' Hammersmith
Odeon e lui diceva: "Grida per me, Hammersmith. Grida per me, Hammersmith." Di
solito lo diceva tre volte. E prima che raggiungesse la terza... io iniziai a
suonare. Nessuno cominciò con me. Tutti i ragazzi corsero verso la batteria, con
l'aria di chi pensa: "Che cosa hai fatto?" Non potevo fermarmi così... per cui
ho suonato il pezzo. E quindi... era come se... a dire il vero era forzato.
Allora mi sono allontanato dai riflettori. Fu imbarazzante. La canzone più
difficile da suonare? E' difficile dirlo, nessuna è semplice da suonare. Forse
Sign of the Cross, perchè ci sono parecchi cambiamenti. Devi davvero...
Probabilmente quella è la più difficile. Blood Brothers perchè ci sono
tantissime emozioni in termini di diversi tipi di sensazioni nelle canzoni.
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